Quali
sono le regole minime per ottenere il Regno dei Cieli?
Un
un utente mi ha posto questa domanda:
"Quello
che mi pare strano e' che alcuni senza confessione e viatico dopo una
vita non proprio da santi vadano quasi subito in paradiso?" Questa
domanda si presenta alla mente di molte persone che alle volte vedono
delle disparità, non fatte da Dio ma dagli uomini, nel porre a detta
di questi in paradiso chi secondo il pensiero umano, non meritava di
andarci, per una vita passata a combattere a fianco di altri sempre
pronti a distruggere una vita umana anziché salvarla, e sostenendo
principi “strani”, anticristiani, ed estremistici, anche contro
molte cose.
La
domanda è stata fatta alla luce della morte di Marco Pannella.
Premetto
che questo mio scritto non vuole in nessun modo giudicare in senso di
condanna Marco Pannella, non mi permetto, ma solo parlare delle parole di Gesù
applicate agli esseri umani di ogni tempo e di qualsiasi ceto sociale.
Vangelo
di Luca (Lc 23, 33-46)
..............Uno
dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il
Cristo? Salva te stesso e noi!". L'altro invece lo rimproverava
dicendo: "Non hai alcun timore
di Dio, tu che sei
condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo
quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha
fatto nulla di male". E disse: "Gesù,
ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". Gli
rispose: "In verità io ti dico: oggi con me sarai nel
paradiso".
Il
vangelo ci parla di un episodio interessante della vita e morte di
Cristo...
"Non
hai alcun timore di Dio, tu
che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché
riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli
invece non ha fatto nulla di male".
Cosa
ci mostra queste parole di uno dei malfattori.
1.
rimprovera l'altro, perché si rivolge a Dio, in questa espressione
si legge chiaramente che questo comprese bene la natura di Gesù, che
era Dio stesso incarnato.
2.
che la pena inflitta a loro era giusta, mentre quella a Gesù era
ingiusta,”egli
invece non ha fatto nulla di male".
Ma
in questa espressione si cela un atto di contrizione e anche un atto
di credo verso la natura di Gesù, il delinquente, si riconoscere di
essere stato giudicato giustamente per quello che aveva fatto, ma al
tempo stesso riconosce che avevano fatto un grande delitto verso Dio,
inchiodandolo alla Croce. Per cui Chiede a Gesù di ricordarsi di
lui, quando sarà nel suo regno.
La
frase ci indica cosa c'è bisogna per un malfattore o un qualsiasi
altro essere umano per entrare nel regno dei cieli, senza aver avuto
una vita da santo...
1.
Il timor di Dio
2.
Aver e far contrizione, quindi pentimento, riconoscendosi peccatori
verso il mondo e verso Dio, quindi ammettere le proprie colpe, di un
intera vita, ma farlo con sincerità, non per un atto di ipocrisia o
paura.
3.
E credere in Cristo quale Dio, in modo certo non insicuro, tutti e
tre sono fondamentali e legati strettamente assieme.
Questo
fatto ricordato dagli apostoli, non è casuale, esso si è compiuto
perché voluto e predeterminato come tutto quello che è stata la
vita di Cristo, lo si comprende quando Gesù aòòa domanda del
battista gli risponde “lascia fare che così va bene” questa
risposta indica che la cose dovevano compiersi in quel modo, per cui
anche il fatto della croce doveva andare in un certo, perché ogni
evento della vita di Gesù dovesse essere d'insegnamento per i
posteri.
Per
cui anche un malfattore o altro, può sperare di ottenere il perdono del
Signore, se esso stesso mette in pratica quelle tre regole, bastano
quelle che poi in sostanza sono il fulcro effettivo di tutto, a cui
ogni credente deve attenersi almeno in senso minimo, prima che venga la sua fine, sarà poi il Signore a dar il merito o demerito, non certo il giudizio di condanna può venire da qualsiasi uomo.