9 febbraio 2014
Gesù distingue i discepoli e il popolo.
Prima
di tutto Gesù parla ai discepoli, come in molte delle sue parabole …. in altre invece parla sia a discepoli che a
tutti, perché questa distinzione, è casuale? No!
Non
è casuale, ma perché allora, perché il signore vuol distinguere coloro che si
consacrano a lui da colore che potrebbero consacrarsi a lui e seguirlo. Ma perché
questa distinzione per il Signore non siamo forse tutti uguali? Si, siamo tutti
uguali, ma egli ci distingue perché alcuni di noi hanno voluto diventare figli
di Gesù il Cristo con volontà propria, altri invece sono stati invitati, ed
altri ancora sono lontani e ascoltano da lontano la sua parola, altri ancora
sono lontanissimi e a questi arriva la parola in gocce e quasi non la sentono
mai. Ma la distinzione la fa per far capire che coloro che si prestano ad
essere suoi discepoli devono essere migliori, devono essere perfetti o mirare
alla perfezione per tanto da delle direttive precise discepoli cioè ai
sacerdoti, che vogliono e accettano la sua parola, e tentano di metterla in pratica
come egli insegna e comanda.
E’
come quando Dio parla solo ai suoi angeli e non parla di ciò che parla agli
angeli con noi. Che differenza c’è, non siamo forse tutti figli suoi? Certo tutti
compresi gli angeli sono suoi figli, ma ci sono cose che il Signore rivela agli
angeli e cose che rivela a noi, perché? Per
il semplice fatto che gli angeli sono perfetti e di un intelligenza superiore
alla nostra, noi non lo siamo e quindi siamo incapaci di comprendere certi
misteri, per cui non tutto ci è rivelato, perché potremo non comprendere certi
suoi misteri che per noi potrebbero essere una complicazione alla comprensione.
Anche il più grande genio della terra messo innanzi a questa verità perderebbe
il lume della ragione. Quindi il Signore
svela a chi può capire qualcosa del suo mistero, ma si fa silenzioso a chi non
comprende, anche se egli vorrebbe rendere la luce alla luce, ma non può perché la
nostra capacità intellettiva è misera e ci creeremo solo che tanta confusione
ed invece di avvicinarci, ci allontaneremo. Per cui tacere è meglio. Però Egli
in qualche modo nascosto tenta di rivelare a noi la sua sapienza, la sua
conoscenza. Lo fa, mediante parabole, che sono anche oscure, ma con il tempo e
con l’aiuto dello Spirito Santo ci vengono svelate e gradualmente penetriamo
quei misteri oscuri che le nostre menti non potevano cogliere in origine.
Quindi
Gesù fa distinzione nel parlare, alcune cose sono per i discepoli ed altre per
il popolo e lo si capisce bene dalla parabola descritta in Matteo 5,13-16
Sale della
terra e luce del mondo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Voi
siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si
potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato
dagli uomini.
Voi siete la luce
del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si
accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché
faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce
davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al
vostro Padre che è nei cieli”.
Naturalmente
il riferimento a questo sale chimico, NaCl, espresso come sale della terra, perché
è un sale molto abbondante sulla terra, ha anche degli effetti cutanei ben precisi,
tra cui anche il produrre bruciore, indica anche porre sui discepoli una nota anti-satanica,
perché i demoni aborriscono il sale, lo odiano essendo esso un interpretazione
terrena allo Spirito Santo. Il sale un
elemento importante nella storia umana e ha una motivazione profonda, ben
precisa e non casuale che ha diversi riferimenti biblici.
Nel A.T. il sale è un mezzo simbolico che favorisce il
legame tra Dio e il Suo popolo: “Dalla tua offerta non
lascerai mancare il sale dell’alleanza del tuo Dio” (Levitico 2,13).
Eliseo
purifica una sorgente gettandovi del sale: “…..Il Signore dice: Io rendo pura quest’acqua; non procurerà più ne morte
ne sterilità”. Come aveva detto Eliseo,
quell’acqua divenne pura e lo è ancora oggi” (II
Re 2,19-22).
L’espressione “restare di sale” si
riferisce invece all’episodio di cui è protagonista la moglie di Lot durante la
distruzione di Sodoma e Gomorra: “Ma la moglie di Lot
si voltò indietro a guardare e divenne una statua di sale” (Gen.19,26).
Qui però ha un senso negativo, perché guardò
la potenza distruttiva di Dio, su quelle due città e la punizione fu di essere
trasformati in sale, come le due città. Essendo poi il sale un elemento
igroscopico esso si scioglie con grande facilità, per cui tutto torna alla
terra.
