giovedì 11 agosto 2016

Il più grande carisma



Un Carisma non Carisma!!!



La chiesa ci ha abituato a pensare che la fede arrivi mediante volontà di Dio, sarà vero?
Vediamo di capirlo se è così o no?

Prima di tutto bisogna partire del presupposto che Dio non impone nulla è un Dio che ci lascia la massima libertà possibile, questo è sempre stato il suo presupposto, egli non ha mai voluto imporre all'uomo sua creatura che Egli gli credesse, e questo pensiero lo ha fatto fin da subito con i primi capostipiti che Egli creò della razza che Egli pose sulla terra.

Il primo atto di fede Egli lo chiese ad Adamo ed Eva, subito dopo la loro creazione essi credettero in Dio, cioè nel loro Creatore, non vi era motivo che non fosse così, solo che poi Egli volle vedere e por innanzi a loro una prova, per attestare quanto fosse grande questa fede, che essi avevano in lui. Quindi fu la prova della fede. Prova che non superarono, come ben sappiamo.

Con tutto il popolo d’Israele Esso Dio, pose prove su prove per attestare che gli esseri umani, lo amassero realmente e non in modo fittizio, ne obbligando nessuno, ne imponendo a nessuno il suo credo. Infatti nel popolo d’Israele vi sono stati parecchi soggetti giuda, che si sono susseguiti nel corso della storia di questo popolo, come anche poi con e dopo Gesù. Ma questo fatto ci dimostra una cosa, che Dio non ha mai obbligato nessuno a credere in lui, in modo impositivo, ha sempre lasciato tutti liberi di credere o non credere in lui, per quanto esso sia il nostro creatore, e anche in questo aspetto Egli non esige di essere creduto come creatore, ci lascia liberi anche in questo, almeno per quello che è la nostra vita sulla terra, e il nostro pensiero finché siamo vivi in questo mondo di materia. Poi però quando non apparterremo più alla materia e torneremo alla dimensione che Egli ne è il padrone indiscusso, saremo soggetti alle sue direttive e leggi, in modo preciso e non potremo più dire c’è o non c’è.

Quindi da ciò cosa si evince che Dio non impone a nessuno di credere in lui, per costrizione. Questo però cosa ci fa capire, che il così detto carisma delle fede è un idea concettuale umana, che vuole dire che Dio t’inculca nella tua mente di essere accettato da te, niente di più falso, Dio non farebbe mai una cosa del genere, quando Egli ci dice siete totalmente liberi, significa che lo siamo in tutto e per tutto, ma fin dove il nostro vivere presente , cioè nella materia ci permette di spingerci, ma oltre questo la libertà nostra cessa, perché noi non dominiamo l’invisibile, ma solo il visibile, per cui la libertà è intrappolata nel visibile non nell'invisibile. Ma la fede è un concetto di libertà, un concetto estremamente caro a Dio, perché in questo modo Egli ci prova, ci testa, vede se siamo adatti a Lui, non tutti crederanno e non tutti pur quanto suoi figli e creature, sono adatti per essere suoi. Per cui la fede non ci è imposta ma siamo sempre e solo noi ad accettarla. Quindi quanto la chiesa afferma è in parte errato, Dio attende che noi lo accettiamo, attende che in noi si faccia strada il desiderio di Lui, attende che in noi si apra un breccia che gli permettiamo di entrare, ma come altrettanto accettiamo noi per nostra volontà unica e sola che Egli è Dio, così altrettanto  velocemente possiamo uscire da questo concetto, perché la fede non è una materia rigida che rimane stabile nel tempo, magari, fosse così, ma non lo è, e la dimostrazione ce la danno proprio due antenati comuni Adamo ed Eva, che inizialmente avevano fede, e poi la persero, per poi recuperarla.

Quindi la fede non è un imposizione del Signore, è una nostra esplicita volontà, siamo noi che desideriamo conoscere, amare, ma prima di tutto credere in Dio, in Cristo, nello Spirito Santo, nella Madre Sua, siamo noi, e solo noi.  Dio non ci inculca nulla ne subdolamente, ne in altro modo.
Ora vediamo quante forme esistono di fede e come essa si crea in noi.


