Credo che sia il caso fare un po’
di chiarezza, leggendo il sito La chiave dell’apocalisse,
ho deciso di chiarire una questione importante affinché tutti comprendano
come e quando è presente la vera rivelazione,
perché è giusto che non solo la chiesa sappia distinguere il vero dal falso, ma
anche il semplice credente, che sempre
più spesso si lascia abbindolare, da chiunque scrive.
Il testo La chiave dell’apocalisse,
consiglio di prenderlo con le pinze perché il prete libanese che lo
scrisse, non ha capito molto di quello che gli fu rivelato (bisogna vedere chi gliel’ha rivelato, perché se si,
pongono interrogativi verso i laici, molto più verso i religiosi, perché purtroppo
molto più soggetti ad attacchi satanici, proprio perché più esposti ad un
interesse diretto da parte di satana). Dal suo discorrere, si comprende
molto bene, perché lo dichiara puntualmente egli stesso, che l’interpretazione
del testo apocalittico è derivata da un profondo e lungo studio di anni, su
svariati libri e documentazione antica, quindi è giunto alle sue conclusioni, non per
aver appreso la chiave di lettura dell’apocalisse, che temo che non l’abbia
proprio colta, perché nel testo ci sono diverse inesattezze, e inoltre non
dichiara il nome dell’anticristo, questo fa capire che non conosce la chiave di
aperto del numero 666.
Come possono i laici e i teologi
capire chiaramente se un documento, testo, messaggio, è derivato da vera
rivelazione?
E’ molto semplice, in pratica chi
riceve una rivelazione qualsiasi cosa sia, viene infuso esso stesso, dal potere
di Dio, che gli trasmette la sua conoscenza per quella determinata realtà e
verità, e la rivelazione avviene direttamente mediante il pensiero di Dio, cioè
è Dio che parla o direttamente o indirettamente, la rivelazione è istantanea,
come sono istantanei i veri miracoli,
che devono accadere in un arco di un tempo ridotto, così è la vera rivelazione.
L’Apocalisse è uno degli esempi di rivelazione istantanea, dove il ricevente,
riceve la rivelazione e la comunica o la detta allo scrivente subito. Così
avviene anche per le interpretazioni, di scritti antichi, com'è nella
fattispecie dell’apocalisse o qualsiasi altro testo, anche la Bibbia stessa, i Vangeli,
ecc. Se la rivelazione nell'interpretazione è determinata ed istantanea è di
natura soprannaturale, perché generalmente i teologi interpretano la sacra
scrittura alla luce dei loro studi pregressi, e quelli sul testo, non
certamente per ispirazione divina, infatti molto spesso abbiamo svariate interpretazioni
anche molto discordanti e discutibili, tutti nella chiesa e fuori di essa hanno
tentato di svelare i segreti racchiusi nella sacra scrittura, fornendo decine e
centinaia di interpretazioni differenti.
Invece quando questa è istantanea ciò
significa che ad interpretare quel testo, non c’è volontà umana o la sua
capacità interpretativa determinata da studi, ma volontà divina, cioè la
presenza in quel individuo che si accinge a interpretare, è lo stesso Spirito
Santo, che in realtà interpreta la scrittura, anche se in questo caso non
possiamo definire interpretazione, perché lo Spirito Santo è lo stesso
spirito che ha trasmesso in origine la stessa parola ad altri, in realtà Egli non fa
altro che trasmettere l’esatto significato, quindi non interpreta, siamo noi
che definiamo così la questione, quando si fa interpretazione umana. Invece
quando è “interpretazione” determinata o trasmessa dallo Spirito
Santo bisognerebbe essere precisi e dire Parola del Signore o dire Rivelazione
del Signore.
Prendo me come esempio, se ne conoscessi altri di simili, avrei messo altri, ma dato che non li conosco non posso. Non mi prendo per vantarmi, assolutamente no.
Quel che capita a me, lo porto come esempio, dovrei scrivere rivelazione del Signore, ma non lo scrivo perché altrimenti molti mi attaccherebbero come vipere feroci, specie i teologi e affini, che vedono in chi scrive queste cose, qualcuno che usurpa il loro dominio, per cui non vedono l’ora di attaccare chi si sostituisce a loro; in questo caso vi è lo spirito di satana che aleggia attorno a loro, per cui per umiltà lascio così, scritto interpretazione, sono soggetti talmente suscettibili, che basta poco che s'inalberano.
Prendo me come esempio, se ne conoscessi altri di simili, avrei messo altri, ma dato che non li conosco non posso. Non mi prendo per vantarmi, assolutamente no.
Quel che capita a me, lo porto come esempio, dovrei scrivere rivelazione del Signore, ma non lo scrivo perché altrimenti molti mi attaccherebbero come vipere feroci, specie i teologi e affini, che vedono in chi scrive queste cose, qualcuno che usurpa il loro dominio, per cui non vedono l’ora di attaccare chi si sostituisce a loro; in questo caso vi è lo spirito di satana che aleggia attorno a loro, per cui per umiltà lascio così, scritto interpretazione, sono soggetti talmente suscettibili, che basta poco che s'inalberano.
Si, perché la mia interpretazione
non è realmente un interpretazione e non è mia, se non in piccolissima parte, perché
avviene in un tempo ridottissimo, come una discussione, tra domande e risposta,
non c’è neppure il tempo per una riflessione, per cui non è determinata da uno
studio e da una rilettura decine di volte, ma da una sola lettura e
immediata scrittura del testo che vado a leggere, cioè scrivo subito proprio
sotto dettatura, quindi, quanto a me accade è una rivelazione divina, non data interpretazione.
