La superbia
Partiamo dal fatto che molti nel nostro tempo sanno cosa sia questa parola, ma un piccola rinfrescata penso si possa anche dare, il termine etimologicamente parlando pare prendere la sua origine dal greco, con il termine YPER-BIOS che significa per prepotente , violento.
Poi
originò in latino la parola SUPER-BUS cioè Super per Sopra,
è intenso anche nel senso che come colui che si colloca più
in alto, il più grande, colui che supera le
vette, il termine super ha un
senso assolutistico, quasi prossimo all'assoluto, ne
determina anche un posizione gerarchica, in pratica
indica di chi è prossimo all'altissimo sotto il
punto di vista del divino.
E
da Bus sta per Forza / violenza, cioè
la forza bruta; l'unione delle due parole
super-bus significa che colui che s'impone con l'uso
della costrizione sugli altri usando la
violenza verbale, perché la superbia agisce
sopratutto ed inizialmente come azione della parola, prima che con
l'azione del mezzo che essa porta a se.
Quindi
l'intenzione che diviene espressione e poi si traduce in costrizione
nell'azione.
Il
significato che poi ne è derivato nel tempo, ha una serie di sensi,
vediamo quali: eccessiva stima di se stessi; l'alterigia,
l'orgoglio, presunzione, prepotenza, essere altezzosi, sprezzanti,
ostentando superiorità, chi tratta gli altri con disprezzo, anche
l'invidia e la vanità rientrano nella stessa scia.
Nella
Teologia cattolica è uno sette peccati capitali, che appunto
consiste nell'eccessiva considerazione di se stessi, come l'unico
detentore di verità, superiore anche a Dio stesso.
Ora
cerchiamo di capire donde nasce questo senso di superbia, ma
per capire ciò, dobbiamo prima sapere da chi si sia evoluto tale
senso. Il più supremo artefice della superbia, penso che tutti lo
conosciamo già; parliamo di Satana, cioè l'essere conosciuto con
questo soprannome, perché il termine e nome Satana non è il vero
Nome di colui che lo rappresenta, il vero nome nessuno lo conosce,
non è neppure Lucifero, che significa portatore di Luce. Satana
significa colui che si oppone ad un pensiero cioè l'oppositore,
colui che si è ribellato alla volontà dell'Altissimo, l'Assoluto e
che ha tentato la scalata alla vetta di Dio, per porsi Lui come Dio
stesso.
Ma
quale pensiero alberga in chi si sente superiore?
Qual'è
il pensiero principe che nasce in una persona o in qualsiasi essere
che poi lo porterà ad essere se stesso superbo o si sentirà
superiore al suo prossimo?
Vediamo
di comprendere, cosa nell'animo umano, si cela per capire cosa negli
spiriti celesti ha scatenato questo senso di superiorità e se è
realmente l'essere superbo il primo termine scatenante, cioè la
causa della superbia.
La
superbia da cosa è determinata e cosa la scatena?
Sicuramente
è un impulso della psiche ed un desiderio di emergere, ma finché il
desiderio rimane latente o di bassa importanza è gestibile ed
normale, perché rientra nelle attività della competizione, ma
quando questo desiderio supera un limite significa che non è più
entro i limiti normali, ma c'è qualcosa che lo scatena, qualcosa che
spinge affinché l'individuo o l'entità si senta bene ed appagata,
nel proprio io. Quindi cos'è che scatena questo senso?
L'inferiorità genera lo scatenarsi della superbia, un
individuo che nella società, non riesce a trovare una sua
collocazione, alle volte tenta di emergere e di dimostrarsi il suo
valore, ma non riuscendoci normalmente, tenta di superare anche chi è
superiore ad esso, per usa metodi drastici , per imporsi, quindi la
violenza, la sopraffazione, la prepotenza, sopratutto
quando, gli viene negata la possibilità di dimostrare il suo valore,
questo dal punto di vista umano. Ma dal punto di vista angelico come
stanno le cose, similmente oppure c'è dell'altro? Gli angeli o gli
spiriti sono esseri diversi da noi, possono aver un aspetto simile al
nostro, ma non sono noi, per cui essi non hanno necessariamente
bisogno di dimostrare il loro valore, a meno che non ci sia anche tra
essi una forma competizione nel senso che se Dio, è il più grande
in assoluto, tutti gli altri sono ad esso servitori, ma tra questi
sicuramente emergono coloro che hanno un valore maggiore rispetto ad
altri e come come costoro possono essersi meritati tale valore? Se
non mediante una forma di dimostrazione delle proprie qualità?
Considerando che presso Dio, all'inizio degli inizi, non esisteva la
differenza tra male e bene, non vi era questa separazione, per cui il
male aveva un senso solo di natura negativa, e il bene un senso solo
di natura positiva, era tutto intenso nella logica del creare come
senso di bene, dove anche il presunto male, era considerato come
attività di distruzione, non di male come noi lo consideriamo.
