Risposte secondo il magistero:“Il solo
sapere che certe azioni non piacciono al Signore e sono condannate dalla Chiesa
è già motivo sufficiente per dire che si è pentiti.”
La chiesa ritiene che tale espressione sia giusta, invece non lo è….
“Il solo sapere “ è sufficiente
sapere che il Signore ha in abominio i peccati, è sufficiente per sentirsi
perdonati?
No!
Non basta sapere che il Signore è contrario al peccato, per cui chi si
pente teoricamente sia già assolto, No! Per aver il pentimento vero reale e
spirituale, bisogna non commettere più quel peccato, come infatti chiede il
Signore, “va e non commettere più” il non commettere più è inteso in termini
definitivi e non provvisori, cioè non bisogna agire più, altrimenti si reitera
il peccato e il pentimento diventa aleatorio e bugiardo. Non esiste pentimento
a parole, esiste il pentimento nei fatti. La confessione viene meno, se chi si
confessa reitera il peccato. Anzi il confessarsi e poi commettere nuovamente
peccato in stato di grazia, è come fare un peccato più grande del peccato
stesso che si compie, perché si va contro la grazie ricevuta e si danneggia la
grazia, cioè si fa peccato con lo Spirito Santo che è in noi.
Risposte secondo il magistero:“Se il pentimento fosse anche
solo dominato dalla paura di andare all’inferno, sarebbe già un pentimento
sufficiente. Nel Sacramento poi il Signore farà il resto e
perfezionerà il pentimento stesso, facendolo passare da un timore puramente
interessato (non andare all’inferno) ad un pentimento più puro: la
consapevolezza che quei peccati hanno causato la passione e la morte di Gesù.”
Questo può avvenire solo se il pentimento è reale non fittizio e se esso
non è reiterato…
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