Riflessioni
sul Padre Nostro!
La
versione Italiana della chiesa cattolica.
[1]
Nella
versione della Bibbia
della Conferenza Episcopale Italiana, 2008,
"e non ci abbandonare alla tentazione".
Vediamo
di capire bene cosa significa esattamente la parola abbandonare.
Significa:
Lasciare definitivamente e per sempre,
qualsiasi cosa, persona, animale, etc.
Lasciare
una persona senza protezione, come dire ti abbandono a quello
che sarà il tuo destino.
Ci
dobbiamo porre una domanda, Dio potrà mai abbandonare un suo figlio
al suo destino qualsiasi esso sia? Perché l'abbandono implica che,
chi lo esercita non torni più indietro. Quindi non eserciti più su
quell'individuo nessuna forma di protezione. Quindi lasciato
totalmente in balia di qualsiasi avversità e destino, indicherebbe
menefreghismo, totale apatia, verso quel soggetto.
Ora
a tale condizione ci vengono in contro le parole di Gesù, in
riferimento al discorso dei Gigli del campo, dove appunto Cristo fa
riferimento a come il Padre ami ogni sua creatura, la vesta, la nutra
e gli dia ogni sostentamento, facendo comprendere che se nutre, veste
i gigli, che sono erbe, più belli di come fu vestito Salomone, perché
dovrebbe far diversamente nei confronti di chiunque altro.
Questa
risposta di Cristo ci fa capire che Gesù non ha mai dettato ad
alcuno quella frase, posta nella sua preghiera, non ha pronunciato
“Non ci abbandonare”, perché essa disattende queste parole della
parabola dei Gigli.
Ora
la Chiesa degli uomini che attribuisce un senso diverso alla frase
inserita nel Padre Nostro, come se volesse in qualche modo scusarsi
con Dio per aver erroneamente inserito una frase non conforme al
pensiero di Cristo, “non ci indurre in tentazione”, ma
questo modo di pensare fa comprendere che la chiesa sapeva bene che il termine indurre e abbandonare sono due parole simili,
che in sostanza nessuna delle due va bene nel senso reale che Cristo
volle attribuire a tale frase.
Gli
uomini di Chiesa, hanno di proposito attribuito un senso diverso alla parola indurre, dando un senso diverso alla frase, ma così facendo si sono tirati la
zappa sui piedi da soli, perché sia nella recita innanzi agli uomini
che poi a Dio. Nel momento in cui io conosco la verità e cerco di
coprirne il senso attribuendo ad essa un altro senso, sto facendo un
operazione di copertura, senza pensare che chi ti giudica non è
l'uomo, ma Dio stesso, questo fa comprendere che chi ha scritto questa
forma erronea, ma voluta, in realtà lo ha fatto scientemente,
dimostrando a Dio che in realtà esso stesso non crede in Dio. Perché
chi avesse scritto quell'errore e non sapeva cosa scriveva esso non
avrebbe colpa, ma dato che esso sapeva e ha tentato di occultare il
senso reale della parola indurre con un altra ha fatto un
peccato ancora più grande.
Ma
la frase conosciuta da tutti e “Non
ci indurre in tentazione”
ora stando ad un messaggio che io ricevetti
Padova, agosto 1995
"Caro
figlio, Sono qui con te che ti ascolto nella preghiera.
Un
giorno mia Madre ti chiederà di sostituire l’errore portato avanti
dalla chiesa nella mia preghiera che lasciai ai mie apostoli.
Mai
pronunciai non c’ indurre in tentazione . Il popolo pronuncia tale
parola senza capirne il senso e qualcuno crede per tale errore che,
Io-Dio induca in tentazione l’uomo. Dunque chiedo a te figlio mio,
come posso aver detto al Padre Mio che nei cieli, di cui IO Amo di un
Amore immenso ed eterno e di cui faccio parte, tu m’induci in
tentazione? Io, sono Dio, Io-Padre-Spirito Santo mai ho pronunciato
tali parole ….. Tu quella parola la sostituirai con questa
preservaci dalle tentazioni. (tuera nos a
tentationibus). Questo è un ordine, se la chiesa non ti
crede non ti preoccupare, Io sono Dio, Io dispongo, delle mie cose
come voglio.”
Piccola
nota a margine, qualcuno con pensieri maligni direbbe “dispotico”,
ma anche con Pietro, Gesù disse le stesse cose: “posso io fare
delle mie cose quelle che voglio?”. Ma la chiesa in secoli ha fatto
quello che i precedenti sacerdoti ebraici hanno fatto verso Dio.
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Si
evince chiaramente che Cristo non solo è adirato per quanto una
parte della chiesa ha commesso contro questa stessa sua Preghiera, ma
fa comprendere chiaramente che la frase Non c'indurire in tentazione
è errata e Cristo pone a noi delle domande che pare strano che una
chiesa nella quale ci sono stati numerosi santi, nessuno di questi
abbia mai posto obbiezione, evidentemente o essi sono stati
condizionati dalla chiesa stessa di quei tempi oppure per qualche
ragione a me non nota Dio non ha fatto presente tale cosa.
La
frase che fa riflette è:
“Come
posso aver detto al Padre Mio che nei cieli, di cui IO Amo di un
Amore immenso ed eterno e di cui faccio parte, tu m’induci in
tentazione?”
