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giovedì 13 ottobre 2016

L’ALBERO DELLA VITA ETERNA.

IL PADRONE DELLA VIGNA CHI E’?

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(Mt.20,1-16)
Nella parabola che Gesù racconta abbiamo esso racconta a noi mediante esempi quello Egli vuole da noi, ma non specifica chi sia il padrone della vigna, la chiesa ha sempre pensato che colui che è padrone di questa vigna fosse Cristo stesso, ma ciò è errato, per un motivo molto semplice, vediamo perché!
Gesù dice di se di essere il Re dei pastori; durante la vita pubblica Gesù, ha una manifestazione nella quale trasfigura se stesso, ciò cambia le sue sembianze, non si dice e non si sa in chi si sia mutato, ma vi è solo scritto che le cambia, tanto da lasciare gli apostoli interdetti, meravigliati.
Poi dopo la resurrezione Gesù appare agli apostoli, ancora con un immagine cambiata, addirittura non lo riconoscono per nulla, dall'aspetto sembra essere un lavoratore della terra, un agricoltore diremo oggi, lo riconobbero solo per i gesti e le parole che usò, ma il suo aspetto non era il suo, di chi era?
Perché a Gesù gli è tanto cara questa cosa della vigna, spesso riprende questo argomento attorno al frutto della vite, c’è una ragione ben precisa, che adesso spiegherò. Ma intanto affrontiamo un argomento per volta, vediamo di capire a chi si riferisce; prima di tutto parla di padrone della vigna, cioè di un coltivatore, di agricoltore, un ortolano, colui che ha a che fare direttamente con la terra e le sue creature, piante e animali, anche l’uomo ovviamente, mentre dice di se stesso di essere un pastore, non un agricoltore, perché questa distinzione?
Semplice perché il padrone della vigna non è Gesù, ma il Padre Suo, che è un agricoltore, dall'aspetto di un ortolano, cioè di una persona semplice e sopratutto di una persona che non è sofisticata, che non è piena di preconcetti e che guarda alle cose della terra, e di quello che contiene, quindi è colui che amministra tutto quello che appartiene alla realtà della materia e ne sovraintende anche le sue leggi fisiche. E’ Colui che edificò l’universo, così come fece Eden, Gesù è qui nella veste di pastore e pescatore non di agricoltore, egli infatti spigola nei campi di grano, non li coltiva, a far ciò ci pensa il Padre Suo, infatti Gesù lo dice anche quando fa il riferimento a Salomone e ai gigli del campo e agli uccelli del cielo, è il Padre che li nutre e li veste.
Quindi il padrone della vigna è Dio Padre, ma esso coltiva questa vite, per produrne un buon frutto, dal quale si produce un buon vino, che diventa nella mani del Figlio di Dio bevanda di vita eterna, perché proprio il vino è stato preso a essere nobilitato per questa funzione? Solo perché vagamente assomiglia al sangue, no signori, ma per ben altra ragione, perché la Vitis vinifera è l’antico albero della vita eterna, quello che era stato piantato in Eden, e quello che il padrone di quella vigna coltivava. Ora qualcuno dirà ma la vitis vinifera non ha le caratteristiche fisiche per essere un albero, ma semmai una pianta strisciante, in effetti questo è vero, ma dobbiamo tornare in genesi per vedere cosa accade alla vite vinifera, dopo il peccato di Adamo ed Eva, cosa dice Dio nella corte celeste, “riprendiamoci l’albero della vita eterna altrimenti, se lo mangiano diventano immortali”, ma è scomparto l’albero? Mano di certo! E cosa intendeva per albero, era solo la pianta o è il termine albero vien usato da Dio per indicare anche un altro concetto? Certo è proprio così, nella mente di Dio la parola albero è un fondamento importante per indicare anche l’albero, cioè il fusto del DNA che si avvolge attorno a se stesso, come il fusto della vitis vinifera che è attorcigliato, quindi cosa ha sottratto a quell'albero-DNA? Una parte del suo DNA che gli conferiva la vita eterna, cioè l’immortalità. Quindi Dio sottrae alla vitis vinifera una parte di DNA che è capace di modificare il nostro DNA, a tal punto da renderci immortali e questo avviene lo stesso verso l’albero della conoscenza del bene e del male, ma in modo differente. Quindi nella fatti specie della frutto dell’uva, viene tolto ad esso un parte