Il primo caso

è determinato dall'evento dei due crocefissi assieme a Cristo-Dio
Dopo che Gesù, Signore Nostro, venne crocefisso e vennero issati con lui altri due uno per parte, uno era critico e sbeffeggiava il Signore e l’altro invece lo rimproverava, nessuno dei due era mai stato un cristiano, nessuno dei due era stato un osservante, perché altrimenti non sarebbero stati dei ribelli a Dio e agli uomini, per cui uno preso da pietà verso Cristo, riproverà l’altro per le male parole e facendo questo riconosce Cristo, ma questo è ancora poco, Egli dice proprio a Gesù che lui è Dio e gli crede in quel preciso momento.  In quest’uomo vi è l’atto di conversione volontario, nessuno gli ha detto di credere, nessuno gli ha suggerito nulla, nessuno gli ha imposto, è stata una sua libera scelta, se non c’è libera scelta non c’è fede;  se non c’è volontà privata e propria non c’è fede libera, il credo si forma solo e solamente su un atto di riconoscimento di Cristo, un atto di assoluta convinzione che Cristo è Dio, se c’è questo atto, allora la persona crede, ha fiducia e pone tutta la sua fedeltà in Dio, o comunque sia nell'altro, inteso anche come prossimo. Questo ci fa capire che non è Dio che ti da l’input o ti da la spinta alla fede, ma essa deve scaturire liberamente da  te, per tuo atto d’amore, altrimenti non c’è volontà propria e non c’è libertà, e Dio non potrebbe mai vedere se quell'essere lo ama veramente per sua vera convinzione o perché Egli stesso lo ha indotto o costretto o lo ha influenzato, per cui la Fede è solo un atto che viene da noi, è il credo che noi poniamo in Dio.

Noi non crediamo perché Dio ce lo impone assolutamente no! Quindi solo accettazione libera.


Il secondo caso è quello degli apostoli.

Gesù inizia la sua vita pubblica da un certo punto in poi, gli apostoli ovviamente l’annoverano da quando loro lo hanno conosciuto, ma non possono sapere se Egli, l’avesse già iniziata in parte qualche tempo prima.
La chiesa poi fa iniziare la vita pubblica dal battesimo sul fiume Giordano, da li inizierebbe la vita pubblica di Gesù e non si sa neppure esattamente quanto fu, in senso cronologico del termine.

Noi abbiamo la tendenza di voler stabilire con precisione quasi millimetrica i tempi esatti, ma Cristo ci fa capire che queste relazioni temporali  tutto sommato non sono importanti, potrebbero esserci voluti 3-5-7 anni, per noi non cambierebbe nulla, nessuno lo saprà mai, questo nostro modo di fare è determinato dalla scadenza dei giorni, cioè dal passaggio del sole nelle ore della giornata che ci rende tempo-dipendenti e abbiamo la mania di scadenzare tutta la nostra vita, con una frenesia impressionante, gli strumenti elettronici accentuano ancora di più questa nostra frenesia e questo sistema nevrotico di vivere il presente, e a ciò adattiamo tutto, il nostro presente.
Ora tornando al nostro discorso.

Gesù sceglie i suoi apostoli, anche in questo della scelta ci dovremo soffermare un attimo prima di proseguire, perché  li sceglie?Quale fu il sistema che gli apostoli potessero in qualche modo accreditare un qualche bagaglio di tipo misterico a Gesù, visto che non lo conoscevano? Quale vociferare vi era attorno a Gesù, perché gli apostoli gli diano subito un iniziale fiducia?

Questo ci fa capire che Gesù aveva già iniziato per conto proprio prima ancora di scegliersi i discepoli, a predicare a farsi conoscere nel territorio, in sordina, probabilmente facendo molti miracoli, per cui era conosciuto come un uomo che parlava molto bene del Signore etc., lo si comprende dal modo in cui gli apostoli non tutti, lo accolgono come se fosse stato qualcuno di cui averne rispetto, qualcuno che era conosciuto, qualcuno che già in quelle terre si vociferava.

