Quale
correlazione c'è ?
Chi
è immacolato può morire?
Immacolato/a
deriva
dalla parola puro, candido, bianco, incontaminato e anche perfetto,
ma il suo senso si usa principalmente per indicare chi è senza
macchia, riferito principalmente a chi è senza peccato. Nella
religione il più alto esempio di tale espressione è la S.S.ma
Vergine Maria, che è definita Immacolata perché senza macchia di
peccato, per cui pura e
santa.
L'essere
senza peccato cosa comporta?
Che
tecnicamente l'essere umano non ha in se il peccato, intenso non solo
quelli generici, ma sopratutto quello definito originale. Quindi un
soggetto che manca del peccato originale è detto immacolato, puro,
casto, intoccabile dal peccato stesso.
Ora
cosa è il peccato?
È
un
atto che determina un azione malevola, atta a danneggiare o se stessi
o altri soggetti. Per cui l'azione del peccato rimane nel soggetto
che l'ha promosso, e contamina questo soggetto, almeno dal punto di
vista spirituale, e il peccato chi lo crea e chi lo gestisce? Sotto
l'ottica spirituale esso è di appannaggio di entità chiamata
maligno, che ne è il gestore principale, cioè colui non che genera
il peccato, ma che lo conduce ed infatti lo definiamo anche
tentatore, cioè spinge l'essere umano a peccare, cioè a far un
azione contraria al bene comune o proprio.
Può
il peccato comportare un deperimento a livello fisico?
Si.
L'azione del peccare, cioè del lasciarci tentare dal maligno o da
una volontà propria di far del male, parte prima di tutto nella
psiche dove si genera il peccato, cioè nel pensiero che non è altro
che un desiderio di male, rivolto sopratutto verso gli altri, qui si
genera la volontà del peccare, e il peccato viene poi promosso ed
attuato sia mediante la parola, che mediante le azioni.
Ma
il peccato in se stesso, dopo che è stato compiuto cosa lascia in
noi?
Abbiamo
almeno due stadi, il primo il lasciarsi tentare, il secondo l'attuare
il peccato, nei quali subiamo dei cambiamenti, anche chimici, in noi
stessi, vi è la soppressione di alcune sostanze, e l'attivazione di
altre che portano in noi dei cambiamenti biochimici, atti a farci
reagire in modo tale da produrre un certo effetto di male, si
scatenano in noi aumenti esponenziali di diverse sostanze, tra cui
alcuni tipi di ormoni che inducono eccessi e che se il peccato
diviene abitudinario, queste sostanze in aumento continuo, possono
determinare veri problemi fisici, e creare squilibri nell'organismo,
tanto da creare anche malattie inguaribili o vere psicosi. Quindi i
possono determinare sia le situazioni di depressione che di
aggressività, tutto sta in relazione al genere di peccato che si è
meditato compiere. In definitiva, il peccato di per se stesso, genera
a lungo andare delle malattie nelle persone che molto peccano.
Generalmente le malattie sono correlate al genere di peccato che essa
esercita per la maggiore.
Ora
se si è senza peccato, significa che il tuo organismo non si
ammalerà mai, o per lo meno non di malattie derivanti da peccato.
Può
un organismo che non ha peccato, o è privo di questo, ammalarsi? No!
Può
un organismo che è immacolato morire?
La
risposta che ne viene spontanea potrebbe essere, no, ad un soggetto
poco attento.
Però
se i progenitori che inizialmente erano senza peccato originale, essi
potevano morire? Si.
Per
cui cosa comprendiamo con questo?. Che l'essere senza peccato non
centra nulla con l'essere immortale, sono due cose diverse.
Lo
comprendiamo proprio dai progenitori, il fatto che nell'Eden ci
fossero due alberi, uno definito del bene e del male e l'altro delle
vita eterna, ci fa capire che essi non erano immortali, ma mortali,
perché Dio ha detto “non
permettiamo loro di mangiare anche dell'albero della vita eterna
perché non diventino immortali,”
per cui essi erano mortali, ma inizialmente immacolati. Poi persero
la loro caratteristica distintiva e divennero peccatori. Ma rimasero
mortali.
