Qualche giorno fa scherzando su facebook dissi a miei lettori e amici, "che non mi facciano diventar matta che questo confessionale altrimenti chiude in battenti" la battuta era volutamente scherzosa, ma anche in un certo qual senso seria, si perchè in chat molti mi parlano e molto vogliono un parere, così come molti si confidano, parlando di tutto e di più dai problemi personali, passano per i loro peccati, fino a quelli familiari e sentimentali, un vero lavoro che sta tra il confessore e lo psicologo. Ovviamente con più di vent'anni di chat con cui ho parlato anche per le orecchie con chiunque ho acquisito un conoscenza delle problematiche psicologiche e personali delle persone veramente enorme. Per cui le persone si fidano, oltretutto essendo una tomba vera e propria più sicuro di una cassaforte, chiunque si fida di me. In cosa si differenzia l'attività di un confessore e di uno che si confessa ad un amico, e quanto si confessano le persone ad un amico e ad un confessore?
Intanto il confessore può essere chiunque dall'amico, allo psicologo, al prete, non esiste un limite nel confessarsi a chiunque, cambiano semmai i ruoli e le funzioni.
Ma è risaputo che il più grande confessore di tutti quello che il tuo più grande rispetto e quello che ha la stima maggiore, è l'amico/a, non esistono altri, per cui dall'amico/a dici proprio tutto in libertà assoluta, senza barriere o limiti, oltretutto il vantaggio della chat è che c'è un muro virtuale che non ti mostra mai, per cui funge anche da protezione tra le parti e ciò ti rende ancora più disposto a dir la verità in toto, molto più efficacemente che non in un confessionale o su un lettino dalla psichiatra dove in entrambi i casi c'è sempre un certo imbarazzo e pudore, che frena la persona nell'esternare con franchezze i propri pensieri o sentimenti. L'amico/a è il miglior confessore-consigliere del mondo, che poi sappia discerne il vero dal falso o la verità dalla menzogna è un altro paio di maniche, ma nessuno batte il proprio migliore amico/a, nessuno.
Per cui, il confessarsi in cosa differenzia sostanzialmente, che prete e psicologo sono sullo stesso piano, la gente li vede e li vive nello stesso modo, distaccato, separato, lontano, e bloccato, si le persone si bloccano con questi due soggetti, non entrano con esse in empatia, la gente li considera per la funzione che hanno, uno agisce sulla psiche tentando di modulare la vita interpersonale e sociale del soggetto, l'altro agisce su quella dello spirito, in relazione alla società e alla personalità dello stesso. Quasi prete e psicologo in molti punti si sormontano, quasi potrebbe sostituirsi se non fosse che lo psicologo non può fare ne dare quello che il prete da, cioè l'assoluzione dai peccati, ma per tutto il resto sono identici, in linea di massima.
Però ne l'uno ne l'altro possono dar i consigli dell'amico/a, o posso essere confidenti e confessori come l'amico/a, perchè c'è una relazione diversa tra questi e un amico, la persona si fida molto di più dell'amico/a che del prete o dello psicologo per quanto verso lo psicologo e il prete ci sia il massimo rispetto e fiducia, ma non saranno mai veri amici di quel soggetto. Per cui anche la confessione che si fa per togliere i peccati, si è vera ma è sempre parziale, perchè subentrano diversi aspetti, sopratutto psicologici, relazionali, interpersonali, e anche di rispetto verso la figuara del sacerdote, ad un prete non si raccontano le cose che si raccontano ad un amico/a, quindi in sostanza non si realmente del tutto sinceri, visto che l'atto che si chiede in confessionale è di totale sincerità, però non si può nemmeno chiudere che il prete diventi il tuo amico intimo, non sarebbe cosa buona, sia per l'uno che per l'altro, oltretutto quando la chiesa dice che il soggetto dovrebbe svelare tutti i suoi altarini, potrebbe essere giusto fino ad un certo punto, ma non superando il limite della decenza, anche perchè i preti che chiedo specifiche eccessive possono essere passibili di una forma recondita di perversione nascosta, voler conoscere particolari scabrosi intimi di una coppia, o del singolo non è più voler perdonare l'atto del peccare, ma è una curiosità morbosa, personale.
