L'uomo non si accontenta mai delle parole di Dio, e con il suo pensiero crede e pensa di dire meglio di Dio.
Premessa, il testo nell'immagine è di S.Francesco d'Assisi, che non confondiate.
Ho risposto a questo documento così: L'esempio del cadavere è certamente efficace, c'è solo un problema che il cadavere per la sua condizione nemmeno pensa, ne parla, ne prega, ne agisce. Se lei Don Davide si butta giù da una rupe per quanto alta o bassa che sia, penso che si lagnerà quando arriva in fondo, se vivo? Penso proprio di si, proprio perchè vivo!
Secondo il mio punto di vista è un ragionare estremista, noi non siamo cadaveri, perchè questo ragionare non tiene conto della condizione umana, non tiene conto del vivere quotidiano, ne tiene conto che ogni soggetto è diverso dall'altro, si poteva benissimo esprimere gli stessi concetti che Francesco vuole indicare, in altro modo, senza estremizzare con l'uso di un cadavere.
Perchè finché siamo vivi non siamo cadaveri, ritengo che il testo per certi versi è un po sprezzante, paragonare l'essere vivente ad un cadavere. Non so se Cristo avesse usato questi termini per descrivere la vera umiltà e l'obbedienza, a lui, non credo!!!
Da un utente
"Chi è l'uomo che osa lamentarsi delle decisioni divine?" non possiamo essere certi che questo sia un pensiero che viene da Dio, o dalla mente di S. Francesco; devo ricordare cosa disse il cherubino a S.Agostino, a proposito del pensiero umano.
(leggere link)
Fa testo proprio questo discorso di S.Agostino, l'evento dell'angelo ha fatto capire a tutti che non sempre i santi parlano per bocca di Dio, anzi spesso parlano per loro decisione e volontà, pensando di interpretare correttamente il pensiero divino, e l'angelo mandato da Dio, precisa che il santo, era in errore, dimostrando che buona parte delle sue parole erano solo sue. Dunque come può un essere umano dipanare e capire se quelle parole sono del Santo o Dio? Non è facile se il santo non ha la lungimiranza e la correttezza di separare i pensieri suoi dalle parole di dio, spesso i santi non lo facevano mai, per cui tutti si mescolava e tutto poteva sembrare pensiero di Dio, proprio queste parole del Cherubino attestano questa verità.
Ora vediamo la parola di Gesù che direi essere assolutamente più di qualsiasi santo mai esistito su questa terra, da quando essa è nata, spero che siate d'accordo con me, è ovvio che sia così, se noi tutti lo consideriamo Dio e Figlio di Dio.
Cosa dice Gesù in riferimento a chi meriterà il regno dei cieli?
Non parla forse sei bambini, degli innocenti, dei più piccoli, facendo proprio l'esempio prendendo un bambino e ponendolo in mezzo all'assemblea, non dice forse che se non si diventa come loro, non si meriterà il regno dei cieli? Certo è così.
Ma allora dovremo anche porci alcune domane, importanti per capire come meritarci questo regno dei cieli.
E queste scaturiscono dall'essere bambini, visto che l'esempio lo ha fatto con un bambino.
Non si può scegliere un adulto umile, semplice, ecc, perché tecnicamente è differente da un bambino, bisogna stare con l'esempio di Gesù per capire il motivo, e questo si cela proprio nella natura stessa dei bambini, da ciò potremo capire esattamente la natura stessa del discorso di Cristo.
Prima facciamo un analisi; chi sono i bambini?
Guardiamo sotto l'ottica psicologica, vediamone i pregi e i difetti, ed osserviamo bene il loro comportamento, chi ha dei bambini ben sa cosa sono e cosa pensano, osservandoli nella loro naturalezza si capiscono molte cose.
Un bambino si presenta a noi, come un piccolo essere spesso molto vivace, curioso e gioioso, si rattrista e piange solo quando si fa male o ha male, ma per il resto è un essere totalmente distaccato dalla realtà, quasi vive la sua giovane età in un limbo, in un mondo a se, il bambino non chiede molto, in termini di cose, vuole sole l'affetto da parte dei genitori e lo reclama, con diversi sistemi, il bambino è candido e lineare, semplicissimo nei suoi pensieri, si accontenta di quanto riceve, non pretende di più, si perde nelle piccole cose, ammira la natura e ne rimane estasiato, anche se non ne capisce ne comprende cosa siano, ma le ammira per quello che sono.