importante del DNA, ora sappiamo che da ultimi studi sul genoma della vite ci sono alcune piante che hanno curiosamente un genoma simile anche a certi animali, come i topi, o un numero di geni curiosamente doppi i tripli rispetto ad altri. Ma che caratteristiche aveva la prima vite o meglio dire il primo albero della vita? Intanto era un albero con tanto di fusto che cresceva da solo, senza alcun sostegno, ciò significa che la parte del DNA che gli stata tolta lo rendeva strutturalmente un vero albero, gli stata tolta la struttura resistente e rigida che gli conferisce robustezza e tenacità per quello che poi divenne una pianta ricadente anche se ha la tendenza ad arrampicarsi su qualsiasi cosa, ma se non gli si fornisce una struttura essa ricade su se stessa, e predilige strisciare la suolo, ma è più un arbusto oggi che un vero albero, i suoi frutti erano identici ai nostri, ma il suo frutto dava una longevità straordinaria, quindi era un frutto che non si ammalava, non prendeva malattie, non vi era nulla che lo poteva intaccare, e se altri animali lo mangiavano anch'essi beneficiavano di questa virtù particolare, quindi il succo di questa Vite della vita eterna, mutava il nostro DNA o meglio dire che lo ristrutturava e lo rendeva capace di superare facilmente senza nessuna malattia o deterioramento del DNA il tempo, quindi donava vera immortalità. Ovviamente se i tolgo da un DNA qualcosa depotenzio l’albero che non si regge più in piedi, da solo, e cade su se stesso, la vitis di oggi è così.
Ora nella bibbia si trovano soggetti millenari come Matusalemme ed altri, tutti hanno pensato ad un modo diverso di scrivere le età della gente invece il segreto è che la primordiale pianta dell’uva, mantenne per un po di tempo questa sua caratteristica di molto diminuita finché l’uomo con l’addomesticare e gli incroci e gli innesti, la resa completamente non più attiva dal punto di vista vitale, ed oggi non è neppure più in grado di trasmettere alcun che del patrimonio originario, quindi I matusalemme ve ne erano di più di quanto s’immagini a quei tempi, gli stessi Adamo ed Eva vissero molto di più di tutti noi, proprio grazie a questa ragione la vite che loro portarono fuori da Eden era molto depotenziata ma faceva lo stesso il suo lavoro, finché non perse completamente quella forza vitale, oggi questo tipo di vitis vinifera non esiste più, però essendo che l’uva è ancora il frutto per la maggiore usato in tutto il mondo, cristo lo adottò proprio in virtù di questa ragione, perché quella pianticella rampicante era l’antico albero della vita eterna. Cristo non usa per nulla questa frutto, e non porta parabole spesso su di esso per nulla, Egli non svela direttamente il segreto ma lo si comprende da come racconta, da come espone e dal modo affettuoso che sua verso questa pianta e da quanto usa ne fa nella scrittura, tanto da paragonare la vigna al suo Padre che la coltiva, quindi l’albero è in senso metaforico Dio stesso detentore delle Vita Eterna, quindi ovviamente è l’Uva, Vitis Vinifera il frutto della Vita Eterna.
Poi anche l’allegoria che noi tutti abbiamo pensato sul l’albero della conoscenza del bene e del male che non fosse un albero ma un soggetto animato che avesse compiuto con i progenitori questo peccato, è sbagliato, è proprio un albero con delle caratteristiche ben precise, quale albero sia, non lo voglio dire. Anche se in passato ho fatto delle ipotesi, non è un agrume, come molti credono e anche la connotazione di fico, non è detto, il cotogno forse potrebbe sembrare di esserlo ma non è detto, da una leggenda israeliana si narra che i cedri del libano hanno fruttificato, ma non è detto e poi anche saperlo non ha alcuna importanza perché come per la Vite, anche quest’altro albero gli fu poi sottratto una parte del genoma in modo diverso che dalla vite stessa, diciamo che il genoma è stato corrotto, e che non produce più quegli effetti che aveva in origine. Quindi la spasmodica ricerca di queste piante può oggi dirsi conclusa, perché non ha più senso saperlo, sapete che è la vite l’albero della vita eterna e questo per un ricercatore dovrebbe essere un aspetto molto importante, se capite quello che vi dico.

