La Pasqua.
Marco: 14, 3-9
Questo passo del vangelo è
interessante, intanto denota come Gesù sta assieme ai malati gravi, agli
emarginati, ai derelitti della società, a chi sta in basso e a chi è lontano da
Lui. Però per quanto egli ci dice di amare i più deboli e i poveri in generale,
specie quelli in spirito, che non sono sempre poveri di cose materiali. Ma Gesù
fa notare che anche se i poveri sono importanti, nel contesto dell’evento
della sua presenza tra noi, era più importante Lui di tutti i poveri messi
assieme, perché essi rimangono qui fino alla fine dei loro giorni, mentre il
Signore, aveva un tempo ridotto. Il fatto dell’unzione è però particolare nel
suo genere, perché sta ad indicare come Gesù che è Dio, vanno dati tutti gli onori possibili, profumi, vesti, ori, per rendergli il
culto dovuto, Gesù non è affatto pauperista, anche se ci sono poveri che hanno
bisogno, ma in questo Egli vuol dire che
essendo egli Figlio dell’Onnipotente, ogni buona azione verso di lui, fatta con cuore sincero, corrisponde ad un azione verso il
Padre Suo è ben accetta anche con le cose preziose di questo mondo. Anche se
questa cosa, potrebbe rendere felice un povero.
Anzi i poveri, dal canto loro dovrebbero sacrificare per Dio il loro
meglio. Molto di più dovrebbero fare i ricchi, che oltre a dare ai poveri
dovrebbero dare le loro primizie a Dio come segno di amore verso di Lui.
Marco: 14, 17-21.
Il tradimento.
Gesù disse: ”In verità vi dico : uno di voi mi tradirà! Uno che mangia con me” gli
apostoli si rattristarono cercando di capire chi era tra di loro, Gesù
aggiunse:” Uno dei 12 che intinge con
me nel piatto. Perché il figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di
lui : ma guai a quell’uomo, dal quale il
figlio dell’uomo viene tradito! Sarebbe stato meglio per lui, se non fosse mai
nato.”
Di questo pezzo la parte
importante è la frase :” Uno dei
12 che intinge con me nel piatto.” Perché dico importante, cosa ci
fa capire questa frase, che all’apparenza potrebbe solo essere intesa come
indicazione di chi può essere colui che lo tradisce, ma la frase così scritta
indica anche altro, oltre il traditore.
Cosa vuole farci capire come
questa espressione: Uno dei 12 che intinge con me nel piatto. Intingere
è il verbo che a noi interessa, esso sta ad indicare non solo colui che mangia
con Gesù, ma anche colui che vive con e per Gesù, colui sta vicino a Gesù nella
sua casa, e colui che credendo arriverà a tradire, è un parallelismo con
satana, anche egli mangiava e viveva presso Dio, ed era Dio la sua fonte e il
suo nutrimento, satana credeva veramente in Dio, così come credeva veramente
Giuda, ma come satana anche Giuda vuole sfidare Dio, sfidarlo nella sua Onnipotenza,
far emergere innanzi agli uomini il suo vero potere, perché dimostrasse chi
egli era con forza, con autorità; vuole
indurre Dio ad agire concretamente ad esporsi. Ma cosa intende Gesù per noi con
quella frase, indica che oltre a Giuda che mangiò in quel piatto, anche altri
faranno la medesima cosa, Gesù va oltre il semplice pensiero di dire uno di voi
mi tradirà, indica che nel futuro ci saranno i traditori, tra gli apostoli, uno
tradirà ancora Gesù, divenendo un oppositore a Dio. Ma in effetti se guardiamo
bene quanti oppositori la chiesa ha avuto in se e quanti furono i traditori che
mangiarono e mangiano nello stesso piatto di Dio? E noi come Cristiani potremo dire che anche
noi ogni tanto tradiamo Dio, nelle nostre vite. Anche noi che mangiando il suo
corpo il suo sangue, possiamo diventare traditori in un momento, come fu Satana
e come fu Giuda, come lo sarà l’anticristo.
