sabato 19 aprile 2014

GESÙ' è TRINITÀ'

NON SONO ANCORA SALITO AL PADRE!

Giovanni :20,17.

Dopo che la Maddalena riconosce Gesù, perché esso si fa riconoscere.

Gesù le dice: ”Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre. ….”  Cosa significa realmente questa espressione, tutta la chiesa ha sempre pensato che l’espressione significasse letteralmente quello che significa, si è vero, ma l’espressione nasconde una verità in se ed è Gesù che vuole rivelarcela perché? Il motivo è semplice, per distinguere lui da noi, cosa voglio dire con questo.

Intanto vediamo di capire bene l’affermazione di Nostro Signore.” Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre.”  Non trattenermi indica di non toccarmi; aggiunge “perché non sono ancora, salito al Padre” la parola più importante di tutta la frase è “ancora” come per dire che non era salito al Padre, durante la morte corporale, cosa significa?  Che la sua anima o spirito non ha mai abbandonato il corpo, in pratica quello che è "morto" era solo il corpo, ma il suo spirito è rimasto nel corpo, in effetti come ho sempre detto, la natura di Gesù non è uguale alla nostra. La dobbiamo smettere di pensare a Gesù, come un comune essere umano, perché la chiesa vede Gesù come un essere umano identico a tutti gli altri, sbagliato, non è la verità Lo dice Gesù: "Non sono di questo mondo!" Gesù era carnalmente in parte essere umano, ma in realtà, è ed era, sia, un essere umano nella sostanza legato alla mortalità umana, ma anche essere divino al tempo stesso, legato strettamente alla natura gloriosa del corpo di Dio, se non fosse stato così esso non poteva dirsi figlio di Dio e  non poteva neppure asserire che Lui non appartiene a questo mondo e non poteva neppure dire che Lui e il Padre sono la medesima persona. Di conseguenza alla sua morte in croce, egli non ha emesso lo spirito come lo emettiamo noi, ha solo avuto un collasso cardiaco e blocco di tutte le funzioni organiche, cioè la parte umana a cessato di vivere, perché il suo spirito cioè lo Spirito Santo che è fuso con la sua natura umana carnale è un tutt'uno e non può abbandonare questa natura umana divinizzata, perché è legato intrinsecamente con esso, in pratica in un discorso scientifico dovremo dire questo; mentre noi possediamo due eliche o filamenti di DNA , Dio ne possiede di più, dovreste vedere i sette Spiriti Santi che si trova innanzi a Dio, ognuno come un elica di DNA, in questo modo postreste vagamente capire che il DNA del Padre è composto da un certo numero di eliche DNA, decisamente superiore al nostro. Di conseguenza per formare un Figlio umano Egli ha fuso la sua natura  DNA multi “elica”, con quello umano, così facendo ha praticamente divinizzato quello umano ma al tempo stesso ha unito i Sette Spiriti Santi assieme per formare un unico Spirito Santo, e in questo modo ha fuso la sua stessa natura di Dio Onnipotente, Onnisciente e Onnipresente in un unico essere creando di fatto la Trinità in Cristo in forma visibile.  Quando avvenne la discesa dello Spirito Santo al momento del battesimo con l’acqua, esso era più che altro una conferma per il Battista, perché esso possedeva già lo Spirito Santo in se, fin prima della nascita. E’ stata una manifestazione per indicare al Battista che Gesù era il figlio dell’Altissimo e per assecondare le scritture. Infatti quasi tutto quello che Gesù ha fatto era già stato predetto in passato, e Gesù doveva solo seguire la predizione e far in modo che essa si compisse. Così ha fatto, perché essa dava testimonianza della natura soprannaturale di Gesù. Ecco perché lo spirito di Gesù non poteva abbandonare il suo corpo terreno, ecco perché a poche ora dalla chiusura del sepolcro il corpo ha preso vita da solo, si è trasformato nella sua vera natura, prendendo di fatto il suo vero aspetto, tanto che nessuno lo riconosce, ne la Maddalena che è la prima a vederlo a parlargli, ne gli apostoli sul lago di Tiberiade. Non poteva riprendere vita e trasformarsi alla presenza di altre persone, non lo voleva assolutamente fare, sarebbe stato un evento troppo plateale e non era nell'intendimento del Padre, perché fin alla fine voleva che credessero/ssimo in lui non per eventi soprannaturali così eclatanti da non poter dir nulla di diverso, ma perché si doveva credere senza vedere. Quindi la sua trasformazione e trasfigurazione avviene in modo nascosto celato a qualsiasi sguardo.  Quando incontra la Maddalena Lui non è ancora giunto al Padre come invece accade a noi, che appena morti, ci stacchiamo subito dal corpo e andiamo dove Dio ci manderà, Gesù non è uguale  a noi, per cui il suo spirito che fa parte della sua stessa carne, è in lui anche se il corpo come diceva Gesù dorme…anche questo modo strano di parlare indica un aspetto molto importante. Quando fa risorgere alcune persone tra cui Lazzaro non dice che è morto, Gesù sa com'è quel corpo, e dice che dorme. Perché usa questa espressione? Noi, esseri umani intendiamo un corpo morto, quando cessa le sue funzioni vitali. Gesù dice, che non è morto, ma dorme. Perché fa questa distinzione tra corpo morto e dormiente? Cosa intende dire per morto? Realmente ? Noi pensiamo di essere i padroni del nostro mondo e di conoscere ogni verità e ogni cosa, questo è assolutamente falso! Noi non siamo padroni neppure di noi stessi, figuriamoci di quello di quello che ci circonda. Ma Gesù perché distingue e perché precisa? Lo fa principalmente perché vuole dirci qualcosa, che in realtà l’anima si stacca dal corpo, ma essa non si allontana tanto da esso, per cui fintanto che il corpo è ancora recuperabile essa potrebbe tornare nel corpo e prendere vita. Ma Gesù dimostra che anche con un corpo già in avanzato stato di putrefazione, considerando che in un clima caldo un corpo accelera molto il suo stato di decomposizione, per cui pochi giorni possono corrispondere a diversi mesi in un clima differente. Quindi il suo modo di dire indica che l’anima può sempre tonare nel corpo e il corpo può sempre riprendere vita se naturalmente c’è la scintilla di Dio. Perché quella è indispensabile, come fonte energetica, per far riprendere vita a qualsiasi corpo anche se fosse uno scheletro. Ma non può farlo se il corpo non c’è più, manca la matrice, cioè il DNA, anche se lo potrebbe fare, ma è una questione fede pure questa. In pratica il corpo si genera dal nulla, o meglio dire dalla potenza creatrice di Dio, cioè ricrea gli atomi necessari per ricostruire il corpo, questa è una tecnologia. E non magia come noi crediamo stupidamente. Si perché tutto quello che noi non siamo in grado di comprendere viene classificato come magia, quando in realtà è solo tecnologia di un tipo a noi sconosciuto, ma lo è. Certo non si usano macchine, per ottenere lo scopo, ma energie che stanno alla base della potenza di Dio. A noi inaccessibili.  

Cosa intende dire per morto? Gesù usa la parola morte solo nel caso della vera morte, cioè quella definita come seconda morte, cioè la morte dell’anima. Che non sarebbe altro, che la perdita totale della possibilità di tornare ad essere figli di Dio, in modo definitivo. Ecco perché non usa la parola morte, ma dice che dorme.  Quindi tutti coloro che per noi sono morti, per il Signore dormono.

Però poi dice agli apostoli “lasciate che i morti seppelliscano i loro morti”….questa espressione sta ad indicare che gli esseri mani sono morti, cioè mortali, non morti veri, ma mortali che possono morite cioè perdere la vitalità che li rende vivi, non viventi ma solo vivi. Perché dico non viventi?  Semplice l’unico vivente è Dio. Noi siamo vivi. Il termine vivente indica una azione perenne cioè eterna, quindi quando si usa la parola vivente, spesso è mal usata, perché indica una natura eterna, quindi nessun umano si può definire vivente, perché non siamo eterni.  Siamo solo vivi, come lo sono gli animali. L’anima invece è vivente, perché parte di Dio.

L’espressione “lasciate che i morti seppelliscano i loro morti”…. indica che noi siamo morti quando non viviamo nello spirito di Dio, ecco cosa voleva dire, morti perché non viventi, ma morti come non più appartenenti a Dio.  I morti non viventi seppelliscono loro morti. È un espressione che indica la mancanza della fede, i loro morti sono coloro che perdono la fede e non riescono più a recuperarla a causa del peccato perché gli occhi di costoro non sono limpidi e non sono nella disposizione di voler essere salvati.


mercoledì 16 aprile 2014

Lo sconforto di Gesù nei confronti dei suoi discepoli.

Luca 9, 37-43
Lo sconforto di Gesù nei confronti dei suoi discepoli.

Questo racconto dell’apostolo ha un espressione in se molto dura di Gesù verso i suoi apostoli, quasi di insofferenza.

 …. gli venne incontro una gran folla. Un uomo da essa gridò: “Maestro ti prego di rivolgere uno sguardo su mio figlio, perché è l’unico che io abbia! Ed ecco uno spirito si impadronisce di lui e all'improvviso egli urla…….. Ho pregato i tuoi discepoli di scacciarlo, ma non hanno potuto”.
Gesù risponde: “O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi e dovrò sopportarvi?