Un fatto importante da considerare, per l'albero della conoscenza del bene e del male come anche per quello della vita eterna, in genesi vi è scritto che Dio punisce l'essere artefice di questo peccato originario riducendolo ad essere strisciante senza colonna portante, cioè senza una struttura di sostegno, lo priva degli arti per camminare e gli rende la colonna vertebrale non capace di rimanere ritto, lo trasforma in un serpente, come lo è stato nel peccato che ha generato, cioè lo fa strisciare a terra, gli toglie la forza vitale per ergesi, la stessa cosa accade ai due alberi che gli viene sottratta la parte del genoma o DNA che li rende quelli che sono, alberi;  quindi entrambi subiscono la medesima sorte, per cui entrambi cadono a terra, diventano striscianti, o come il caso della vitis vinifera che è un arrampicante, quindi l'albero della conoscenza del bene e del male è strisciante e non si arrampica, forse ha verticilli per sostenersi, in qualche modo ma è simile ad un serpente nel suo essere, cioè porta frutto bello da vedere, buono da mangiare ma velenoso.


Un altra piccola sottolineatura che potrebbe interessante, dice il passo della genesi: " bello da vedere" quindi di color rosso-arancione-giallo e di forma idonea, "buono da mangiare" quindi dolce, "ma può essere mortale", cioè velenoso, ma in quel "può" fa capire che la pianta ha in se due possibilità il può indica che quando è maturo potrebbe essere mortale, quando è immaturo no, oppure l'opposto, ma questo aspetto fa capire qualcos'altro, nel suo essere immaturo e maturo, è molto probabile che nella sua forma immatura che se bella da vedere, sia per colore che per forma anche se non matura, e che, chi sapeva fece mangiare ottenendo l'effetto voluto; nella sua forma matura, questo effetto pericoloso probabilmente non c'è. Perchè porre nell'Eden due alberi uno dei quali poteva dar la morte? Non ha molto senso, se non fosse che poteva dal la morte solo nel caso che non fosse maturo, quindi fa capire che Dio voleva dar loro da mangiare anche questo frutto, ma quando fosse maturo, non nel suo stadio di immaturità, ed è molto probabile che avesse detto loro di non mangiarlo solo per evitare loro la "morte".
Morte che però non ero morte vera, perchè per morte si intende una mutazione del proprio essere, ciò cambiare quello che si è per divenire altro, ciò non essere più capaci di essere quelli che si è, cioè una mutazione del loro DNA, in sostanza la versione immatura determina modifica del genoma e quindi perdita di qualcosa a favore di altro.  

Qui si comprende che il demonio, conoscendo bene le caratteristiche di questa pianta, convince di due progenitori a nutrirsene quando non era ancora maturo, per rovinare a Dio le sue creature. Quindi nella parola peccato si cela non  solo un atto di disubbidienza a Dio, ma anche un mutazione del genoma è la mutazione del genoma che ci rende mortali, poteva riacquistare l'immortalità se avessero mangiato dell'albero della vita eterna, cosa gli fu impedita. Quindi l'effetto del frutto della conoscenza del bene e del male non era solo quello di aprire loro gli occhi su fatto che erano nudi quindi divenir maliziosi, ma quello anche di perdere l'immortalità che avevano. Se avessero mangiato dell'albero della vita eterna, sarebbe ancora vivi, però con le caratteristiche di essere nel peccato. In pratica potremo dire che uno toglie e l'altro albero da l'immortalità.