Continua la spiegazione degli
eventi in Marco:14,43-52 . Gesù viene arrestato non dai romani, ma dai
sacerdoti ebrei, del sinedrio. Cosa
voleva ottenere Giuda in realtà? “Quello
che bacerò, è lui ….” Ne viene
fuori una rissa dove uno degli apostoli afferrò una spada e feri all’orecchio
uno degli aggressori, ma Gesù gli risanò l’orecchio. Gesù per far notare la
malvagità della scelta dell’ora, del suo arresto, sottolinea che potevano
arrestarlo anche in altra occasione, alla luce del sole. Ma Egli disse “che
le scritture si dovevano adempiere”.
Ma Giuda cosa voleva ottenere
realmente? Semplice come già scritto Giuda, credeva veramente nel potere di
Gesù, e aveva capito in qualche modo la sua natura, ma egli voleva una
dimostrazione di forza innanzi al sinedrio di Gesù stesso, voleva che fosse
manifesto il suo potere affinché egli si proclamasse veramente figlio di Dio,
ma mediante il suo potere, non solo con le parole, cosa che Gesù non vuole fare.
Perché la sua missione è diversa, da quella voluta da Giuda. Quindi lo tradisce nella speranza di ottenere
che Gesù manifesti la sua Gloria presso i sommi sacerdoti affinché essi lo
adorino come il liberatore che Israele stava aspettando. Ma le intenzioni di
Gesù sono ben altre. Nessuno aveva realmente capito, il vero motivo della sua
venuta.
Marco: 14, 22- 25
Gesù istituisce l’eucarestia.
Gesù, preso il pane amministra ed esercita la benedizione, lo spezzò e lo diede loro e disse: “Prendete, questo è
il mio corpo” poi prese il calice rese grazie lo dette loro e ne bevvero
tutti. E disse: “ Questo è il mio sangue
dell’alleanza che è versato per una moltitudine. In verità vi dico che non
berrò più del frutto della vite, fino a quel giorno in cui lo berrò nuovo nel
regno di Dio.”
L’azione dello spezzare il pane
ha un senso ben preciso non solo nella tradizione ebraica, come ricordo del
pane azimo, ma ha un senso doppio. Il dividere il pane in due parti ha una
connotazione ben precisa dal punto di vista spirituale, Gesù fa capire una cosa
importante. Ricordiamo che la Trinità è formata principalmente da tre soggetti,
ma essenzialmente da due il Padre e il Figlio. Il Padre è formato dalla sua
persona principalmente en dai suoi sette spiriti santi che gli appartengono e
che con il padre costituiscono un essere unico. Il Figlio è formato dalla
carnalità della Madre, dal Padre e dai 7 spiriti del Padre. La Trinità è
racchiusa in Cristo Gesù. Ecco perché Gesù spezza il pane, per indicare i due
soggetti principali della Trinità il Padre nella sua Totalità e il Figlio come
unicità della Trinità. L’azione spirituale esercitata in quel pane e in quel
vino, trasforma il pane e il vino nella essenza pura della trinità espressa
come Padre e Figlio nell’Onnipotenza di Dio. Quindi assumere il pane come corpo
e il vino come sangue è divenire carnalmente e spiritualmente un tutt’uno con
essa. Chi mangia il corpo il sangue della
Trinità diviene figlio di Dio e parte di esso.
Anche l’azione di grazia che fa
sul calice del vino, ha la medesima funzione benedizione che esercita sul
pane-corpo.
Quando poi parla del suo sangue,
specifica che esso non è solo per pochi, ma per una moltitudine cioè esso deve
essere dato a tutti i credenti in Lui, non solo destinato agli apostoli. Gesù vuole stringere alleanza con tutti
coloro che credono e che lo amano.
Per tale ragione la chiesa
farebbe bene impastare l’amido delle ostie, con il vino, in modo che si
somministri pane e vino cioè corpo e sangue insieme, anche se le ostie dovessero
sembrare rosate o violacee, allora sarà fatta veramente la volontà di Gesù. “ Questo è il mio sangue dell’alleanza
che è versato per una moltitudine.”
Poi parla di se stesso e dice che
quello sarebbe stato per Lui l’ultimo vino che avrebbe bevuto assieme a i suoi
apostoli, ma specifiche ne berrà di nuovo, quando sarà presso il Padre Suo nei
cieli.
Marco : 14, 26-31.
Anche Pietro rinnega Gesù.
Anche Pietro ha il suo
tradimento, ma in forma diversa da Giuda, meno grave, pur sempre un tradimento
è.