L’importanza di questo racconto non sta tanto nella grazia dell’esorcismo che Gesù ha esercitato, cosa per lui di una semplicità unica. Ma quanto in quella frase, che ci mostra un Gesù diverso, quasi stanco di essere circondato da dei discepoli che non lo comprendono, che non sono fedeli come avrebbe voluto.

La frase infatti è molto sibillina, “O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi e dovrò sopportarvi? A chi si riferisce Gesù con questa espressione? Non di certo alla folla, non di certo al padre del giovane, ma ai suoi discepoli che non posseggono la fede necessaria per scacciare i demoni, fede che Gesù tenta di far sorgere in loro, sia mediante le sue parabole che la sua testimonianza.
I perversi e gli increduli, sono gli apostoli, che non credevano fin in fondo all'azione salvifica di Gesù e non credevano neppure nei suoi poteri come figlio di Dio. Hanno dei cedimenti di fedeltà.  

Poi aggiunge con sconforto: “Fino a quando sarò con voi e dovrò sopportarvi?”  pare che Gesù non ne possa più, di questi discepoli che non lo seguono e non lo comprendono. E ha un attimo di sconforto, e si chiede quando verrà la fine.  È un espressione molto dura che identifica che i discepoli erano ondivaghi, credevano solo se vedevano con i loro occhi e mettevano mano alla grazia di Dio, non credevano per la parola di Gesù, ma solo per la grazia che da Gesù usciva. Credevano alla manifestazione della potenza di Dio, e non alla sua sola parola. Sembra quasi non si fidassero troppo. Infatti l’espressione di Gesù è molto indicativa e molto dura, un giudizio severo, “generazione incredula e perversa!” per Gesù i discepoli sono perversi e increduli.

Anche in altri punti dei vangeli Gesù parla in modo aspro dei suoi discepoli, ma questo modo di parlare di Gesù ha un fine ben preciso, quello di tentare di correggerli, di renderli come Egli vuole, di trasformarli, alla luce della Grazia dello Spirito Santo affinché giunti perfetti si trasformino per ricevere degnamente proprio il suo Santo Spirito.  Nulla di ciò che Gesù fa e afferma è per nulla, tutte le sue azioni e le sue parole hanno un senso ben preciso, qualsiasi cosa esce da Lui, nulla di ciò che Gesù ha compiuto finché era tra noi, non ha un senso ben preciso. Anche le azioni che a noi potrebbero apparire strane o incomprensibili secondo la nostra logica umana, per Gesù avevano un senso preciso.

Dato che ogni sua azione e parola aveva non solo un senso per quel tempo, ma anche per il futuro della sua chiesa e di ogni discepolo e del gregge. Non solo tutto è stato fatto per ottemperare alla profezie su di Lui, espresse dai profeti, ma anche perché esse esprimevano un concetto che andava oltre quel tempo e si spingeva nel futuro di ogni tempo.  

Quindi le parole di questo evento delle vita terrena di Gesù, è da considerarsi un evento che si sarebbe ripetuto in ogni tempo, di ogni generazione del mondo. Gesù voleva dirci, che le generazioni incredule e perverse ci sarebbero state, anche nel futuro tra i suoi discepoli o apostoli. E lui si sarebbe posto ancora e ancora la domanda fino a quando vi sopporterò?  Fino a quando il Padre celeste non dirà basta! Dopo tutto è già avvenuto che Dio Padre dicesse basta, con il diluvio universale...


Luca:9, 46-48.
Gesù non vuole un discepolo più grande.

Come i discepoli erano abituati fare, litigavano per stabilire chi fosse tra loro il capo o il migliore, ma Gesù che conosceva bene il loro intendimento e per dipanare ogni dubbio disse loro: ” Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Perché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è il più grande”

In Matteo 18,1-5 vi è scritto così: gli apostoli chiesero a Gesù: “ Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?”  Gesù risponde praticamente allo stesso modo come in Luca.
Ora la frase si potrebbe girarla al suo opposto e ne verrebbe fuori che chi amava sinceramente Gesù era Giovanni, il più piccolo degli apostoli.  Che amava Gesù di un amore filiale, più degli altri apostoli, tanto che è l’unico che poggiò la sua testa sul petto di Gesù durante l’ultima cena. Ma Gesù specifica una cosa ben precisa. Chi accoglierà questo bambino che era un estraneo per loro, nel Suo nome, accoglie Gesù e il Padre Celeste. E dice solo, chi diventa piccolo agli occhi di Dio e del mondo, sarà il più grande, ciò significa che non era la forza  bruta, la sopraffazione, che gli apostoli avevano bisogno, ma il candore, la semplicità, l’umiltà, che è espressa in un bambino, come in un agnello. Quindi gli ultimi erano i primi. Chi avrebbe governato il suo gregge di pecorelle, non doveva essere un bruto, ruspante, ma un delicato, tenero, misero, semplice, umile e candido, questo è l’immagine che Gesù voleva del suo primo apostolo!  Questa decisione di Gesù non sottolinea che era Pietro, come molti vorrebbero intendere, anzi sottolinea invece che era Giovanni. L’unico che non ha tradito o rinnegato Gesù, il primo e l’unico che riconosce Gesù sul lago di Tiberiade. Quello che era più vicino all'ottica di Gesù era proprio Giovanni.  E non ultimo Gesù affida al suo amato discepolo sua madre. Il Regno dei Cieli non è per i grandi o i forti ma per in candidi e gli umili.
In questo passo non c’è nessuna designazione per nessuno dei suoi apostoli. Precisa solo qual è la regola da seguire per capire chi era il vero primo apostolo!


Luca 9, 18-21
E venne che, mentre stava pregando in disparte, i discepoli erano con lui; e li interrogò , dicendo: “ chi dicono che io sia?”  essi risposero: “Giovanni il battista, altri Elia, altri ancora uno degli antichi profeti resuscitato”  Gesù disse: “ ma voi, chi dite che io sia?”  Allora Pietro rispondendo disse: “ il Cristo di Dio!”,  il Cristo cioè l’unto di Dio.

In Matteo c’è una parte aggiunta che in Luca non c’è, può essere che Luca se ne sia dimenticato?…ma è molto strano! Una cosa così importante se ne dimentica.  Non credo proprio!

Matteo 16, 13-20: Allora Pietro rispose a Gesù: “Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente!”
Gesù rispose: “ Tu sei beato, Simone figlio di Giona, perché non da carne e sangue ti hanno rivelato ciò, ma il Padre mio che è nei cieli. Ebbene, anch’io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non preverranno contro di essa.  Ti darò la chiavi del regno dei cieli e ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”.


Ma l’espressione che va contro questo discorso “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e …..  Ti darò la chiavi del regno dei cieli …. e ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”.

È questa: ” Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Perché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è il più grande” Che fa ben capire, che Gesù non voleva un primo, non voleva un capo, altrimenti non avrebbe insegnato questa parabola, che è in antitesi con l’affermazione del primato petrino.
Inoltre nella stessa apocalisse che si vuol farla passare per una mera metafora come BXVI ha detto, esprime che la chiesa terrena avrà un termine… identificato e prodotto da un nuovo Giuda. Colui che la farà riemergere o rinascere sarà lo stesso Cristo!

Perché dire che le porte degli inferi non prevarranno sulla chiesa indicava che Gesù non avrebbe permesso la sua caduta, cosa che in Apocalisse esprime un concetto completamente opposto.  Inoltre Gesù non avrebbe dato l’Apocalisse a Giovanni se tale espressione espressa in Matteo.”... le porte degli inferi non preverranno contro di essa.”   fosse autentica, perché in apocalisse si parla chiaramente della fine della chiesa terrena.  E la sua nuova edificazione sotto l’autorità diretta di Cristo! Anche il tempio di Gerusalemme si pensava fosse eterno, cosa che invece sappiamo bene che è andato a fuoco diverse volte e anche distrutto, ma non solo gli ebrei credevano che Dio rimanesse perennemente in Israele ed invece cosa ha fatto, ha cambiato popolazione… Questo fa capire che Dio può cambiare le cose come egli vuole e che non c’è uomo che possa dir diversamente, l’uomo può far credere cose non vere, modificare le scritture come egli vuole ma al fine-fine, Dio fa sempre il suo corso.  Inoltre in Apocalisse si legge chiaramente che Dio manderà un angelo a portare un nuovo vangelo Eterno, perché mai? Se quello dato da Gesù era definitivo? Perché, semplicemente l’uomo, avrebbe modificato quello lasciato da Gesù, così come fu per l’Antico testamento, che la casta sacerdotale mise ripetutamente mano alla scritture.

Solo il discepolo Matteo riporta questo passo come mai?  Perché gli altri tre apostoli riportano solo una parte del discorso e non tutto, un discorso così di primaria importanza riportato solo da Matteo? Se l’avessero riportato totalmente identico gli altri evangelisti sarebbe stato una confermazione della veridicità del testo.

Inoltre faccio notare un particolare.