Ora potremo dire che il bambino è umile?
No, perché per capire cosa è l'umiltà ci vuole intelligenza, sapienza e sopratutto conoscenza di se.
Potremo dire che il bambino è candido?
Si, perché è privo di malizia.
Possiamo dire che un bambino è semplice?
Certamente che si, è una della maggiori prerogative del bambino l'essere semplice, ma questo cosa ci fa capire, che Cristo ci vuole semplici pure a noi, gli adulti spesso e volentieri perdono la loro semplicità a causa della malizia che entra dopo il secondo anno di vita, anche se ancora nel 4-6 anno il bambino fondamentalmente si mantiene con un buon candore.
Ma Cristo allora cosa ci sta dicendo, che ci vuole umili o come ci vuole?
Cristo non ci sta dicendo che dobbiamo essere umili, ma sopratutto che dobbiamo essere privi di malizia, perché l'essere privi di malizia, è essere anche umili, ma non si può essere solo umili e non privi di malizia, perché non si ottempera a quanto Cristo chiede, cioè essere candidi, in pratica immacolati. Ecco chi arriverà nel regno di Dio sono coloro che sono immacolati, puri e semplici.
E quando un essere è semplice, non si pone migliaia di domande che non avrà risposta, se non che egli stesso la cerca, che è appunto discorso che fa l'angelo a S.Agostino, cerca di far capire al santo che il mistero di Dio lo deve trovare non negli elaborati meandri della mente adulta, ma nella semplicità disarmante di una bambino, non per nulla appare come un bambino.
E' questo fondamentalmente quello che Gesù, dice agli apostoli che devono mantenersi candidi, puri e semplici perché è quello serve per arrivare nel Regno Eterno, il resto è una conseguenza di questo stato, non chiede a nessuno di elevarsi, non chiede a nessuno di ergersi, non chiede a nessuno di dire più di quanto lui stesso ha detto, ma certamente se l'uomo per la sua natura non comprende. Dio deve mandare qualche altro messaggero a dipanare la matassa non a complicarla, mentre vediamo che molti santi, dicevano e parlavano con il loro pensiero, non con la disarmante verità di Cristo, loro ragionavano da loro, lo dimostrò proprio S.Agostino.
Anche il pensiero di S.Francesco d'Assisi, che è certamente valido ed efficace, anche se non proprio calzante, come ho scritto punta tutto verso l'umiltà e l'obbedienza ai superiori, perché fondamentalmente egli mirava al pontefice non a Dio più precisamente.
Ma non ha colto il vero messaggio di Cristo che non ha chiesto l'umiltà ma la manza di malizia, che altro non è che la trave, togli la malizia togli tutti i peccati, non ha visto che l'importanza non sta tanto nell'umiltà quando l'essere candidi, puri privi di qualsiasi intenzione malevola, e assolutamente semplici, direi poveri di capacità quasi cognitiva, cioè, non stupidi, ma arrendevoli alla volontà di Dio, questo era realmente quello che Gesù chiedeva.
Cioè permettere allo spirito di agire in voi, non di opporvi, proprio come fanno i bambini che assorbono tutto, come della spugne e si lasciano condurre dove si vuole.
Il bambino si lascia modellare, l'adulto no, ecco il dunque, la conseguenza della semplicità è l'umiltà, una persona che non è semplice, non sarà mai umile.
Quando i tuoi propositi sono nella perfetta verità tu sei candido, semplice e di conseguenza umile,, in pratica Cristo ci dice semplicemente che non c'è bisogno di imparare d'essere umile, c'è bisogno d'imparare ad essere semplice, e di seguire solo la verità, perché poi tutto il resto ne è una conseguenza, per cui non c'è bisogno che un altro essere umano cerchi di dipanare un concetto così semplice e disarmante, perché in realtà noi lo stiamo complicando facendo perdere a se stesso la semplicità. Molto spesso il tentativo di spiegare con le nostre capacità umane, concetti divini, ne rende complesso il capire il concetto stesso, e quindi si allontana quella semplicità che il concetto deve avere.