Gesù disse: tutti voi vi scandalizzate , perché sta scritto: Percuoterò
il pastore e le pecore saranno disperse. Ma, dopo che sarò risorto, vi
precederò in Galilea.” Allora Pietro
disse: “ Anche se tutti si scandalizzeranno, ma io no!” E Gesù gli dice: “ in
verità ti dico che oggi, questa notte stessa, prima che il gallo canti due
volte, tu mi rinnegherai tre volte”. Ma
egli continua ad affermare : “anche se dovessi morire con te, non ti
rinnegherò” E lo stesso dicevano tutti gli altri.
“tutti voi vi scandalizzate ,
perché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse” perché Gesù esprime questo concetto in questo
frangente? Perché sta mettendo alla prova i suoi apostoli, li sta percuotendo e
loro non capiscono e non intendono le sue parole. Ma, perché Gesù percuote gli
apostoli, se loro devono essere coloro che devono portare la buona novella al
mondo intero? Semplice Gesù non vuole solo degli apostoli, vuole degli apostoli
santi! Per cui affermare quella frase, “Percuoterò
il pastore e le pecore saranno disperse”, metterà alla prova sia il pastore
cioè il sacerdote che le pecore cioè il popolo. Le proverà con ogni sorta di
prova, per verificarne la capacità di comprensione che la fedeltà di essi a
Lui. Quindi la chiesa sarà percossa e il gregge disperso per il mondo, affinché
sia i pastori che il gregge siano vagliati e solo chi ha superato le prove sarà
scelto.
Infatti gli apostoli non
comprendono ciò che Egli comunica, e spavaldamente senza riflettere
attentamente si espongono a dir qualcosa, pensando che sia riferito a un accusa
verso di loro, e si danno da fare per cercare una possibile comprensione, ma nel
far ciò dico un pensiero in più, di cui loro stessi non sanno, ne conoscono il
futuro. Pietro per primo fa sfoggio della sua fede,
con una punta di eccessiva sicurezza, ed infatti Gesù lo stronca subito…
predicendo cosa egli avrebbe fatto e detto nelle ore successive. Il fatto del tradimento o rinnegamento, fa capire come anche un
apostolo che sta al primo posto potrà rinnegare Cristo. Infatti Gesù quando dice a Pietro che su di
lui costruirà la sua chiesa, questa frase è molto significativa sta ad indicare
che Pietro, avrebbe edificato una chiesa simile a se stesso, non simile a
Gesù. Se Pietro era la pietra, ma non
una pietra perfetta una pietra imperfetta, perché su Pietro la chiesa ha preso
forma e su i suoi errori, difetti caratteriali e di fede è stata edificata, ecco
cosa Gesù intendeva con la frase su Pietro costruirò la mia chiesa. La chiesa è
di Cristo, ma edificata sulla forma mentis di Pietro, su i suoi pregi e su i
suoi errori, sui suoi sbagli e sulle sue virtù, sul suo rinnegamento, tutto ciò
che Pietro fu, così fu e sarà la chiesa. Come può la chiesa sussistere su una
Pietra imperfetta? E chi è la Pietra angolare? Pietro o Cristo? Chi è il
Pilastro della Chiesa, Pietro o Gesù il Cristo di Dio?
Quindi Gesù sottolinea ancora una
volta che non solo Giuda lo tradirà vendendolo ai suoi persecutori, ma anche
che ci sarà uno che lo rinnegherà sempre tra i suoi apostoli e costui è proprio
colui che dovrebbe essere il primo tra di essi. Anche se Gesù in altri punti
dei vangeli esprime il concetto che non esiste un primo tra gli apostoli, ma
che innanzi a Lui sono tutti sullo stesso piano. Quindi ogni apostolo può e
potrà rinnegare o tradire Dio in qualsiasi momento, come qualsiasi altro essere
umano non appartenente alla chiesa in modo diretto, cioè il gregge.
Il passo vuol, far capire che non
bisogna mai vantarsi di nulla, neppure delle certezze che si pensa di avere,
perché se il Signore ti prova, ti troverà sempre imperfetto e tu cadrai
miseramente anche se sei santo!
Mai giurare, perché l’inciampo è
dietro l’angolo.
Mai dire io non sarò mai così o
colà, perché Dio ti troverà in un momento fragile e debole e tu cadrai.
Siamo tutti fragili e deboli, non
esiste uomo, che sia perfetto sulla terra, che possa dire una sola cosa in più
di quanto non sia scritto nei cieli.
