martedì 20 dicembre 2016

LA VERITÀ' SI CELA NELLA SUA PAROLA

Il linguaggio naturale di Dio!




Oggi vi parlerò del linguaggio naturale di Dio,  così una volta per tutte si chiarirà come Dio parla all'uomo, in questo modo capirete quali sono i messaggi o le parole di profeti e santi che sono parola ed opera di Dio e quali invece sono opera dell'uomo o del maligno, ma spesso sono opera umana, anziché demoniaca. E' molto probabile, anzi certo che buona parte dell'umanità che vive su queste cose, cioè sull'inganno questo genere di discorsi, non faccia per nulla piacere, per cui daranno contro a tale discorso contestando il suo contenuto e tentando di demolirlo, dico questo proprio perché so già che taluni insorgeranno, lo so perché lo Spirito Santo me lo ha preannunciato.

Da molto tempo conosco questa realtà, e in parte l'ho già scritta un po’ sparsa nei miei articoli, tanto per introdurre in parte questi stessi concetti, che andrò un po’ a ripetere e a riassumere e al tempo stesso anche a rispondere in modo spero più esaustivo, anche se non è affatto facile, non per me, ma per far comprendere il discorso in modo semplice.

Quando ero giovane Gesù il Signore dei Signori o Adonay, mi aveva parlato di questo aspetto, molto importante per capire e comprendere dove si cela la verità e il falso, per questa ragione comprendo bene e vedo subito se un testo viene da Dio o è di natura umana, perché anche satana sa ben parlare e cela molto abilmente senza commettere errori, salvo poi il fatto che per quanto tenti di essere perfetto si vedono degli strascichi di accesso, dovuti al suo essere e sentirsi superiore a tutti, è una cosa che gli viene quasi naturale.

Vediamo di cosa si tratta, non è tanto difficile la questione, anzi, solo che la natura umana va alla ricerca di specificare ogni cosa, di arrivare a comprendere le cose, le realtà, le parole cercando di  scavare in esse, dando ad esse un senso preciso, perché la nostra mente è fatta a comparti stagni, per lo meno è quello che la nostra attuale cultura ci ha insegnato e ci trasmette, pensare e ragionare in modo molto settoriale, questo Dio non lo fa. In particolare nell'uso delle parole, la cultura moderna, ma anche precedentemente nei secoli precedenti, pian piano l'essere umano, ha introdotto numerose parole che semplificano i concetti antichi, forse meglio dire li complicano. Oggi giorno abbiamo prodotto un numero così elevato di termini che possiamo spiegare nel dettaglio e specificare in modo sempre più preciso e più dettagliato un singolo aspetto, di una singola funzione, in modo da ampliare sempre più la nostra libreria di parole che descrivono con precisione la funzione, l'azione sia delle parole, che delle cose che creiamo o che denominano quella data azione.

Vediamo un esempio, tra tanti.

Sublimare è un termine oggi giorno molto usato in diversi ambiti, ma un tempo lontano questo termine nemmeno esisteva, deriva dalla parola sublime,  quindi in tempi remoti quale termine poteva sostituire questo?

Sublime deriva dal latino sublimus che significa sotto la soglia, inteso vicino o che è prossimo a ciò che sta in alto, sulla sua soglia, prossimo all'assoluto, alcuni sinonimi sono altissimo, il più elevato, ecc, sono tutti superlativi assoluti; è un termine dimensionale che indica la massima misura, coniato dall'uomo per sostituire una terminologia antica e poco chiara per il ruolo che noi volevamo trasmettere, mediante un concetto che potesse meglio centrare l'obbiettivo. Ma questa terminologia antica è stata apprezzata solo dall'uomo, non da Dio, per quale ragione?

Noi umani abbiamo la tendenza di complicare le cose, credendo che produrre parole nuove possa meglio esprime per noi certi concetti, ma sarà vero? E’ vero per noi, ma non per Dio.
Inizialmente i termini conosciuti erano pochi, questi esprimevano ognuno di essi modi e moti dell'essere e di ciò che ci circonda molto ampi, tanto ampi da essere difficilmente compresi, senza far confusione, per questo l'uomo ha prodotto ed inventato nuove parole che potessero maggiormente rispondere alla necessità della mente umana in continua evoluzione, ma questo modo di fare, ci ha costretto ad un aumentare in modo considerevole il nostro bagaglio lessicale, sempre in evoluzione continua che aumenta continuamente, man-mano che la società progredisce e trova nuovi termini per esprimere, nuovi concetti e/o parole tecniche.