Per
cui l'atto di essere immacolati non centra con l'essere immortali,
sono due cose diverse.
Anche
satana e i demoni sono in sostanza immortali, perché esistenti per
sempre, ma nel peccato.
Di
conseguenza abbiamo che l'immortalità ha due aspetti contrapposti,
nell'assenza del peccato, cioè nella presenza di purezza, e nella
presenza di peccato.
Quindi
immortalità non è sinonimo di purezza, ne di candore. Non centra
nulla.
L'azione
dell'essere immacolato ha però un suo scopo, quello di permettere
allo spirito, cioè l'anima di congiungersi facilmente con lo spirito
di Dio, e divenirne parte integrale, cioè un tutt'uno, in senso
costante del termine, un essere immacolato fin dalla sua nascita
indica che nessun azione maligna può svolgersi in esso, cioè che il
maligno come entità non lo può intaccare in nessuno modo, ma esso
stesso non è neppure portato ad essere peccatore. Perché l'essere
immacolato significa essere santo. Quindi chi giunge ad essere santo
o fa atti di santità pur non essendo perfettamente e costantemente
tale, significa che entra ed esce da questo stato di immacolatezza.
Perché per essere perfettamente immacolati si dovrebbe essere simili
a Gesù Cristo e a sua Madre, cosa assai difficile per un essere
umano, se non impossibile, per le nostre caratteristiche.
Ora
se il corpo di Gesù fosse stato in terra immortale il suo corpo non
sarebbe morto in croce, neppure dopo milioni di frustate o percosse,
però era immacolato, condizione necessaria per far risorgere il
corpo. Perché essendo che il suo corpo era fuso con lo Spirito Santo
e la natura stessa del Padre Suo, esso manteneva in se stesso, il
potere di rigenerarsi, cioè di riportare in vita il corpo stesso,
proprio grazie al fatto che era immacolato, privo di qualsiasi genere
di peccato, che potesse anche lontanamente intaccare il corpo.
L'incorruttibilità del suo corpo, si manifestò mediante i prodigi
che da Vivo faceva e mediante il suo sangue. L'essere immacolati
conduce con facilità lo Spirito Santo da un essere ad un altro o
mediante le proprie intenzioni per quello che si desidera. Quindi la
condizione di essere immacolati è necessaria per compiere i
miracoli, verso gli altri.
Oltretutto
la sofferenza genera un grado più elevato di purezza, per cui si
diventa come super-immacolati, questo fa sì che ogni atto sprigioni
una potenza molto maggiore, per cui Gesù è risorto poco dopo esser
stato deposto, nella tomba. La sua resurrezione è avvenuta per
effetto del suo stesso spirito, che ha rigenerato tutto il corpo,
cioè lo ha riportato in vita, ad una condizione di perfezione del
corpo totale, ma anche lo ha trasformato incorruttibile ed
intoccabile quindi in una parola sola immortale. Come tutti gli
esseri immortali possono prendere qualsiasi forma corporea, ma
rimanendo immortali. Quando Gesù si mostrerà agli apostoli e loro
lo toccano esso è vivo carne e ossa ma al tempo stesso è immortale,
e può rendersi invisibile quando vuole.
Cos'è
l'immortalità?
E'
una condizione tipica degli esseri superiori, non ci appartiene, noi
esseri umani non siamo immortali, abbiamo corpi mortali, anche se dal
punto di vista spirituale possediamo uno spirito che è immortale.