Come mai Gesù chiama sempre Pietro con il nome di Simone di Giovanni o di Giona e non Pietro come egli lo avrebbe chiamato in origine quando lo scelse? E come mai anche dopo la sua resurrezione continua a chiamarlo con il suo nome originale e non Pietro? Se il soprannome dato da Gesù a Simone di Giovanni era così importante, perché non lo chiamava con questo(Pietro) e non sempre con il suo vero nome?  Perché Gesù chiama Pietro,  Cefa e non Pietro?

La frase curiosa di Gesù verso Pietro o Simone di Giovanni, fa notare molti aspetti, mai osservati dalla chiesa quasi che essa voglia leggere solo quello che le fa comodo…. Infatti nelle omelie mai si sentono le parti che creerebbero perplessità nella popolazione … La chiesa ribadisce solo quello che lei ritiene giusto, non quello che è giusto!

Giovanni: 21, 22-23 “ se voglio che rimanga finché io venga, che te ne importa?” Questa espressione non si addice a chi è stato nominato tuo primo ministro, non si dice a chi tu hai scelto come tuo vicario, non si dice a chi dovrebbe governare la tua chiesa!! La si dice a chi non è sincero, dopo tutto le tre affermazioni di Gesù “Simone di Giovanni tu mi ami?” dette con tanta insistenza, indicano che Pietro non era sincero, nelle sue risposte altrimenti Gesù non avrebbe chiesto per tre volte la medesima cosa, perché Gesù legge l’animo umano.  Le tre risposte di Pietro che dovevano ribadire un concetto sincero, ma alla fine si è quasi risentito di essere richiamato per tre volte, indicando proprio che Pietro vuol apparire sincero, cosa che non lo è, Gesù gli continua a dire che segua la pecorelle che sia un pastore di anime, come gli altri discepoli, infatti da tutti l’ordine di andare nel mondo a portare la buona novella … se solo Pietro fosse stato il vicario di Cristo, solo a lui Gesù avrebbe dato questo ordine, cosa non vera, da quello che si rileva dai vangeli.  Tutti gli apostoli (discepoli) erano uguali al cospetto di Gesù, nessuno era primo, nessuno era il più grande, ma tutti lo erano parimenti allo stesso modo.

Gesù non gli dice che deve guidarle il popolo ed infatti in ciò dice seguimi, il seguire è implicito che il vero pastore è solo e solamente Cristo. Altrimenti non avrebbe detto seguimi, ma caso mai avrebbe dovuto dire, ora fai il tuo cammino, ma così è.  Tra l’altro questo discorso Gesù non lo fa in separata sede, ma innanzi agli altri discepoli e questo non vale solo per Pietro ma per tutti. Se l’avesse fatto in separata sede allora, il riferimento a Pietro sarebbe stato esplicito e chiaro. Mentre era un esempio per tutti.  Qui non c’è una volontà di Gesù nel darsi un vicario. No, no, c’è solo la volontà di saggiare la veridicità di Pietro. E in questo passo siamo già oltre la resurrezione! Questo fa capire che se fosse vero che Pietro era il primo degli apostoli e il vicario di Cristo, Gesù non avrebbe apostrofato Pietro in quel modo. E ripeto Gesù è già risorto!
Oh si, so che la chiesa non accetta questa versione, ma la chiesa ha scelto Pietro perché se avesse scelto Giovanni avrebbe dovuto edificare una chiesa più spirituale che non quella di Pietro che rispecchiava un carattere un po’ più ribelle, rispetto a quello di Giovanni tutto dedicato alla spiritualizzazione della fede.

“Che te ne importa?”  Gesù risorto è un po’ risentito per il modo di trattare il suo apostolo preferito, da parte di Pietro, pare che Pietro non ami Giovanni da come si esprime nei suoi confronti anzi la frase di Pietro : ” Signore e di costui che sarà?” ha un sapore strano, Pietro non considera molto bene Giovanni, infatti non lo chiama per nome, come si fa con un amico o compagno di viaggio con cui si sono condivise tante cose, anche personali, c’è una certa acredine nei suoi riguardi, un risentimento, un invidia celata; lo tratta da persona estranea come se Giovanni fosse un impiccio e lo esprime con quella frase … la riposta di Gesù, non è molto simpatica, anzi è piuttosto dura e sibillina.  Dopo tutto solo Giovanni ha le visioni e le apparizioni della Trinità di Dio, solo Giovanni vede Dio in trono con i 4 Esseri viventi, i 24 Vegliardi, i sette Spiriti Santi ecc. Solo Giovanni vede il regno di Dio, solo Giovanni il più puro di tutti come un bambino, ha tutte le manifestazioni dell’estasi divina. Solo Giovanni viene scelto da Gesù a sostituirlo per sostenere sua madre.





lunedì 14 aprile 2014

Insegnamenti di Gesù!


La Pasqua.

Marco: 14, 3-9
Questo passo del vangelo è interessante, intanto denota come Gesù sta assieme ai malati gravi, agli emarginati, ai derelitti della società, a chi sta in basso e a chi è lontano da Lui. Però per quanto egli ci dice di amare i più deboli e i poveri in generale, specie quelli in spirito, che non sono sempre poveri di cose materiali. Ma Gesù fa notare che anche se i poveri sono importanti, nel contesto dell’evento della sua presenza tra noi, era più importante Lui di tutti i poveri messi assieme, perché essi rimangono qui fino alla fine dei loro giorni, mentre il Signore, aveva un tempo ridotto. Il fatto dell’unzione è però particolare nel suo genere, perché sta ad indicare come Gesù che è  Dio, vanno dati tutti gli onori possibili, profumi, vesti, ori, per rendergli il culto dovuto, Gesù non è affatto pauperista, anche se ci sono poveri che hanno bisogno,  ma in questo Egli vuol dire che essendo egli Figlio dell’Onnipotente, ogni buona azione verso di lui, fatta con  cuore sincero, corrisponde ad un azione verso il Padre Suo è ben accetta anche con le cose preziose di questo mondo. Anche se questa cosa, potrebbe rendere felice un povero.  Anzi i poveri, dal canto loro dovrebbero sacrificare per Dio il loro meglio. Molto di più dovrebbero fare i ricchi, che oltre a dare ai poveri dovrebbero dare le loro primizie a Dio come segno di amore verso di Lui.


Marco: 14, 17-21.
Il tradimento.

Gesù disse: ”In verità vi dico : uno di voi mi tradirà! Uno che mangia con me” gli apostoli si rattristarono cercando di capire chi era tra di loro, Gesù aggiunse:” Uno dei 12 che intinge con me nel piatto. Perché il figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui : ma guai a quell’uomo, dal quale  il figlio dell’uomo viene tradito! Sarebbe stato meglio per lui, se non fosse mai nato.”
Di questo pezzo la parte importante è la frase :” Uno dei 12 che intinge con me nel piatto.” Perché dico importante, cosa ci fa capire questa frase, che all’apparenza potrebbe solo essere intesa come indicazione di chi può essere colui che lo tradisce, ma la frase così scritta indica anche altro, oltre il traditore.
Cosa vuole farci capire come questa espressione:  Uno dei 12 che intinge con me nel piatto. Intingere è il verbo che a noi interessa, esso sta ad indicare non solo colui che mangia con Gesù, ma anche colui che vive con e per Gesù, colui sta vicino a Gesù nella sua casa, e colui che credendo arriverà a tradire, è un parallelismo con satana, anche egli mangiava e viveva presso Dio, ed era Dio la sua fonte e il suo nutrimento, satana credeva veramente in Dio, così come credeva veramente Giuda, ma come satana anche Giuda vuole sfidare Dio, sfidarlo nella sua Onnipotenza, far emergere innanzi agli uomini il suo vero potere, perché dimostrasse chi egli era con forza, con autorità;  vuole indurre Dio ad agire concretamente ad esporsi. Ma cosa intende Gesù per noi con quella frase, indica che oltre a Giuda che mangiò in quel piatto, anche altri faranno la medesima cosa, Gesù va oltre il semplice pensiero di dire uno di voi mi tradirà, indica che nel futuro ci saranno i traditori, tra gli apostoli, uno tradirà ancora Gesù, divenendo un oppositore a Dio. Ma in effetti se guardiamo bene quanti oppositori la chiesa ha avuto in se e quanti furono i traditori che mangiarono e mangiano nello stesso piatto di Dio?  E noi come Cristiani potremo dire che anche noi ogni tanto tradiamo Dio, nelle nostre vite. Anche noi che mangiando il suo corpo il suo sangue, possiamo diventare traditori in un momento, come fu Satana e come fu Giuda, come lo sarà l’anticristo.
Continua la spiegazione degli eventi in Marco:14,43-52 . Gesù viene arrestato non dai romani, ma dai sacerdoti ebrei, del sinedrio.  Cosa voleva ottenere Giuda in realtà? “Quello che bacerò, è lui ….”   Ne viene fuori una rissa dove uno degli apostoli afferrò una spada e feri all’orecchio uno degli aggressori, ma Gesù gli risanò l’orecchio. Gesù per far notare la malvagità della scelta dell’ora, del suo arresto, sottolinea che potevano arrestarlo anche in altra occasione, alla luce del sole. Ma Egli disse “che le scritture si dovevano adempiere”.
Ma Giuda cosa voleva ottenere realmente? Semplice come già scritto Giuda, credeva veramente nel potere di Gesù, e aveva capito in qualche modo la sua natura, ma egli voleva una dimostrazione di forza innanzi al sinedrio di Gesù stesso, voleva che fosse manifesto il suo potere affinché egli si proclamasse veramente figlio di Dio, ma mediante il suo potere, non solo con le parole, cosa che Gesù non vuole fare. Perché la sua missione è diversa, da quella voluta da Giuda.  Quindi lo tradisce nella speranza di ottenere che Gesù manifesti la sua Gloria presso i sommi sacerdoti affinché essi lo adorino come il liberatore che Israele stava aspettando. Ma le intenzioni di Gesù sono ben altre. Nessuno aveva realmente capito, il vero motivo della sua venuta.


