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domenica 3 maggio 2015

Dalla cima alla tomba.

Dalla cima alla tomba.

Noi umani ci diamo tanto a fare per conquistare una posizione sociale/economica/politica/religiosa di un certo prestigio, e poi alla fine della vita, sempre che si arrivi ad un certa età, e qualcosa non ti fermi prima.
Ci accorgiamo che tutto quello per cui abbiamo vissuto, non è servito a nulla, gran parte degli sforzi fatti almeno 90% se non di più sono vani, non sono serviti assolutamente a nulla, ci siamo dannati su questo pianeta pensando che era importante raggiungere le mete della società in cui siamo vissuti, ma poi tutt’un tratto tutto sfugge in un lampo, ti accorgi che gli amici e gli amori svaniscono, e solo pochi rimango al tuo fianco, sempre che hai la fortuna di avere dei pochi veri e stretti amici, perché oggi giorno, sempre più frequentemente ogni essere umano si trova all’epilogo della sua esistenza solo come cane, tutta la corsa, la sua brama, a conquistare le vette del mondo non è servita a nulla e di colpo precipiti, pur avendo in banca un capitale enorme, pur vivendo in casa lussuosa, pur avendo un auto, un cellulare e tutto il resto attorno a te, nel lusso. Ma all'improvviso quando meno te lo aspetti, il vuoto si presenta ai tuoi occhi, tutti sono scomparsi, una desolazione infinita, ti trovi da solo, te con te, e nessuno più di vede, nessuno più ti bada, sei un nessuno, non conti più nulla, quando il tuo corpo ti abbandona, le tue forze vengono meno, allora ti accorgi che il tanto dannarsi per accumulare ricchezze, per avere beni lussuosi, per circondarsi da falsi amori e amici ipocriti che in cuor tuo sai che lo sono, e anche i figli ti abbandonano come un relitto, ti accorgi che la tua bramosia, il tuo essere superiore agli altri,  vengono abbassati a meno di nulla. Allora in quell’istante capisci che tutta la fama conquistata è diventata come la polvere che il vento spazza via.  E d’un tratto dalla cima del mondo precipiti nel fango della palude del mondo, e comprendi che il tuo agire per ottenere sempre il massimo da te stesso e d'altri ti ha reso arido, cinico, critico, cieco e tutto quello che eri prima in te scompare all'improvviso e ti accorgi di essere nudo. Ti hanno spogliato di tutto, hanno divorato le tue carni, hanno dilapidato i tuoi beni, e ora sei li in un letto di morte che attendi, qualcosa, non sai neppure tu cosa attendi, ma qualcosa in te, freme per uscire, quel qualcosa che per decenni è rimasto soffocato, ha taciuto, e anch'esso è divenuto tenebra a causa tua. Ti ricordi di tua madre che ogni tanto ti obbligava ad andare in quel luogo che per anni ed anni, non hai più rivisto, anzi eri sfuggente, ed ora i ricordi antichi tornano alla mente, le parole di tua madre riecheggiano nelle tue orecchie, come un cannone e tu, ti chiedi perché madre mia mi parli mediante i ricordi? E vai cercando dentro di te risposte … finché qualcosa spunta dal profondo e ed emerge prepotentemente, quasi liberato da quella crosta malsana di oppressione che la società ha creato in te, proprio per richiudere e tacere quel tuo SE interiore, per non udirlo più. Ti accorgi che invece di nutrire il tuo spirito, lo hai incarcerato nei meandri della tua mente, lo hai segregato, lo hai costretto a negarsi sempre, eppure ora è l’unica cosa che emerge da te. Quello spirito che fin a poco prima era tuo schiavo, ora sei tu suo schiavo, ma esso cos’è diventato in tanti anni. E’ ancora quel bello spirito che avevi in gioventù, pieni di colori e gioia, di vitalità, no! Quel povero spirito in te, da pieno si è svuotato, ed ora anch'esso con te brancola nel buoi, alla ricerca affannosa di una luce, di una speranza, ma tu sei ancora lontano dal capire cosa quella povera anima frustrata da anni di sofferenze, vuole! Eppure cerchi nei tuoi ricordi ed ancora torna tua madre, e poi tuo padre e i ricordi affiorano prepotenti, duri, ruvidi, ma qualcosa dentro a questa durezza, ti scuote, ma senti che hai fretta, fretta e non capisci cosa sia, ti senti oppresso, attanagliato da un presentimento, e cerchi e nessuno ti aiuta, perché sei solo, con te stesso, ad un tratto ecco ti poni delle domande, cosa lascerò di me? quanti mi ricorderanno? E guardi sgomento attorno a te, e vedi il vuoto il nulla, nessuno, ti vede, nessuno ti sente, dentro di te ti contorci dal dolore, che invece di diminuire aumenta sempre più, e sei turbato, tirato di qua e di là senza cogliere ancora, e tu madre nel ricordo ti chiama,  ti chiama, ha fretta e tu ma perché ha fretta ho ancora tempo!? Poi capisci, d’un colpo ti metti a piangere, ti ricordi quei posti dove non volevi andare, dove quelle lunghe parole, ti erano strane, dove quei canti lagnosi, ti davano fastidio, e tua madre ti insegnava, con pazienza, calma, e dici madre mia, quanto stolto sono stato, perché non mi hai ripreso, perché non hai richiamato con più fermezza finché ero giovane, invece di lasciarmi andare, per il mondo come un disperato, perché non mi hai fermato, quando tu stessa ai vissuto le mie stesse pene giovanili? Madre ora mi chiami, ma per andare dove? Mi avevi insegnato delle parole, che fin da piccino ripetevo senza neppure sapere cosa significavano, e tu costante e paziente, ma io ero distratto, volevo giocare, correre con gli amici, le poi sono venuto le ragazze, e li mi sono perso, perché non mi hai fermato? E ora mia chiami per andare dove? Sono confuso, vorrei dire ancora quelle parole, ma non so la mia scienza mi insegna che nulla esiste di quello che tu mi raccontavi, eppure io sento, che la mia vita sta finendo, e ….. all'improvviso nella angoscia e nel silenzio, sente una voce lieve,   lontana, lontana, sulle prime non capisce e poi la risente, più netta e vivida, “Io sono il Signore Dio tuo, Mi ami?” L’uomo rimane interdetto e subito la sua razionalità, dice “nooo la mia fantasia” …. eppure la sua anima sembra ribollire nel suo petto, una strana euforia lo prende, quasi incontrollabile, ed ancora sente “mi ami?” e senza parola lui dice a  quella voce “come posso io amarti se non ti ho mai conosciuto?.... ed ancora per la terza volta, “mi ami?” … a quel punto visto che tutti lo avevano abbandonato, i familiari, gli amici, gli amori, la società, era diventato nessuno, invisibile agli occhi del mondo, era caduto nel fango, nella desolazione, nella disperazione , tutto quello credeva, era precitato, anche la scienza gli pare irreale, e pensa ma che mi ci vuole a credere che qualcuno mi ama? E risponde a quella voce …. “Si io ti amo, ma non so chi sei!” nello stesso momento egli spirò.