U altro aspetto da considerare, che tra le due piante quella più appariscente è proprio l'albero della bene del male, per cui avrebbero comunque sia mangiato quello perchè era più vistoso, per cui l'uva non è frutto vistoso  e non appare molto,  essendo quasi nero, non si nota.
Quindi tornando al nostro discorso iniziale, il Padre Eterno è l’albero e l’agricoltore, cioè il fusto con le radici che regge tutta la struttura e porta molti rami, sui quali portano molti frutti quindi figli buoni e i figli che diventano poi pastori di altri figli. Quindi quando Gesù appare dopo la sua resurrezione in forma di ortolano, cioè agricoltore, non è più Gesù che appare agli apostoli, ma lo stesso Padre Eterno, che non dice loro di essere il Padre, ma lascia che essi pensino di trovarsi innanzi al figlio, anzi egli fa gli stessi gesti che faceva il figlio, perché questa cosa curiosa?
Perché Gesù e il Padre sono la medesima persona come lo stesso Cristo lo disse a Filippo e al tempo stesso sono due soggetti diversi, ma hanno entrambi la stessa identità, il Padre che diventa il figlio e il figlio che è il Padre.
Quindi Dio è un lavoratore della terra, cioè della materia, è colui che ne dispone tutto e ne crea le sue leggi, mentre il figlio Gesù Cristo è il pastore dei figli della terra, infatti noi siamo tratti da questa terra, siamo stati generati da essa, e conteniamo gli elementi chimici che in essa contiene, non potremo provenire da altri mondi perché non abbiamo in noi gli elementi chimici di altri mondi, nelle proporzioni esatte che descrivono con precisione il contenuto di quei mondi.
Dato che le sostanze chimiche di questa nostra terra sono anche in noi nelle stesse proporzioni, possiamo solo dire che siamo stati generati in essa, e non proveniamo come qualcuno vuole intendere dallo spazio, non siamo marziani, possiamo dire che siamo fatti di questura terra. Se provenissimo da un mondo dove le materie prime fossero esenti da carbonio, saremo fatti con altri elementi che sulla terra non esistono, quindi quanti sono i mondi dove esiste il carbonio organico?
Notiamo una cosa, in genesi Dio prima crea la struttura del pianeta, poi le piante, poi gli animali, e in fine l’uomo, la materia in se stessa creata così, ha in se il carbonio, come molti altri elementi, quindi anche il carbonio viene creato e inserito nella terra, che si lega per formare metano ed altri sottoprodotti più complessi organici, le piante, gli animali e l’uomo siamo tutti strutturati sul carbonio organico, non certo sul silicio, avrebbe potuto crearci a base silicio, ma esso ha degli aspetti negativi per la vita in se stessa. Quindi un mondo abitabile per noi deve contenere carbonio organico è inevitabilmente.
Qualche domanda che non vi darò risposta così ci pensate da voi….
Perché Cristo usa il grano come mezzo per identificarsi nella sua carne?
Perché intinge il pane con il vino? Non cercate una risposta religiosa o spirituale non centra nulla.
Quale grano esisteva a quei tempi?
E all'inizio che genere di "grano" esisteva?
Metto qui alcuni articoli che possono far riflettere…

Ponetevi questa domanda perché IL GRANO dovrebbe possedere quattro volte più dei geni umani e un genoma di 17 miliardi di nucleotidi?

Oppure perché le piante hanno una genomica più complesso di quella degli animali o degli esserei umani?
Quindi il segreto dell’immortalità forse si cela ancora nella piante della vitis vinifera, forse!

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