Marco: 14, 32-42.
Vegliare per non entrare in tentazione.
Il passo dell’evangelo ci
racconta la sofferenza umana di Gesù, si perché non dobbiamo dimenticarci che
Gesù oltre ad essere spiritualmente figlio di Dio esso era ed è anche figlio di
Maria con corpo carnale; è questo corpo, che in questo passo viene provato, non
il suo Spirito che era forte, ed incrollabile, perché Spirito santo di Dio.
Invece la chiesa ha creduto che la prova in cui Gesù fu portato colpi anche il
suo spirito invece no! Era un prova per la parte umana di se stesso, una prova
che doveva testare in qualche modo, se anche il corpo Suo era disposto a cedere
alla volontà del Padre Suo.
Leggiamo bene cosa dice Gesù,
invita i 3 discepoli ad attenderlo mentre lui pregava in disparte, i discepoli
raccontano i suoi stati, dicendo, cominciò ad essere in preda allo spavento e a
sentire angoscia. Questi stati non sono tipici di Gesù il figlio di Dio, dell’uomo
Santo, fatto di Spirito Santo, ma dell’uomo-uomo, dell’uomo umano figlio di
Maria, del solo corpo e della sola mente umana, con tutte le sue fragilità.
Come se lo Spirito di Dio lo avesse abbandonato per un istante, facendogli
provare la vera conoscenza di cosa il corpo e la mente umani provavano senza
l’ausilio dello Spirito Santo che impedisce qualsiasi sofferenza e incertezza. Infatti dice ai discepoli: “ l’anima
mia è triste fino alla morte” questa è un espressione tipica di chi
prova in se un senso si smarrimento e sente la sua anima, farsi piccola e
impotente di fronte alla malvagità del mondo. Anche il fatto di chiedere al
Padre Suo che quell’ora cos’ triste e angosciosa passasse è indici che era il
corpo umano o soffrire non lo Spirito Santo che gli apparteneva, come se lo S.
Santo si fosse tacitato, avesse smesso la sua funzione. E diceva: “Abba,
Padre, Tutto è possibile a te; allontana da me questo calice! Però non quello
che voglio io, ma quello che vuoi tu”
in queste parole il Gesù uomo, decide da che parte stare, cioè con
Dio, si abbandona alla volontà di Dio, anche se sulle prime chiede al padre Suo
di evitare questa cosa, ma poi dice non voglio io ma come vuoi tu. Quando poi
parla ai discepoli dice un farse importante che non riguarda solo gli apostoli
che sono carnali e non figli di Dio diretti come lo è Lui, dice a Pietro: “
Simone dormi? ... Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione ; lo
spirito è pronto ma la carne è debole” ecco la frase che spiega il dunque è questa :”
lo spirito è pronto ma la carne è
debole” ce lo dice
chiaramente che lo spirito è forte e incrollabile e che non teme nulla se crede
in Dio, ma la carne è fragile e debole e può cadere in tentazione. Fa capire
che in quei momenti era la sua carne ad avere la meglio, e che anch’egli era
fragile, ma, di una fragilità diversa, da quella dei discepoli che si sono
addormentanti. E quindi hanno lasciato spazio al maligno. Non certo Gesù ha
lasciato spazio al maligno, era solo la sua carne, che combatteva, ed era
angustiata per tanto male era sopra di lui. Li trova addormentati per tre
volte, fa capire la differenza tra Lui e loro, che sono solo esseri umani
incapaci ad opporsi alla forza del maligno, se non ci fosse Dio. Infatti in
altro passo dice a Pietro “uomo di poca fede” come per dire,
che se avesse la fede necessaria esso non commetterebbe peccato alcuno e
sarebbe santo e capace di ogni miracolo, come Gesù avrebbe voluto. In ciò fa notare che i discepoli sono
fragili e suscettibili agli attacchi del maligno.
n.b: La frase “non
entrare in tentazione” fa capire come la frase non indurci in tentazione
si errata e anche le due frasi sono una contraria all’altra, perché il dire non
entrare in tentazione sta ad indicare di chiedere a Dio non permettere che il
maligno ci tenti, cioè di non permettere che il maligno ci induca in
tentazione. Mentre la frase non indurci in tentazione sta
ad indicare che sarebbe Dio che induce l’uomo alla tentazione, cosa non
possibile e non vera. Perché in netto disaccordo con la precedente frase. Oltre
che estremamente offensiva verso Dio. Praticamente dire che Dio induce in tentazione
l’uomo è come dire che è Dio che si sostituisce a Satana. Cosa falsa! E chi
afferma ciò non è con Dio, ma contro Dio e vuol solo far annullare l’efficacia
della preghiera da Gesù trasmessa ai suoi discepoli.