Il
termine immortale, indica un soggetto che non può deperire, che non
muta nel tempo, che il tempo non fa mutare il suo essere nel momento
che questo è stato determinato, cioè l'essere creato nel tempo
dell'immortalità non muta più, rimane quello che è che si è
determinato; ma il tempo ha una sua variazione un suo evolversi,
almeno nel nostro contiguo temporale, cioè nel nostro spazio tempo,
per cui, per essere, un essere immortale esso deve possedere in se
stesso, la chiave della non mutazione cioè della non trasformazione,
ne dell'invecchiamento, pur rimanendo vivo e vivente. Quindi le sue
cellule non si degradano, e il suo tempo non è tempo, perché il
tempo per LUI è fermo. Esso nel nostro tempo, deve rimanere tale e
quale al tempo in cui si è determinato. Ma certamente il tempo
nostro potrebbe agire anche su un essere immortale, perché comunque
sia, il nostro tempo determina una mutazione progressiva e una
progressione della vita. Per un essere immortale che vive nel nostro
tempo, il suo tempo “fisiologico” non scorre come per noi, ma
per impedire che anche lo spazio tempo nostro possa anche se pur
lentamente mutare la sua fisiologia, si mantiene in una dimensione
diversa dalla nostra in uno spazio tempo nel quale il tempo non c'è.
Per questo si dice che esso è sempre presente. Perché mentre per
noi il tempo muta e si trasforma, per Lui il tempo rimane invariato,
e ci osserva in ogni luogo, e da ogni luogo può intervenire.
Quindi
noi possiamo divenire immortali solo nello spirito, il nostro corpo
non può divenire immortale, per nostra volontà, può invece
divenire risorto solo se Dio lo permette, che non si significa
immortale, ma semplicemente che verrà riportato in vita, ma questo è
un concetto che riguarda la fine dei tempi. Solo Dio può far
divenire immortale un essere mortale. Per esempio Enock si sa che
divenne immortale quando fu portato via da vivo, l'Immacolata lo
stesso, è diventata immortale.
Eterno:
La
parola eterno invece indica una condizione di tipo temporale che sta
ad indicare, un tempo infinito, nel quale si svolge sia la mortalità
degli esseri materiali, che quella degli esseri immortali.
Noi
definiamo Eterno Colui che vive ed è vivente cioè Dio, il cui tempo
è immutabile.
La
morte:
è
una condizione che prende solo gli esseri mortali, cioè che vivono
nella mutazione dei tempo che è il nostro tempo. Solo le cose, e gli
esseri viventi che vivono in esso, si trasformano e come nascono
possono morire. Quel che esiste nel nostro spazio-tempo è
praticamente tutto deperibili e trasformabile. Non esiste nulla che
rimanga tale in eterno, tutto si trasforma, tutto cambia. Gli esseri
viventi terrestri hanno un ciclo di vita, più o meno lungo, a
seconda della specie, ma solo uno degli esseri viventi sul pianeta
terra, possiede un anima immortale e sono gli esseri umani, mentre il
corpo dell'uomo deperisce, causa non solo il peccato, ma anche
l'evolversi e il mutare del tempo.
La
mutazione del tempo può essere considerata un male?
No!
E' stata così creata da Dio per consentire agli esseri di poter
vivere in questo spazio tempo, e trascorre in modo continuativo la
loro vita in esso perché ci sia un evolversi e una evoluzione in
esso. Non centra nulla il peccato con l'evolversi del tempo, sono due
cose completamente diverse, il male inteso come entità maligna, non
pregiudica l'evolversi del tempo, e non agisce su di esso.
Dobbiamo
distinguere morte e morte.
Infatti
vi è una morte che porta alla morte delle cose, cioè alle
cessazione della vita di queste, o meglio dire al loro cambiamento di
stato, per esempio una stella si dice che muore quando la sua luce
non c'è più e essa esplode o implode, quindi la stella muta si
trasforma, ma questo non è un processo di natura maligna, ma
semplicemente un processo naturale, che è giunto al suo compimento.
Anche l'essere umano e gli animali e le piante seguono l'iter
identico, solo che per gli esseri umani esiste una morte detta la
morte dell'anima, è questa sulla quale può agire lo spirito del
male, satana, ed è chiamata in apocalisse la seconda morte, nella
quale l'anima non si può salvare più, cioè è dannata in eterno.
Mentre il concetto della prima morte è quello legato alla semplice
morte del corpo, dove esso ancora può risorgere, se Cristo lo vuole,
mentre le anime interessante dalla seconda morte non risorgono più.