Per cui cari figli, miei amati fate il possibile per rimanere saldi nella fede in Cristo Mio FIGLIO GESU’ anche se questa fede vi dovesse costare la vita terrena, ricordate che la vita eterna è di gran lunga più bella di qualsiasi avventura terrena. Chi oggi gioisce nell’eternità della presenza e dell’amore infinito di Dio, dimentica ogni amarezza terrena e mai più desidera tornavi.
lunedì 12 ottobre 2015
Supplica della Madre Dio contro l'Inferno!
Per cui cari figli, miei amati fate il possibile per rimanere saldi nella fede in Cristo Mio FIGLIO GESU’ anche se questa fede vi dovesse costare la vita terrena, ricordate che la vita eterna è di gran lunga più bella di qualsiasi avventura terrena. Chi oggi gioisce nell’eternità della presenza e dell’amore infinito di Dio, dimentica ogni amarezza terrena e mai più desidera tornavi.
sabato 10 ottobre 2015
Un angelo del Signore mi preannucia un evento futuro, ma vicino.
venerdì 9 ottobre 2015
Aprite i vostri cuori che entri il Re delle gloria!
martedì 6 ottobre 2015
NON FATE SOFFIRE IL PADRE ETERNO!
domenica 4 ottobre 2015
Gesù supplica il Mondo !
mercoledì 30 settembre 2015
Quiete, volontà e fede.
“Io sono Iddio, che ha creato tutte le cose per gli uomini, perché fosse tutto a loro servizio e profitto. Ma l'uomo abusa a suo danno di tutte le cose create per lui."
“Mi mettono in croce infatti con la volontà di peccato, mi flagellano con l'impazienza, perché non sanno sopportare per me una parola. E mi coronano con le spine della loro superbia, per cui vogliono essere più in alto di me. Mi feriscono col ferro mani e piedi, gloriandosi del peccato e si ostinano a non temermi. Per fiele mi danno tormenti. Per la Passione, alla quale andai giubilando, mi chiamano bugiardo e falso. In verità, se volessi io potrei sommergere loro e tutto il mondo, a causa dei peccati. Ma, se li sommergessi, coloro che restano mi servirebbero nel timore; e questo non sarebbe giusto, perché l'uomo deve servirmi per amore. “
“”Poi lo Sposo parlava alla Sposa dicendo: Io sono Dio e il Signore degli Angeli. Io sono il Signore della morte e della vita. Io stesso voglio abitare nel tuo cuore. Ecco fin dove ti amo. I cieli e la terra e tutte le cose in essi contenute non possono contenermi; eppure voglio abitare nel cuore tuo, ch'è solo un pezzo di carne. “”
Siamo tutti un po superbi!
Meditare e riflettere è opera di uno spirito Buono.
Questo capitolo ve lo lascio senza spiegazione perchè ritengo che ognuno, debba capir da se e per se e che il Signore in modo diverso illumini le vostre menti per farvi capire sencondo le vostre sensibilità e capacità cosa queste parole vogliano dire per voi
Capitolo Ventiduesimo
La Madre diceva così alla Sposa del Figlio: Tu sei la sposa del Figlio mio. Dimmi che cosa hai in cuore e che cosa vuoi? La sposa le rispose: Tu lo sai bene, Signora, perché sai tutto. Allora la beata Vergine disse: Sebbene io sappia tutto, tuttavia dimmelo con le tue parole, davanti a tutti.
E la sposa: Due cose – disse – temo, o Signora. La prima sono i peccati, che non piango e temo come vorrei. La seconda è che mi rattristo che i nemici del Figlio tuo siano molti.
Allora la Vergine Maria disse: Per la prima cosa ti do tre rimedi. Il primo è questo: pensa che tutti i viventi, che hanno uno spirito, come le rane e tutti gli altri animali, a volte soffrono dei disagi; il loro spirito però non vive in eterno, ma muore con il corpo. La tua anima invece, e quella di ogni uomo, vive in eterno. Il secondo è questo: Pensa alla misericordia di Dio, che nessun uomo è tanto peccatore che il suo peccato non sia perdonato, se lo chiederà col proposito di emendarsi e con contrizione. Il terzo è questo: pensa quanta sia la gloria dell'anima, che in Dio e con Dio vive senza fine.