Marco:14,53-65 ; 15,1-32
La condanna e la morte di Gesù.
Conducono Gesù innanzi al sinedrio
il quale in ogni mezzo tenta di fargli di discreditarlo portando falsi
testimoni, ma Gesù non risponde fino a quando Caifa, gli chiede se è lui il
figlio di Dio , e Gesù risponde: “Io lo sono, e vedrete il figlio dell’uomo
assiso alla destra della potenza e venire con le nubi del cielo. “ Gesù dice chiaramente di essere il figlio di
Dio Onnipotente, ma naturalmente nessuno sacerdote ebraico voleva credergli,
perché in realtà non volevano che un figlio di Dio distruggesse le leggi che
loro stessi si erano fatti su misura. In sostanza Caifa, voleva uccidere Dio.
Poi naturalmente gli astuti
sacerdoti dopo averlo condannato a morte, non si sentirono di portare a termine
la loro invettiva e scaricarono ai romani l’incombenza, pilato interrogatolo, non
ottenne nulla. Naturalmente secondo le tradizioni di quel tempo, durante le
festività era usanza rilasciare un detenuto, quindi anche con Gesù si pratico
la stessa cosa, ma i sacerdoti del tempio sobillarono la folla a più riprese
tanto che Pilato chiese cosa aveva fatto di male, ma essi volevano il sangue di
Gesù. Quindi Pilato li accontentò,
rilasciò barabba e fece flagellare Gesù.
La coronazione di spine, un atto
ignobile, per qualsiasi essere umano, figuriamoci per il figlio di Dio, di una
malvagità e di una crudeltà uniche, che solo un popolo irretito dall’invidia
dei sacerdoti, poteva fare.
Lo schernirono dicendo “salve re dei Giudei”,
lo picchiavano in ogni modo, e gli posero una corona di spine, probabilmente di
una specie di pianta spinosissima con spine particolarmente dure.
Per quanto Gesù fosse
spiritualmente forte, ma la sua carne era stata piegata dai quei terribili
colpi di flagello e dalla percosse, così preso un uomo forte, Simone di Cirene
per portare per lui la croce, dopo che Gesù cadde per tre volte. Giunti al
Golgota, si svolse all’ora terza, la crocifissione che ben tutti la conosciamo,
rappresentata in ogni modo da film famosi. La spartizione delle vesti di Gesù
fa capire che esse non erano affatto di un materiale povero, ma male intessute ma
tutt’altro, di buona manifattura e preziose, tanto che i soldati vogliono
spartirsele e se le giocano a dadi. Qui fa capire che l’abito sacerdotale non
deve essere semplice eccessivamente povero, ma di buon materiale anche
prezioso. Gesù ricevette oltraggi da tutti, sia dai due ladroni, che dalla
folla accorsa.
Giovanni: 19,23-27
Presso la croce vi era la Madre
di Gesù assieme al discepolo Giovanni e ad altre due donne, e Gesù disse a sua
Madre e al discepolo più amato: “Donna,
ecco tuo figlio.” e al discepolo” Ecco tua Madre”
Marco:15, 33-41
In questa parte si evince, che
quello che parla è ancora il Gesù umano, perché grida: “Eloi, Eloi, lamà, sabachtani?”
che significa Dio mio, Dio mio perché mi
hai abbandonato?” ma la folla continuava a insultarlo… dopo di che Gesù
gridando spirò.
Dio non lo aveva abbandonato, ma
il suo corpo umano e la sua mente umana, aveva avuto un cedimento proprio
all’ultimo momento, questo ci fa capire che fin all’ultimo momento Dio ci può
provare, perché se ha provato il suo figlio Unigenito per purificarlo al fuoco
ardente del suo amore, ma figuriamoci se non lo farà anche con ognuno di noi,
fino all’ultimo saremo vagliati, provati e piegati, per ottenere da ognuno
delle primizie di primissima qualità come diciamo noi. In quel momento un tremendo terremoto squarcio
il velo del tempio e da quello che le cronache raccontano anche una parte di
Gerusalemme fu distrutta, i sepolcri furono aperti e i morti risorsero, con
grande spavento di tutta la popolazione.
