I 10 Comandamenti
Autore: Dio Elohà Yhwh Adonay
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Interpretazione di Boanerges Yhwhnn
Tempo di stesura due giorni, pari a 18 ore.
Per questa stesura non mi riferirò solo al testo dell'Esodo e del Deuteronomio ma anche a quello Ebraico, sia la versione originale tradotta che quella più diffusa, così da avere esattamente il testo più conforme possibile al vero.
C'è da Dire una cosa, importante come cristiano l'interpretazione dei 10 comandamenti, diventa un po più lunga, visto che è innestata con la tradizione dei vangeli, non si può infatti dire 10 comandamenti senza il contenuto dei vangeli stessi. Mentre per un ebreo questo non esiste, vediamo come si può connubiare tutto insieme in modo succinto e preciso, perché tanto quello che conta è il senso reale della questione senza perdersi troppo in tanti rivoli, spesso inutili.
Come procedere alla lettura, dato che alcune parti le ho già trattate singolarmente tempo addietro, e quindi non le ho riproposte, ho posto invece i link, per cui appena trovate un link leggetelo, così capirete meglio tutto nell'insieme e poi proseguite.
Ho cercato, di abbreviare, anche se non è facile con un argomento così vasto, diciamo che ho scritto l'essenziale.
Una cosa importante i 10 comandamenti, sono stati dati da Dio in primis agli Ebrei, poi per mezzo di Cristo noi li abbiamo adottati, come base fondamentale dei vangeli stessi, anche perchè essi non si possono disgiungere dai vangeli sono un tutt'uno proprio per le parole stesse di Cristo, che lui non è venuto a cambiare la legge di Dio ne i profeti, e questo significa che Cristo non voleva cambiare o creare una religione nuova , ma semplicemente spiegare meglio e correggere quello che la casta sacerdotale e politica aveva cambiato della legge stessa, adattandola alle loro necessità. Se la parola di Cristo fosse stata diversa dai comandamenti allora noi avremo dovuto adottare solo e solamente i vangeli, ma questo non è, anche perchè Gesù rispetta precisamente tutto quello che l'ebraismo comandava, per cui se Cristo era Ebreo osservante, noi se siamo suoi seguaci dovremo essere come Egli era osservante della stessa legge. Da questo si ricava che Egli osservava il giorno di Sabato come Giorno del Signore come tradizione comandava, e come la Legge di Dio ordinava, non ha mai istituito la pasqua Cristiana in un giorno diverso dalla Pasqua ebraica, ma essa si festeggiava nella medesima festività.
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Una cosa importante i 10 comandamenti, sono stati dati da Dio in primis agli Ebrei, poi per mezzo di Cristo noi li abbiamo adottati, come base fondamentale dei vangeli stessi, anche perchè essi non si possono disgiungere dai vangeli sono un tutt'uno proprio per le parole stesse di Cristo, che lui non è venuto a cambiare la legge di Dio ne i profeti, e questo significa che Cristo non voleva cambiare o creare una religione nuova , ma semplicemente spiegare meglio e correggere quello che la casta sacerdotale e politica aveva cambiato della legge stessa, adattandola alle loro necessità. Se la parola di Cristo fosse stata diversa dai comandamenti allora noi avremo dovuto adottare solo e solamente i vangeli, ma questo non è, anche perchè Gesù rispetta precisamente tutto quello che l'ebraismo comandava, per cui se Cristo era Ebreo osservante, noi se siamo suoi seguaci dovremo essere come Egli era osservante della stessa legge. Da questo si ricava che Egli osservava il giorno di Sabato come Giorno del Signore come tradizione comandava, e come la Legge di Dio ordinava, non ha mai istituito la pasqua Cristiana in un giorno diverso dalla Pasqua ebraica, ma essa si festeggiava nella medesima festività.
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Versione
ebraica diffusa
Traduzione
più letterale dell'originale ebraico di Esodo 20,1-14:
« E
Dio pronunciò tutte queste parole dicendo così:
Io
sono il Signore tuo Dio,
che ti fece uscire dal paese d'Egitto, dalla casa del [faraone
dove eravate] schiavi.
Non
dovrai farti alcuna figura scolpita, né immagine alcuna delle
cose che sono in alto nel cielo o in basso sulla terra o nelle
acque al di sotto della terra. Non ti prostrare davanti a loro e
non li adorare, perché io, il Signore tuo Dio, sono un Dio
scrupoloso, geloso
[nell'esigere
la punizione per l'idolatria].
Per coloro che mi odiano Io punisco il peccato dei padri sui figli
fino alla terza e alla quarta generazione mentre uso bontà fino
alla millesima generazione per coloro che mi amano ed osservano i
miei comandamenti.
Non
pronunciare il nome del Signore Dio tuo invano; perché il Signore
non lascerà impunito chi avrà pronunciato il suo nome invano.
Ricordati
del giorno del sabato per santificarlo. Per sei giorni lavorerai e
compirai ogni tua opera ma il settimo è giorno di totale
cessazione del lavoro e dedicato al Signore Dio tuo. Non farai
alcun lavoro né tu né tuo figlio né tua figlia né il tuo
schiavo né la tua schiava né il tuo animale né il forestiero
che si trova nelle porte [della tua città] poiché in sei giorni
il Signore creò il cielo e la terra, il mare e tutto ciò che
contengono e nel settimo giorno si riposò e per questo il Signore
ha benedetto il settimo
giorno santificandolo.
Onora
tuo padre e tua madre affinché si prolunghino i tuoi giorni sulla
terra che il Signore tuo Dio ti dà.
Non
uccidere.
Non
commettere adulterio.
Non
rubare [o rapire].
Non
fare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
Non
desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare sua moglie, né
il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo
asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo. »
|
Esodo 20
|
Deuteronomio 5
|
[2] Io
sono il Signore, tuo Dio, che ti fece uscire dalla terra d'Egitto,
dalla casa degli schiavi.
[3] Non
avrai altro Dio all'infuori di me.
[4] Non
ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo
né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle
acque sotto la terra.
[5] Non
ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il
Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei
padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per
coloro che mi odiano,
[6] ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
[7] Non
pronunzierai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il
Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano.
[8] Ricordati
del giorno di sabato per santificarlo:
[9] sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; [10] ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te.
[11] Perché
in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e
quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il
Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro.
[12] Onora
tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel
paese che ti dà il Signore, tuo Dio.
[13] Non
uccidere.
[14] Non
commettere adulterio.
[15] Non
rubare.
[16] Non
pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
[17] Non
desiderare la casa del tuo prossimo. Non desiderare la moglie del
tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo
bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo
prossimo.
|
[6] Io
sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese di
Egitto, dalla condizione servile.
[7] Non
avere altri dèi di fronte a me.
[8] Non
ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù in cielo,
né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle
acque sotto la terra.
[9] Non
ti prostrerai davanti a quelle cose e non le servirai. Perché io
il Signore tuo Dio sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei
padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per
quanti mi odiano,
[10] ma usa misericordia fino a mille generazioni verso coloro che mi amano e osservano i miei comandamenti.
[11] Non
pronunciare invano il nome del Signore tuo Dio perché il Signore
non ritiene innocente chi pronuncia il suo nome invano.
[12] Osserva
il giorno di sabato per santificarlo, come il Signore Dio tuo ti
ha comandato.
[13] Sei
giorni faticherai e farai ogni lavoro,
[14] ma il settimo giorno è il sabato per il Signore tuo Dio: non fare lavoro alcuno né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bue, né il tuo asino, né alcuna delle tue bestie, né il forestiero, che sta entro le tue porte, perché il tuo schiavo e la tua schiava si riposino come te.
[15] Ricordati
che sei stato schiavo nel paese d'Egitto e che il Signore tuo Dio
ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso; perciò
il Signore tuo Dio ti ordina di osservare il giorno di sabato.