In giornata un infermiera va nella sua stanza trova quel corpo già freddo, ma nota che sul suo volto, è stampato un sorriso, e da esso traspare una profonda calma, la donna capisce dice, ad un parente sopraggiunto, io ne ho visti molti morire, e questo volto indica che la persona è stata toccata da Dio. Il parente si mette a ridere, dice quest’uomo era una belva, cattivo rabbioso, ma stra ricco, eppure l’infermiera ribadisce quest’uomo è salvo. Stringeva nella sua mano destra un foglio, nel suo lamentarsi prima della sua morte, aveva deciso di far qualcosa, e lo scrisse come un testamento in quel foglio piccolo minuto, “lascio tutti i miei averi ai bambini poveri del mondo e voglio essere seppellito vicino a mia madre”


Qualche tempo dopo … un giovane andando al cimitero si ricordò di quell'uomo, distinto e silenzioso, ma sua tomba era vuota, non vi era nessuno che portava a lui fiori e quindi neppure pregava per lui, prese un vasetto di fiori da uno dei suoi parenti, e lo portò a quest’uomo, dedicando a lui alcune preghiere. La sera tornato a casa, ricordo nelle sue preghiere quell'anima che anch'esso s’era dimenticata per molto tempo. Verso l’alba, nel dormiveglia una voce gli dice, “ti ringrazio, per la tua preghiera  che mi hai donato,  mi è stata sufficiente, ora sono ad un passo, dalla soglia del regno di Dio. Ma se non avessi detto Si al Signore, ora sarei nel dolore eterno! Perché non meritavo nulla, per quanti peccati io ho fatto, ma grazie a mia madre che ha pregato per me il Signore, da viva e poi lassù la rincontrerò.. "

Quanti finiscono i loro giorni abbandonati dal mondo? 
Quanti abbandonano Dio in gioventù?
Quanti lo ritrovano?
Quanti avranno la fortuna di sentirlo?
Quanti lo riconosceranno prima di andarsene?
Quanti se vanno senza nessuna possibilità?

Ecco perchè bisogna essere sempre pronti! 
Ogni giorno può essere il tuo ultimo giorno, solo Dio sà quando sarai preso, non tu!