Perché se ci pensiamo bene, anche oggi giorno, se uno x qualsiasi si presenta al mondo, di punto in bianco senza creare precedentemente un aurea di minima conoscenza, molto difficilmente verrà mai preso sul serio, a meno che non abbia creato attorno a se qualcosa anche di piccolo, in modo di essere creduto, con più facilità, oggi giorno chiunque pretenda un posto nel mondo deve fare così, è indubbio che sia così, per cui anche a quei tempi sicuramente Gesù era già in parte conosciuto, non come poi lo fu con i discepoli, ma un qualcosa vi era, perché lo vedono subito come un maestro.

Gesù gli sceglie, ma all'inizio sono tutti così credenti in Cristo che appena lo hanno veduto si sono convertiti a lui? No!
Lo seguono perché ne sono affascinati, dal modo di fare sicuro, schietto, e perché Gesù dimostra loro che lui è superiore a loro, da dimostrazione senza volerlo, che Egli, sa e fa cose che altri non fanno con assoluta naturalezza, come se tutto quello che fa gli appartenesse, gli fosse proprio e loro ne sono affascinanti e al tempo stesso forse anche un po’ impauriti, sicuramente avevano timore.

E lo seguono, ma gli credono veramente? Ancora No!

Tant'è vero che Gesù dice ad essi :”uomini di poca fede!” questa frase indica che non avevano ancora maturato quella convinzione che serviva loro di aver la fede che Cristo voleva in loro, fede da far miracoli, e che non erano ancora convinti del tutto che Cristo era Dio, erano  titubanti, alle volte credevano, altre no, per cui Gesù li provava in continuazione, per vedere e per far maturare in loro la convinzione che Egli era Dio, senza però dirglielo, e la risposta di Gesù dice proprio questo, non avete ancora la fede necessaria per far quel che vi dico, avete in me poca fiducia, non mi credete del tutto, siete perplessi. Come Pietro che tentò anche lui di camminare sulle acque ma sprofondava, perché il senso dello sprofondare è indice di mancanza di fede, di debolezza nelle fede, di uno scarso credo, di incertezze e dubbi, di non saper riporre le fede in chi è giusto riporla. Allora questi episodi che ve ne sono molti, nei vangeli, ci mostrano come i discepoli, avevano una fede insicura, per cui non era dettata da Dio, non era da Dio imposta, ma era solo una loro scelta, una loro volontà di vita, erano loro a dir a se stessi io ci credo, io ti credo, tu sei per me il Figlio di Dio, e Dio stesso.

Nessuno costrinse alcuno degli apostoli a credere, nessuno inculca loro di credere in Gesù, nemmeno il Padre Eterno. Quindi da questo si comprende che Dio attende che le persone maturino una coscienza in se, le porta a comprendere diversi aspetti della fede, le tocca in diversi modi, gli fa percorrere dei  percorsi al fine ultimo che essi liberamente accettino e credano in lui, infatti poi gli apostoli in tempi diversi in modi diversi credettero a Cristo quale Dio, il primo che credette in modo assolutamente incondizionato a Gesù fu Giovanni, lo dimostra in tanti passaggi dalla narrazione nei vangeli, è quello che riconosce Gesù sempre per primo, prima degli altri, prima di Pietro è quello che dice a Pietro ma quello è Gesù, e solo dopo che Giovanni lo riconosce anche Pietro lo vede, ma questo fa ben capire che Giovanni aveva un credo e una fede molto più evoluta e elevata di Pietro stesso, tant'è vero che Gesù lo preferisce a Pietro e a tutti gli altri.

Fino ad arrivare al famoso dito di S. Tommaso l’ultimo irriducibile che faceva una fatica terribile a comprendere e credere in Cristo, quello che era il più ostico tra tutti.