[16] Onora
tuo padre e tua madre, come il Signore Dio tuo ti ha comandato,
perché la tua vita sia lunga e tu sia felice nel paese che il
Signore tuo Dio ti dà.
[17] Non
uccidere.
[18] Non
commettere adulterio.
[19] Non
rubare.
[20] Non
pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
[21] Non
desiderare la moglie del tuo prossimo. Non desiderare la casa del
tuo prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, né la sua
schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna delle cose
che sono del tuo prossimo.
|
Ho tenuto tutte le 4
versioni, così è più preciso.
Userò la Versione
ebraica diffusa.
Traduzione
più letterale dell'originale ebraico di Esodo 20,1-14:
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
«
E Dio pronunciò tutte queste parole dicendo così:
Io
sono il Signore tuo Dio,
che ti fece uscire dal paese d'Egitto, dalla casa del [faraone dove
eravate] schiavi.
La
frase inizia con il verbo Essere.
Non
è un caso che sia stata pronunciata così, perché il verbo stesso è
uno dei verbi dell'origine, o meglio dire, è l'origine stessa di
tutti i verbi. Tutti i verbi prendono origine da questo.
Il
tempo ovviamente ne determina il soggetto, e sua posizione
gerarchica.
“Io”
prima
persona, si identifica come il soggetto principale, il fulcro di
tutto, l'origine. Inoltre
la parola IO
è composta figurativamente da I e da una O che compongono il numero
10,
non è un caso neppure questo.
Ma
IO è in realtà formato da I-O in Ebraico= Yod-Aiyn ; in Greco:
Iota+Omicron= 10+70
“Sono”,
cioè indicante se stesso.
Potremo
anche leggere la frase
così : “Io
sono colui che sono, che è, che ero e che sarò”
infatti dire io
sono colui che sono,
identifica la sua persona nel
presente,
che ero, nel
passato,
che sarò, e
nel futuro
ma dire che
è identifica
un terzo
soggetto.
Perché
io sono, è il tempo presente, colui che sono , cioè me
stesso, nella prima persona, ma dire che è identifica un
terzo soggetto, cioè la terza persona di Dio.
Vediamo
di spiegare meglio,
“Io
sono”
prima persona verbo essere.
Identifica
l'Essere,
cioè in senso persona.
“Colui”
identifica
sempre se stesso, in
lui stesso.
“Che
sono” rafforza
l'essere se stesso.
In
pratica dice “io sono me stesso” cioè colui che vi
parla e colui che esiste, cioè l'esistente, inteso nel
senso di colui che è sempre esistito, l'Eterno.
Poi:
“Io
sono colui che è”
“colui
che è”
identifica una terza persona ma in questo caso, si parla sempre
dello stesso soggetto iniziale”io
sono”.
Inserito
in esso, la terza persona del verbo essere, cioè “E' “ cosa
vuole dire, : “io sono colui”, sempre il primo che parla, ma
nella figura del terzo, questo significa che in Dio vi sono due
soggetti, il primo “colui
che sono”,
e il terzo“colui
che è”
entrambi
sono racchiusi sotto “io sono”, che è un essere unico,
che al suo interno esiste “colui che sono e colui che è”
abbiamo
poi, io sono colui che ero e che sarò”
Sempre
sotto l'unicità di “Io Sono” specifica due aspetti che
era e che sarà.
Colui
che era , indica nel tempo passato,
Colui
che sarà, indica nel tempo futuro.
Questa
identificazione specifica che Il
sono colui che sono e che è,
è il Soggetto che non ha tempo, colui che vive nel tempo sia nel
passato tanto quanto nel futuro, indica che il suo tempo è sempre
presente. Nel
passato e nel futuro Egli è presente, ma il presente è già passato
ed è il futuro imminente. Questo significa che passato e futuro
collidono nello stesso momento, cioè Alpha ed Omega sono
sovrapposti, chiudendo di fatto un anello e rendendo il tempo
circolare, cioè ciclico.
In
pratica sta dicendo che Egli è l'essere supremo che è sempre
esistito in cui il tempo non ha motivo di esistere, viveva nel
passato quanto vive nel futuro, quindi Egli è costantemente presente
in ogni tempo.
Quindi
abbiamo che Dio
è l'essere unico
il primo, ma nel suo essere Unico in esso è formato da altri due
esseri, un altro primo e il terzo. Il secondo primo diventa secondo.
Quindi
abbiamo il primo l'origine, unico, il secondo che è sempre primo e
il terzo, questo fa capire che il Primo-primo è O, il Primo-secondo
è X, mentre il Primo-terzo è Y, vediamo di capire chi sono, se il
Terzo è il figlio del Primo e del secondo ovviamente il secondo è
la Madre del terzo.
Quindi
abbiamo O+X = Y; Il Primo-primo è il Padre Eterno O, il
Primo-secondo è la Madre Eterna X, e Primo-terzo è il Figlio Eterno
Y.
Quindi
abbiamo Il Padre Eterno, un essere unico, all'interno del quale vive
la Madre Eterna, potremo dire un pari, e il Figlio Eterno. Madre e
Figlio eterni sono identici, vivono e coesistono entrambi nel Padre
Eterno. Ecco spiegato perché Gesù dice di Se stesso che è nel
Padre, che che chi vede lui vede il Padre ovvio.
Perché
non esiste il secondo tempo?
Cioè
“tu
sei?” perché
il tempo va in contrasto con “io
sono e egli è. “
Dio
non direbbe mai di se stesso, tu sei. Si riconosce sempre come prima
persona e terza persona, per cui la seconda persona è espressa nella
stessa parola della prima, perché fa parte della prima persona.
Spiegazione
più dettagliata e aggiuntiva sull'Io Sono:
“Io
sono il Signore tuo Dio”
In
pratica si manifesta nella persona unica di Dio, annunciandosi come
tale.
La
parola Signore si traduce in ebraico con Adonaj=Mio Signore.
La
parola Signore significa il
più anziano,
e
colui che sta in alto,
colui
che domina, che governa, che possiede.
Quindi Signore è inteso con un senso assoluto del termine, il
più anziano degli anziani, cioè dei 24 vegliardi,
colui che governa, domina e possiede, in sostanza è una parola che
sostituisce Onnipotente.
Inoltre il
più anziano è anche il Re,
quindi dire Signore
è come dire Re Onnipotente.
Ecco perché si parla di Elohim che si traduce in dei Onnipotenti,
che altro non sono che i 24 vegliardi, sotto messi all'Assoluto
Onnipotente.
Dire
il “Signore tuo Dio,” è rimarcare la figura che Egli stesso ha
presso la corte celeste, Egli
E',
e si riconosce come il
Re Onnipotente dei re Onnipotenti,
che dice di se di essere il Dio in senso assoluto del termine.
Quindi
si identifica nella sua funzione di dominatore, governatore e
possessore assoluto di tutto.
L'aggettivo
TUO identifica la proprietà, cioè Dio comunica che gli esseri umani
gli appartengono.
“che
ti fece uscire dal paese d'Egitto, dalla casa del [faraone dove
eravate] schiavi.” In
questa
parte in pratica Dio, ricorda agli Ebrei che Egli è stato il
liberatore dalla schiavitù egiziana.
Quello
che ora interessa è il secondo che in realtà è esteso anche nei
due sottostanti.
“Non
avrai altro Dio all'infuori di me. - Non avere altri dei di fronte a
me.”
C'è
differenza tra i due?
Dire
“al
di fuori di me” indica estraneo
a me, cioè
che non appartiene alla realtà di Dio, cioè al suo regno, quindi
tutti le creature che non sono più del Regno Eterno, umani, animali,
demoni, non possono e non devono essere considerati dei, cioè non si
deve rivolgere loro preghiera, ne innalzati a dei, questo è il
senso, non li si devi pregare come si fa con Dio.