Gli esorcisti usano preparare l’acqua benedetta
utilizzando il sale.
………………………….
Iniziamo:
Gesù
disse ai suoi discepoli: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse
il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad
essere gettato via e calpestato dagli uomini.
Gesù
parla alla chiesa e a coloro che vogliono seguire il percorso del discepolo,
cioè farsi discepoli, portatori della parola di Gesù.
“Voi
siete il sale della terra;” come discepoli e sacerdoti di
Gesù tutti coloro che abbracciano la fede in Gesù il Cristo, e la mettono in
pratica con rigore, cercando di ambire alla perfezione, diventano il sale della terra.
Il sale è un elemento fondamentale nell’alimentazione
umana, soprattutto perché insaporisce le pietanze, ma questo sapore di cui Gesù
parla non è il sapore degli alimenti, ma il sapore della fede. La fede diventa
gustosa quanto è fervida, quando è vivace, intensa, forte, tenace, gioiosa, che
porta sapore ad altri, il portare sapore è indicativo di chi sa trasmettere
questa fede al popolo. Ma il sapore di cui parla Gesù è lo Spirito Santo, cioè
colui che da sapore alla vita, colui che la crea e colui che da vita.
“ ma se il sale perdesse il sapore “
e
poi aggiunge, ma se questo sale perdesse il suo sapore, significa che esso si
trasforma cambia la sua natura chimica, le sue proprietà non sono più buone per
condire ed insaporire per riempire di sapore le anime, le coscienza, la vita. Ma
ciò può avvenire solo se il cloruro di sodio reagisce con altro elemento come l’’acido
solforico (zolfo) che lo distrugge trasformandolo in solfato di sodio e acido
cloridrico(muriatico), il nuovo elemento che si genera non ha più sapore come
il sale della terra, cambia le sue proprietà e perde la sua ragione di
esistere, il sapore della vita può venir intaccato dalla presenza del maligno
che allontana dall’uomo, per volontà dell’uomo quello spirito salvifico che
rende la vita dolce, gioiosa, saporita, colorata, vivace, piacevole di essere
vissuta. Ma il sale cos’è, è la conoscenza, sapienza e l’intelligenza, del cercare di
scoprire la verità, di indagare i misteri nascosti, di allargare i confini
della nostra mente, di espandere quello che è il nostro bagaglio culturale, per
giungere alla comprensione reale della vita vera.
Se
il sale perde il suo sapore significa che perde la possibilità di giungere a
questa conoscenza che è insita nello Spirito Santo, sempre che noi siamo nelle
capacità di poterla accogliere. Quindi qui fa capire bene che non tutti possono avere in se lo
Spirito Santo, solo chi mira ad essere sale della terra, solo chi diventa sale,
solo chi ha in se il sale che salvifica, solo chi si spinge ad essere sale
puro, si perché anche il sale può non essere puro, sappiamo bene che esiste (sale)
bianchissimo e purissimo, ma anche sale impuro, pieni di altri elementi che lo
rendono meno puro. Quindi per essere un sale purissimo e bianchissimo bisogna
aspirare ad essere pieno di Spirito Santo. E non tutti tra coloro che
desiderano essere discepoli di Cristo sono sale puro. Questo significa che solo
pochi arrivano ad essere sale purissimo, ma che tutti posso aspirare a
diventarlo.
Ma
poi dice ancora:
“con
che cosa lo si potrà render salato?”
infatti
se il sale della terra perde il suo sapore, cioè non è più esso stesso, ma si è
trasformato, ha perso, le sue virtù, le sue proprietà, e lo Spirito Santo non
alberga più in quel soggetto, qui ci fa capire che i discepoli possono perdere
lo Spirito Santo o che esso può venir meno, e che la conoscenza può essere
inquinata da altre presenze malsane come può essere lo stesso uomo, che apporta
delle conoscenze non vere e non giuste, una parola che allontana il discepolo
da Dio.
Quindi il sale non può più
tornare sale. Infatti
nel passo successivo cosa dice e di cosa ne fa Gesù del sale che non
insaporisce più?
“
A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini”
Questa
parte che la chiesa dimentica sempre di parlare, è importantissima quasi più
importante del resto, perché fa capire il comando di Gesù, un comando che la
chiesa non ama assecondare, perché altrimenti dovrebbe prendere delle decisioni
anche contro i suoi stessi appartenenti quando questi mancano di sale.