Questo nostro modo di fare può andar bene per noi, ma non per Dio, perché in realtà noi vogliamo esprime un concetto nello specifico(cioè mirando al cuore del concetto), Dio invece esprime il suo concetto nel modo più ampio possibile usando una sola parola o al massimo poche, per cui esso non va alla ricerca come facciamo noi di parole che meglio servono alla nostra causa, per spiegare a noi, i concetti, ma adottò da sempre parole specifiche che con un solo termine si potesse intendere il maggior significato e il più vasto senso possibile, di conseguenza il termine sublime, anche se  conosciuto da Dio, ma da esso non lo usa, perché troppo specifico, mentre la stessa parola è espressa con il termine più semplice, sublimare indica portare in alto, verso le vette dei cieli, cioè  vicino all'Assoluto, che per altro è una collocazione di tipo estremo, oltre ogni comprensione umana, qualcosa che sfugge alla regione. Ma sotto quest'ottica ci sono tantissime parole che oggi sono derivate da termologie molto antiche su queste si basa il modo di parlare di Dio, perché come ho detto, esse riassumono in se dei significati molto più vasti che non la nostra terminologia che a conti fatti ci facilita la comprensione. Oggi giorno cosa, accade, che gran parte degli esseri umani, quasi tutti, pensano che Dio si debba adattare in modo lessicale al tempo che passa quindi anche alla nostro modo di parlare e usare i termini, questo non è affatto vero, per un motivo molto semplice, Dio usa le parole in modo opportuno perché esse sono le artefici del potere stesso, se cambiasse modo di parlare anche il potere potrebbe mutare, per cui è necessario conservare il modo antico di parlare, quello non solo esprime dei concetti molto vasti e molteplici, ma esercita il potere di Dio.

Da questo si evince che i teologi di ogni tempo hanno cercato risposte alle loro domande aggiungendo terminologie da Dio non usate, e non solo i teologi, ma anche falsi profeti, falsi apostoli e/o dottori della chiesa, che non conoscendo il modo di pensare, ne ragionare di Dio, non sapevano come esso si esprime, con terminologie antiche, non terminologie umane.
Di termini che risalgono all'antico ne abbiamo coniati uno sterminio, talmente tanti che oggi fatichiamo a capire quali fossero i termini antichi, potremo dire che dalla confusione linguistica prodotta al tempo di Babele ne è risultato un catino di lessicale molto vasto, dobbiamo dire che a quel tempo si usava il modo naturale di parlare, quello stesso modo che Dio aveva impresso nell'uomo e ancora oggi usato da Dio stesso.

Quando troviamo dei termini “evoluti” nei testi sacri o in testi spirituali profetici o teologici, che sono espressioni di natura umana, molto specifici, si comprende che abili copisti,  sciocchi profeti o ambiziosi teologi e anche altri scrittori, hanno scritto di loro, senza aver da Dio la sua vera parola, facendola passare come parola, proveniente da Dio, dato che noi esseri umani crediamo che Dio si adatti al nostro modo di parlare usando i nostri stessi termini, cosa assolutamente non vera. Perché Dio oltre a parlare nel modo antico, utile a trasmettere il più ampio concetto possibile con poche parole,  esercita con esse anche il suo potere, cioè la sua stessa volontà, mentre le nostre parole così specifiche e così tecniche che non permettono la manifestazione del suo potere, ecco che i termini usati dall'Onnipotente sono termini che creano potere, per cui Elohà non si distaccherà mai da quel modo di parlare, perché quel modo è il modo con il quale Egli esercita il potere.

Nella Sacra Bibbia se è ben tradotta, si vede come Elohà e poi Yeshua, usa le parole non con il nostro modo di ragionare, ma in modo diverso, esprime con una sola parola o con un insieme di due parole o poco più, un concetto vastissimo che ricopre molti più concetti di quanti noi possiamo immaginare; semmai l’uomo dovrebbe contemplare e inserire nella sua traduzione, le diverse parole che vanno ad esprime quel unico termine che le racchiude tutte, allora sarebbe il modo corretto per trasmettere realmente il senso di quel testo, molto più esaustivo, farebbe comprendere meglio, cosa  Dio vuole far capire a noi. Dato che i teologi fondamentalmente sono soggetti arroganti, mi dispiace dirlo, ma proprio così, per cui hanno tutti la tendenza a giudicare e ad eliminare alcuni sensi, perché li reputano non possibili sotto la loro ottica, forse perché il loro giudizio è umano e non comprendono il vasto senso che Dio attribuisce a quelle frasi o concetti.