Perché
il termine stare fuori non è inteso solo nella figura di Dio, ma è
inteso in senso generale del termine, estraneo alla sua realtà, cioè
fuori dal Regno Celeste.
Essendo
Dio il tutto ed essendo Dio il Regno, stare fuori indica fuori da
Dio, quindi dal Regno.
Mentre “di
fronte a me” che
sta ad indicare qualcuno che si pone innanzi a Dio che si trova in
una posizione frontale a quella di Dio. Ma in questo caso dir “di
difronte” sta
ad indicare una posizione diversa da quella tenuta da Dio, quindi al
suo cospetto nessuno deve porsi come un dio perché oltre a Lui non
ne esistono altri riconosciuti da Lui.
Quindi
abbiamo, “al
di fuori e difronte a me”,
cioè che non appartiene al suo regno, e che non deve stare al suo
cospetto, ciò indica che nello stesso tempio, chiesa non ci deve
essere l'effige di nessun altra divinità o essere umano, animale
etc, che non sia Dio stesso o qualche suo appartenente, perché
sempre all'interno della stessa parte, cioè che rientra in Dio, si
porrebbe dire “dentro
di me” cioè
dentro a Dio, intendendo in senso universale del termine, in questo
caso tutte le persone della Trinità possono essere egualmente
considerate dei, perché sono ed appartengono direttamente alla deità
di Dio e da questo punto di vista anche la Madre di Cristo rientra in
questa logica, proprio perché sua Madre.
Non
puoi adorare nessuno che non sia Dio stesso o una della sua
manifestazioni, il resto è vietato!
Si
perché il comandamento non può essere considerato un opzione, è
una legge univoca, che ti obbliga a sottostare ad essa se ci credi.
“Esodo
e Deuteronomio sono identici:
“Non
ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né
di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque
sotto la terra. “
Qui
specifica ulteriormente.
E
sottolinea cosa puoi o non puoi adorare, quindi prostrarti...
In
pratica Dio non vuole che nessun essere umano, faccia immagini o
statue di qualsiasi appartenente del Regno eterno, neppure di Dio
stesso, ne del Regno terreno, ne del Regno dei demoni.
E'
vietato, cioè non si può nella maniera più assoluta creare
immagini o statue di nessuno, ne si deve sopratutto prostrarsi ad
esse, perché un conto è la fotografia di un genitore non conta
nulla, ma un conto è l'adorazione di una statua o un immagine, di
qualsiasi essere umano o demone ed anche di esseri angelici.
Si
può dipingere o scolpire qualsiasi cosa si voglia, ma non si deve
adorare quella cosa che si è dipinta o scolpita, quello che conta è
che non si deve adorare quello che l'uomo produce con le proprie
mani, che siano statue o che siano dipinti, di uomini, di animali, di
dei o di demoni.
“Non
ti prostrerai davanti a loro e non li servirai
o adorerai,
perché io, il Signore tuo Dio, sono un Dio scrupoloso,
geloso
[nell'esigere la punizione per l'idolatria]. “
In
questo brano si cela qualcosa di interessante, in pratica sta
parlando non solo di statue o immagini, ma anche di esseri viventi,
dice: “Non
ti prostrerai davanti a loro e non li servirai
o adorerai”
questa
frase è chiara, il fatto che specifichi di non servirli cioè di
non portare loro mangiare, da vestire, etc o rendergli un culto, cioè
genuflettersi, fa comprendere che non parla solo di soggetti
inanimati, ma anche di essere viventi, cioè altri uomini, sta
praticamente dicendo che non bisogna adorare, ne prostrarci o
inchinarci, innanzi ai Re, principi, Papi, vescovi, neppure agli
apostoli ma solo e solamente a Dio, quindi anche a Gesù Cristo e
allo Spirito Santo.
“perché
io, il Signore tuo Dio, sono un Dio scrupoloso,
geloso
[nell'esigere la punizione per l'idolatria]. “
In
questa frase, secondo la tradizione esatta ebraica, il termine viene
tradotto in un modo un po diverso che da quello che noi conosciamo,
si è sempre insegnato che Dio fosse un divinità gelosa, ma qui nel
testo si indica come scrupoloso, perché?
Innanzi
tutto, secondo gli Ebrei, la persona di Dio doveva essere intoccabile
ed è giusto che sia così, e quindi anche nei pensieri degli esseri
umani non doveva sorgere alcun elemento strano che potesse portare
l'uomo a considerare Dio in modo diverso, cioè se dico che una
persona è gelosa, indico un soggetto che è tormentato da ansie, da
dubbi, con o senza giustificato motivo. Per cui è indubbio che Dio
non è geloso, semmai è giusta la traduzione che ne fanno gli Ebrei
in senso protettivo di Dio stesso nei confronti degli uomini.
Quindi
mettere Scrupoloso come elemento è più corretto, perché in essa
non c'è nulla di negativo, un soggetto scrupoloso è colui che fa le
cose con precisione metodica, in modo diligente, ma le applica con
precisione, oltretutto se ci pensiamo bene è proprio così, anche
perché troviamo scritto che Dio
è lento alla collera se
fosse geloso, come scritto, sarebbe più facile alla collera, invece
è lento, quindi vuol dire che non è affatto geloso. Quindi
personalmente trovo il termine scrupoloso più adatto all'immagine
all'identità di Dio che non geloso, e anche per suo rispetto a Dio,
ritengo giusto questo termine.
Quindi
Dio applica con scrupolo, preciso metodico, la condanna contro chi
adora falsi dei, politici, attori, re delle terra, vescovi, papi,
etc. Forse a qualcuno sicuramente non piacerà questa cosa
dell'adorazione del Vicario di Cristo, ma ricordo che non gli ho
scritti io, i comandamenti, ma Dio.
“Per
coloro che mi odiano Io punisco il peccato dei padri sui figli fino
alla terza e alla quarta generazione, mentre uso bontà fino alla
millesima generazione per coloro che mi amano ed osservano i miei
comandamenti.”
In
questo pezzo, c'è anche la condanna, come specifica al discorso ed è
consequenziale ad un pensiero, logico, perché dico logico, perché
nel ragionare fino a questo punto, la gente potrebbe non piacergli
quanto Dio dispone, e potrebbe ribellarsi alle sue volontà per cui
Dio mette le mani avanti, facendo capire cosa rischiano anche il
ribellarsi. Infatti dire per
coloro che mi odiano
è proprio indice del pensiero che abbiamo affrontato, che potrebbe
generare anche odio, dissenso, malumori, etc, e il Signore dice, “Io
punisco il peccato dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta
generazione” quindi
esprime con precisione la sua legge, la sua volontà, in pratica se
padri conoscendo la legge del Signore avendola compresa, (perché se
non la conoscono, sono scusati) sono passibili di condanna, non solo
i padri ma anche i figli di questi fino 3-4 generazione, in pratica
se mai una generazione non si interrompe essa viene portata avanti
per sempre. Per cui se un su padre cade la condanna di Dio, il figlio
poi i nipoti e poi nipoti dei nipoti, avranno su di loro questo
peccato, che è era del progenitore, ma a loro volta perpetreranno il
peccato nelle generazioni future.
“mentre
uso bontà fino alla millesima generazione per coloro che mi amano ed
osservano i miei comandamenti.”
Questo
è chiaro non serve spiegazione.
Invece
oggi non solo creiamo statue e immagini, ma le adoriamo, andando
nettamente contro al comandamento e quindi di conseguenza ponendoci
fuori dalla legge stessa di Dio.
Questo
comandamento ci fa capire un altro aspetto che la chiesa Cattolica
non ha voluto vedere, quello dell'elezione degli esseri umani a
santi.