Per
cui questi esseri immortali, eterni, invisibili, almeno ai nostri
occhi, per dimostrare il loro valore sicuramente entravano come in
una specie di sfida. Dobbiamo immaginare il regno eterno, come una
nazione delle nostre, dove vi sono regole e leggi, che determinano la
struttura “dello stato” o meglio dire del Regno. Per cui taluni
esseri per dimostrare il loro valore a Dio, entravano come in
competizione, anche se non era intensa esattamente come la intendiamo
noi, sicuramente entro questo sistema di cose, questo angelo, che si
era cresciuto agli occhi di Dio valoroso, potente forte, voleva
dimostrare al suo Re, di essere all'altezza del proprio Re, e questo
fatto ha portato esso stesso, a meditare, di dimostrare al Suo Re e
Dio, che Egli valeva molto di più di tutti gli altri, così facendo
pensava in cuor suo, di ottenere qualcosa di più rispetto ad altri
pari, simili a Lui, in pratica con l'andare del tempo, crebbe in lui
sempre più il desiderio, di imporsi sugli altri, tanto che arrivò a
pensare che potesse esso stesso essere un pari di Dio, da quanto
potere Dio stesso gli aveva affidato. Ma chiediamoci un attimo, da
dove nasce la volontà di autodeterminarsi, ed imporsi; quale
pensiero realmente alberga nel cuor di qualsiasi essere sia umano che
spirituale? Perché la superbia è solo l'apice il traguardo che
serve per compiere il passo, ma alla base cosa ci sta realmente?
Un
desiderio di autodeterminarsi, ma prima di ciò cosa c'è, il senso
di inferiorità è sufficiente per spiegare questo moto dell'anima?
No, non è sufficiente c'è dell'altro; l'inferiorità parte
dall'incomprensione, un soggetto incompreso si sente inferiori e
quindi aspira a divenir superiore.
Vediamo
se mediante l'analisi del termine riusciamo a capire dove nasce il
tutto.
Il
termine incompreso significa colui che si fatica
a comprendere i sentimenti, o moti dell’animo, o che
non si sa apprezzare nel suo giusto valore, ma il termine
significa anche come qualcosa che viene tenuto celato, nascosto,
oscuro.
Nella
Bibbia si fa riferimento alle tenebre che non hanno accolto la Luce,
intesa come verità, ci fa capire che le tenebre sono in realtà i
demoni, che non hanno voluto accogliere o raccogliere la parola di
Dio.
Sicuramente
era riferito ad un angelo che faceva del celarsi, nascondersi la sua
arma più formidabile, per cui veniva accostato all'oscurità, alle
tenebre, probabilmente questa entità aveva un carattere strano,
probabilmente un lunatico, che sapeva di essere il migliore di tutti,
ma con dei limiti, probabilmente voleva far da se, senza sentirsi
obbligato nel suo agire a rispondere in tutto e per tutto a quanto
gli veniva imposto, era/è sicuramente molto intelligente e molto
geniale, ma il suo pensare era diverso dagli altri, era sicuramente
ambizioso, voleva farsi notare ed ottenere più amore per se, quindi
voleva accentrare tutto su di se, e voleva che Dio lo guardasse più
a lui che agli altri, secondo il suo parametro, Dio averebbe dovuto
premiare di più taluni rispetto ad altri, pensava in cuor suo che la
legge di Dio potesse essere modernizzata, e già qui un principio di
arroganza iniziava già ad esserci. In pratica costui che si
sentiva inadeguato, al ruolo, al compito proposto,
sperava di aver di più, rispetto a quanto esso pensava di essere, da
ciò ne è derivata l'incomprensione, ed anche la sua
incapacità di farsi comprendere, il suo blocco verso coloro che lui
stesso amava, di conseguenza è degenerata questa sua incomprensione
in un fattore di inferiorità da qui il passo fu
breve, crebbe sempre più il desiderio di mostrare il suo valore,
tanto che si trasformò in atto di superbia, e volle dominare anche
Dio stesso, nella sua arroganza di essere e sentirsi migliore, in
pratica si ribellò all'autorità Dio, divenne l'avversario cioè
Satana.
Quindi
la parola principale non è al superbia come molti padri della chiesa
credettero, ma quello che la genera, quel fattore che la determina.
Fattore scatenante, potremo dire un esigenza eccessiva dell'aspetto
dell'amore, accentrando tutto su se stessi ed escludendo il prossimo
dal beneficio, non potendo ottenere ciò ne è derivata una
ribellione all'ordine precostituito. Quindi il fulcro del peccato di
superbia non è la superbia stessa, ma l'inadeguatezza, lo stato
d'inferiorità, che porta l'essere umano o spirituale a sentirsi
superiore quindi superbo. In pratica potremo dire una totale mancanza
di pietà, di misericordia e ma sopratutto di umiltà.
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La
Lussuria.
Nel
caso della lussuria o della perversione, quello che la scatena è la
malizia, che è alla base di questo sentimento; la quale malizia sta
anche alla base, dei pensieri maligni, o di chi ha l'abitudine di
pensare male del prossimo, senza vagliare prima di tutto, una
possibile altra causa. Chi ha l'abitudine di essere maligno, e pensar
subito male, significa che fa molto uso della malizia, questo è il
vero peccato originale, non la superbia, i progenitori non ebbero un
atto di superbia verso il loro creatore , ne volevano a Lui
sostituirsi, ma furono ingannati, e in loro albergò un senso si
malizia che li portò a prendere quella decisione contro la stessa
volontà del Creatore, portata dal signore oscuro, da colui che si
celava nelle tenebre, gli pose un dubbio nella mente, e credettero a
costui, contrariamente alla volontà esplicita di Dio, si affidarono
a costui che li ingannò, ma non c'è superbia da parte di Adamo ed
Eva, semmai vi era ingenuità, che certamente non è causa di
superbia. Un superbo solitamente è un soggetto che sa di essere
intelligente, colto, sapiente. etc, ma gli manca l'umiltà.