Gesù
afferma, il sale se perde le sue proprietà, virtù, caratteristiche, non è più
buono per quello che è la sua missione, il portare sapore, il potere
conoscenza, il portare lo Spirito Santo, se viene meno lo Spirito santo, nell’uomo
non c’è più, ed allora il Signore cosa ci comanda di fare? Di gettare questo
sale, buttarlo via, perché il sale è guasto o immondo o impuro, rischia di
rendere impuro anche quello puro, per cui è meglio per un uomo allontanarsi da
coloro che sono impuri, fuggire nel deserto, piuttosto che divenire anche esso
impuro, immondo, senza sale. E Gesù è ancora più duro e dice calpestato dagli
uomini, perché quel sale non è più di nessun aiuto, diviene come scandalo, si perché
quando nella chiesa un uomo si comporta come un animale, e non come un santo,
come vorrebbe Gesù, pieno di Spirito Santo, cioè di sale, esso deve essere
gettato fuori di essa, allontanato alla periferia non tenuto nel suo nucleo più
interno, che lo infetta, lo guasta, lo trasforma in qualcosa che non appartiene
più allo Spirito Santo.
Questo
modo di parlare di Gesù è molto esplicito, chiaro, preciso, perentorio, un
comando che ha lasciato ai discepoli, cioè alla chiesa, eliminate dice Gesù
coloro che non sono più puri, non sono più perfetti non vogliono seguire la
parola santa, gettali fuori, dice Gesù, come il Padre suo fece con Lucifero,
che non era più sale, non voleva più conoscere la perfetta parola di Dio, ecco
il parallelismo, con noi umani. Ma se la chiesa nega questa volontà di Gesù
essa stessa si pone contro Gesù, contro la sua parola, la sua volontà, essa
stessa non può più insegnare nulla, perché è un sale corrotto, un sale impuro,
un sale che non segue Cristo, ma che segue la volontà umana che spesso coincide
con quella di satana. Ne deriva che se l’uomo pensa di seguire se stesso, segue
un illusione e va verso la sua dannazione. Come può una chiesa che dice di
seguire lo Spirito di Dio, di essere nello Spirito Santo? Cioè essere sale
impuro e non praticare perfettamente la legge di Cristo? Non può, con il suo
agire essa stessa si pone fuori da Cristo!
E questo è il primo passaggio di questa parola
che in realtà è una legge cioè un comando, Gesù dice di fare così, di seguire
questo metro!.
Aggiunge
poi
“Voi
siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un
monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il
lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così
risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere
buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”.
“Voi
siete la luce del mondo;”
Ma
prima di essere luce del mondo, bisogna conoscere la luce vera. E questa luce,
è Gesù stesso, quindi conoscendo la luce si diviene luce per il mondo, giustamente
Gesù dice agli discepoli voi ora siete la luce del mondo, perché hanno
conosciuto questa luce, parla di se stesso! Ma la luce che cos’è se non la
parola perfetta di Dio? La luce è parola di verità, e il portatore di questa
luce è Gesù vero Dio, verbo di Dio, cioè parola. Chi porta la luce, la porta al
mondo e quindi diviene luce del mondo sul quale mondo domina la luce di Dio, ma
le tenebre non l’hanno accolta, l’hanno rigettata, anche l’uomo può rigettarla,
anche l’uomo può divenire tenebra.
Qui
Gesù fa un parallelismo tra una città collocata sopra ad una montagna che la
luce non deve restare nascosta ma deve essere rivelata altrimenti non ha senso
averla rivelata
“non
può restare nascosta una città collocata sopra un monte”
ovvio,
è un luogo messo in un punto molto luminoso, dove prende il sole da tutti i
lati, quindi una città posta così in alto diventa un faro. Questa frase è anche
allusiva, ed indica che Cristo è il faro cioè la città posta sopra la montagna,
la montagna è fondamento, cioè la roccia su cui giace la città. Noi siamo
invece luce che questo farò produce. Infatti il faro si pone sopra ad un altura
perché possa operare bene, come una città posta in alto che diviene un faro per
il mondo. E i discepoli sono la luce del mondo, cioè i portatori della parola
di Gesù. La luce infatti ha la proprietà di percorre il suo percorso sempre linea
retta a 360 gradi in tutte le direzioni, non cambia direzione a meno che non ci
sia un oggetto che la faccia deviare, e la luce è in grado anche di
attraversare gli oggetti, la materia, perché qui non si parla della luce sole,
ma di una luce invisibile che è Spirito Santo. Quindi come luce i discepoli di
Gesù devono camminare nel mondo, seguendo la strada del faro, della città, dell’origine.
