giovedì 14 agosto 2014

Pentimento


Risposte secondo il magistero:“Il solo sapere che certe azioni non piacciono al Signore e sono condannate dalla Chiesa è già motivo sufficiente per dire che si è pentiti.”

La chiesa ritiene che tale espressione sia giusta, invece non lo è….

“Il solo sapere “  è sufficiente sapere che il Signore ha in abominio i peccati, è sufficiente per sentirsi perdonati?
No!

Non basta sapere che il Signore è contrario al peccato, per cui chi si pente teoricamente sia già assolto, No! Per aver il pentimento vero reale e spirituale, bisogna non commettere più quel peccato, come infatti chiede il Signore, “va e non commettere più” il non commettere più è inteso in termini definitivi e non provvisori, cioè non bisogna agire più, altrimenti si reitera il peccato e il pentimento diventa aleatorio e bugiardo. Non esiste pentimento a parole, esiste il pentimento nei fatti. La confessione viene meno, se chi si confessa reitera il peccato. Anzi il confessarsi e poi commettere nuovamente peccato in stato di grazia, è come fare un peccato più grande del peccato stesso che si compie, perché si va contro la grazie ricevuta e si danneggia la grazia, cioè si fa peccato con lo Spirito Santo che è in noi.


Risposte secondo il magistero:“Se il pentimento fosse anche solo dominato dalla paura di andare all’inferno, sarebbe già un pentimento sufficiente. Nel Sacramento poi il Signore farà il resto e perfezionerà il pentimento stesso, facendolo passare da un timore puramente interessato (non andare all’inferno) ad un pentimento più puro: la consapevolezza che quei peccati hanno causato la passione e la morte di Gesù.”


Questo può avvenire solo se il pentimento è reale non fittizio e se esso non è reiterato…

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