Marco 15, 42-47 ; 16, 1-19;
La Resurrezione:
Alla vigilia della Parasceve, cioè
del sabato, Giuseppe di Arimatea chiese a Pilato il corpo di Gesù per
seppellirlo, nel suo sepolcro in pietra. Ne rotolo innanzi una grande ruota di
pietra, sotto gli occhi di alcune donne discepole di Gesù.
All’alba del primo giorno della
settimana ebraica cioè la domenica, le discepole di Gesù Maria Maddalena e Maria di Giacomo, si recarono al sepolcro per
ungere il corpo come era usanza fare. Giunte presso il sepolcro si accorgono
che la pietra è stata già spostata, entrate nel sepolcro vi era un giovane
uomo, vestito con candide vesti. Che disse loro: “ Non abbiate paura. Voi cercate Gesù il Nazareno,
il crocifisso: è risorto, non è qui. Ecco il luogo, dove è stato posto. Ma
andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che vi precede in Galilea ; lo vedrete là, come vi ha predetto.” Non dice a che ora è avvenuta la resurrezione
o esattamene in che giorno, ma è probabile che sia avvenuta di sabato, nel
giorno del Signore.
La descrizione che ne fa Giovanni
è un po’ diversa, quasi un po’ più dettagliata mentre quella di Marco sembra
più sintetica e meno descrittiva.
Giovanni: 20, 1-31; 21,1-23
Dice Giovanni, appena la
donne giunsero al sepolcro videro che era vuoto, allora corsero a chiamare i discepoli Pietro e Giovanni. I quali accorsi
al sepolcro lo trovarono anch'essi vuoto, e riposti i teli della sepoltura, compresero le parole profetiche di Gesù. Ma fu Maria Maddalena a rimase presso il
sepolcro, fu in questo frangente che vide i due giovinetti (angeli) vestiti di
bianco, essi rassicurano la Maddalena, ma si accorge che un altro giovane che
era lì vicino, era Gesù, questo fa capire che Gesù aveva altre sembianze
diverse da quelle terrene, e Gesù dice: “donna
perché piangi? Chi cerchi? “ ella rispose, ma non sapendo chi fosse: “Signore, se l’hai portato via tu,
dimmi dove lo hai posto e io lo
prenderò”. Ma Gesù rispose: ”Maria!” allora la Maddalena lo riconobbe: ”Rabbuni!” Maestro.
Gesù : “Non trattenermi perché non sono ancora salito al Padre . Ma va’
dai miei fratelli e dì loro: -salgo al Padre
mio e Padre vostro , Dio mio e Dio vostro”.
Quindi la prima a vedere Gesù risorto è
la Maddalena, non gli apostoli. E questo
è un dato interessante. Inoltre l’aspetto di Gesù non è il suo aspetto terreno,
ma quello trasfigurato, che aveva preso quando i tre discepoli lo videro, nella sua trasfigurazione sul monte. Da ciò comprendiamo che le immagini a noi
arrivate di Gesù sono del Gesù terreno, non del Gesù risorto! Gesù che ha lo
stesso aspetto fisico del Padre Suo che è nei cieli. Poi alla sera della domenica
appare in mezzo ai discepoli e li saluta dicendo : “Pace a voi!” mostra loro le
mani i piedi e il fianco a testimonianza, del suo martirio. Affinché essi
credettero con sicurezza che Egli era risorto. Aggiunge :” Pace a voi. Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi!” e detto ciò alitò su di loro, e aggiunse: “ Ricevete lo Spirito santo, a
chi rimetterete i peccati, saranno rimessi; a chi non li riterrete, saranno ritenuti.”
Notare il verbo alitare usato principalmente da Dio Padre
mentre alita la vita in Adamo , così fa lo stesso suo Figlio Gesù che ha lo
stesso potere di donare la vita mendiate lo stesso Spirito del Padre, in ciò
Gesù si rivela per chi è realmente, egli è al tempo stesso il figlio, ma al
tempo stesso è il Padre, perché fin dalla Genesi solo il Padre Onnipotente
alitò nell'uomo il suo spirito, per donare all'uomo l’anima, ora Gesù figlio di
Dio, e Dio con Dio, fa la stessa cosa, ma in questo caso dona agli apostoli lo
Spirito Santo. E da il suo ordine a tutti gli apostoli, di rimettere i peccati. Sono loro che decideranno se rimettere o non
rimettere i peccati.