Nel mio caso, l’inserimento di
alcuni articoli, foto, nel testo mi serve solo per attestare che quanto è stato
scritto ha un fondamento di verità, non perché non sia vero, ma come
rafforzativo e ciò viene fatto dopo aver ricevuto la rivelazione.
Questa è la vera chiamiamola rivelazione
divina, non quella che molti teologi fanno, rileggendo decine di
volte i testi e appoggiandosi a libri, manoscritti più o meno antichi e facendo
una profonda ricerca anche storica e scientifica, per arrivare a comprendere il senso reale
delle parole.
Quindi in sostanza esistono due generi
“interpretazioni”chiamiamola così:
1. La rivelazione
divina, perché non è un interpretazione, e deve essere istantanea come nel caso
dei miracoli.
2. E l’interpretazione scientifica vera e propria da studio umano, il caso soprastante del prete libanese ne è una
chiara dimostrazione: La chiave dell’apocalisse,
prendo questo come esempio ma ve ne sono tanti altri.
Poi c’è da dire un'altra cosa, per esempio
il caso di S. Agostino come per altri santi, teologi dottori della chiesa ecc,
ci fa capire che costoro interpretavano e alle volte anche avevano la loro
rivelazione, ma quando interpretavano non dicevano questa è la mia interpretazione,
venuta dalla mia testa, lasciavano che si credesse, che fosse una rivelazione divina.
Questo modo di comportarsi è disonesto e sottolinea il desiderio da parte loro
di emergere, quindi un vero peccato d’orgoglio, nascosto dall'interpretazione
fatta passare come rivelazione, quindi molti antichi “santi e dottori” della
chiesa commettevano forse, senza saperlo, questo genere di peccato.
Oggi è la stessa cosa, si fa
credere al laico che la loro sia una rivelazione quando è quasi sempre un
interpretazione da studio. E’ stato più onesto il prete libanese che scrisse,
ho studiato e riletto tante volte l’apocalisse prima di capirne i suoi segreti,
ma questo attesta che Egli non aveva ricevuto la chiave d’interpretazione del
testo, ma che tento di farlo per conto proprio, perché gli sarebbe bastata una
sola volta per capire il contenuto.
Stavo dicendo di S. Agostino, ha
agito male nella sua vita presso la chiesa, egli stesso per timore di essere
respinto dalla chiesa, andò anche contro Cristo, rinnegando alcune cose e
questo non è un bel dire e non è nemmeno da santo, che poi col tempo sia
ritornato su i suoi passi è un altro discorso, non c’è un giudizio di condanna,
è solo un osservazione. Personalmente non l’avrei mai fatto, piuttosto avrei
camminato fuori dalla chiesa, che tanto si fa di più, stando nel mondo che
rinchiuso in 4 mura e obbligato a far quel che altri vogliono, contro la parola
di Cristo. Anche questo santo, ha interpretato alla luce degli scritti di
altri, leggendoli e rileggendoli, si comprende dai suoi scritti, quando ne lessi alcune parti per spiegare quello che
alcuni amici mi proposero, sul discorso dell’angelo bambino, anzi fu proprio
questa manifestazione di questo angelo che dimostrò che Agostino leggeva e interpretava
alla luce della sua conoscenza (scienza umana), infatti la risposta dell’angelo non indica
solo presunzione di voler spiegare Dio, oltre la microscopica intelligenza di Agostino, ma indica anche che esso interpretava come tutti gli altri
usando la mente e non lo spirito; i testi antichi che andava esaminando, questo
voleva dire l’angelo. Di non interpretare la scrittura contenente la parola di
Dio, con la propria testa, meglio lasciar perdere, perché scriviamo molte
sciocchezze che poi nel corso del tempo e della storia umana, vengono tramandate ad altri che credendo di leggere
parola di Dio, confondono e prendono per buono cose che buone non sono, anche se appaiono tali, e così si convincono di errori, protratti poi nel tempo e
temo che sia ancora così!
Quindi c'è da chiedersi molto umilmente, quanto di quello che scrissero santi, profeti, dottori, teologi, è vera parola di Dio?
E se devo essere onesto, temo che
molti altri abbiamo fatto il medesimo errore, tentando di sondare Dio. Poveri miserabili
di umani che si credono grandi.
Rimaniamo piccoli che è meglio e
accontentiamoci di quello che la potenza di Dio ci dona, che è meglio e non
sondare l’insondabile, come l’angelo bambino disse, mi chiedo perché gli uomini
non ascoltano.
Mi chiedo come mai, il
sottoscritto, pur non essendo un teologo, neppure un laureato e non avendo mai
letto nulla di santi, ma proprio nulla di nulla, perché mi sono sempre rifiutato, possa con tanta facilità
comprendere e vedere gli errori di questi grandi santi, veggenti, dottori della
chiesa, teologi del passato e del presente?
Una precisazione, chi fa interpretazione dovrebbe anche aver l'onesta di dire che è una sua interpretazione e non lasciare la questione fumogena, il nostro problema, fondamentalmente è che tutti vogliamo in qualche modo aver ragione ed imporci sulla volontà umana, accreditandoci meriti di natura soprannaturale, sempre meglio essere modesti e scrivere è nostra interpretazione, anche quando non lo è, così nessuno si esalta.