La persona semplice rimane in un certo senso anche un po infantile, anche un po sprovveduta, anche un po fuori dal mondo, ma non per questo non è intelligente, non è umile, non è amorevole e tutto il resto, anzi lo è di più di tutti gli altri.
Chi si circonda di apparenze, non è certo un semplice, chi vive di cose effimere il suo stato d'essere non è semplice, chi ambisce ad alte posizioni non è un semplice, chi mira alla carica non è un semplice, anche l'esprimere un concetto tentando di cogliere il pensiero di Cristo, ma esprimendolo secondo i propri canoni, è un pensiero di uno che semplice non è; tutte quelle condizioni che esaltano l'uomo verso il di più, lo classificano come chi non possiede la semplicità.
S.Francesco ha colto solo una piccola parte del pensiero di Cristo, non ha inteso il vero senso che il parlare di Dio ha e aveva, si è soffermato alla superficie del problema, esaltando solo un'aspetto secondario che è l'umiltà, rispetto alla semplicità e la candore.
In pratica Cristo dice, ragionate in modo semplice, lineare senza la malizia nel cuore, e sarete tutto il resto, quindi umili, candidi, gioiosi misericordiosi, etc.
Vi faccio un esempio che mia madre mi ricorda ogni tanto..fa ridere, ma era la verità.
Siamo al mare io avrà avuto 4 anni; poco più in la vi è una signora che ha dei bei denti bianchissimi, la vedo che armeggia con la bocca, ma senza capire cosa fa, passa un ragazzo che vende cocco, questo gli dice: “ che bei denti bianchi che hai” ma il modo in cui lo ha detto, probabilmente a me ha suonato strano, e la signora imbarazzata non sapeva come rispondere al che io sono uscito con una battutina da bambino, e dico “ma la signora ha la dentiera, per quello sono così bianchi”, mi mamma è scoppiata a ridere, questa poveretta si è vergognata terribilmente, sottolineando sue aspetti, uno che era vero, l'altro che la signora era poco intelligente.
Per farvi capire i bambini sono candidi dicono quello che vedono e pensano, fuori dai denti non hanno mezze misure, e parlano anche quando la verità fa male, ecco cosa intende dire Cristo, siate candidi cioè dovete sempre dire la verità perché questa vi renderà liberi. Invece molto spesso gli adulti crescono e convivono con una montagna di menzogne, anche se non sono così dannose per la vita sociale, ne che fanno male a nessuno, ma non sono la verità. Quindi la semplicità deve essere la prima cosa più importante di tutte, perché l'essere semplice porta la persona a non mentire mai.
Quindi la verità è il fulcro di tutto.
Ecco perché Gesù dice di se, Io sono la Verità, per queste ragioni, in Lui non c'è malizia, quindi la sua semplicità è disarmante, e ovviamente il suo candore è assoluto, per cui la sua umiltà e perfetta, ecc..
Un altra cosa, nessun uomo vivo, può dirsi pienamente nella verità, ne può essere la verità, solo Cristo è la verità, per cui tutti noi bramiamo la verità, ma nessuno di noi lo è. Poi ovviamente ci sono diversi livelli di verità. Da quella più bassa che è quasi una menzogna ad una più elevata che è una quasi totale verità, quasi però. Tra i vivi in terra non esiste nessuno che sia verità assoluta. Per esserlo, bisogna che un uomo nasca senza peccato originale e per ora gli unici due, esseri senza peccato, sono Cristo e sua Madre.
Cosa intendo dire con questa espressione?
“L'uomo non si accontenta mai delle parole di Dio, e con il suo pensiero crede e pensa di dire meglio di Dio.”
Generalmente l'essere umano invece di semplificare la vita agli altri, la complica, cercando di rispondere al pensiero di Dio, con un suo pensiero il quale dimostra la non linearità dei suoi propositi.
Noi uomini generalmente se non sondiamo e non vagliamo il pensiero di Dio in ogni modo cercando di capire e carpire i suoi segreti, non siamo contenti ne soddisfatti, per cui siamo all'eterna ricerca di capire cosa Dio volesse dirci, ed invece di rimanere sulle semplici parole di Dio, complichiamo la vita agli altri, che invece di seguire la semplicità nelle parole di Dio, seguono le parole complicate che noi poniamo pensando di essere meglio compresi dagli uomini, ma senza renderci conto che così facendo ci ergiamo sopra Dio.