Taluni falsi profeti e qualche teologo un po’ furbo che si fa passare per essi, come taluni scrittori, quando si accingono a produrre le loro opere fasulle, non conoscendo il modo di parlare di Dio, Elohà, Yeshua, lo Spirito Santo e anche l’Immacolata, perché anch'Essa parla nello stesso modo, producono testi contenti parole che non escono dalla bocca, ne dalla mente di Dio, quindi quanto vanno scrivendo è frutto unicamente della conoscenza che essi hanno in loro, o che essi hanno appreso da altri, tipo copiando o ispirandosi a veri profeti o santi, come anche alle sacre scritture.
Per cui capire quale sia la parola giusta, è fattibile solo se si conosce bene l’etimologia delle parole, oppure se si è illuminati dallo S. Santo che ti fa comprendere dove si cela il falso o la parola non di Dio.

Qualcuno si chiederà come si possa smascherare il maligno, il problema essenziale è che il maligno essendo stato generato da Dio stesso, ha avuto quell'approccio culturale che tutti gli angeli hanno avuto, per cui tende ad esprimersi nello stesso modo, è ovvio e connaturato, ma allora come si potrà smascherarlo lo si può con un semplicità esso generalmente inserisce nei testi della cose che a colpo d’occhio potrebbero sembrare parola di Dio, ma che ad un attenta analisi non lo sono, soprattutto non tanto nella terminologia, quanto nei contenuti che tendono a far scivolare l’uomo distaccandosi anche pochissimo dalla retta via. Con il maligno bisogna tener presente che se Dio è una lama di rasoio, il maligno è una lama che non taglia, per cui esso anche se tentasse di apportare una parola molto astuta, ma in qualcosa Egli cerca sempre di superare Dio stesso, ed è proprio il suo essere che tende a strafare, che dimostra che il testo non proviene da Dio.

Quindi di conseguenza i testi non vanno letti alla luce della mente umana, ma vanno letti con la saggezza, la sapienza, la verità e la giustizia dello Spirito Santo, in modo assolutamente obiettivo, senza far pendere l’ago della bilancia da un lato o dall'altro. Ciò significa che non tutti hanno queste caratteristiche non tutti sanno come si fa, non tutti hanno questi doni. Se non c’è umiltà nel teologo, meglio che esso venga destinato da altro, il passo dell’angelo bambino”cherubino” che rimprovera S. Agostino:” “è molto significativo, in pratica questo angelo gli disse fermati perché stai producendo delle cose errate, che poi nel tempo altri porteranno avanti era per questo che l’angelo intervenne non solo per S. Agostino, ma per discorso futuro della chiesa, poi non so il santo abbia compreso o no. Questo esempio, aneddoto, etc, ci fa capire come l’uomo voglia a tutti i costi dir una parola di più e in modo diverso da quella di Dio, stabilendo cose che non sono date da Dio.
Inoltre l’episodio dell’angelo, indica proprio questo aspetto, dell’arroganza che taluni “padri” della chiesa hanno avuto sulla parola di Dio, volendo stabilire cose che non potevano comprendere in quel momento, perché Dio non faceva comprendere loro, più di quello che avevano nella loro testa, il motivo di limitare l’essere umano sta nel fatto, che per giungere alla verità assoluta, ci vuole tanta, ma tanta, ma tanta umiltà e anche l’essere creati per quella funzione, non tutti siamo stati stabiliti per essere interpreti della volontà di Dio.

Inoltra abbiamo che Dio preferisce parlare a noi con semplicità, in modo che anche un bambino, che spesso è ignorante, in materia di conoscenza linguistica, questo significa che questi termini altisonanti, come sublimare ed moltissimi altri, anche più banali, non sono contemplati nel suo lessico di Dio, perché il suo scopo non quello di parlare solo ai dotti, ma quello di essere compreso dagli ignoranti, perché sa benissimo che i dotti hanno l’arroganza di sentirsi sempre i primi della classe, per cui Esso preferisce di gran lunga l’ignorante al sapiente, specie se questo si erge a chi non è. Inoltre Elohà sa che se l’ignorante comprende ovviamente deve comprendere anche il sapiente, per cui complicare le cose non è proprio da Dio, invece lo è dell’uomo che spesso nasconde e cela la Verità dietro a degli aspetti che Dio non ha, per cui la teologia non è fatta per rendere la sacra scrittura facile, ma per renderla complessa, difficile da comprendere dal popolo, per cui si capisce che la teologia di qualsiasi religione, è fatta unicamente per tener il popolo ignorante, da questo si comprende che le religioni di origine umana, nascondono altri propositi dietro la semplice parola di Dio. Ovviamente se Dio non vuole rivelare tutto, Egli farà in modo di non dire tutto, e il non dire non s’intende per mentire, che è ben altro il senso, chi non dice, non esprime la sua volontà, ma non mente, per cui tacere non è mentire, tace è un atto di protezione, e di celare senza dire, quel che noi esseri umani non possiamo sapere, non tutto è giusto rivelare, perché siamo una razza pericolosa fondamentalmente. Abbiamo tutti il desiderio di dominare sugli altri anche su Dio, per cui la ricerca affannosa di potere, sia militare, economico, sociale e anche spirituale, ha portato l’uomo a sondare le sacre scritture nella speranza affannosa di ottenere un qualcosa in più per se stesso, non per il prossimo. La nostra eterna ricerca di qualcosa, non è volta verso gli altri, ma solo per nostro piacere, per il nostro ego, solo per nostro desiderio, perché se fosse vero che facciamo le cose per altri, nessuno cercherebbe nulla, lo facciamo prima di tutto, per se stessi, noi esseri umani prima appaghiamo il nostro io, interiore, e poi se siamo di animo “buono” forse dare qualcosa anche agli, ma generalmente sempre prima noi.