Questa misura, questa gradazione  tra gli apostoli, del grado di fede ci fa comprendere che vi sono svariati gradi e tipi di fede tra gli uomini, e non tutti hanno la stessa fede, non tutti arrivano alle vette della fede nello stesso modo, e non tutti, sono perfetti come Cristo vorrebbe, i 12 apostoli ci indicano una graduatoria, dal primo all'ultimo,  il primo è certamente Giovanni in assoluto, ma il secondo per paradosso, che credeva in modo più forte e deciso in Cristo fu quello che lo tradì, Giuda. Perché dico questo? Giuda aveva ben compreso chi era Cristo e aveva ben compreso che Egli poteva se avesse voluto, far tutto quello che voleva, ma quello che Giuda non comprese, che Cristo non era lì  per ribellarsi al sistema -uomo, ma per altre ragioni, il fatto che lo abbia tradito indica che Egli lo ritenesse in grado  di portare a termine quello che voleva e attuare il suo potere, lo aveva dimostrato tante volte e in questo fa capire bene che Giuda credeva veramente che Gesù era figlio di Dio e Dio stesso, ma in lui  mancava quell'amore di abbandono a Cristo, che lo faceva ancora legato al mondo, per questo Egli non era come Giovanni un puro vero e proprio, come Cristo voleva, ma era uno che credeva si in Cristo come Dio, ma che voleva imporre a Dio un certo controllo, un po’ come fa la chiesa di oggi;  mentre Pietro aveva una fede che mentre Gesù era tra di loro, ma anche dopo, credeva a momenti e a  momenti aveva grandi slanci di fede, ma altrettanto aveva depressioni di questa fede, quindi era altalenante nel suo credo, lo dimostra in tanti passaggi e in tante affermazioni che fa verso Cristo e anche in relazione agli altri apostoli, essendo il più anziano del gruppo e certamente più anziano di età di Gesù, questo è poco ma sicuro, dimostra anche atteggiamenti tendenti al dispotico, all’autoritario, quasi a voler superare Cristo stesso, nelle sue decisioni ed è per questo che anche Egli non raggiunse mai la fede che aveva Giovanni, per quanto auspicasse questa elevazione.

Infatti Giovanni è l’unico che ha le visioni apocalittiche per il mondo e per la Chiesa, è l’unico che continua ad avere un rapporto con Cristo e Dio privilegiato ed è l’unico ad essere chiamato figlio di Maria da Cristo, questo lo eleva molto sopra a tutti gli altri apostoli. Ovviamente l’ultimo in questa graduatoria è S. Tommaso che riesce a rimanere nella graduatoria dei 12. Perché solo dopo la risurrezione di Cristo Egli credette veramente in Gesù.

Ma ciò ci fa capire che la fede è un atto prima di tutto derivato dal desiderato dall'uomo, e non è un imposizione di Dio che fa sull'uomo, se manca il credo in Dio, non c’è nessuna fede.
Per essere fede è necessario che sia l’uomo a crede in Dio e non che Dio imponga all'uomo la fede.

Terzo caso.
Ci sono stanti tanti santi e anche semplici persone che sono diventate grandi credenti in Cristo.
Gli atti degli apostoli, ci mostrano per esempio la conversione di San Paolo, come atto tra i primi cristiani convertiti a Cristo dopo che Gesù scelse i 12 apostoli. , perché oggettivamente parlando tra i 12 non esiste Paolo di Tarso, che potrebbe aver rimpiazzato Giuda iscariota. Ora come è avvenuta la conversione di Paolo di Tarso , leggendo i racconti degli Apostoli, egli fu colpito da un bagliore accecante che lo rese cieco, e Cristo fece udire la sua voce dicendo “perché mi perseguiti?”, in questo frangente Cristo non impone a Paolo di credere in Lui, ma lo sta solo provando, vuole vedere se Paolo è la persona adatta per rimpiazzare l’apostolo perso, non fa coercizione, ma parlandogli e togliendogli la vista, vuole porlo innanzi ad un bivio, ad una decisione o con lui o contro di lui, non gli sta infondendo la fede, il credo, ma lo sta solo provando, non gli da la fede, non gli trasmette la fiducia e la fedeltà necessarie per acquistare le fede, cioè il credo, ma lo prova e lo mette nelle condizioni di comprendere. Non gli dice, tu devi credermi,  tu devi aver fede in me, perché così lo decido Io,  gli pone solo degli enigmi, lo prova, gli da la possibilità di capire e di cambiare, altro non fa e attende. Attende che la cecità faccia il suo effetto, attende e pone altri sul suo cammino che lo porteranno a capire. Paolo non è uno stupido, è erudito quanto basta, per capire, ma è condizionato dalla sua condizione di servo dell’impero e schiavo di preconcetti antichi, per questo Dio agisce così in modo forte, solo con la forza sa che Paolo forse si arrenderà, gli pone tutti gli strumenti per capire, ma non è Dio che gli impone di credere, Dio invece attende che sia Paolo a cedere, e a dir di Si a Cristo, e sarà quello che poi arriverà a fare, almeno come negli atti degli apostoli ce lo propongono.