Si
perché eleggere un essere umano a Santo, significa farlo adorare dal
popolo e questo è in netto contrasto con il comandamento, anche
perché la chiesa poi promuove verso questo essere umano, tutta una
serie di pubblicità o propaganda volta a far adorare al genere umano
quell'essere umano, per cui si producono statue, immagini di tutti i
generi, pur di promuovere l'adorazione di quell'essere umano, in
netto contrasto con quanto dichiarato da Dio nei comandamenti.
In
soccorso vengono le parole di Gesù: che disse, “Io
non sono venuto a cambiare la legge e i profeti, ma a portare a
compimento la parola del Padre mio!” questo
ci fa capire che anche per Gesù quella legge valeva perfettamente e
anche per Gesù l'elezione di un Santo non era da farsi, proprio
perché si adorava un essere umano, nella forma di statua o effige,
anche se in suo ricordo.
Quindi
abbiamo che, Dio permette, che si può e si deve pregare qualsiasi
essere appartenente al regno eterno, da Dio agli angeli e volendo
anche gli esseri umani santificati da lui, ma dato che nessun uomo sa
a rigor di logica chi può tra gli esseri umani essere stato fatto
santo da Dio, la cerchia è ridotta alle sole creature celesti, ma
non si deve e non si può far immagine di nessuno di questi, ne
uomini, ne demoni, ne Dio.
Anche
se da quando vi è stata la risurrezione Gesù ha tollerato che
l'uomo facesse di se stesso (Cristo) delle effige e delle statue ,
diciamo che Gesù è tollerante e paziente, per cui spesso chiude un
occhio e anche due qualche volta. Ma certamente questa proliferazione
di statue ed immagini anche sacre ha iniziato a spostare l'attenzione
da Dio a tutti i santi, beati e Martiri.
Facendo
così, l'essere umano ha occultato Dio stesso, con una quantità
immensa di Santi, che spesso e volentieri vengono pregati più di
Dio, ovvio che poi s'incorre nell'ira di Dio, perché si va a toccare
l'aspetto della sua deità. Cioè che ci tiene che noi umani lo
riconosciamo come unico e solo creatore e non sopporta che possiamo
aver altri dei che Egli stesso sa essere fasulli, spesso ingannatori,
o porre gli umani al suo posto, in questo dimostra la sua gelosia. In
ciò ha anche ragione, qualsiasi essere umano , si dimostra geloso
delle sue cose, e ancora Gesù ci mostra l'aspetto di essere un Dio
geloso, anche nella frase che disse a Pietro, "posso
fare delle mie cose quello che voglio?".
Come un artista che non tollera che qualcun altro metta mano alle sue
opere, così è anche Dio, in ciò dimostra un aspetto
fondamentalmente umano.
Quindi
in pratica ogni volta che la chiesa promuove l'elezione di un nuovo
santo umano, essa non fa altro che occultare sempre più la figura di
Dio, spostando di fatto l'attenzione sul quel santo, per cui essa non
dovrebbe assolutamente promuovere la santificazione di nessuno, anche
perché l'essere umano, nella sua veste di scienza, teleologia, ed
altro, non conosce così bene l'animo di una persona che deve
essere santificata, conosce marginalmente qualcosa della persona dai
suoi scritti, sa quello che può aver fatto, che esteriormente
emerge, ma nulla sa di ciò che nel profondo di essa cela.
Anche
perché, proprio per il fatto che nessun uomo conosce l'animo umano,
solo Dio sa se quell'essere umano è degno o meno di entrare nel
regno eterno, non lo può sapere nessun essere umano, neppure un
pontefice. Per cui alla morte dell'essere umano che l'uomo pensa
essere stato un santo, Dio stesso, lo giudicherà non secondo il
metro umano, ma a seconda del suo metro, e non è detto che
quell'uomo avrà la vita eterna, può essere come anche no, e se per
caso invece di salvarlo lo condannasse? la chiesa invece elevare alla
santità una persona santa, eleverebbe qualcuno che non lo sarà
mai. Cioè come può la chiesa elevare a santità un uomo
che non saprà mai santo?
Se Dio non lo ha reso santo? Non può, a meno che non chieda con un sistema a doppio controllo, sia appellandosi a persone "sante" che ai demoni, solo così può aver la certezza se quella persona è degna di essere santifica. Non basta, dire vediamo quante opere essa ha fatto, non basta dire quanti miracoli si presume che abbia fatto, anche perché i santi, comunemente detti non fanno miracoli specie dopo morti, perché solo Di dispensa il potere e solo a Dio appartiene. Quindi solo un essere soprannaturale può sapere se quell'essere umano, è santo o no! Le opere che si accreditano a quel essere umano potrebbe mostrare una realtà distorta.
Se Dio non lo ha reso santo? Non può, a meno che non chieda con un sistema a doppio controllo, sia appellandosi a persone "sante" che ai demoni, solo così può aver la certezza se quella persona è degna di essere santifica. Non basta, dire vediamo quante opere essa ha fatto, non basta dire quanti miracoli si presume che abbia fatto, anche perché i santi, comunemente detti non fanno miracoli specie dopo morti, perché solo Di dispensa il potere e solo a Dio appartiene. Quindi solo un essere soprannaturale può sapere se quell'essere umano, è santo o no! Le opere che si accreditano a quel essere umano potrebbe mostrare una realtà distorta.
Ci
sono moltissimi santi sconosciuti anche tra il popolo, che nessun
prete e nessun laico, nessuna Chiesa mai eleverà alla dignità di
santi, mai potrà immaginare, che fin da ora si trovano al cospetto
di Dio a differenza di tanti preti, che spesso si trovano in beh
altri luoghi, come anche il contrario.
Quindi
in breve nessun dovrebbe far santi, anche perché Gesù stesso non ha
mai dato questa autorizzazione a nessuno degli apostoli; Gesù mai
avrebbe pensato ad una cosa del genere, perché contraddiceva la
parola della legge antica, che Lui stesso proclamò che non voleva
cambiare. Quindi non solo non farsi immagini ne statue, ma neppure
sostituirsi a Dio, perché l'elezione di un santo è una funzione
esclusivamente divina e non umana. Nessuno ha concesso il permesso
all'essere umano di sostituirsi a Dio, nella proclamazione di Santi.
Oltre
a questi, l'uomo di oggi, ha prodotto molti idoli, tra gli uomini
abbiamo, cantanti, vip dello spettacolo, della cultura, politici,
artisti, veggenti, sportivi, scrittori, filosofi, etc, tutti hanno i
loro idolo, tutti hanno il loro "santi" praticamene non
esiste più nessuno che non adori qualche essere umano, animale o
altro. Come ci sono idoli tra gli uomini così anche tra i demoni,
anche se l'idolatria di demoni è antichissima ed oggi come al tempo
dei Persiani e Babilonesi ed Egizi, il culto demoniaco sta di nuovo
prendendo piede in modo prepotente, espandendosi grazie ad un chiesa
che ha trasformato e corrotto la parola sacra a proprio uso e
consumo, permettendo proprio a Satana di divenire forte ed Essa
essere attaccata e corrotta.
Quando invece di adottare la vera parola di Dio, come fulcro della propria fede, si la gira come un calzino, si trasforma e modifica ad uso e consumo.
Questo discorso purtroppo non piacerà a molti, che hanno fatto sui santi un commercio, la stessa chiesa e molti altri soggetti; però se stiamo ligi e ferrei ai comandamenti questo è quello che dicono, e tutti coloro che la pensano diversamente sono fuori questa logica.
Poi c'è un altro aspetto, interessante e curioso, le statue piangenti sanguinanti etc, come si innestano in questo discorso, si perché il fatto stesso che vengono usate da Dio stesso come monito per le genti fa pensare che in qualche modo esso accetti questa cosa, vediamo di capire per quali ragioni usa questo sistema.