Quindi tornado al discorso, abbiamo che moltissimi testi prodotti da sempre, sia prima di Cristo ma soprattutto dopo, molto spesso non sono opera di Dio, addirittura si sa, perché dobbiamo dire la verità e la storia racconta, che sia al tempo di Gesù che dopo ci furono molti falsi apostoli, oltre che taluni si spacciavano per messia, per cui taluni falso apostoli scrissero di loro, come se fossero loro stessi apostoli di Cristo, taluni dando contro, taluni confondendosi, ma solo i veri consacrati di Yeshua portavano la sua vera Parola.

Nei secoli a venire anche durante la formazione della prima Chiesa, dopo il 300, si produssero uno sterminio di manoscritti, e da li in poi si iniziò a produrre termini e parole che dovevano  servire nel specificare meglio i concetti della sacra scrittura, ma avranno veramente scritto il giusto, o hanno complicato le cose, rendendo difficile da comprendere dove si cela il vero e dove si cela il falso?

Oggi giorno è ancora peggio, il fiorire dei profeti, detti veggenti, è allucinante, si sento e si leggono di quelle cose che sarebbe meglio se nessuno esistesse, anche quelli più accreditati, non sempre trasmettono l’esatte parole, alle volte aggiungono di loro, magari perché dimenticano, oppure qualcuno corregge, perché c’è sempre il teologo che dice una parola più di Dio, l’uomo non si smentisce mai.

Quindi, quale metodo si può usare per capire quali sono le parole più usate da Dio?
Non lo voglio dire nulla di più, perché? Semplice, se inizio a dire questa è così, quella è colà, poi accade, come è accaduto che i veggenti furbi copiano ed imparano e alla fine gli scaltri vengono passati per veri, per cui non dirò nulla a tal proposito, ho già espresso un concetto, che è già tanto.

Invece un metro l’abbiamo per capire la sacra scrittura, testi e messaggi vari e dove essa può essere stata corretta, o dove ci sono le eresie e le parole che non rientrano nel modo concettuale di pensare di Dio. Ovviamente serve lo Spirito Santo altrimenti si scrive e si pensa sempre con presunzione, che l’uomo ne ha tanta, ma tanta da fa paura.  Parlo più precisamente delle regole d’oro dello Spirito Santo che io ho scritto tempo addietro e che qui riassumo se si usano queste, si comprende dove si cela la verità.

Lo Spirito Santo è perfetto!
Lo Spirito Santo non sbaglia mai!
Lo Spirito Santo non si contraddice mai!
Lo Spirito Santo non si smentisce mai!
Lo Spirito Santo dice sempre la Verità, perché è la Verità!

La domanda consequenziale a queste affermazioni qual è?
“Come può un apostolo, profeta, santo, dottore della chiesa o qualsiasi altro essere umano, smentire un altro suo pari, se in entrambi esiste lo Spirito Santo?”


Però attenzione signori se analizziamo i testi con questo metro, che è infallibile, dobbiamo essere coerenti, ed eliminare quello che in essi non centra, questo significa che taluni testi dovranno cestinati, siete sicuri di volerlo fare?
Ma se non si usa questi sistema, si comprende anche che voi volete potare avanti qualcosa che non è vero, cioè la vostra parola e non quella di Dio. Semplice NO!

Un esempio alcune parole o frasi o concetti espressi da taluni vescovi anche attuali, sulle parole stesse di Yeshua e/o di Elohà, si posso facilmente distruggere proprio con il metodo soprastante, i 4 cardinali che chiedono spiegazioni a Bergoglio, non hanno bisogno di risposta perché se viene usato questo metodo le loro contestazioni diventeranno solide e nessuno può distruggerle perché si reggono su Dio stesso!


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