Anch'io posso vantarmi di aver in famiglia una Santa.
Ebbene si, La Beata Giovanna Maria Bonomo è la mia Santa Antenata.
Molti anni orsono, la Beata venne in sogno a mia madre dicendole "tu che porti il mio stesso sangue" e le disse di andarla trovare a Bassano, proprio il giorno della sua morte 1 Marzo, dove è attualmente il suo corpo e le sue spoglie, e di portarle tre rose rosse, da offrire una a Lei, una Gesù e una alla S.Sma Vergine Immacolata. Così fu.
Chi era questa monaca che ai quei tempi aveva suscitato una diffusa profonda devozione?
Giovanna Maria Bonomo nacque ad Asiago nella casa paterna al centro del paese il 15 agosto 1606, figlia di Giovanni un ricco mercante dell’Altipiano e di Virginia della nobile famiglia dei Ceschi di Borgo Valsugana.
Si narra che già a dieci mesi ricevette improvvisamente dal Cielo l'uso della parola, per distogliere il proprio padre da una cattiva azione e che a cinque anni aveva conosciuto, per ispirazione divina, il mistero della presenza eucaristica. Sin da bambina parlava benissimo il latino senza l'aiuto di professori o di ripetitori.
A sei anni restò orfana di madre e poiché il padre non poteva seguirla nella sua educazione nel 1615 la condusse a Trento nel monastero di Santa Chiara, gestito dalle Clarisse, le quali impartirono alla Bonomo
un'educazione secondo i costumi dell'epoca, basata su religione, letteratura, musica, lavori di ricamo e danze.
A soli nove anni, cioè a un'età eccezionale per quei tempi, venne ammessa alla prima Comunione. In quell'occasione, Giovanna Maria pronunziò un voto di verginità al quale si mantenne fedele per tutto il resto della sua vita.
A dodici anni Maria scrisse al padre la sua intenzione di farsi monaca Clarissa e di rimanere a Trento. Giovanni Bonomo cercò di ostacolare in ogni modo la vocazione della figlia, la fece rientrare ad Asiago per avviarla alla vita matrimoniale, ma alla fine acconsentì al desiderio della figlia riservandosi tuttavia di scegliere personalmente l'ordine e il monastero
A quindici anni il 21 giugno 1621 Maria entrò nel monastero benedettino di San Girolamo a Bassano. Le fu imposto il nome di Giovanna Maria e l'8 settembre 1622 fece la professione dei voti di povertà, castità e obbedienza iniziando così il cammino verso la perfezione.
La sua vita fu costellata da visioni celesti e per circa sette anni ebbe “molte grazie” e poté godere di gioie celestiali, soprattutto nelle sue frequenti esperienze mistiche, che diventavano più intense quando riceveva la Comunione. A vent’anni, durante una delle solite estasi, Gesù le pose al dito l'anello dello sposalizio mistico, e da allora per alcuni anni dal pomeriggio del giovedì fino alla sera del venerdì o la mattina del sabato, riviveva in estasi tutti i momenti e tutti i dolori della Passione di Cristo. Ricevette anche le stigmate!
Ma questi fenomeni se da un lato la riempivano di gioia, dall'altro l'angustiavano, perché la facevano apparire agli occhi degli altri “ciò che non è” come diceva lei stessa. Pregò intensamente finché le fu concessa la grazia che scomparissero le stigmate e che le estasi accadessero soltanto di notte, permettendole così di condurre una vita normale nel monastero. Ebbe anche il dono della bilocazione.
La fama di santità che si diffondeva, le suscitò la contrarietà di alcune consorelle, del confessore e della Curia di Vicenza che per sette anni le proibì di recarsi in parlatorio e di scrivere lettere. Perfino il confessore la considerava “pazza” e arrivò al punto di proibirle la Comunione finché un giorno la Sacra Particola le fu portata da un Angelo. In quel periodo fu anche colpita da malattie fisiche: febbri periodiche e poi continue, sciatica, ecc.
La situazione cambiò nell'ultimo ventennio della sua vita. Le fu permesso di riprendere la corrispondenza e fu anche eletta badessa nel giugno del 1652. Il 1° agosto 1655 fu eletta priora fino al 1664, quando fu eletta nuovamente badessa. Insegnò alle monache che la santità non consiste nel fare cose grandi, ma nel compiere perfettamente le cose semplici e comuni.
Qui parlano del corpo incorrotto da pagina 95 in poi, e di come si diceva che fosse senza il cuore, oltretutto aveva le stimmate faceva molti miracoli, aveva il fenomeno della bilocazione e Gesù le portò l'anello dello Sposalizio mistico.
La statua rimasta miracolosamente indenne dopo il furioso
bombardamento di Asiago della prima guerra mondiale.
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