Vediamo di fare un po di chiarezza, stando al comandamento nessun essere umano può fare statue o immagini, quindi il comandamento è rivolto solo verso di noi, non verso Dio, dice che nessun essere umano può farsi immagini per adorarle, ma non dice che Dio non possa usare queste statue o queste immagini per comunicare con gli esseri umani, se Egli stesso volesse, ciò significa che il comandamento è rivolto unicamente verso di noi e non verso se stesso.
Per cui è spiegata la ragione dell'uso delle immagini e della statue quali mezzo per comunicare con gli esseri umani, questo fa capire che tutti i comandamenti sono direzionati unicamente verso gli esseri umani e non verso Dio, beh ovviamente se è Lui il legiferatone questi sono verso gli altri non verso se stesso, anche se sicuramente lo stesso legiferatone si sottopone ad essi, in forma diversa a noi, e il fatto della lacrimazione, sanguinamento della statue ci fa capire, che è così. siamo noi che dobbiamo sottostare ad esse, mentre Dio ne è svincolato.
Questo però fa capire che anche gli altri spiriti inferiori a Dio, sono sottomessi alle stesse leggi, perché lo dice Gesù verso satana quando esso lo provoca, e Gesù spesso risponde "sta scritto" questa parola ci fa capire che anche gli angeli e i demoni devono sottomettersi a questa stessa legge
Quindi i comandamenti valgono anche per loro?.
Perché i comandamenti non possono valere per Dio?
Lo si comprende proprio dalla lettura stessa di questi, soprattutto per il primo.
Se Dio dice a noi, Io sono colui che sono, cioè se stesso, non lo dice a se stesso, lo dice a noi e agli angeli, se dice "Non avrai altro Dio all'infuori di me." lo dice a noi non a se stesso.Come la questione della preghiere, Gesù non prega se stesso, come la Madre di Dio non prega se stessa, lo Spirito Santo idem, il Padre proprio non esiste nemmeno l'idea.
Quindi tutti coloro che asseriscono che Dio Padre, Gesù, Spirito Santo, la Madre di Dio pregano, stanno mentendo e dicendo eresie e sopratutto se quest'azione viene fatta dai veggenti, significa o che non stanno parlando con Dio o che stanno mentendo, non esistono altre possibilità cioè o se bianco o sei nero.
Potremo addirittura dire e stabilire questo come metodo assoluto per stabilire l'autenticità di un veggente, chi dice che Dio o la Madre sua, pregano è un segno chiaro e lampante che essi stanno mentendo o sono preda di satana.
Di conseguenza nessun comandamento vale per Dio, perché Dio non è sottomesso ad essi, proprio perché esso è il legiferatone assoluto. Anche se per sua bontà, esso si riconosce nella sua stessa legge un fondamento importante non per se stesso, e ne ha fatto un fulcro per tutte le sue creature.
Quindi Esso è la legge, e come Tale crede in Se Stesso, e al tempo stesso E' fuori di essa.
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Non
pronunciare il nome del Signore Dio tuo invano; perché il Signore
non lascerà impunito chi avrà pronunciato il suo nome invano.
[Anticamente si diceva anche «non
chiamare Dio a testimonio per cose vane, futili o false]
Questo
comandamento o legge la conosciamo bene tutti...
Cosa
possiamo dire che la bestemmia è soltanto se si pronuncia cioè se
si emette con il fiato la voce, non c'è scritto se pensi, ma solo se
emetti suono, quindi la bestemmia vale solo se è enunciata.
Il
termine invano
significa senza motivo o senza una ragione logica, una motivazione
insensata, identifica un inutilità, uno spreco di parole che non
portano a nulla di buono, quindi non indicare Dio quale motivo e
causa di fatti puramente umani, come spesso noi diciamo “che
Dio ci sia testimone” questo
non bisogna dirlo, perché ricade nella bestemmia.
Ma
la bestemmia non è solo quella contro Dio Padre e il Figlio ma
quella più grave di tutte mai perdonata è quella contro lo Spirito
Santo, che in sintesi consiste nel accreditare a Dio , le malefatte
degli uomini o di satana, ma non sapendo se queste malefatte sono di
satana, meglio non attribuire a Dio nulla, non colpevolizzare Dio in
nulla, perché altrimenti si fa peccato contro lo Spirito Santo e
tale peccato che è la peggiore e più grave bestemmia essa non verrà
mai più perdonata. Nel passato ci sono stati diversi soggetti anche
di spicco che hanno scioccamente attribuito a Dio, colpe che esso non
aveva.
Quindi
anche lo spergiurare ricade nello stesso tipo peccati.
In
questo peccato rientra come bestemmia, anche chi inserisce
volontariamente o involontariamente nelle preghiere parole atte ad
offendere Dio, come è il caso della preghiera per i Cristiani, più
conosciuta di tutti, il Padre Nostro a tal proposito vi rimando al
link:
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Genesi 2
2 Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. 3 Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto. 4 Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati.
Se il settimo giorno è il sabato come da tradizione millenaria ebraica, ciò significa che il primo giorno della settimana era/è la Domenica.
Ricordati
del giorno del sabato per santificarlo. Per sei giorni lavorerai e
compirai ogni tua opera ma il settimo è giorno di totale cessazione
del lavoro e dedicato al Signore Dio tuo. Non farai alcun lavoro né
tu né tuo figlio né tua figlia né il tuo schiavo né la tua
schiava né il tuo animale né il forestiero che si trova nelle porte
[della tua città] poiché in sei giorni il Signore creò il cielo e
la terra, il mare e tutto ciò che contengono e nel settimo giorno si
riposò e per questo il Signore ha benedetto il settimo
giorno santificandolo.
Perché
il sabato è stato benedetto e consacrato a giorno del Signore?
Perché
in esso come si racconta in genesi, il Signore terminò le sue
fatiche , il lavoro per l'edificazione e la creazione della terra e
tutto ciò che contiene, delle delle stelle etc.
Il
Signore decise che quello doveva essere in eterno il giorno in cui
Lui l'Onnipotente si sarebbe riposato per cui chiede a chiunque gli
creda, di fare altrettanto.
Ma
questo giorno prenderà poi nel corso dei secoli un grande valore,
perché esso diventerà anche il giorno di Cristo Signore, infatti
Gesù si identifica come nel
Signore del Sabato,
Mat 12,8 perché fa questa identificazione
Matteo
12:
1
In
quel tempo Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi
discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le
mangiavano.
2
Ciò
vedendo, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno
facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato».
3
Ed
egli rispose: «Non
avete letto quello che fece Davide quando ebbe fame insieme ai suoi
compagni?
4
Come
entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che non
era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai
sacerdoti?
5
O
non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel
tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa?
6
Ora
io vi dico che qui c'è qualcosa più grande del tempio.
Cosa
intende dire con questa espressione? Il riferimento è ovvio a se
stesso, dice “qui” in quel momento, in cui parla con i farisei,
intendendo proprio se stesso, che Egli è più grande del tempio di
Dio, perché Egli è Dio, il figlio di Dio.
7
Se
aveste compreso che cosa significa: Misericordia
io voglio
e
non sacrificio,
non avreste condannato individui senza colpa.
8
Perché
il Figlio dell'uomo è signore del sabato».