Per la seconda cosa, che cioè i nemici di Dio sono molti, ti do pure tre rimedi. Il primo è questo: considera come il tuo Dio e Creatore è anche il loro Giudice e mai saranno essi i giudici, sebbene Egli sopporti con tanta pazienza la loro malizia durante questa vita. Il secondo è questo: considera che son figli della dannazione e quanto grave e terribile sarà per loro il fuoco eterno. Essi sono i servi pessimi, privati dell'eredità, mentre i figli la riceveranno. Ma allora – dirai tu – non bisogna predicar loro? Sì, certo. Pensa che spesso con i cattivi ci sono i buoni. E i figli di adozione, a volte, si allontanano dal bene, come fece quel figliol prodigo, il quale se ne andò in una regione lontana e visse malamente. Ma essi, pentiti per mezzo della predicazione, ritornano al Padre e saranno tanto più accetti quanto più peccarono. A loro dunque bisogna predicare di più, perché, sebbene il Predicatore vede tutti cattivi, rifletta tuttavia se non vi siano forse, fra quelli, dei tutti figli del mio Signore; predicherà dunque a loro.
Questo Predicatore avrà un'ottima ricompensa. Il terzo rimedio è questo: considera che i cattivi son tollerati in vita per la prova dei buoni, affinché esasperati dai loro costumi raccolgano il frutto della pazienza, cosa che potrai capire con un esempio. Una rosa è tutta profumata, bella a vedersi, lieve al tatto e tuttavia non cresce se non fra le spine, che pungono al tatto, brutte a vedersi e senza profumo. Così pure i buoni e gli uomini giusti, sebbene miti per la pazienza, belli per i costumi, profumati per il buon esempio, non possono tuttavia progredire ed essere provati, se non in mezzo ai cattivi. Talvolta accade che la spina difende la rosa, affinché non sia colta innanzi tempo; così i cattivi sono occasione per i buoni di non cadere in peccato; a volte sono trattenuti dalla malizia dei cattivi perché non siano guastati dall'euforia o da altri peccati. Così pure il vino non si conserva mai buono della sua bontà, se non nella feccia; allo stesso modo i buoni e i giusti non possono restar virtuosi e far profitto, se non sono provati dalle tribolazioni e dalle persecuzioni dei cattivi.
Perciò tu sopporta volentieri i nemici del Figlio mio e pensa che Egli è il loro Giudice e che, se fosse per giustizia, dovrebbero essere distrutti tutti e ben potrebbe distruggerli all'istante. Dunque, sopportali finché Egli pure li sopporta.
Parole della Vergine alla Figlia, circa due signore, delle quali una si chiama Superbia e l'altra Umiltà. Con essa è indicata la Vergine che in punto di morte viene in aiuto ai suoi devoti.
Gli animali hanno uno spirito.
Gli animali hanno uno spirito.
" Vergine Maria disse: ... tutti i viventi, che hanno uno spirito, come le rane e tutti gli altri animali, a volte soffrono dei disagi; il loro spirito però non vive in eterno, ma muore con il corpo. La tua anima invece, e quella di ogni uomo, vive in eterno."
Gli animali hanno uno spirito, ma il loro spirito non è eterno, muore con il corpo, molto chiaro!!
Mentre la chiesa sempre sostenne che gli animali non avevano uno spirito, ecco altro errore che la chiesa ha fatto, credendo che solo l'uomo aveva uno spirito, infatti io dissi, precdentemente che gli animali erano sorretti da uno spirito che li governava, altimenti non sarebbero stati vivi, come noi se ci manca l'anima siamo corpi morti, perchè è l'anima che sorregge il corpo e non il contrario, così gli animali hanno uno spirito. solo che la differenza tra lo spirito dell'Uomo e quello dell'animale è che il nostro è eterno.