Marco: 14, 22- 25
Gesù istituisce l’eucarestia.

Gesù, preso il pane amministra ed  esercita la benedizione, lo spezzò e lo diede loro e disse: “Prendete, questo è il mio corpo” poi prese il calice rese grazie lo dette loro e ne bevvero tutti.  E disse: “ Questo è il mio sangue dell’alleanza che è versato per una moltitudine. In verità vi dico che non berrò più del frutto della vite, fino a quel giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio.”
L’azione dello spezzare il pane ha un senso ben preciso non solo nella tradizione ebraica, come ricordo del pane azimo, ma ha un senso doppio. Il dividere il pane in due parti ha una connotazione ben precisa dal punto di vista spirituale, Gesù fa capire una cosa importante. Ricordiamo che la Trinità è formata principalmente da tre soggetti, ma essenzialmente da due il Padre e il Figlio. Il Padre è formato dalla sua persona principalmente en dai suoi sette spiriti santi che gli appartengono e che con il padre costituiscono un essere unico. Il Figlio è formato dalla carnalità della Madre, dal Padre e dai 7 spiriti del Padre. La Trinità è racchiusa in Cristo Gesù. Ecco perché Gesù spezza il pane, per indicare i due soggetti principali della Trinità il Padre nella sua Totalità e il Figlio come unicità della Trinità. L’azione spirituale esercitata in quel pane e in quel vino, trasforma il pane e il vino nella essenza pura della trinità espressa come Padre e Figlio nell’Onnipotenza di Dio. Quindi assumere il pane come corpo e il vino come sangue è divenire carnalmente e spiritualmente un tutt’uno con essa. Chi mangia il corpo  il sangue della Trinità diviene figlio di Dio e parte di esso.
Anche l’azione di grazia che fa sul calice del vino, ha la medesima funzione benedizione che esercita sul pane-corpo.
Quando poi parla del suo sangue, specifica che esso non è solo per pochi, ma per una moltitudine cioè esso deve essere dato a tutti i credenti in Lui, non solo destinato agli apostoli.  Gesù vuole stringere alleanza con tutti coloro che credono e che lo amano. 
Per tale ragione la chiesa farebbe bene impastare l’amido delle ostie, con il vino, in modo che si somministri pane e vino cioè corpo e sangue insieme, anche se le ostie dovessero sembrare rosate o violacee, allora sarà fatta veramente la volontà di Gesù. “ Questo è il mio sangue dell’alleanza che è versato per una moltitudine.”
Poi parla di se stesso e dice che quello sarebbe stato per Lui l’ultimo vino che avrebbe bevuto assieme a i suoi apostoli, ma specifiche ne berrà di nuovo, quando sarà presso il Padre Suo nei cieli.


Marco : 14, 26-31.
Anche Pietro rinnega Gesù.

Anche Pietro ha il suo tradimento, ma in forma diversa da Giuda, meno grave, pur sempre un tradimento è.
Gesù disse: tutti voi vi scandalizzate , perché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea.”  Allora Pietro disse: “ Anche se tutti si scandalizzeranno, ma io no!” E Gesù gli dice: “ in verità ti dico che oggi, questa notte stessa, prima che il gallo canti due volte, tu mi rinnegherai tre volte”.  Ma egli continua ad affermare : “anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò” E lo stesso dicevano tutti gli altri.
“tutti voi vi scandalizzate , perché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse”  perché Gesù esprime questo concetto in questo frangente? Perché sta mettendo alla prova i suoi apostoli, li sta percuotendo e loro non capiscono e non intendono le sue parole. Ma, perché Gesù percuote gli apostoli, se loro devono essere coloro che devono portare la buona novella al mondo intero? Semplice Gesù non vuole solo degli apostoli, vuole degli apostoli santi! Per cui affermare quella frase, “Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse”, metterà alla prova sia il pastore cioè il sacerdote che le pecore cioè il popolo. Le proverà con ogni sorta di prova, per verificarne la capacità di comprensione che la fedeltà di essi a Lui. Quindi la chiesa sarà percossa e il gregge disperso per il mondo, affinché sia i pastori che il gregge siano vagliati e solo chi ha superato le prove sarà scelto.

Infatti gli apostoli non comprendono ciò che Egli comunica, e spavaldamente senza riflettere attentamente si espongono a dir qualcosa, pensando che sia riferito a un accusa verso di loro, e si danno da fare per cercare una possibile comprensione, ma nel far ciò dico un pensiero in più, di cui loro stessi non sanno, ne conoscono il futuro.   Pietro per primo fa sfoggio della sua fede, con una punta di eccessiva sicurezza, ed infatti Gesù lo stronca subito… predicendo cosa egli avrebbe fatto e detto nelle ore successive.  Il fatto del tradimento o  rinnegamento, fa capire come anche un apostolo che sta al primo posto potrà rinnegare Cristo.  Infatti Gesù quando dice a Pietro che su di lui costruirà la sua chiesa, questa frase è molto significativa sta ad indicare che Pietro, avrebbe edificato una chiesa simile a se stesso, non simile a Gesù.  Se Pietro era la pietra, ma non una pietra perfetta una pietra imperfetta, perché su Pietro la chiesa ha preso forma e su i suoi errori, difetti caratteriali e di fede è stata edificata, ecco cosa Gesù intendeva con la frase su Pietro costruirò la mia chiesa. La chiesa è di Cristo, ma edificata sulla forma mentis di Pietro, su i suoi pregi e su i suoi errori, sui suoi sbagli e sulle sue virtù, sul suo rinnegamento, tutto ciò che Pietro fu, così fu e sarà la chiesa. Come può la chiesa sussistere su una Pietra imperfetta? E chi è la Pietra angolare? Pietro o Cristo? Chi è il Pilastro della Chiesa, Pietro o Gesù il Cristo di Dio?
Quindi Gesù sottolinea ancora una volta che non solo Giuda lo tradirà vendendolo ai suoi persecutori, ma anche che ci sarà uno che lo rinnegherà sempre tra i suoi apostoli e costui è proprio colui che dovrebbe essere il primo tra di essi. Anche se Gesù in altri punti dei vangeli esprime il concetto che non esiste un primo tra gli apostoli, ma che innanzi a Lui sono tutti sullo stesso piano. Quindi ogni apostolo può e potrà rinnegare o tradire Dio in qualsiasi momento, come qualsiasi altro essere umano non appartenente alla chiesa in modo diretto, cioè il gregge.
Il passo vuol, far capire che non bisogna mai vantarsi di nulla, neppure delle certezze che si pensa di avere, perché se il Signore ti prova, ti troverà sempre imperfetto e tu cadrai miseramente anche se sei santo!
Mai giurare, perché l’inciampo è dietro l’angolo.
Mai dire io non sarò mai così o colà, perché Dio ti troverà in un momento fragile e debole e tu cadrai.
Siamo tutti fragili e deboli, non esiste uomo, che sia perfetto sulla terra, che possa dire una sola cosa in più di quanto non sia scritto nei cieli.


Marco: 14, 32-42.
Vegliare per non entrare in tentazione.