Questa
frase dovrebbe profondamente far comprendere che nessuna delle due
versioni proposte dagli uomini di chiesa è giusta, proprio per il
fatto che Cristo essendo Figlio di Dio, non avrebbe mai potuto aver
pensato quelle cose del Padre Suo, tanto meno dette; oltretutto
questo Indurci e abbandonare alla tentazione è anche una bestemmia,
per cui Cristo come poteva pronunciare simili parole verso il Padre
Suo, non poteva! Se un uomo come tanti lo comprende, come mai un
intero nucleo di chierici in 2000 anni non lo ha compreso?
Oppure
devo pensare che invece qualcuno lo comprese e si fece orecchie da
mercante, per infierire contro Dio?
Pater
noster, Qui
es in caelis, sanctificetur nomen Tuum, adveniat regnum Tuum,fiat
voluntas Tua sicut in caelo et in terra. Panem nostrum quotidianum da
nobis hodie et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus
debitoribus nostris; tuera
nos a tentationibus,
sed libera nos a malo.
Inoltre
l'indurre è solo tipico di chi porta con se un induzione al peccato,
e l'unico tentatore è satana, altrimenti verrebbe meno tutte le
richieste che mediante moltissimi santi, ma sopratutto la stessa
Madre di Dio, ha fatto in tanti secoli verso di noi, apponendosi con
forza e fermezza all'azione nefasta di satana che induce alla
tentazione.
Allora
qualcuno si chiederà, ma nella Bibbia vi sono diversi passaggi dove
Dio dispone delle cose, verso gli esseri umani. Abbiamo un esempio
molto interessante quando satana su volere di Dio tenta Giobbe, il
discorso è questo, Dio non è tentatore esso mette alla prova gli
esseri umani, è colui che comanda tutto, e dispone di ogni cosa, ma
Esso stesso si è differenziato da colui che tenta e che porta con se
menzogna. Quindi Dio è un Essere che pone alla prova qualsiasi sua
creatura, ma non nella tentazione perché essa gli è avversa, invece
il tentatore satana, fece sua la tentazione per cui egli agisce con
quello che egli ha disposizione, la tentazione o l'induzione ad essa.
In
pratica la prova e la tentazione sono due aspetti della stesa medaglia.
La
prova è una condizione del bene, mentre la tentazione è una
coercizione, ed è solo di esclusivo appannaggio del male.
La
diversità tra le due tipologie è enorme, la prova è fatta
unicamente per attestare un bene, cioè per verificare che un dato
soggetto o "oggetto" funzioni bene, la prova altro non è che un test,
una verifica, un esame e può essere effettuata in molti modi.
Mentre
la tentazione non è una prova anche se potrebbe divenirlo, in certe
condizioni.
Ma
la tentazione ha come presupposto, che si cerchi di convincere
l'essere umano con la forza o con il sotterfugio, cioè con
l'inganno, ecco perché viene detta induzione, cioè il soggetto
umano viene indotto con l'astuzia e l'inganno a far qualcosa che non
farebbe in condizioni diverse.
Il
caso di Giobbe va letto bene e va compreso perché alla fine Dio
volle provarlo mediante l'azione di satana, perché in quel caso Dio
voleva che Giobbe superasse se stesso e fosse in grado di distrugge
la tentazione, cioè di vincerla. Ma che Dio come Padre Eterno induca
alla tentazione assolutamente no! Il Figlio suo, non avrebbe mai
potuto pronunciare verso il Padre Suo questa frase, per cui si
comprende che chi l'ha trascritta ha fatto un errore, ma il problema
più grave fu fatto in chi, l'ha per secoli lasciata così, anche
comprendendo che qualcosa in essa non andava, quindi in questo si
evince malizia e sicuramente una forte azione del tentatore.
Inoltre
in qualsiasi vera apparizione della Madre di Dio, Ella mai
pronuncerebbe tale frase, sapendo che essa è errata, anche se
potesse farlo, cosa che si sa bene che la Madre di Dio, nemmeno la
recita.
La
versione che Cristo propone è corretta perché dire preservaci
dalla tentazioni è giusto, come segno di tutela della persona da
chi agisce nella tentazione, quindi si supplica Dio di proteggerci
dal tentatore e dalle sue malizie e non si arreca a Dio nessun danno,
cioè non si promuove una bestemmia. Accusare Dio di essere colui che
ci tenta è fare il peccato più grave in assoluto, quello contro lo
Spirito Santo, per quello Gesù mi disse tu pronuncerai questo, per
impedirmi di pronunciare bestemmia e io come suo emissario devo
trasmetterlo a tutto il mondo, nella speranza che il mondo venendo a
conoscenza di tali cose, non voglia condannarsi da solo.
Finché
l'uomo non conosce la verità su un dato fatto, diciamo non fa
peccato, nel senso più grave del termine, ma quando questo essere
umano viene a conoscenza di tale fatto, esso deve prendere una
decisione per se stesso, perché la verità gli è stata rivelata e
innanzi a Dio non può più dire, io non sapevo, ora lo sa! Quindi ora
conoscente la verità!
Anche
se non mi crederete farete un peccato lo stesso, perché comunque
sia, il Signore poi vi dirà, " ti ho inviato qualcuno che ti ha
informato ma non hai creduto", per cui la condanna ricade egualmente
su di te.
Sta
solo a voi decidere cosa fare.
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