È interessante il discorso che si
ripete a porte chiuse, Gesù si mostra ai suoi discepoli e anche con Tommaso
avviene la stessa cosa, come se il chiudere le porte fosse un segno di
nascondere agli occhi dell'uomo, la divinità di Dio, affinché solo chi crede vedrà.
Gesù risponde a Tommaso:”
perché hai visto, hai creduto. Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto”
in ciò Gesù ci fa capire, che molta più grazia è in chi non ha mai
visto il Signore, e su costoro se crederanno in Dio senza aver necessità di
vedere, otterranno maggiore grazia presso Dio.
Molti altri segni Gesù da risorto
ha compiuto in mezzo al suo popolo, per quanto molti di essi non stati trascritti,
ma solo i più significativi. L’apparizione
sul lago di Tiberiade, evidenzia come Gesù avesse un aspetto non riconoscibile,
ma solo coloro che avevano lo Spirito Santo in loro lo potevano riconoscere.Questo racconto ci spiega come un essere umano che abbia anche ricevuto lo
Spirito Santo, può in un istante non essere preso da esso, e questo fatto, ci fa
ben capire proprio questo particolare; alcuni apostoli usciti in barca a pescare
vedono sulla riva del lago un uomo, ma loro non lo riconoscono, perché
in quel momento Egli (Gesù) non si presentò nella sua forma conosciuta dagli apostoli,
pur avendo ricevuto tempo prima lo Spirito Santo proprio da Gesù, essi sono
distratti e non usano quello Spirito donato da Gesù, per vedere Gesù stesso. Gesù parla ai discepoli come un estraneo: “Figlioli, non avete un po’ di companatico?”,
“No” gli risposero i discepoli. Ma Egli
disse loro, “Gettate la rete a destra della barca, e ne
troverete”, i discepoli non erano in grado di trarre sulla barca, la rete
per il gran peso. Allora Giovanni, il discepolo che Gesù amava dice a Pietro: “ E’
il Signore!” a questo punto
Simon Pietro, si cinse la veste e si tuffò in mare.
Curiosa la parte che Simon
Pietro è sulla barca seminudo, come se fosse un vezzo, una libertà che avevano tra di loro. Ma curioso anche il fatto che innanzi al Signore esso si rimette in ordine, come se la sua vita fosse stata divisa in due parti, fintanto che vi era Gesù esso aveva un comportamento, quando Gesù non vi è più, il suo atteggiamento è più libero e si sente forte della sua posizione a far quel che vuole; ecco il perchè il Signore non si fa riconoscere, vuole vedere come i suoi discepoli vivono le sue parole, se veramente hanno intenso il suo messaggio. E il fatto che Pietro si rivesta, fa capire che esso aveva in parte trascurato il messaggio di Gesù. Si comprende, perchè Gesù poi insiste con quelle domande ripetitive.
Tutti vedono quest’uomo in riva
al lago, ma nessuno di essi lo riconosce, se non quando egli mediante alcune
poche parole e un miracolo gli dimostra chi Egli è! E il
primo a riconoscerlo è Giovanni. Notiamo
un particolare, Gesù dice agli apostoli
di gettare la rete e specifica a destra della barca, perché mai ha fatto questa
specifica? Da un certo di punto di vista i pesci stanno ovunque attorno alla
barca, che significato ha a destra della barca? Semplice, Gesù il Cristo di
Dio, sta alla destra del Padre suo, rappresentato dalla barca. E dice ai
discepoli pescate a destra della Barca, non a sinistra. Anche questo ha un
senso ben preciso. Gesù predilige la destra e non la sinistra, anche in altri
passi dei vangeli esprime questo concetto.
Ma Pietro si rattristo. E gli
rispose:” Signore, tu sai tutto; tu sai
che ti amo”
Gesù rispose:” pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: Quando eri
giovane ti cingevi da te e andavi dove
volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le mani e un altro ti cingerà e ti
condurrà dove non vuoi” .