“Misericordia
io voglio
e
non sacrificio,”
il tono di questa espressione non è un tono pacato, ma Gesù sta
dando un ordine, imperativo “io
voglio!”
in sostanza dice, che nel giorno di sabato, se
c'è necessità,
si può anche mangiare il pane del tempio, spigolare,nei campi, etc.
e che deve essere applica la
legge delle misericordia
anche nel giorno di sabato. Ma chiede”
aveste compreso cosa significa,”?
fa capire, che costoro non comprendono in realtà, il vero e profondo
senso della parola di Dio, gli sfugge, perché in realtà essi hanno
il
cuore arido,
cioè privo di questi sentimenti buoni, generosi, genuini, di pace,
di amore, che dovrebbero caratterizzare coloro che si dicono figli di
Dio, invece, usano la legge del Signore contro il Signore, usano la
legge di Dio contro Dio e quindi privi di qualsiasi pietà, cioè
misericordia. E quindi Gesù specifica che nel Giorno di Sabato esso
non vuole il sacrificio,
cioè la condanna contro nessuno, perché il sabato è il giorno di
Dio, di risposo, ma anche il giorno di misericordia, nel quale Gesù
vieta ogni sacrificio.
Il
fatto che Gesù vieti ogni sacrificio e ogni condanna di sabato. fa
capire che chiunque praticasse condanna e sacrificio fuori dalla sua
volontà verrà condannato da Dio. Perché in questo Gesù aggiunge
una specifica al comandamento del giorno di Sabato, imponendo con
autorità che sia praticata la Misericordia, e vietato il sacrificio,
cioè la condanna contro chiunque sia nella necessità. Il discorso è
al necessità, perché se non c'è necessità allora si fa peccato,
ma siccome il Signore dice di applicare comunque sia la pietà, anche
chi non è perfettamente in linea si dovrà comprendere.
Poi
specifica che il ” Figlio
dell'uomo è Signore del Sabato”
Perché
si identifica come Figlio dell'uomo?
E
chi è l'Uomo?
Secondo
il nostro pensare l'uomo è l'essere umano, ma perché Gesù si dice
figlio dell'uomo, vuole veramente intendere che egli è figlio di
questa razza umana? No!
Il
termine figlio dell'uomo identifica un altro aspetto che l'uomo non
conosce, quale che dirsi figlio dell'uomo non identifica essere
figlio degli uomini, ma dell'uomo, cioè di Dio, si perché Dio è un
uomo, ce lo dice chiaramente la genesi, quando Dio stesso dice di
averci fatto a sua immagine e somiglianza, cioè noi siamo simili e
assomigliamo a LUI non viceversa, per cui Dio è il vero uomo, Dio è
il primo Uomo, se noi siamo fatti a specchio di Dio cioè gli
assomigliamo=immagine significa che Egli Dio ha le nostre stesse
fattezze, Egli è un uomo, Gesù si fa chiamare il Figlio dell'Uomo,
perché Dio è un Uomo di sostanza differente dalla nostra, ma la sua
struttura corporea e tutto di se è identico a noi, o meglio dire noi
siamo identici a Lui, perché da Lui ci ha creati sulla sua Genetica.
In
merito a questo discorso metto il link ad altro articolo da legge
sempre tra mie che chiarisce meglio questo discorso.
Quindi
Gesù vuole essere identificato come il Signore del Sabato, cioè
colui che possiede il sabato, torniamo sempre al significato di
Signore, perché si comprende bene cosa significa Signore
del Sabato: dire Signore
è come dire, Re dei re Onnipotenti. Il Sovrano assoluto. Questo
significa Signore,
quindi dire il SIGNORE DEL SABATO
si identifica nella stessa
identica persona del Padre Celeste
, Gesù stesso in diverse occasioni lo esprime, che Egli è il
Padre, quando parla con Filippo, ma anche si identifica come il
Figlio del Padre, si perché c'è una ragione, finché Gesù era in
terra nella sua natura carnale e spirituale in esso vi era presente
sia la natura di Figlio spirituale che del Padre Celeste, per questo
Gesù diceva che doveva fare le opere del Padre Suo, perché nello
stesso corpo vivano due spiriti, quello del Figlio e quello del
Padre, entrambi operano nello stesso giorno Il Sabato, per cui se il
Padre celeste è il detentore del Sabato non
lo può non essere anche il Figlio, dato che
è Figlio del Padre quindi figlio dell'Uomo.
Quindi
Gesù è il Signore del Sabato!
Link
della resurrezione..
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Onora
tuo padre e tua madre affinché si prolunghino i tuoi giorni sulla
terra che il Signore tuo Dio ti dà.
Qui
non è tanto un comando quando un consiglio, dice di onorare il
genitori, il Padre e Madre, perché se lo farai il Signore farà in
modo che la tua esistenza sia più lunga, cioè ti darà la
possibilità di vivere lungamente la tua vita, quindi togliendoti
tanti mali e donandomi anche un buon vivere. Però dobbiamo andare a
ritrovo chi sono i Padri della razza umana in questo discorso? Dio,
nasconde se stesso, nel discorso, dicendo Onora
tuo Padre,
in pratica essendo Egli il Primo Padre in assoluto, e colui che ha
dato vita a tutti i padri, madri e figli ad Esso spetta l'Onore
maggiore, per cui questa frase identifica sia la natura del Padre
Eterno, che della Madre eterna e chiede a noi umani di onorali, non
solo onorare i nostri genitori carnali, ma anche di onorare i
genitori spirituali che sono gli artifici della razza umana, cioè
dei progenitori, nella figura del Padre Celeste e della Madre
celeste, come ricordo la parola Spirito (Rhua) in Ebraico significa
donna, madre amata e anche soffio di vita.
Quindi
onorare ha un senso doppio sia i genitori vivi, che i genitori
eterni.
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Non
uccidere.
Qualcuno
direbbe che il passo è facilissimo, ma bisogna capire cosa si vuol
intendere per uccidere, in quanti modi si uccide una persona?
O
anche uno spirito? Perché il termine non uccidere non è
identificativo solo per gli esseri umani ma che verso gli spiriti,
ovviamente uno spirito non muore, è eterno, immortale ma allora cosa
intende?
Semplicemente
che uno spirito può essere intimamente ferito, per esempio i riti
satanici, o le messe nere, feriscono lo spirito di Dio, se su le
specie sacre si esegue un rito satanico, per esempio pugnalare
l'eucarestia corrisponde proprio al'atto del pugnalare Cristo,
piantare chiodo su un eucarestia significa proprio piante un chiodo
sulle mani di Cristo, quindi il danno c'è spiritualmente parlando,
ma esso è un danno che poi si riversa verso coloro che lo eseguono,
ma comunque sia è una sofferenza che si perpetra verso Dio.
Una possessione potrebbe portare alla morte spirituale di quel soggetto.
Una possessione potrebbe portare alla morte spirituale di quel soggetto.
Quindi
in quanti modi noi possiamo uccidere una persona?
Non
si uccide la persona solo dal punto di vista fisico, ma c'è anche
quella psicologico o mentale, anche sociale, anche culturale, la
denigrazione ricade in questi tipo di danno, una condanna ingiusta è
come uccidere una persona, il sottrarre il lavoro ad un altra
cagionando a questa un danno esistenziale che può portarla alla
morte, è sempre una forma di uccidere la persona, anche si può
esercitare questo uccidendo l'amor proprio, anche il mettere in
pubblico le verità di una persona è uccidere la persona, anche le
parole uccidono, etc, c'è una moltitudine di eventi che possono
potare alla morte di un soggetto, non solo nel fisico, ma anche
nell'animo, nella mente, nella morale.
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Non
commettere adulterio.
Adulterio è un termine che indica una relazione amorosa con una persona differente dal coniuge. Quindi in questo entra chi?
Intanto
vediamo di capire a chi si può applicare l'adulterio.
Si
dice adulterio solo se esso è accompagnato da un legame tra due
persone, di sesso diverso, ovviamente a questo Dio di riferisce. Ma
esso per essere tale deve essere un legame di matrimonio, cioè si
può verificare adulterio solo se c'è un unione o uno sposalizio Ma
può essere considerato adulterio, l'unione avvenuta tra due persone
che contraggono matrimonio fuori dalla volontà di Dio? No!