Il passo dell’evangelo ci racconta la sofferenza umana di Gesù, si perché non dobbiamo dimenticarci che Gesù oltre ad essere spiritualmente figlio di Dio esso era ed è anche figlio di Maria con corpo carnale; è questo corpo, che in questo passo viene provato, non il suo Spirito che era forte, ed incrollabile, perché Spirito santo di Dio. Invece la chiesa ha creduto che la prova in cui Gesù fu portato colpi anche il suo spirito invece no! Era un prova per la parte umana di se stesso, una prova che doveva testare in qualche modo, se anche il corpo Suo era disposto a cedere alla volontà del Padre Suo. 
Leggiamo bene cosa dice Gesù, invita i 3 discepoli ad attenderlo mentre lui pregava in disparte, i discepoli raccontano i suoi stati, dicendo, cominciò ad essere in preda allo spavento e a sentire angoscia. Questi stati non sono tipici di Gesù il figlio di Dio, dell’uomo Santo, fatto di Spirito Santo, ma dell’uomo-uomo, dell’uomo umano figlio di Maria, del solo corpo e della sola mente umana, con tutte le sue fragilità. Come se lo Spirito di Dio lo avesse abbandonato per un istante, facendogli provare la vera conoscenza di cosa il corpo e la mente umani provavano senza l’ausilio dello Spirito Santo che impedisce qualsiasi sofferenza e incertezza.  Infatti dice ai discepoli: “ l’anima mia è triste fino alla morte” questa è un espressione tipica di chi prova in se un senso si smarrimento e sente la sua anima, farsi piccola e impotente di fronte alla malvagità del mondo. Anche il fatto di chiedere al Padre Suo che quell’ora cos’ triste e angosciosa passasse è indici che era il corpo umano o soffrire non lo Spirito Santo che gli apparteneva, come se lo S. Santo si fosse tacitato, avesse smesso la sua funzione. E diceva: Abba, Padre, Tutto è possibile a te; allontana da me questo calice! Però non quello che voglio io, ma quello che vuoi tu”  in queste parole il Gesù uomo, decide da che parte stare, cioè con Dio, si abbandona alla volontà di Dio, anche se sulle prime chiede al padre Suo di evitare questa cosa, ma poi dice non voglio io ma come vuoi tu. Quando poi parla ai discepoli dice un farse importante che non riguarda solo gli apostoli che sono carnali e non figli di Dio diretti come lo è Lui, dice a Pietro: “ Simone dormi? ... Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione ; lo spirito è pronto ma la carne è debole”  ecco la frase che spiega il dunque è questa :lo spirito è pronto ma la carne è debole” ce lo dice chiaramente che lo spirito è forte e incrollabile e che non teme nulla se crede in Dio, ma la carne è fragile e debole e può cadere in tentazione. Fa capire che in quei momenti era la sua carne ad avere la meglio, e che anch’egli era fragile, ma, di una fragilità diversa, da quella dei discepoli che si sono addormentanti. E quindi hanno lasciato spazio al maligno. Non certo Gesù ha lasciato spazio al maligno, era solo la sua carne, che combatteva, ed era angustiata per tanto male era sopra di lui. Li trova addormentati per tre volte, fa capire la differenza tra Lui e loro, che sono solo esseri umani incapaci ad opporsi alla forza del maligno, se non ci fosse Dio. Infatti in altro passo dice a Pietro “uomo di poca fede” come per dire, che se avesse la fede necessaria esso non commetterebbe peccato alcuno e sarebbe santo e capace di ogni miracolo, come Gesù avrebbe voluto. In ciò fa notare che i discepoli sono fragili e suscettibili agli attacchi del maligno.
n.b: La frase “non entrare in tentazione” fa capire come la frase non indurci in tentazione si errata e anche le due frasi sono una contraria all’altra, perché il dire non entrare in tentazione sta ad indicare di chiedere a Dio non permettere che il maligno ci tenti, cioè di non permettere che il maligno ci induca in tentazione. Mentre la frase non indurci in tentazione sta ad indicare che sarebbe Dio che induce l’uomo alla tentazione, cosa non possibile e non vera. Perché in netto disaccordo con la precedente frase. Oltre che estremamente offensiva verso Dio. Praticamente dire che Dio induce in tentazione l’uomo è come dire che è Dio che si sostituisce a Satana. Cosa falsa! E chi afferma ciò non è con Dio, ma contro Dio e vuol solo far annullare l’efficacia della preghiera da Gesù trasmessa ai suoi discepoli.


Marco:14,53-65 ; 15,1-32
La condanna e la morte di Gesù.

Conducono Gesù innanzi al sinedrio il quale in ogni mezzo tenta di fargli di discreditarlo portando falsi testimoni, ma Gesù non risponde fino a quando Caifa, gli chiede se è lui il figlio di Dio , e Gesù risponde: “Io lo sono, e vedrete il figlio dell’uomo assiso alla destra della potenza e venire con le nubi del cielo. “  Gesù dice chiaramente di essere il figlio di Dio Onnipotente, ma naturalmente nessuno sacerdote ebraico voleva credergli, perché in realtà non volevano che un figlio di Dio distruggesse le leggi che loro stessi si erano fatti su misura. In sostanza Caifa, voleva uccidere Dio. 
Poi naturalmente gli astuti sacerdoti dopo averlo condannato a morte, non si sentirono di portare a termine la loro invettiva e scaricarono ai romani l’incombenza, pilato interrogatolo, non ottenne nulla. Naturalmente secondo le tradizioni di quel tempo, durante le festività era usanza rilasciare un detenuto, quindi anche con Gesù si pratico la stessa cosa, ma i sacerdoti del tempio sobillarono la folla a più riprese tanto che Pilato chiese cosa aveva fatto di male, ma essi volevano il sangue di Gesù.  Quindi Pilato li accontentò, rilasciò barabba e fece flagellare Gesù.
La coronazione di spine, un atto ignobile, per qualsiasi essere umano, figuriamoci per il figlio di Dio, di una malvagità e di una crudeltà uniche, che solo un popolo irretito dall’invidia dei sacerdoti, poteva fare.
 Lo schernirono dicendo “salve re dei Giudei”, lo picchiavano in ogni modo, e gli posero una corona di spine, probabilmente di una specie di pianta spinosissima con spine particolarmente dure.
Per quanto Gesù fosse spiritualmente forte, ma la sua carne era stata piegata dai quei terribili colpi di flagello e dalla percosse, così preso un uomo forte, Simone di Cirene per portare per lui la croce, dopo che Gesù cadde per tre volte. Giunti al Golgota, si svolse all’ora terza, la crocifissione che ben tutti la conosciamo, rappresentata in ogni modo da film famosi. La spartizione delle vesti di Gesù fa capire che esse non erano affatto di un materiale povero, ma male intessute ma tutt’altro, di buona manifattura e preziose, tanto che i soldati vogliono spartirsele e se le giocano a dadi. Qui fa capire che l’abito sacerdotale non deve essere semplice eccessivamente povero, ma di buon materiale anche prezioso. Gesù ricevette oltraggi da tutti, sia dai due ladroni, che dalla folla accorsa.


Giovanni: 19,23-27

Presso la croce vi era la Madre di Gesù assieme al discepolo Giovanni e ad altre due donne, e Gesù disse a sua Madre e al discepolo più amato: “Donna, ecco tuo figlio.” e al discepolo” Ecco tua Madre”


Marco:15, 33-41

In questa parte si evince, che quello che parla è ancora il Gesù umano, perché grida: “Eloi, Eloi, lamà, sabachtani?” che significa Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?” ma la folla continuava a insultarlo… dopo di che Gesù gridando spirò.
Dio non lo aveva abbandonato, ma il suo corpo umano e la sua mente umana, aveva avuto un cedimento proprio all’ultimo momento, questo ci fa capire che fin all’ultimo momento Dio ci può provare, perché se ha provato il suo figlio Unigenito per purificarlo al fuoco ardente del suo amore, ma figuriamoci se non lo farà anche con ognuno di noi, fino all’ultimo saremo vagliati, provati e piegati, per ottenere da ognuno delle primizie di primissima qualità come diciamo noi.  In quel momento un tremendo terremoto squarcio il velo del tempio e da quello che le cronache raccontano anche una parte di Gerusalemme fu distrutta, i sepolcri furono aperti e i morti risorsero, con grande spavento di tutta la popolazione.

Marco 15,  42-47 ; 16, 1-19;
La Resurrezione:

Alla vigilia della Parasceve, cioè del sabato, Giuseppe di Arimatea chiese a Pilato il corpo di Gesù per seppellirlo, nel suo sepolcro in pietra. Ne rotolo innanzi una grande ruota di pietra, sotto gli occhi di alcune donne discepole di Gesù.
All’alba del primo giorno della settimana ebraica cioè la domenica, le discepole di Gesù Maria Maddalena e  Maria di Giacomo, si recarono al sepolcro per ungere il corpo come era usanza fare. Giunte presso il sepolcro si accorgono che la pietra è stata già spostata, entrate nel sepolcro vi era un giovane uomo, vestito con candide vesti. Che disse loro:  “ Non abbiate paura. Voi cercate Gesù il Nazareno, il crocifisso: è risorto, non è qui. Ecco il luogo, dove è stato posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che vi precede in Galilea  ; lo vedrete là, come vi ha predetto.”   Non dice a che ora è avvenuta la resurrezione o esattamene in che giorno, ma è probabile che sia avvenuta di sabato, nel giorno del Signore.
La descrizione che ne fa Giovanni è un po’ diversa, quasi un po’ più dettagliata mentre quella di Marco sembra più sintetica e meno descrittiva.

Giovanni: 20, 1-31; 21,1-23

Dice Giovanni, appena la donne giunsero al sepolcro videro che era vuoto, allora corsero a chiamare i discepoli Pietro e Giovanni. I quali accorsi al sepolcro lo trovarono anch'essi vuoto, e riposti i teli della sepoltura, compresero le parole profetiche di Gesù.  Ma fu Maria Maddalena a rimase presso il sepolcro, fu in questo frangente che vide i due giovinetti (angeli) vestiti di bianco, essi rassicurano la Maddalena, ma si accorge che un altro giovane che era lì vicino, era Gesù, questo fa capire che Gesù aveva altre sembianze diverse da quelle terrene, e Gesù dice: “donna perché piangi?   Chi cerchi? “ ella rispose, ma non sapendo chi fosse: “Signore, se l’hai portato via tu, dimmi  dove lo hai posto e io lo prenderò”.  Ma Gesù rispose:  ”Maria!”  allora la Maddalena lo riconobbe: ”Rabbuni!” Maestro.