Ora , disse questo per indicare
con quale morte avrebbe glorificato Dio. Poi disse" seguimi."
Pietro vide che lo seguiva il discepolo
che Gesù amava(Giovanni), quello che durante la cena si era posato sul suo
petto di lui e gli aveva chiesto: “ Signore, chi è chi ti tradisce?” .
Pietro dice a Gesù” Signore e di costui
che sarà?” Gesù rispose: “ Se voglio che rimanga finché io venga, che te ne importa?, tu seguimi!”.
Questo passaggio della vita di Gesù
e dei suoi discepoli è molto significativo…
Prima di tutto la ripetizione per
tre volte della domanda di Gesù: “Simone di Giovanni, mi ami tu?”
ha una sapore un po’ strano questa insistenza da parte di Gesù, come quando
Gesù predisse a Pietro il suo rinnegamento, che al cantar del gallo egli lo
tradì per tre volte, pare in qualche modo, che Gesù voglia vedere se l’apostolo ha compreso
la lezione, o se l’apostolo è ancora impulsivo, distratto e fa le cose senza riflettere
attentamente. In effetti da come risponde Pietro pare che non abbia ancora
capito esattamente le domande di Gesù. Perché anche durante la premonizione di Gesù
che gli predice il suo rinnegamento, Pietro risponde impulsivamente senza
riflettere, quasi volendo a tutti i costi far piacere al Signore. Dicendo che lui non avrebbe fatto ciò. Cosa che poi avvenne il
contrario. Anche in questo caso per tre volte Gesù ripete insistentemente la
medesima frase, quasi a sottolineare qualcosa, poi però l’attenzione si sposta
su Giovanni, e Pietro infastidito dalla presenza di quel discepolo, quasi
stizzito, con una punta di invidia, chiede cosa ne sarà di quel discepolo, e
Gesù ribatte: “Se voglio, che rimanga finché io venga, che te ne importa?” ….. è il che te ne importa di Gesù, fa capire come in realtà
Pietro ha posto la sua domanda verso Giovanni, con quale sentimento egli si
era posto verso quel discepolo? non certo un sentimento d’amore, ma di
conflitto. E fa capire, che tra i discepoli non c’è proprio tanto buon sangue,
ci sono degli attriti, probabilmente delle dispute tra chi si riteneva il più
vicino a Gesù o chi era il primo, ma tutti sapevano benissimo che il più vicino
non era Pietro ma bensì Giovanni. L’insistenza di Gesù verso Pietro, non indica
tanto che Pietro sia il suo vicario, quanto indica che Gesù voleva far capire a
Pietro, che alle volte le sue risposte non erano sincere o coerenti, ed ogni
volta Gesù risponde a Pietro “Pasci le
mie pecorelle o agnelli e tu seguimi”, non gli dice che egli è il primo, gli
dice, solo di essere un buon pastore e di seguirlo sempre, ma di non occuparsi
degli altri discepoli, che ci avrebbe pensato Lui stesso. In questo, fa capire
che gli altri apostoli non sono sottomessi all'autorità di Pietro, ma bensì di Gesù
stesso. “Se voglio che rimanga finché io
venga, che te ne importa?” questo fa capire che ogni, apostolo eletto da Gesù,
sarà sotto l’autorità di Gesù e non di Pietro.
Poi anche quando gli dice, “In verità, in verità ti dico: Quando eri
giovane ti cingevi da te e andavi dove
volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le mani e un altro ti cingerà e ti
condurrà dove non vuoi” .
Secondo me questo non parla della
morte Pietro, ma bensì del fatto che da vecchio sarebbe stato condotto da altri
nelle sue parole, e che la sua parola poteva essere modificata perché egli non
più in grado di essere totalmente presente, infatti un anziano, viene condotto
per mano ogni giorno da chi è giovane e le sue parole vengono vagliate. Questa frase
ha un senso doppio, indica infatti che un apostolo deve rimanere tale fin alla
fine dei suoi giorni, e che ci saranno altri ad occuparsi di lui, finché il
Signore non lo prenda con sé.
Questo fa capire, che non è prevista abdicazione.
Dopo tutto in Apocalisse Gesù è
chiaro, vi sarà un nuovo vangelo eterno e con ciò si comprende bene che il
vangelo lasciato da Gesù, verrà modificato e le parole stesse di Gesù verso Pietro
sono molto significative.