Chi può fare i miracoli?
Ce lo dice Gesù! Con
l’espressione farete miracoli più grandi dei miei. (Gv
14, 12) (cf. Mt 14, 36) Senza
di me non potete far nulla(Gv
15, 5)
Chi
crede in me farà anch'egli le opere che io faccio; ne farà, anzi,
di più grandi, subito
ha aggiunto: perché
vado al Padre e qualunque cosa chiederete in nome mio la farò (Gv
14, 12-14)
Chi mi ama, osserva i miei comandamenti (Gv
14, 21)
Chi crede in me anche se è morto vivrà
(Gv 11, 25); chi dunque non vive è senz'altro perché non crede.
Questa
espressione sta ad indicare due aspetti, il primo indica che Gesù
stesso ammette ce ci saranno esseri umani che potranno fare miracoli
maggiori dei suoi, però inteso come nel momento della sua esistenza
reale, sulla terra, non come figlio di Dio al fianco del Padre.
Inoltre parla anche de fatto che egli permetterà più grandi
miracoli solo se il cristiano permetterà a Gesù di usare se stesso
per attuare il miracolo, ciò significa che sarà sempre Cristo a
fare il miracolo anche se mediante il credente. Secondo fa capire che
chi fa i miracoli non sono i morti , ma bensì i vivi, infatti se
guardiamo bene, sta parlando agli apostoli e ai loro successori e a
tutti gli esseri umani, non parla ai futuri defunti, ma a coloro che
sono vivi, e questo fa capire chiaramente l’intendimento di Gesù,
che dice ai noi vivi, che faremo miracoli maggiori dei suoi. Ma ciò
ha un risvolto preciso, Egli in fatti con questa espressione ci dice
che sono i vivi che fanno i miracoli non i morti. Inoltre notiamo che
la differenza tra noi e Gesù è enorme egli può affermare ciò in
virtù del fatto che Egli è figlio di Dio e Dio con Dio, in questo
parlare si specifica e differenzia, delle due nature, quella umana
senza potere, e quella divina con potere. Per Gesù è niente fare
miracoli grandiosi, avrebbe potuto dar sfoggio del suo potere, ma non
lo fece per altre ragioni, non voleva essere riconosciuto totalmente,
ma questo è un altro discorso. In questo però si comprende che solo
gli esseri vivi, possono condurre a loro un potere, mentre gli esseri
morti non posseggono potere, perché finché si è vivi, Dio transita
mediante noi sfruttando l’anima ed esercita mediante essa il suo
potere, infatti Gesù lo fa capire ciò, in diverse situazioni, con
Pietro quando esso afferma che Gesù è il figlio di Dio, e Gesù gli
risponde che quanto affermato non veniva da lui, ma da Dio stesso,
perché Pietro non poteva conoscere la verità su Gesù, non la
conteneva in se, per cui solo un suggerimento di Dio poteva farlo
parlare in quel modo. Ma anche in altre occasioni ci fa capire che
noi siamo ricettacolo della potenza di Dio fintanto che siamo vivi.
Si perché dopo la morte, l’unico a far miracoli e Dio stesso,
essendo egli un essere vivente nel invisibile, noi invece ritorniamo
alla dimensione del Padre eterno e rientriamo nella sua grazia, per
cui non abbiamo più la possibilità di gestire con volontà nostra
la grazia di Dio, infatti Gesù anche in questo lo fa capire,
dicendo” che ciò che toglieremo sarà
tolto e ciò che non toglierlo non sarà tolto”.
Quindi ci dice, che fintanto che siamo vivi, carnalmente abbiamo la
possibilità di decidere se fare una grazia o no. Mentre quando non
siamo più vivi, carnalmente questa possibilità non sussiste più,
perché ritorniamo nelle braccia del Padre e ci uniformiamo alla sua
potenza, cioè rientriamo come esseri a far parte d Dio stesso. E
questo significa che l’anima non ha più una volontà autonoma come
quando si è in vita, ma rientra nella logica divina per cui essa fa
esattamente quello che il creatore gli ordina di fare, ed è il
creatore che in realtà direttamente gestendo quell’anima agisce e
non più per volontà dell’anima, ma è Lui stesso che fa, per sua
volontà. L’anima una volta tornata al Padre non ha più una sua
volontà, per cui non è più l’anima a fare il miracolo, ma è Dio
stesso a farlo.