Ma nel corso della storia della chiesa, in questi 2000 anni ci sono stati molti altri casi, simili, in cui Dio, esercita il suo potere nel mondo per catturare anime, anche nei tempi moderni, e ne abbiamo molte testimonianze di atei, pagani, etc, e altri culti, come islamici, che si raccontano, di essere stati anche assassini come lo fu Paolo di Tarso che furono provati con il fuoco vivo, per poi approdare a capire chi fosse Cristo, e accettarlo, ma soprattutto dire di loro  spontanea volontà,  io ti credo Dio, questo è quello che Gesù aspetta da tutti, che siamo noi nella nostra libertà di credere in Lui, senza che Lui, ce lo imponga, e sta proprio in questo, l’amore che Dio esercita verso di noi, nell'essere liberi di accettarlo, liberamente. Nessuno tanto meno Lui Gesù Cristo vero Dio, imporrebbe a nessun essere umano di essere creduto, ama troppo la libertà per essere un Dio prevaricatore, Gesù non impone mai a nessuno di credergli, attende con pazienza che noi diciamo SI a Lui come fece la Madre Sua al Messaggero del Signore, l’Arcangelo Gabriele, messaggero che per altro, doveva solo portare l’annuncio che Dio la scelse come sua Sposa e Madre del Suo Figlio, anche in questo caso è Maria che accetta liberamente di aver questo onore di essere la Madre del Verbo, anche se in questo caso, Ella stessa nacque diversamente da noi. Per cui  Ella in un certo senso, rispose si nella sua Liberà ma essa era già creata per quel ruolo. Ma qui, il discorso è un po’ diverso.

Per cui esiste il carisma della fede? Si e no!

No! Come pensa la chiesa. Perché in realtà Dio non interferisce e non da la fede, ma attende che noi la meritiamo, cioè il primo input deve venire inesorabilmente da noi, siamo noi che prima di tutto accettiamo e siamo convinti di quello che affermiamo, come il ladrone sulla croce, è lui che decide per sua volontà di credere in Cristo, Gesù non fa nessun atto di coercizione su di lui. Quindi egli crede che Cristo è Dio, ed è quello che Cristo vuole da tutti noi. Essere creduto, per nostra pura volontà e nostro puro desiderio.

Non ci obbligherà mai.


Si, perché dopo che noi abbiamo compreso e capito e dopo che siamo diventati credenti in Lui, nel nostro intimo che Lui è il vero e solo Dio Onnipotente,  allora Gesù-Dio ci mostra le sue grazie e si mostra a noi come premio per avergli creduto, senza che Lui lo imponesse a noi. Infatti Gesù cosa risponde a costui che sta sulla croce, che in quello stesso giorno Egli avrebbe visto il regno eterno.
Ecco Gesù da il premio a costui, premio per avergli creduto.

Quindi il carisma delle fede, è prima di tutto nostro, cioè noi dobbiamo meritarlo, noi dobbiamo accettarlo, ma senza coercizione, altrimenti quella non è fede, non è credo, in Cristo.

