Il verbo di Dio si manifesta quando?
Da prima di Gesù, Dio padre,
diede ad uomini la possibilità di amministrare il suo potere, insegno ad essi
come si gestiva, e cosa produceva l’azione del verbo, cioè la parola enunciata,
vediamo Re Salomone uno dei più intelligenti e sapienti Re, che la storia di
Israele abbia conosciuto, vediamo Isaia, Elia, Ezechiele, Davide, ecc, tutti
profeti che gestivano a nome di Dio il suo potere per il bene della comunità e
di quanti volevano parteciparvi. Per volontà di Gesù qualcosa cambia, mente
prima i profeti e re ebrei gestivano il potere di Dio, ora questo non è più
possibile egli ha cambiato qualcosa con la sua venuta, non servono più formule
strane, per invocare ed evocare la potenza di Dio, basta nominare il Nome sacro
di Gesù, per volontà del Padre Suo, che ogni cosa sarà fatta, ma dalla venuta
di Gesù, Dio monitora, la situazione contendendo non più indiscriminatamente
qualsiasi cosa al suo Apostolo, ma solo quello che Egli stesso, desidera
secondo la Sua
volontà, in pratica è Dio che effettivamente concede la grazia chiesta
dall’Apostolo, ma se l’apostolo non corrisponde non solo la parola, ma anche in
cuor suo, lo stesso desiderio, ecco che quando egli domanda e tenta di eseguire
mediante la parola e i nomi sacri di Dio, essa non si manifesta. Perché per
manifestare la potenza di Dio il suo potere bisogna che ci sia intento di
parola e di anima, se manca l’anima, la parola non si manifesta, sottoforma di
potere di Dio. Questo è il grande e geniale cambiamento che Gesù porta, per
controllare in maniera precisa l’attività dei suoi sottoposti, Apostoli,
discepoli, e ogni eletto. Ma Gesù va oltre, l’uomo non vede e non comprende che
avendosi posto un capo, come vicario di Cristo, esso si pone maggiormente sotto
lo sguardo acuto di Dio, ed ogni sua azione, pensiero e moto dell’anima viene
vagliato da Cristo stesso. Se il suo parlare con corrisponde al suo agire e
soprattutto non corrisponde al vero pensiero di Cristo, a quanto Cristo ha
comandato, le sue azioni e parole rimangono vuote, ed anzi, dato che Cristo fu
perfetto in terra ed intaccabile da ogni demone, se un pontefice, non si
comporta esattamente come fu Cristo, il suo operare, nella parole, nei
desideri, e nei pensieri, diviene un arma contro se stesso,. Preciso, se un
vicario, frequenta amicizie, che sono contrarie alla volontà di Cristo, alla
sua legge, alle sue intenzioni, quanto da esso fatto, esposto, detto,
desiderato, ecc, gli viene contro, non danneggia se stesso, ma coloro che sono
nel suo pensiero, un esempio… di questi giorni, il 29 luglio 2014 è morto un
caro amico del pontefice un certo G.T. dopo che il pontefice, ha dato molto più
risalto, a questo uomo, un predicatore protestante acerrimo nemico della vera
chiesa di Cristo e della Madonna. Dio ha visto l’intento e la volontà di questo
suo vicario, ha giudicato che esso non fosse in linea con i suoi dettami, dato
che il suo cuore e la sua anima non erano in linea con il pensiero di Dio,
quanto egli ha manifestato contro i suoi stessi sottoposti e contro il popolo
Cristiano, gli si ritorto contro, ricadendo la sua azione, verso l’amico tanto
amato, in pratica il pontefice stesso, senza saperlo ha decretato per
contrarietà manifeste a Cristo la fine del suo amico. La Sua azione, positiva,
eccessiva verso costui, ha generato un azione negativa verso costui, perché il
suo operato non era in linea con la
volontà di Gesù, per cui esso ha tirato a se un male maggiore, rigettandolo non
su di se, ma verso chi egli riteneva più importante di un popolo che lo acclamava.
Se Dio si negasse ai suoi angeli
che Dio sarebbe, se Dio non accorresse a quanti lo invocano, chi sarebbe, se
Dio non si chinasse a soccorrere il più debole che Dio sarebbe! Se il vicario
che dovrebbe rappresentare Cristo, in terra, non fa lo stesso non è vicario di
Cristo e non lo rappresenta.
Un altro esempio, se un uomo si
reca in un luogo Santo ritenuto dalla cristianità culla del Dio vivente, con
animo avverso allo stesso Dio, e con pensieri malevoli, esso porta con se non
contrizione, non umiltà, e macchia quell’luogo Santo, con la sua avversione,
quello che accadrà potrebbe essere commisurato alla funzione di quell’uomo. Quindi
se un vicario non corrisponde esattamente in cuor suo, nella sua mente, nella
sua anima e nelle sue parole la vera volontà di Cristo e il vero credo in
Cristo, tutto ciò che fa, va a danno della comunità, anziché di se stesso,
perché Cristo Dio, vuole fino all’ultimo tentare di salvarlo, e cercherà di
fargli capire mediante gli eventi attorno a lui, il suo errore. Di conseguenza abbiamo
che, maggiore è il potere di un apostolo, maggiore sarà gli effetti collaterali
che questo apostolo scatenerà attorno a sé, se esso non corrisponde con
perfezione il suo Credo d’amore verso il suo Dio.
Un vicario è sottoposto
maggiormente all’attenzione di Cristo, rispetto a qualsiasi suo sottoposto, se
il vicario che dovrebbe rappresentare Cristo in terra, secondo la volontà che
la chiesa si è in qualche modo presa come carico su di se, non corrisponde perfettamente alla volontà di Cristo nella perfezione più assoluta, esso non agirà nel bene del
popolo, ma per la sua rovina.
Se le sue benedizioni, non sono
promosse con intenzione e da un animo Santo, esse non sono benedizioni, ma
possono divenire maledizioni.
Perché il verbo di Dio si manifesti!
Non basta emettere parola, bisogna, che l’essere umano creda in Dio, creda nel
profondo della sua anima, e sia convinto
nella sua mente che Dio fa sempre, quando il connubio tra queste tre parti è
perfetto, ecco che il verbo si manifesta nella carne umana e nel mondo,
secondo la volontà di chi lo ha invocato, ma se una sola di queste manca, non
avviene nulla…. O può avvenire anche il contrario a secondo del ruolo coperto di
chi le ha volute.
Ma Dio è sempre supervisore, e da o toglie a seconda dell'animo umano.
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