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lunedì 14 novembre 2016

CHI SPARGE LA PAROLA NON MAGIA, MA CHI LAVORA MANGIA.


CORREZIONI 
DI NOSTRO SIGNORE E DELLA MADRE SUA.




Quando ero piccolo, il Signore e sopratutto la Madre sua l'Immacolata mi insegnarono molte cose, e tra queste ricordo che vi erano alcune correzioni che ancora oggi dico durante la messa. 

Una delle prime cose che l'Immacolata mi fece osservare è la frase che si dice durante la messa, 


  • " di soltanto una parola e io sarà salvato"

facendomi una semplice domanda: 

"Chi salva coloro che mai pregano?" 

Nella mia semplicità di ragazzino, risposi, "ti aiuto io", senza rendermi conto di cosa significasse, e la Madre mi risponde, "basta che tu invece di dire io sarò salvato, dica e tutto il mondo sarà salvato" .

A quel tempo certamente non è che riflettevo tantissimo, si qualche volta, ma gran parte di quello che affermava lo prendevo tutto realmente senza pormi nessun pensiero e facevo quanto mi veniva detto, per cui da allora ho sempre cambiato durante la messa quella frase ed ero sicuro, in cuor mio, che il Signore avrebbe protetto e salvato coloro che mai pregavano o per lo meno avrebbe dato loro l'occasione di redimersi.

Anni dopo quando fui un po più maturo meditando su quello che avevo appreso dai Loro insegnamenti, comincia a riflette sulle tante cose che mi furono dette, e anche questa tornò alla mente, ragionando un pochino compresi, che effettivamente la frase usata dalla chiesa era errata, perchè è arrogante, nel senso che chiedere a Dio di essere solo noi salvati, senza pensare anche a coloro che non pregano e non amano, indicava poca umiltà, e il Signore era dispiaciuto che la chiesa non avesse mai corretto questa piccola ed apparentemente insignificante frase, ma siccome questa viene detta durante il rito rivolto al Signore effettivamente non era una bella cosa, per cui ovviamente quella richiesta aveva un senso ben preciso, quello di chiedere a Dio di soccorrere anche costoro, perchè dopo tutto sono anch'essi figli di Dio, per quanto lontani; per cui era molto gradito al Signore questo piccolo miglioramento, verso tutto il mondo. 


  • Poi il Signore, un giorno parla dicendomi: 
"Il Padre Mio che è ne cieli, nutre le creature che sono qui sulla terra, secondo la loro natura, ad ognuna ha dato cosa mangiare e come vestire, ai fiori del campo ha dato un bell'abito, agli animali la loro veste(manto) eppure nessuno di loro lavora. All'uomo invece l'ha fatto nudo affinché lavorasse e traesse dalla terra il suo sostentamento e il suo vestito, il suo mangiare, ma ai miei io ho dato una parola che è un lavoro; Io andavo per i campi a spigolare con i miei apostoli e accettavo quello che la gente di buon cuore ci dava, per aver portato loro la Parola del Padre Mio che è parola di vita eterna. Secondo te, è giusto dire che se in una comunità uno non lavora non deve neppure mangiare? "

Gli risposi, No non è giusto perchè se la tua parola è lavoro per l'anima, coloro che portano a te altri uomini fanno questo lavoro e vanno di casa in casa a portar la tua parola e quindi la gente che è di buon cuore darà a loro quello che possono offrire"

E lui "Si hai detto bene, così farai tu. In una comunità chi sparge la mia parola non mangia, mentre chi lavora mangia. Perchè il Padre Mio se nutre la natura, perchè non dovrebbe nutrire anche chi si preoccupa degli uomini spargendo la Sua parola? Meglio arrivare al Padre nudi che coperti d'oro, meglio arrivare affamati che grassi,  perchè gli uni avranno molto gli altri non avranno nulla. Se non sei misericordioso, con il fratello, non seguirmi. Perchè colui che sparge la parola, fa molto più lavoro, di chi lavora" 

Poi nel tempo capii, cosa volesse dire con quella frase: "In una comunità chi sparge la mia parola non mangia, mentre chi lavora mangia." Capii che, chi sparge la parola del Signore non mangia tutti i giorni, perchè si attiene alla provvidenza e al buon cuore di coloro a cui porta la parola, mentre chi lavora nella comunità mangia tutti i giorni e non sempre chi lavora è disponibile ad aiutare il fratello che non mangia, pur stando nella comunità."  

  • C'è un altra cosa, l'uomo ha la brutta abitudine di rivolgersi al Padre un po con troppa superficialità e alle volte presunzione per quanto nella sua mente pensi che tutto sia normale e possibile. 
A cosa mi riferisco, a frasi molto simili tra di loro, specialmente a talune che vengono proposte in chiesa durante la lettura e le richieste che si fanno a Dio. Ce ne sono diverse, ne prendo una a prototipo, che dice: "rendici misericordiosi come il Padre" 
questa affermazione non si deve dire, per un semplice motivo, la frase detta da noi potrebbe sembrare innocua, invece non lo è proprio per nulla, perchè nessun uomo può pensare neppure vagamente di assomigliare al Padre Eterno, nessuno può pretendere di essere a LUI simile, neppure nella misericordia, per cui chiedere questo equivale a porci al suo stesso livello, pretendere di essere noi dei. Quindi attenzione a cosa si chiede e come, perchè noi dobbiamo sempre rapportarci verso Dio, che sia il Padre o il Figlio o Spirito Santo con la massima umiltà, anche nelle richieste. 

E queste espressioni dimostrano ben poca umiltà innanzi a Dio.
Nessun essere umano potrà mai e poi mai essere ed avere la medesima misericordia del Padre, quasi potrebbe essere un eresia.
Siccome colgo subito gli errori, che si dicono, cambio immediatamente le frasi e le pongo nel modo più corretto, per esempio questa: "rendici misericordiosi come il Padre" diventa  "rendici misericordiosi O Signore".  

La pretesa di essere come il Padre non è di natura divina, non s'insegni ai credenti cose sbagliate, per rendere il Padre Celeste quasi umano, senza il dovuto rispetto. 

Il problema è che il popolo sia quello sapiente che l'opposto, quando va in chiesa non si pone alcuna domanda, sulle affermazioni che i sacerdoti fanno, prendono tutto come giusto, questo fa capire che in realtà, non pensano a quello che il sacerdote dice loro, e forse nemmeno realmente ascoltano, spesso presi dai loro pensieri, quindi ripetono come pappagalli, tutto. Quindi puoi far dire qualsiasi stupidaggine che tanto tutto va bene, e poi proporre qualsiasi rito strano anche con balletti, che tanto tutto va bene e sarà sempre peggio.