Gesù : “Non trattenermi perché non sono ancora salito al Padre . Ma va’ dai miei fratelli e dì loro: -salgo al Padre  mio e Padre vostro , Dio mio e Dio vostro”.
Quindi la prima a vedere Gesù risorto è la Maddalena, non gli apostoli.  E questo è un dato interessante. Inoltre l’aspetto di Gesù non è il suo aspetto terreno, ma quello trasfigurato, che aveva preso quando i tre discepoli lo videro, nella sua trasfigurazione sul monte.  Da ciò comprendiamo che le immagini a noi arrivate di Gesù sono del Gesù terreno, non del Gesù risorto! Gesù che ha lo stesso aspetto fisico del Padre Suo che è nei cieli. Poi alla sera della domenica appare in mezzo ai discepoli e li saluta dicendo : “Pace a voi!” mostra loro le mani i piedi e il fianco a testimonianza, del suo martirio. Affinché essi credettero con sicurezza che Egli era risorto. Aggiunge :” Pace a voi. Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi!”  e detto ciò alitò su di loro,  e aggiunse: “ Ricevete lo Spirito santo,  a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi; a chi non li  riterrete, saranno ritenuti.”

Notare il verbo alitare usato principalmente da Dio Padre mentre alita la vita in Adamo , così fa lo stesso suo Figlio Gesù che ha lo stesso potere di donare la vita mendiate lo stesso Spirito del Padre, in ciò Gesù si rivela per chi è realmente, egli è al tempo stesso il figlio, ma al tempo stesso è il Padre, perché fin dalla Genesi solo il Padre Onnipotente alitò nell'uomo il suo spirito, per donare all'uomo l’anima, ora Gesù figlio di Dio, e Dio con Dio, fa la stessa cosa, ma in questo caso dona agli apostoli lo Spirito Santo. E da il suo ordine a tutti gli apostoli, di rimettere i peccati. Sono loro che decideranno se rimettere o non rimettere i peccati.

È interessante il discorso che si ripete a porte chiuse, Gesù si mostra ai suoi discepoli e anche con Tommaso avviene la stessa cosa, come se il chiudere le porte fosse un segno di nascondere agli occhi dell'uomo, la divinità di Dio, affinché solo chi crede vedrà.

Gesù risponde a Tommaso:” perché hai visto, hai creduto. Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto” in ciò Gesù ci fa capire, che molta più grazia è in chi non ha mai visto il Signore, e su costoro se crederanno in Dio senza aver necessità di vedere, otterranno maggiore grazia presso Dio.
Molti altri segni Gesù da risorto ha compiuto in mezzo al suo popolo, per quanto molti di essi non stati trascritti, ma solo i più significativi.  L’apparizione sul lago di Tiberiade, evidenzia come Gesù avesse un aspetto non riconoscibile, ma solo coloro che avevano lo Spirito Santo in loro lo potevano riconoscere.Questo racconto ci spiega come un essere umano che abbia anche ricevuto lo Spirito Santo, può in un istante non essere preso da esso, e questo fatto, ci fa ben capire proprio questo particolare; alcuni apostoli usciti in barca a pescare vedono sulla riva del lago un uomo, ma loro non lo riconoscono, perché in quel momento Egli (Gesù) non si presentò nella sua forma conosciuta dagli apostoli, pur avendo ricevuto tempo prima lo Spirito Santo proprio da Gesù, essi sono distratti e non usano quello Spirito donato da Gesù, per vedere Gesù stesso.  Gesù parla ai discepoli come un estraneo: “Figlioli, non avete un po’ di companatico?”, “No” gli risposero  i discepoli. Ma Egli disse loro, “Gettate la rete a destra della barca, e ne troverete”, i discepoli non erano in grado di trarre sulla barca, la rete per il gran peso. Allora Giovanni, il discepolo che Gesù amava dice a Pietro: “ E’ il Signore!”  a questo punto Simon Pietro, si cinse la veste e si tuffò in mare.

Curiosa la parte che Simon Pietro è sulla barca seminudo, come se fosse un vezzo, una libertà che avevano tra di loro. Ma curioso anche il fatto che innanzi al Signore esso si rimette in ordine, come se la sua vita fosse stata divisa in due parti, fintanto che vi era Gesù esso aveva un comportamento, quando Gesù non vi è più, il suo atteggiamento è più libero e si sente forte della sua posizione a far quel che vuole; ecco il perchè il Signore non si fa riconoscere, vuole vedere come i suoi discepoli vivono le sue parole, se veramente hanno intenso il suo messaggio. E il fatto che Pietro si rivesta, fa capire che esso aveva in parte trascurato il messaggio di Gesù. Si comprende, perchè Gesù poi insiste con quelle domande ripetitive.

Tutti vedono quest’uomo in riva al lago, ma nessuno di essi lo riconosce, se non quando egli mediante alcune poche parole e un miracolo gli dimostra chi Egli è!  E il primo a riconoscerlo è Giovanni.  Notiamo un  particolare, Gesù dice agli apostoli di gettare la rete e specifica a destra della barca, perché mai ha fatto questa specifica? Da un certo di punto di vista i pesci stanno ovunque attorno alla barca, che significato ha a destra della barca? Semplice, Gesù il Cristo di Dio, sta alla destra del Padre suo, rappresentato dalla barca. E dice ai discepoli pescate a destra della Barca, non a sinistra. Anche questo ha un senso ben preciso. Gesù predilige la destra e non la sinistra, anche in altri passi dei vangeli esprime questo concetto.

Ma Pietro si rattristo. E gli rispose:” Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo”

Gesù rispose:” pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: Quando eri giovane ti cingevi  da te e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vuoi” .
Ora , disse questo per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio. Poi disse" seguimi."
Pietro vide che lo seguiva il discepolo che Gesù amava(Giovanni), quello che durante la cena si era posato sul suo petto di lui e gli aveva chiesto: “ Signore, chi è chi ti tradisce?” .

Pietro dice a Gesù” Signore e di costui che sarà?”  Gesù rispose: “ Se voglio che rimanga finché io venga, che te ne importa?, tu seguimi!”.

Questo passaggio della vita di Gesù e dei suoi discepoli è molto significativo…
Prima di tutto la ripetizione per tre volte della domanda di Gesù: “Simone di Giovanni, mi ami tu?” ha una sapore un po’ strano questa insistenza da parte di Gesù, come quando Gesù predisse a Pietro il suo rinnegamento, che al cantar del gallo egli lo tradì per tre volte, pare in qualche modo, che Gesù voglia vedere se l’apostolo ha compreso la lezione, o se l’apostolo è ancora impulsivo, distratto e fa le cose senza riflettere attentamente. In effetti da come risponde Pietro pare che non abbia ancora capito esattamente le domande di Gesù. Perché anche durante la premonizione di Gesù che gli predice il suo rinnegamento, Pietro risponde impulsivamente senza riflettere, quasi volendo a tutti i costi far piacere al Signore. Dicendo che lui non avrebbe fatto ciò. Cosa che poi avvenne il contrario. Anche in questo caso per tre volte Gesù ripete insistentemente la medesima frase, quasi a sottolineare qualcosa, poi però l’attenzione si sposta su Giovanni, e Pietro infastidito dalla presenza di quel discepolo, quasi stizzito, con una punta di invidia, chiede cosa ne sarà di quel discepolo, e Gesù ribatte: “Se voglio, che rimanga finché io venga, che te ne importa?” ….. è il che te ne importa di Gesù, fa capire come in realtà Pietro ha posto la sua domanda verso Giovanni, con quale sentimento egli si era posto verso quel discepolo? non certo un sentimento d’amore, ma di conflitto. E fa capire, che tra i discepoli non c’è proprio tanto buon sangue, ci sono degli attriti, probabilmente delle dispute tra chi si riteneva il più vicino a Gesù o chi era il primo, ma tutti sapevano benissimo che il più vicino non era Pietro ma bensì Giovanni. L’insistenza di Gesù verso Pietro, non indica tanto che Pietro sia il suo vicario, quanto indica che Gesù voleva far capire a Pietro, che alle volte le sue risposte non erano sincere o coerenti, ed ogni volta Gesù risponde a Pietro “Pasci le mie pecorelle o agnelli e tu seguimi”, non gli dice che egli è il primo, gli dice, solo di essere un buon pastore e di seguirlo sempre, ma di non occuparsi degli altri discepoli, che ci avrebbe pensato Lui stesso. In questo, fa capire che gli altri apostoli non sono sottomessi all'autorità di Pietro, ma bensì di Gesù stesso. “Se voglio che rimanga finché io venga, che te ne importa?” questo fa capire che ogni, apostolo eletto da Gesù, sarà sotto l’autorità di Gesù e non di Pietro.