Perché
questa parola viene data solo a chi crede in Dio, per cui chi si
lega a matrimonio lo fa innanzi a Dio ed è Dio che tiene unito il
legame tra due persone. Quindi l'adulterio si compie solo e
solamente se i due coniugi si sono sposati mediante rito dove Dio fa
da legante tra i due, dove Esso benedice il loro matrimonio. Quindi
nel caso in cui i due coniugi si legano a matrimonio innanzi a idoli
pagani, o ad un autorità umana, non si fa adulterio, perché per Dio
il matrimonio non vale, anche se c'è da dire che se tra i due
persone, nasce una vita umana, c'è legame tra i due, ma non c'è
matrimonio contratto sotto la tutela e la benedizione di Dio. Per cui
quei due, non rispondono e non rispecchiano la volontà divina, per
cui questo genere di soggetti non cade sotto la prescrizione di Dio,
cioè sotto la sua legge.
Quindi
chi è fuori dalla legge di Dio, fa adulterio, ma risponde alle leggi
dello stato e alla religione o non religione in cui si è unito in
matrimonio, ma non ricade nella legge di Dio, a meno che il soggetto
non voglia divenire appartenente a Dio, in questo caso però se uno
dei due coniugi, volesse divenire credente in Dio o in Cristo, esso
non lo può fare da solo, deve per forza di cose essere entrambi a
divenire di Dio, non solo uno, visto che poi la loro vita sarebbe
sempre macchiata da peccato, perché il loro matrimonio contratto
fuori dalla volontà di Dio, quindi non benedetto, porta a se
costantemente il peccato, inoltre il matrimonio andrebbe ripetuto
nella sua veste religiosa.
Ora
vediamo, chi fa adulterio, oltre che l'uomo o la donna con altra
donna o con altro uomo. Cioè non esiste solo l'adulterio, dell'uomo
verso un altra donna sposata o non sposata, ma anche verso un altro
uomo sposato o non sposato. Quindi chi fa adulterio è solo chi è
sposato non chi non lo è, ma chi non lo è fa peccato grave di
lussuria, perché poi bisogna vedere se e chi ha iniziato al
relazione e chi ha indotto all'adulterio.
L'adulterio,
nasce dall'infedeltà in un relazione a due, tra moglie e marito.
Esso
si è esteso anche ai religiosi, perché lo sposalizio che costoro
hanno contratto con Dio, è passibile dello stesso reato, anzi
sarebbe addirittura peggiore, cioè la prostituzione che il sacerdote
o la suora possono fare contro Dio, cioè il rinnegamento, il
tradimento è in sostanza un adulterio, è sempre un tradimento della
fedeltà che si ripone verso un soggetto. Se il religioso, si
prostituisce con un altro religioso o religiosa, o con un laico, uomo
o donna che sia, fa sempre un atto di adulterio, perché il legame o
contratto a matrimonio è sempre fatto sotto l'autorità di Dio.
Questo
pensiero lo troviamo nei vangeli, quando Gesù ammonisce tutti,
compresi i discepoli.
Mat
5,27 Avete
inteso che fu detto: Non
commettere adulterio; 28 ma
io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già
commesso adulterio con lei nel suo cuore.
29 Se
il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo
via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che
tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna.
31 Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio; 32 ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Leggendo
solo per l'aspetto dell'adulterio, il comandando dovrebbe essere
finito lì, invece se leggiamo la parola idi Gesù dice di più, il
passo seguente ci parla chiaramente degli atti impuri.
29 Se
il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo
via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che
tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna.
I
primi si fanno con gli occhi, cioè con i desideri e i pensieri non
puri, che portano ad atti ben peggiori e quindi inducono al peccato,
il senso del passo è di tener gli occhi lontani da tutto quello che
è pornografico, e che induce la psiche ad agire contro lo spirito.
Mentre
qui di seguito, dall'occhio che induce il soggetto a cadere nel
peccato, si passa alla mano, Gesù specifica la destra, perché se
che gran parte dell'umanità era destrorsa e lo sarebbe sempre stata,
ma questo discorso della mano è legato l'attività della
masturbazione, che Gesù sottilmente vuol far intendere, dicendo se ti è occasione di scandalo...
Mat:
5,30 E se la
tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via
da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto
il tuo corpo vada a finire nella Geenna.
Perché
afferma che la mano può essere uno scandalo, intende dire che la
mente spesso, può essere indotta a fare cose scandalose, e a
portare scandalo prima su se stessi e poi verso il prossimo. Anche
il non dar scandalo ai più piccoli ha la medesima valenza. Quindi
qui Gesù fa un preciso e nascosto riferimento agli atti impuri.
Link del passo di Gesù.
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Non
rubare [o rapire].
Cioè
non essere disonesto!
Questo
è simile al non uccidere si base sullo stesso genere di principio, e
bisogna solo capire in quanti modi si ruba o si rapisce.
Per
esempio non p solo intenso come furto di qualcosa, di materiale ma è
anche un furto di idee, di pensieri, di identità, di parole, di
concetti, chi carpisce ad un altro il suo lavoro, è soggetto e
ricade sotto questo peccato. E al giorno d'oggi, questo è un peccato
molto comune in tutte la società, quasi possiamo dire dai piccoli ai
grandi, dai poveri ai ricchi, dai veggenti al papa, tutti sono presi
da questo peccato, non c'è uomo sulla terra che si salvi, perché
bene o male si tende a copiare gli altri ad avvalersi, delle cose
degli altri, a appropriarsi dei pensieri delle parole etc, come
accade a me, molti beneficiamo di quanto scrivo per farlo proprio
senza aver la dignità di citarne la font,e quindi indica anche che
il soggetto è invidioso e non sopporta che qualcuno meno di lui
posso essere di più, per cui si ruba al malcapitato quel che scrive,
dice, etc, ma se l'uomo deruba il suo prossimo e lo fa in modo
sistematico esso qui su questa terra potrà averne di beneficio, ma
nell'aldilà i suoi peccati gli cadranno addosso condannandolo. Ma
il furto è vario, si ruba tutto dall'aria all'oro, si rapina
chiunque e si rapiscono i beni di tutti, compresi gli esseri umani,
oggi come ieri, il traffico di schiavi continua, in modi diversi ma
c'è, più o meno legalizzati, ma sempre schiavi sono. Si rapiscono
le persone per estorcere danaro, ma anche si ruba il posto di lavoro,
ad un altro, si guadagna sulla vita degli altri, ci si passa davanti
nella fila alla poste, è un rubare anche quello, o si fa i furbi
all'università anche quello è rubare, etc, quindi il senso del
rubare è vastissimo forse maggiore che dell'uccidere.
Generalmente
gli esseri umani tendono a scusarsi l'un l'altro per sdrammatizzare e
sminuire il peso dei peccati, anche la chiesa fa ciò, invece Dio non
ragiona così, egli guarda anche il piccolo e l'insignificante,
perché dal piccolo poi si arriva al grande.
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Non
fare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
Qui
noi lo traduciamo come “non
dire”
ma sarebbe errato questo modo di pensare, perché il verbo usato è
giusto
FARE.
sopratutto perché è uno dei verbi dell'origine che genera potere.
Quindi
Dio esprime con coscienza giusta, e perfetta il giusto verbo che noi
scioccamente andiamo spesso a correggere, considerando che chi ha
scritto o trascritto non conoscesse le parole giuste per farsi meglio
capire, invece sempre Dio usa le parole giuste, siamo noi che come
umani non sappiamo il vero senso recondito di quelle parole perché
nona abbiamo la conoscenza che ci permette di scrutare e comprendere
esattamente il vero senso profondo di quanto è scritto e celato in
quelle parole che ci sembrano strane, per cui abbiamo la tendenza di
modificare i contenuti, dato che consideriamo più intelligenti di
Dio
FARE
è un verbo attivo che identifica un azione o meglio dire tutte le
azioni possibili.