Per cui solo
il soggetto vivo può fare o non fare miracolo, cioè può gestire se
condurre al soggetto la grazia di Dio; ricorderò sempre, che la
potenza di Dio non è, di appannaggio umano, ma è solo in suo
potere, e lo fa capire Gesù ancora un volta, quando rimprovera gli
apostoli di aver impedito all’esorcista estraneo di praticare la
grazia in Gesù stesso.“Giovanni
rispose a Gesù dicendo: "Maestro, abbiamo visto uno che
scacciava i demoni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non
era dei nostri". 39 Ma
Gesù disse: "Non glielo proibite, perché non c’è nessuno
che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male
di me.” questa
espressione indica esattamente che il potere non è di appannaggio
umano, ma viene da Dio, perché noi possiamo solo decidere se far
passare mediante noi la grazia santificante che viene da Dio, ma non
possiamo gestirla, possiamo assolvere in nome di Cristo, ma anche
potremo decidere di non farlo e di privare della grazia, chiunque
desideriamo, però naturalmente anche in ciò c’è una giustizia,
perché il fatto stesso che Gesù ci conceda di dare o non dare la
grazia di Dio, fa capire che egli ci pone noi stessi in
contraddizione e questo per chi ha possibilità di dare la grazia, è
un banco di prova, come dire siete voi, veramente coscienti nel dare
o nel non dare la grazia di Dio a chi ne avesse bisogno? Attenzione
in quella espressione Gesù in breve ci fa capire che il dare o non
dare la grazia, può avere un doppio aspetto, ci sta in sostanza
dicendo che ci prova, egli testa la nostra fede prima di tutto, non
tanto il fatto di dare o non dare, è come dire chi siamo noi per
decidere a chi dare o a chi non dare!?.
Quindi Gesù
ci dice che solo i vivi possono fare miracoli, ma non li può fare
uno che vivo non è più, a meno che questo essere vivo non diventi
un vivente, come è Gesù stesso o Dio stesso!
Si perché
per divenire vivente, bisogna risorgere cioè tornare allo stato
originale precedente, che vi era prima della morte, ma anche cambiare
la propria natura e tornare alla natura originale, che è sia
materiale che spirituale nello stesso momento, cioè assumere in se
il potere di Dio, e divenire Dio. Solo gli esseri viventi possono
gestire un potere proprio, non gli esseri mortali. Il vivente è
colui che vive in eterno, il vivo è colui che vive la propria
esistenza in arco di tempo determinato e poi cessa la sua vita.
Fintanto che l’anima rimane nel corpo, l’essere umano, può
beneficiare della presenza indiretta di Dio, perché è l’anima che
conduce a noi Dio e il suo potere, per cui, fintanto che l’essere
umano è vivo, può fare miracoli, quando l’anima torna al suo
creatore, non è più essa a farli, ma il creatore stesso
direttamente, se altre anime non fossero disponibili.
Quindi la
santità non si manifesta, quando il soggetto è morto, ma quando il
soggetto è vivo, perché il miracolo lo fa il vivo e non il morto!
Al massimo
l’anima del morto, prega Dio, per il vivo, ma sarà sempre e solo
Dio che esercita il potere sul vivo, non mediante l’anima del
defunto.
La santità
di un soggetto si acquista fintanto che il soggetto è vivo, non si
acquista quando il soggetto non è più vivo, è la vita del soggetto
vivo, che conduce a se il potere di Dio. Dobbiamo sempre tenere
presente che l’anima è il soffio divino, cioè una parte di Dio
stesso, per cui quando l’anima torna , se torna a Dio, essa ritorna
a far parte della matrice, si rifonde con Dio, e non è più essa ad
agire con la sua volontà propria, ma è Dio che agisce.
Ripeto è
Gesù che dice agli apostoli che avrebbero fatto miracoli più grandi
dei suoi …. ma Gesù parla da vivo, per i vivi, non per i morti!
Anche la
frase che dice lasciate che i morti seppelliscano i loro morti sta
indicare che la vita terrena materiale è mortale, cioè finisce;
Gesù dice con questa curiosa espressione, che noi ci riteniamo vivi,
in realtà siamo morti, perché il nostro vivere, è determinato
dalla fine di ogni cosa. Noi non siamo viventi, ma solo vivi,
fintanto che la vita è in noi(cioè l'anima), poi diveniamo morti,
per cui l’espressione di Gesù è coerente con il fatto che noi
siamo in sostanza esser morti, cioè carnali non siamo essere eterni
cioè viventi in eterno, la vita così come la conosciamo è in
realtà una forma di morte, perché ogni sostanza organica si
distrugge nel corso di questa vita apparentemente viva.
In
conclusione, Gesù stesso dice che in stato di vita terrena, l’uomo
può fare miracoli ma sempre sotto il potere di Dio; che l’uomo può
gestire con la propria volontà se fare ed elargire le grazie di Dio
e se perdonare altri suoi simili.