Questo ci fa capire un altra cosa, molto importante che il Signore nella sua infinita saggezza, ha visto che l'uomo avrebbe ucciso degli animali, per cui per impedire che l'uomo potesse commettere peccato contro di questi, ha fatto in modo che gli spiriti di questi non fossero eterni, per cui come dice la Vergine in Santa Brigida, i loro spiriti muoiono con i loro corpi, anche se questi in vita soffrono o hanno sentimenti, questo fa capire che esistono anche sipriti non eterni, per cui i peccati non si fanno verso gli animali, anche se come creature fragili e miti, non devono essere uccise senza motivo e senza senso o senza una buona ragione perchè anch'essi rientrando nel piano di Dio per la nostra sopravvivenza o il nostro diletto, devo essere rispettati perchè creature create da Lui.
Il peccato quindi si fa solo verso coloro che dispongono di spiriti eterni tra cui anche l'uomo.
Se gli animali avessero avuto uno spirito eterno, a quest'ora avremo commesso uno sterminio di peccati. Però questo non ci induca a divenire delle bestie, perchè gli animali che non posseggono di spiriti eterni, solo da trattare bene e da voler bene perchè comunque sia, hanno uno spirito che è sempre parte della volontà di Dio.
Maria Figlia, Sposa, Madre di Dio si racconta.
“Io sono la Regina del Cielo, la Madre di Dio. Ti dissi di aver sempre sul tuo petto la collana. Ora ti mostrerò meglio che io, fin dall'infanzia ascoltando e comprendendo che esiste Dio, fui sempre sollecita e timorata della mia salvezza e obbedienza. Come poi seppi che lo stesso Dio è mio Creatore e Giudice di tutte le mie azioni, Lo amai intimamente e sempre lo temetti e proposi di mai offenderlo né con parole né con azioni. Saputo poi che aveva data la Legge e i Suoi precetti al popolo e che aveva fatto in suo favore tanti prodigi, proposi fermamente di non amar altri che Lui e sommamente penose mi erano le cose mondane.
Dopo di che, saputo anche che lo stesso Dio avrebbe redento il mondo nascendo da una Vergine, io L'amai tanto, che non pensavo che a Dio e non volevo che Lui solo. Io mi astrassi, per quanto possibile, dalle conversazioni e dalla presenza dei parenti e degli amici. E tutto quel che potei avere, lo diedi ai poveri. Non mi ritenni che un po' di nutrimento e di vestito. Niente più mi piacque che Dio. Desiderai sempre nel mio cuore di esser viva al tempo della Sua nascita e meritare possibilmente di essere la serva della Madre di Dio. Feci anche voto, in cuor mio, di conservarmi vergine e di non possedere mai nulla al mondo. E se Dio avesse voluto altrimenti, si facesse la sua volontà e non la mia, perché credevo che Egli può tutto e non vuole se non ciò che mi è utile e perciò Gli affidai tutta la mia volontà.
Giunto poi il tempo in cui le vergini dovevano per Legge essere presentate al Signore nel Tempio, fui anch'io tra loro per obbedienza ai miei genitori, pensando tra me che a Dio nulla è impossibile, e, giacché sapeva che io altro non desideravo e nient'altro volevo che Lui, Egli poteva custodire la mia verginità, se così a Lui piaceva, o altrimenti si compisse in me la sua volontà.
“E considerando ciò, vidi tre cose meravigliose. Vidi infatti una stella, ma non di quelle che splendono in cielo. Vidi una luce, ma non di quella che risplende nel mondo. Sentii un profumo non come di erbe o cose simili, ma soavissimo e quasi ineffabile, del quale ero tutta ripiena, ed esultavo per la gioia.”