Sotto
al verbo Fare nel concetto di Dio si identificano tutti i verbi che
agiscono, Dire
non
fare falsa testimonianza è
intenso come agire, cioè
l'azione del fare,
cioè non agire nel falso, non produrre un azione falsa, non
permettere che il male ti rapisca, che t'induca ad essere falso, non
parlare falsamente, noi diremo non dire il falso, però è intese nel
vero senso del agire falsamente, cioè di non produrre un azione
volta a perpetrare un male verso qualcuno, in questo caso il
FARE IL FALSO
è non testimoniare cioè non arrivare ad esternare una parola priva
di verità.
Quindi
in quanti modi si può falsificare una testimonianza o meglio dire un
parola, in tantissimi, la menzogna è una delle azioni più comuni
tra gli esseri umani, noi mentiamo spesso anche a noi stessi, non
volendo per esempio vedere la realtà della cose, che perché alle
volte ci piace vivere fuori dal contesto della Verità, che ci fa
comodo quella determinata situazione, quindi poi si arriva anche a
giurare il falso, perché il comando effettivamente parla di un
giuramento, cioè dice non giurare il falso, quindi non testimoniare
cose non vere, non vivere nella menzogna, non celare la verità, e
tutto questo è sempre rivolto verso il prossimo, perché anche se io
celo un verità a me stesso, in realtà è fatta sempre verso il
prossimo, perché se io abitassi nella giungla non dovrei mentire a
nessuno, sono io e basta, per cui non ho nessuno con cui
relazionarmi, e non si farebbe peccato anche se mentissi a me stesso.
Quindi questo è un peccato che si esercita solo e solamente in una
società, composta da altri individui, con cui noi ci relazioniamo, e
quindi alle volte siamo indotti, costretti, dalla situazione a
mentire, a celare un verità. Oltretutto coloro che celano falsamente
qualcosa prima o poi sbagliano nel loro testimoniare, e si
confondono, come diciamo noi “s'incartano da soli”, perché sono
soggetti che hanno l'abitudine di mentire, di esternare un verità
fasulla. Anche chi scrive libri alle volte anzi spesso si raccontano
tante bugie, tante menzogne fatte passare come verità, tra questi ci
sono anche quelli che furbescamente si appropriano di testi degli
altri, e quindi devono mentire per continuare a rimanere sull'onda.
Fare:
Faccio un esempio o parabola
è la stessa cosa: C'è un tizio che riceve dal Signore la Sua
parola, la rende nota ad alcuni amici, uno tra questi, prende quella
parola e la rende sua, tutto il mondo preso d'ammirazione gli va
dietro, proclamandolo profeta, l'amico che aveva ricevuto quella
parola, cerca di dimostrare che costui mente, ma a causa della
notorietà di questo, nessuno gli crede e passa per bugiardo, falso,
mentitore. Quindi crea un danno a chi l'ha ricevuta, psicologico
oltre che morale. La chiesa dal conto sua anch'essa crede al
mentitore. Con il passare del tempo la fama di costui aumenta, ma
esso deve produrre altra parola per sostenere il suo status, e
inventa parole che non sono di Dio, quindi studia altri. Un giorno
compare sulla scena un tizio,che lo smaschera completamente, la folla
inferocita va presso la sua abitazione e tenta il linciaggio,
riescono a prenderlo, lo picchiano, per essere stati ingannati, e per
aver creduto alle sue parole, ma non solo molti di costoro hanno dato
liberamente fondo alle loro casse, arricchendo costui.
Qual'è la morale della
storia? La Parola ricevuta, può divenire oggetto di un furto,
derubando astutamente un altro e aumentare la propria ricchezza, e
usando la menzogna, l'inganno, la cupidigia, si ottiene un grande
potere, danaro, prestigio, importanza, ma tutto è sorretto su un
inganno e sul furto.
Però questo fa anche capire
quante altre vite su quell'inganno, s'ingannano, molti infatti sono
coloro che pensando di essere nel giusto, credono a chi mente, perché
il mentitore è più astuto dell'onesto ed infatti Gesù ci lo dice,
che i figli delle tenebre sono più astuti dei figli della luce, e
basta veramente poco per essere figli delle tenebre. Quel che è
peggio è che oggi giorno ahimè molti si arricchiscono sulle spalle
di altri, molti nel mondo, hanno in loro la disonesta, per quanto si
spaccino per grandi credenti, quasi santi. Molti sono anche nella
chiesa, molti sono anche tra i sacerdoti, che prendo a destra e manca
qualsiasi cosa sia utile al loro tornaconto, in barba a chiunque,
anche se fosse a Dio stesso.
Quindi dal furto di un'idea, di
una parola, di un progetto, di qualsiasi cosa, si può passare a
qualsiasi altro reato, perché poi la cupidigia dell'avere, ti porta
a non accettare di dover perdere il tuo status che hai concretizzato
anche su un furto o una truffa, per cui poi, si è disposti veramente
a tutto, alcune volte si arriva anche ad uccidere.
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Non
desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare sua moglie, né
il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino,
né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo. »
Il
desiderio in se è un atto normale dell'essere umano, noi desideriamo
molte cose, ma è un discorso desiderare cose lecite, ed è un
discorso desiderare cose non lecite.
Ma
cos'è lecito e cos'è illecito?
Cos'è
lecito?
Sotto
il termine lecito c'è tutto un modo e una regolamentazione umana, ma
qui stiamo parlando di quella divina assai diversa da quella umana
che se alcune cose comuni ci sono.
Le
cose lecite sono quelle considerare giuste e permesse. Cio che è
lecito ricade sotto le norme civili, morali ed etiche.
Le
cose lecite sono quelle che non appartengono a nessuno, per esempio
un fiore in un campo se quel campo non è di nessuno, il fiore può
essere colto, da chiunque, oppure se una donna non è sposata con
alcuno o non è fidanzata, o impegnata, essa può divenire soggetto
delle attenzioni degli uomini, come viceversa.
Gesù
pone la domande se era lecito mangiare i fare certe cose il giorno di
Sabato specie se nella necessità, e stabilisce che se c'è necessità
è lecito!
Cosa
è illecito?
Tutto
ciò che va contro al morale, l'etica, il buon senso, la giustizia,
ma sopratutto la verità.
Quindi
potremo dire che ricade sotto questo termine, tutto quello che è
illegale.
Dalla
bestemmia, alla falsa testimonianza, alla menzogna, la furto, alla
truffa, all'omicidio, al suicidio, all'adulterio, agli atti impuri,
etc.
Per
cui il desiderio può essere lecito o illecito se esso sta nella
giustizia o nell'ingiustizia, nella verità o nella falsità.
Quindi
il desiderio di qualcosa che non è tuo è un illecito, ma se il
desiderio termina lì, e non va oltre è stato solo un desiderio, una
tentazione, quindi un peccato minore, ma quando questo desiderio si
concretizza ecco che si compie il vero peccato, che diviene grave o
gravissimo in relazione al tipo di desiderio che a questo portava.
Questo
significa che si pecca anche con il pensiero, non solo con le parole,
ma bisogna distinguere se il desiderio è solo puro pensiero e non un
assalto infernale, cioè se questo desiderio è indotto da uno
scivolone della mente che può accadere, è un discorso diverso, non
è un peccato grave, perché esso non passa mediante la volontà, ma
se esso, passa nella volontà o è generato da essa e diviene
continuativo, cioè si perpetra per nel tempo fino a divenire reale,
cioè ossessivo, ecco che il peccato che si determina pur rimanendo
un pensiero. Quindi il pensiero ossessivo, perpetrato per molto
tempo, diviene peccato anche grave.
Qualche
altro link che aiuta meglio alla comprensione dell'Essere Dio!