Partono dall'origine verso il mondo. Perché è il mondo che ha bisogno della luce e i fotoni sono i discepoli. Non si può celare ciò che è evidente.
“né si accende una lucerna per
metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti
quelli che sono nella casa.”
Altro
esempio simile, che identifica che non serve a nulla nascondere Gesù, e tenere
la sua parola santa celata agli uomini, perché essi prima o poi la scopriranno,
perché è lo stesso Gesù che la renderà nota, dal momento in cui egli l’ha
rivelata. Dice non nascondete la mia luce, per impedire che l’uomo ne venga a
conoscenza come se la sua luce, fosse di appannaggio solo di pochi, questo vuol
far capire!. È per tutti gli uomini.
“Così risplenda la vostra luce
davanti agli uomini”
Ecco
qui Gesù parla di “vostra” perché si esprime così quando la luce proviene da
Dio? o meglio dire che egli è il faro che produce questa luce, dice così perché
ci vuole rendere partecipi di questa luce non solo portatori di questo potere,
ma anche fautori noi stessi di questa luce, come se ogni discepolo possa
diventare esso stesso casa di Dio, lo è, perché l’anima è la casa di Dio,
quindi ogni singolo appartenente emette una luce propria del proprio spirito,
però se non vi è lo Spirito Santo che attiva in questa lampada” l’anima” esso
non emette luce, per questo dice la vostra luce. Ogni uomo può divenire luce
per gli uomini se in esso abita lo Spirito Santo. Ed ogni uomo che vuol essere
suo discepolo divine luce davanti agli uomini, cioè testimone della luce che è
Dio. in questo Gesù fa capire che il discepolo è diverso che l’uomo del popolo,
perché l’espressione ne evidenzia una separazione dicendo infatti risplenda la
vostra luce davanti agli uomini, indica una separazione tra il discepolo e l’uomo,
cioè il popolo. Gesù separa l’uomo di Dio dall’uomo del mondo, con la parola davanti
o innanzi. Ogni discepolo deve essere luce per gli uomini, una lampada che
porta Dio all’uomo.
“perché
vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”.
Specifica
perché c’è questa separazione, perché voi siate luce di Dio innanzi agli
uomini, affinché le vostre opere siano manifeste, cioè rese visibili e non
nascoste. Attenzione, parla delle opere non del soggetto, le opere devono
precedere il soggetto, le sue opere parlano al mondo di chi è il soggetto, e le
opere non sono solo le azioni, ma anche le parole sono opere di bene per il
mondo.
Perché
è mediante la parola che si cambia il mondo, mediante la conoscenza che diviene scienza esaltata dalla sapienza,
mediante l’intelligenza. Quindi il
discepolo che vuole essere tale, deve manifestare le opere del Signore, e non
nascondere la luce che Dio gli elargisce ma la deve rendere nota, visibile,
concreta, reale, svelando se conoscenze, i misteri celati, se lo Spirito Santo
gli da la possibilità di conoscere. Portare la luce e il sale al mondo, perché ciò
che è nascosto sia rivelato alla luce della verità, glorificando Dio nelle sua
maestà e nella sua gloria che è nei cieli cioè la casa del Signore, che è il
faro del mondo. Ci dice che tutto quello
che i discepoli e il mondo devono fare è glorificare il Padre che è nei cieli, perché
tutto è a Lui dovuto.
Tra l’altro
specifica che tutti noi siamo figli del Padre Celeste dicendo “Vostro”, quindi
non si sente lui solo il figlio del Padre , anche perché Gesù ha già detto di
se agli apostoli che Lui è il Padre, e di conseguenza giustamente afferma che
noi siamo figli del Padre quindi suoi.
Qui
Gesù batte molto sulla centralità dei discepoli come portatori della sua luce e
del suo sale. Invece fa capire che coloro che non sono più nella sua luce devo
essere allontanati dal nucleo per non degradare coloro che si trovano al suo
centro. E in questo Gesù fa politica, da
una direttiva, un comando ben preciso, dispone le regole del gioco e chi non si
adatta a tali regole non è più nella
luce e non è più saporito come il sale. Sale che brucia se è puro e luce che
brucia se è perfetta, quindi l’unione del sale con la luce produce un vapore
che null'altro è che lo stesso Spirito Santo espresso in due forme diverse. Anche se nella notazione precisa la verità è Cristo! Però essendo lo Spirito Santo parte di Gesù e in Gesù, lo si può integrare tutto nello stesso soggetto! Il sale
è bruciante, corrosivo, purificante, mentre la luce è perfezione, conoscenza e
verità.