“Allora l'Angelo disse: Quello che in te nascerà è Santo e sarà chiamato Figlio di Dio e come a Lui piacerà così avverrà. E tuttavia non credevo di esserne degna, né gli chiesi perché o quando accadrebbe, ma chiesi come accadrebbe, per il fatto che non sono degna d'essere madre di Dio e non conosco uomo.”
“Considerando però la potenza della sua Divinità, mi consolavo ancora sapendo che così Egli voleva e così era conveniente e conformai pienamente la mia volontà alla Sua, in modo che la mia gioia era sempre unita a dolore.”
“E mentre il Figlio mio stava tutto sanguinante e lacero, in modo che non v'era più in Lui parte sana né ancora flagellata, uno domandò con animo agitato: « L'ucciderete dunque senza giudicarlo? » E subito lo slegò.”
“Frattanto mentre il Figlio mio si avviava al luogo della Passione, alcuni lo percossero sul collo, altri in faccia. E fu colpito sì fortemente e violentemente che sebbene io non vedessi l'autore, udivo però chiaramente il rumore delle percosse. “
“Dopo, i crudeli carnefici lo presero e lo distesero sulla croce. Per prima crocifissero la mano destra allo stipite, dove già c'era il foro per il chiodo; perforarono la mano nella parte dov'era più dura.”
“Allora udii alcuni affermare che il Figlio mio era un ladro, altri che era un mentitore, altri che nessuno più di lui era degno di morte; e all'udire queste cose mi si rinnovava la pena. Ma, come ho detto, appena gli fu infisso il primo chiodo, io al primo colpo caddi svenuta come morta, mi si oscurò la vista, mi tremavano le mani e i piedi e non ripresi i sensi prima che fosse tutto crocifisso.”
“In mezzo a tanti dolori, il Figlio mio guardò ai suoi amici che piangevano e avrebbero preferito soffrir loro quelle pene col suo aiuto o soffrire un inferno eterno piuttosto che vederne straziato lui. “
“”Mentre poi all'avvicinarsi della morte gli si spezzava il cuore per i violenti dolori, tutte le membra tremarono ed Egli, sollevato appena il capo, lo reclinò. Si vedevano la bocca aperta e la lingua sanguinante. Le mani si rilassarono alquanto sulla loro piaga e il peso del corpo cadde maggiormente sui piedi. Le dita e le braccia in qualche modo si allungavano e la schiena aderiva fortemente allo stipite della croce.
Allora alcuni mi dissero: Maria, il Figlio tuo è morto. Altri soggiunsero: È morto, ma risorgerà. E mentre tutti parlavano, venne un tale che con la lancia lo ferì nel costato così violentemente, che per poco non lo trapassò da parte a parte. E ritraendosi, la lancia apparve con la punta rossa di sangue. Allora, vedendo ferito il cuore del mio carissimo Figlio, mi sembrò che quasi fosse stato ferito il mio. “”
“Fu poi deposto dalla croce ed io lo ricevetti in ginocchio, come fosse un lebbroso, tutto pieno di lividi. I suoi occhi erano chiusi, colmi di sangue; la bocca era gelida come la neve; la barba ispida, il viso contratto, le mani ritratte verso l'ombelico. Com'era stato in croce, così lo ricevetti sulle ginocchia, rattrappito in tutte le sue membra. Poi lo deposero in un lenzuolo pulito.”
(*A)Posso capire in minima parte cosa vuol dire aver un piede trafitto da un chiodo, perché da bambino per distrazione ho appoggiato il piede sinistro nel punto più spesso, su una tavola con un chiodo di 1 cm di spessore che mi trapassato il piede da parte a parte, anche se le condizioni di Gesù era ben diverse, considerando che i piedi sono tutti innervati) quindi Gesù non aveva solo il dolore per la chiodatura ma anche poi per reggere il peso del corpo dolente per la flagellazione quindi dolore a dolore, non possiamo nemmeno immaginare cosa significhi, possiamo solo vagamente capir qualcosa. Se non si prova anche un minimo, non si può dire.
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