Poi anche quando gli dice, “In verità, in verità ti dico: Quando eri giovane ti cingevi  da te e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vuoi” .
Secondo me questo non parla della morte Pietro, ma bensì del fatto che da vecchio sarebbe stato condotto da altri nelle sue parole, e che la sua parola poteva essere modificata perché egli non più in grado di essere totalmente presente, infatti un anziano, viene condotto per mano ogni giorno da chi è giovane e le sue parole vengono vagliate. Questa frase ha un senso doppio, indica infatti che un apostolo deve rimanere tale fin alla fine dei suoi giorni, e che ci saranno altri ad occuparsi di lui, finché il Signore non lo prenda con sé. 
Questo fa capire, che non è prevista abdicazione.

Dopo tutto in Apocalisse Gesù è chiaro, vi sarà un nuovo vangelo eterno e con ciò si comprende bene che il vangelo lasciato da Gesù, verrà modificato e le parole stesse di Gesù verso Pietro sono molto significative.








venerdì 11 aprile 2014

PREGHIERA A DIO PADRE PER OTTENERE TUTTE LE GRAZIE CHE SI DESIDERANO


10/04/2014

Un arcangelo:
Caro figlio, questa preghiera, essa servirà a tutta l'umanità per lucrare ogni genere di grazia:


©Preghiera a Dio Padre detta a Boanerges Yhwhnn



O Tu Santo tra i santi, Padre Eterno, Dio d’infinita bontà e Amore, noi miseri umani, chiediamo a te supplichevoli di accordarci le grazie che ti chiediamo in nome di tuo Figlio Gesù e della tua Sposa prediletta, l’Immacolata Vergine Maria e di tutti i cori angelici.

O Dio Padre, chiedo a tuo Figlio Gesù in Tuo Nome la grazia, di cacciare dall’umanità satana e le sue legioni.
Onore, forza, potenza e gloria all’eterno amore di Dio. (Pater, Ave, Gloria)in ginocchio

O Dio Padre, chiedo a tuo Figlio Gesù in Tuo Nome la grazia, di perdonare agli uomini i loro peccati più gravi.
Onore, forza, potenza e gloria all’eterno amore di Dio. (Pater, Ave, Gloria)in ginocchio

O Dio Padre, chiedo a tuo Figlio Gesù in Tuo Nome la grazia, di aver pietà di tutti i popoli che opprimono i figli che ti amano.
Onore, forza, potenza e gloria all’eterno amore di Dio. (Pater, Ave, Gloria)in ginocchio

O Dio Padre chiedo a tuo Figlio Gesù in Tuo Nome la grazia, di dar forza e speranza hai poveri del mondo.
Onore, forza, potenza e gloria all’eterno amore di Dio. (Pater, Ave, Gloria)in ginocchio

O Dio Padre, chiedo a tuo Figlio Gesù in Tuo Nome la grazia, di infondere il Tuo Amore in tutta l’umanità.
Onore, forza, potenza e gloria all’eterno amore di Dio. (Pater, Ave, Gloria)in ginocchio

O Dio Padre, chiedo a tuo Figlio Gesù in Tuo Nome la grazia, di donarci i sette santi doni dello Spirito Santo.
Onore, forza, potenza e gloria all’eterno amore di Dio. (Pater, Ave, Gloria)in ginocchio

O Dio Padre, chiedo a tuo Figlio Gesù in Tuo Nome la grazia, di riempirci con l’acqua e il sangue di tuo figlio Gesù.
Onore, forza, potenza e gloria all’eterno amore di Dio. (Pater, Ave, Gloria)in ginocchio

O Trinità d’infinita Amore, qui innanzi al Tuo Trono Eterno prostrati, supplichiamo di concederci le grazie che ti chiediamo (esprimere una grazia personale) per Tuo Figlio Gesù, per i tuoi sette Santi Spiriti, per la Tua Sposa prediletta, per San Michele arcangelo. Donaci il tuo Eterno fuoco d’amore, riempi le nostre anime e donaci la tua pace. E così sia Amen.




Gloria, Forza, Potenza ed Onore nei secoli dei secoli all'eterno Santissimo Padre Figlio e Spirito Santo! Amen.


Vi ringrazierei se riportate chi l'ha ricevuta cioè il sottoscritto Boanerges Yhwhnn. 
Se no sembra che l'ha ricevuta chiunque la condivida, è non è giusto, cercate di essere corretti, anche voi che vi considerate cristiani e ricordate che Dio è sempre presente e vede tutto.
Molto spesso la gente pensa che prendere le cose degli altri, non sia fare peccato, invece è tutto il contrario e poi sapete per un non nulla si finisce di sotto e tutto il vostro darvi da fare per salvare le vostre vite, anime e quelle degli altri non è servito a nulla. 


ACQUISTATE IL VOLUMETTO LA GLORIA DI DIO E TROVERETE RIUNITE TUTTE LE  PREGHIERE NELL'ORDINE VOLUTO DALL'IMMACOLATA. 

giovedì 3 aprile 2014

Il Gesù parla al mondo!

30 marzo 2014

Cari figli del mondo.


Non voglio stancarvi, con le mie continue richieste di cambiare vita, di essere migliori, di non commettere peccati, di pregare, confessarvi e convertirvi. Ma da ciò che vedo ogni giorno, da secoli e secoli, per quanto faccio, voi continuate imperterriti a farvi del male, senza volere realmente cambiare; il vostro cambiamento è momentaneo, finché non subentra una nuova esigenza, ma non avete saldo nella vostra mente il vostro bene superiore, che viene dopo questa vostra vita terrena. Voglio e desidero salvarvi dalla dannazione eterna, dalla morte dell’anima, ecco perché mi distruggo per voi, nel richiamarvi e nel soccorrere chi desidera con tutto il cuore, ascoltarmi, amarmi sinceramente. Ricordate che Io, non perdono chi non chiede umilmente e sinceramente perdono, non si dica Dio perdona tutto! Si, perdono tutto, se chiedete a me perdono, ma non perdono se non chiedete perdono. Vi ho posto dei sacerdoti per esservi di aiuto, non perché essi si diano al mondo! Nessun’uomo si sostituisca a me, nel decretare diversamente dalla mia legge, perché chi lo fa è contro di me! Nessun’uomo interpreti la mia legge come più gli aggrada, per adattarla alle esigenze dell’uomo nel tempo. Ciò che è in abominio a me, io l’ho detto e decretato e così è! Nessun uomo povero o potente, sentenzi diversamente! Non ho dato all’uomo della mia chiesa il potere di cambiare la mia legge, se esso lo fa si pone contro di me,  sappia che la mia condanna cadrà anche su coloro che nella chiesa applicano una legge diversa, per dannare le anime. Non usate l’astuzia per portare il mondo dove voi credete, perché, insegnerò a chi desidero di leggere nei cuori, nelle menti e nel tempo ciò che l’uomo malvagio ha in cuore di fare contro l’umanità, contro la mia deità.  Non cercate di nascondere le vostre sozzure, non fingete di celare sotto falsi sorrisi e ipocrisie, il vostro vero agire, io vi osservo, sia buoni che i cattivi, conosco i vostri pensieri più reconditi e li metto a disposizione di chi io desidero, non si dica che solo l’uomo di chiesa può stabilire o decidere se un soggetto è santo, perché ciò è contro la mia deità. Voi non sapete e non conoscete i misteri eterni, siete umani e non siete dei! Comportatevi da uomini saggi, se volete essere dei. Ma la deità appartiene all'immortalità non al mondo mortale. Non cercate di porvi al mio posto, non elevatevi, rimanete in basso, per voi è un bene se lo comprendete; siete tutti al mio cospetto uguali, non c’è nessuno che è superiore all'altro, ne il povero lo è rispetto al ricco, ne il santo rispetto al peccatore, ne il popolo rispetto al vicario. Innanzi a Me siete tutti sullo stesso piano, non siete innanzi a me, più alti o più bassi. Guardo i sentimenti del vostro cuore non le parole vane, non conta se siete laureati, geni, teologi, uomini importanti, re, principi, poveri, ignoranti o ricchi, sacerdoti o pontefici. Guardo i vostri cuori, le vostre anime, i vostri pensieri, azioni che saranno un giorno tesoro per voi, uno scrigno per accedere nel mio regno. Mettete in pratica la mia parola, alla perfezione in modo integrale e non datene un senso diverso. Rispettate la legge degli uomini, ma se essa va contro di me, sia essa in abominio a me, così decido e così comando!  E se il mio vicario vi dice diversamente, non ascoltatelo perché esso non parla ad opera dello Spirito Santo, ma per sua volontà! Hai vostri bimbi insegnate che Dio vi ama, insegnate la mia parola, insegnate a pregare ad amare il prossimo e non usate violenza contro nessuno di loro, siano protetti i bimbi, perché loro è il mondo, perché dai bimbi nascerà una nuova generazione, sono loro il vostro futuro e la vostra vecchiaia. Se avete a cuore il vostro futuro curate il vostro presente. Un albero si riconosce dai suoi frutti. E i frutti che ora sono nel mondo, sono guasti.

sabato 29 marzo 2014

Amare i nemici!

Amare i nemici!
Luca 6,27-36

Molti si chiedono come si possibile amare i nemici?

E’ possibile, nel come ci si pone nei confronti del prossimo.