Dobbiamo desiderarlo ardentemente con tutto noi stessi, sentirlo profondamente in noi, capirlo e essere portati a capirlo, ecco anche il ruolo degli apostoli che devo portare il mondo a capire che Dio è Dio, che Cristo è Dio, il ruolo degli Apostoli è questo fondamentalmente, riuscire a convertire le genti;  ma Dio sa che non tutti si convertiranno per quello che poi in apocalisse dice:” fuori dalla città rimarranno gli idolatri, gli immorali, etc, e io non li vorrò dentro nella mia città”, questo fa capire che la fede non viene per coercizione, che un prete non deve diventare tale perché altri glielo impongo, che nessuno avrà la fede perché Dio gli dice di averla, No!, questo non avverrà mai. Dio attende che noi comprendiamo, che noi capiamo, che quello è il miglior bene per noi, che quello è la nostra salvezza, che il credo in Dio deve essere un atto di amore verso di lui, senza chiedere nulla in cambio a lui, allora si che colui che ha espresso verso Cristo questo sentimento-volontà-desiderio otterrà la Corona della Gloria. Ma solo e solamente così.

Dio non trasmette a nessuno il credo in Lui.
Attende che noi crediamo in Lui, attende che noi facciamo il passo verso di Lui, chi dice il contrario non ha capito nulla.

Sarebbe troppo comodo se fosse Dio, a dire questo, quello e quell'altro devono essere così, no, dove starebbe la libertà, non ci sarebbe, è sempre la stessa cosa, siamo noi che decidiamo di Accogliere il bene o il male, siamo sempre e solo noi.

Noi dobbiamo dire ti credo che tu sei il Cristo di Dio, che tu sei Dio.
Solo allora l’uomo avrà tutte le grazie che egli vuole, tutta la conoscenza e la sapienza, qualsiasi cosa, solo allora Dio si rivelerà a Lui, ed Egli  gli  porterà la Corona della Gloria, cioè il compimento del suo credo in Dio, solo dopo il credo vero profondo e non dettato da una preghiera detta a pappagallo senza quasi capire nemmeno il senso, non è quello il Credo che Cristo vuole da noi, ma il vero riconoscimento che Gesù è il tuo vero Dio, questo è quello che Dio vuole, allora si avrà, si otterrà la fede, dopo che l’uomo ha accolto e fatto suo il Cristo, Egli gli darà il Carisma solo Dopo.

Quindi chi non crede, chi non ripone il suo credo, chi non ha fiducia e non ha certezza, chi non ripone la sua fedeltà in Cristo non otterrà il regno eterno. Ne tanto meno il carisma della fede.


Questo cosa ci fa capire che Dio non ammette la costrizione verso nessuno, che non ha mai detto ad alcuno di costringere altri, di accettarlo, e che se la chiesa ha pensato ciò, ha compreso male le parole di Cristo, e spesso purtroppo dobbiamo dire che la stessa nel corso di questi 2000 anni, ha commesso gravi crimini contro l'umanità in nome e per conto di Cristo, quando Esso non centrava proprio nulla, con le decisioni degli uomini di chiesa, In ciò possiamo dire che Cristo-Dio si differenzia enormemente dall'operato di certa Chiesa, che ha usato Cristo come scusa per ingigantire il suo dominio, e costringere milioni di persone a divenire cristiani contro voglia. Purtroppo ben si comprende che la Chiesa ha compiuto tanti mali, senza rendersene conto, in nome proprio e non di Cristo, sfruttando Cristo come fanno ora gli Islamici con Allah, nello stesso identico modo.
Salvo il fatto che Dio non ha mai voluto che la chiesa imponesse alcun che ad alcun essere umano.
Andare per il mondo a portare la buona novella non significava, imporla alla genti, ne far guerra a loro per costringerle ad accettarla con la coercizione e la forza, ma portala senza sforzo e senza dar battaglia a nessuno. Invece la chiesa degli uomini ha interpretato come gli piaciuto di più, le parole di Cristo! A proprio uso e consuma, avrebbe ottenuto molto di più in modo pacifico che non con la costrizione e con la distruzione anche di genti.  Questo non era nell'idea di Cristo!!!
Ma dell'uomo che vuole sempre dire di più del suo stesso Dio.

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