Per cui all'amico/a è giusto che facciano il loro lavoro nel confessare i loro amici, ma il prete dovrà poi far un lavoro diverso non nel cercare gli aspetti scabrosi maliziosi della questione, ma capire in seno alla verità di Cristo come si può aiutare quella persona che può aver peccato. Per cui il prete prima di tutto deve essere corretto nel suo chiedere, non essere eccessivo e lasciare che la persona dica quello che si sente, ma altrettanto arrivare fino al punto dove il soggetto si sente di dire e non insistere in maniera da apparire esso stesso un pervertito, perchè alle volte ti trovi innanzi soggetti preti che ti fanno domande insistenti assai strane, da lasciare un po perplessi.
Credo invece che una persona che impari a diventare un confessore anche se non lo è, certo non può assolvere nessuno, ma perlomeno è un valido aiuto psicologico, di conforto, morale, etc per molti, non solo per parlare con persone che si trovano in stato di sconforto, ma anche per i buoni e sensato consigli che può dare, ovviamente per agire in questo modo serve un equilibrio enorme, delle competenze in molti settori e non solo quello psicologico, non solo teologico, ma anche in molte altre, che certamente è utile, ma non basta, serve mettere in gioco un po se stessi, ed oggi giorno non è facile trovare una persona che ti aiuti, ti faccia sentir bene, ti dia una buona di buon cuore, sempre con una parola giusta, che ti consigli per il meglio, sulle cose importanti della vita, su tutto e di più. E' difficile trovare oggi giorno una persona così, nemmeno i preti lo fanno più.
Eppure Gesù dice che bisogna diventare suoi amici, per essere dei suoi, ma cosa intendeva dire? Essere amico di Gesù! Cioè se a Dio non confidi tutti i tuoi pensieri più profondi non puoi essere considerato suo amico, ne fratello. Ma è ben diverso farlo verso un prete che non verso Dio, perchè quel prete ha pensieri in se umani, passioni umane, e potrebbe essere tentato, e portare te verso un altro peccato, in tempi remoti ahimè queste cose accadevano, e oggi accadono ancora, vedasi casi di pedofilia, questi sono dovuti ad un eccesso di malizia, che diventa morbosità, e anche a problemi insiti nella sfera sessuale del prete stesso, ecco perchè anticamente si usava assumere l'agnocasto, tra i preti,per diminuire la libido.
Per cui si questa parola è rivolta anche al prete, ma con attenzione al pudore, alla morale, etc, e senza uscire dai binari, e questo significa che chi si va a confessare non deve al prete esternare tutto, mal'essenziale, tanto chi elargisce la vera confessione non è il prete ma Dio stesso a concederla, anche se il prete impartisce il potere del perdonare, ma chi lo esercita cioè chi lo dona è sempre e solo Dio. Il confessarsi non deve diventare un luogo di perversione, come può esserci tra due amici/che, perchè è ben diverso il ruolo. In un confessionale ci deve essere rispetto per chi ascolta, limitandosi con il pudore, oggi giorno purtroppo questo non esiste più, ne tra i laici, ne tra i preti.
Io creerei il vademecum del confessore e di chi si appresta a confessarsi.
Perchè ritengo giusto che si rispetti la persona senza essere eccessivamente invadente in entrambe le direzioni, non serve dire al prete se l'ha fatto sulla lavatrice o appeso al lampadario... ahahah... questi particolari non gliene frega nessuno, e non gliene deve fregare nessuno, tanto meno il prete, che rientrano nel peccato, ma non serve andarli a dir a nessuno, basta essere semplici e concreti dire che peccato è senza offendere la sensibilità delle persone, ne del prete, ne di chi si confessa, con richieste strane e morbose.
Se si crea un vademecum della confessione si evitano tanti equivoci, da entrambi i lati e si evitano casi di perversione e anche pedofilia da entrambi i lati, perchè non c'è solo il prete pedofilo, c'è anche il soggetto che lo è e va dal prete per adescare il prete, attenzione perchè si pensa sempre solo verso il prete quando se chi si confessa non è perverso queste cose non accadono.
A me personalmente quando un persona entra in discorsi eccessivamente scabrosi la blocco sul nascere, e gli faccio capire subito, che prima non mi interessa, secondo luogo non c'è bisogno di sapere nulla, terzo che se ha problemi di natura sessuale ci sono i sessuologi e i medici, che possono aiutare, anche personalmente a me da fastidio.
Quindi nessuno mai potrebbe sostituire un amico con un prete o psicologo, perchè è connaturato che sia così, ed è sempre stato così e sempre sarà così, oltretutto sappiamo benissimo che le donne s'intendono tra di loro e gli uomini idem senza cadere nella pornografia o in altre trasgressioni sessuali.