Ma questo concetto va molto oltre la parabola di Gesù, egli infatti ci vuole fa capire qualcosa di sconvolgente, che noi umani facciamo fatica a comprendere il mistero che si cela in esso.
La parabola ci invita ad amare i nemici, ad averne compassione, a provare misericordia, pietà ecc; ma l’amare è indice di ammonimento, non di seguire, non si emulare, non di assecondare il nemico, ma di tentare il suo recupero, di portarlo sulla retta via, infatti Gesù dice bene quando afferma ma anche i peccatori amano, anche i buoni amano, che meriti ha l’uomo che ama o che fa il bene verso chi già gliene fa? Non ha meriti alcuno, se egli già ama da chi è amato, perché il cattivo o il buono sono entrambi amati da loro stessi simili.  

Gesù ci dice ama il tuo nemico, cioè ama colui che ti fatto un torto, ama colui che ti insulta, ama colui che ti calunnia, che ti critica, ama colui che è nel peccato, perché solo con l’amore, puoi ottenere la conversione di quel nemico, solo con l’amore puoi sconfiggere il male, ma senza chiedere meriti a nessuno e senza chiedere indietro alcuno sforzo o danaro che potresti aver investito. Se non fate tutto ciò con vero sentimento d’amore disinteressato verso costoro, non otterrete le promesse di Gesù.

Nella parabola fa capire che anche chi è nel peccato è in grado di amare, ma allora quale è la differenza tra l’amore dei buoni e quello dei cattivi?

Di quale amore parla Gesù?

E’ si, in questa parabola Gesù fa una distinzione, tra i cattivi e i buoni, ma allora stesso tempo dice che entrambi sanno dare amore, in questo oscuro discorso Gesù nasconde una verità, che ci sono due tipi di amore, quello dato da Dio e quello dato dall'uomo. Dato che satana non sa amare e non può dare amore. 
L'amore di Dio è puro amore, ed anche il sesso che venisse fatto mediante esso deve essere finalizzato alla procreazione non al piacere fine a se stesso. Ecco la differenza, l'amore fatto per un piacere fisico-mente porta al peccato, mentre l'amore con la conseguenza della procreazione con fine di portare frutto(figlio) non c'è peccato. 
Abbiamo che l'amore che Dio porta è un amore creatore, mentre quello che noi portiamo non crea, ma distrugge, perchè noi consumiamo la nostra forza vitale nel creare, o dare vita e lo sprechiamo in nulla, cioè la gettiamo via la vita, di conseguenza sprecare la vita è un peccato.  In questo caso del donare vita anche con il sesso per generare un figlio, ma nel caso dell'amore puro verso il prossimo dove non c'è sesso, è finalizzato ad altro scopo, nel quale vi è il sentimento vero e profondo, come può essere un amicizia, una passione, un legame, un interesse, l'amore per l'altro, il debole, il malato, il povero, ecc. 
Quindi Dio distingue tra amore per la vita, e amore per la non vita, uno crea la vita, l'altro genera la morte e induce al peccato.

Chi sono i nemici?
Chi ci fa del male,(ladri, truffatori, gli assassini, ecc) i cattivi in generale, i peccatori, gli immorali, gli indemoniati, satana stesso, ecc.

Ma l’amare i nemici è un concetto che va molto oltre la natura umana, è un concetto che esprime un pensiero divino, prima di tutto verso gli esseri soprannaturali, oltre che gli uomini, ma cosa intendo dire con questo, se Dio, è colui che ama tutti, ama anche chi per noi non dovrebbe essere amato. Ama anche colui che lo odia infinitamente, ama anche colui che lo combatte giorno e notte, ama anche colui che ha istiga l’uomo a porre il figlio di Dio sulla croce. Ama anche colui che è stato costretto ad allontanarlo dal suo regno eterno, per suo stesso volere, per sua stessa condanna con le sue stesse mani, satana. Se Dio non amasse anche satana, Dio lo avrebbe ucciso, cioè proprio eliminato dalla scena del tempo, invece lo ha solo condannato, ad un agonia eterna per aver rifiutato di sottomettersi a suo Figlio Gesù umanizzato. Il dolore che satana prova verso Dio, è proprio legato al fatto che Dio lo ama ancora, ma satana non vuole quell'amore, lo combatte ma Dio essendo  amaro puro non può non essere esso stesso così, ama chiunque, e non per nulla Gesù dice amate i  vostri nemici, non nel senso di divenire complici di questi, ma di aiutarli nel sconfiggere il male che c’è in loro, proprio riversando su di essi amore. Quando si riversa su un soggetto amore, specie se questo è a te avverso, esso si trova spiazzato e non sa più come reagire, satana stesso prova infinito dolore nel ricevere amore ed è questo amore che lo tormenta giorno e notte, nei secoli dei secoli. Quando si fa un esorcismo per scacciare un demone, più demoni o legioni di demoni da un essere umano, si applica un azione d’amore verso questo essere umano, ma l’amore che si scatena verso l’essere umano, in realtà va contro il demone che prova un infinito dolore, praticamente l’amore che Dio manda mediante i suoi 7 santi spiriti(Spirito Santo)provoca nel demone, un dolore “fisico” terrificate come se l’amore di Dio per quel demone fosse il suo peggiore male e lo è realmente. Quindi ogni benedizione, ogni preghiera, ogni esorcismo sprigionano amore allo stato puro originale, specie se questo amore, è disinteressato, e versato verso chi non ti fa del bene. Praticamente l’azione che noi facciamo verso satana o i suoi demoni è un azione d’amore, anche se noi scacciamo questo demone da noi, ma l’azione che noi esercitiamo verso di lui, è un azione d’amore, il quale amore lo distrugge, lo tortura, lo brucia, fino alla sua radice più profonda e lo contorce con un dolore terrificante che nemmeno il fuoco atomico è comparabile. Satana fugge l’amore di Dio, non potendo più contenerlo, neppure se volesse.

In breve la preghiera, la benedizione, gli esorcismi, i miracoli, le grazie, la confessione, la messa, l’eucarestia sono tutti atti d’amore verso il prossimo o verso noi stessi, in pratica noi mediante questi mezzi attiriamo a noi l’amore di Dio, e solo Dio da amore, infatti l’amore non ci appartiene, esso viene da Dio, come l’odio viene da satana. Ma tutta la creazione è piena e intrisa dell’amore di Dio che la manifesta. Satana ci odia, perché ci invidia, proprio perché noi siamo amati da Dio in modo totale, mentre lui ha rifiutato di sua volontà quell'amore puro sincero e gratuito che Dio gli ha offerto e gli offre ancora, ma in questo caso come detto produce in satana un dolore assoluto.


L’Amore non appartiene alla mente logica, matematica, razionalista del nostro cervello, esso è stato infuso in noi, con l’anima dal soffio divino e non è un pensiero logico, ne razionale. L’Amore è l’essenza che ci sostiene e che ci da vita; nei casi di possessione, ossessione, il demonio riesce ad oscurare, con il suo peccato e con quello del soggetto posseduto, l’amore che è Dio. Per questo il soggetto umano è in così grande sofferenza, in così grande prostrazione psicologica e anche fisica alle volte. Per questo, bisogna far il possibile per rimanere legati a Dio, perché egli mediante il suo amore ti protegge sempre da qualsiasi cosa, umana o soprannaturale e per far ciò bisogna imparare ad amare chi ti maltratta, insegnando e ammonendo. 

L'amore uccide satana! 
Ma satana non deve essere amato, al massimo se ne può aver pietà e mediante la pietà lo si distrugge! 
Gesù nei suoi "colloqui" con il maligno, durante le sue tentazioni, esso, mai lo odiò! Mai! Lo scacciò, lo riproverò, lo ammonì, ma Gesù non appartenendo ad Egli l'odio, non può odiarlo, ma il suo amore per tutto e tutto lo schiaccia e lo scaccia; è il demonio stesso a fuggire innanzi a chi contiene in sé l'amore puro di Dio. Satana fugge innanzi alla santità!

© Copyright

© Quest’opera è protetta dalla legge sul diritto d’autore. Tutti i diritti, in particolare quelli relativi, nuove preghiere, messaggi, alla corona stessa, a qualsiasi pubblicazione inedita scritta in questi blog, alla sua produzione-realizzazione anche fisica, alla ristampa, alla traduzione, trasmissione radiofonica, televisiva, alla registrazione su microfilm, o database, o alla riproduzione in qualsiasi forma, (stampata o elettronica) rimangono riservati anche nel caso di utilizzo parziale o estrapolati i concetti da essa. La riproduzione di quest’opera, anche se parziale è ammessa solo ed esclusivamente nei limiti stabiliti sul diritto d’autore, ed è soggetta autorizzazione dell’autore. La violazione delle norme comporta le sanzioni previste dalla legge vigente in materia. Non vi era nemmeno bisogno di mettere Copyright, perché effettivamente i testi o immagini pubblicate in rete, come su un testo cartaceo, sono già coperti, dal diritto d'autore. Però dato che ci sono molti che fanno orecchie da mercante e fingono su tutto, ho preferito metterlo.

Per qualsiasi controversia contattare l’autore stesso Boanerges573@gmail.com

La Gloria di Dio

Per chi fosse interessato all'acquisto del Libretto di preghiere cliccando sul link seguente : "LA GLORIA DI DIO" vi porta alla pagine dove potrete acquistare il suddetto libretto.