domenica 27 aprile 2014

Venerabili, Beati, Santi.

Venerabili, Beati, Santi.

La chiesa da quanto è nata, ha stabilito che lei sia l’artefice delle nomine di coloro che a suo dire sono passibili di essere dichiarati esaltabili innanzi a Dio.

Ora essa ha distinto in tre categorie i soggetti umani , Venerabili, Beati e Santi. Quando in realtà nel Regno eterno di Dio, tutte le anime sono Sante al cospetto di Dio in egual mondo, non ci sono differenze nel considerare santa una qualsiasi anima, le anime sono tutte a pari livello, ciò che rende un anima umana meglio dell’altra sono le sue virtù, i suoi carismi, i poteri che Dio in vita le ha concesso, cioè più un anima è ricca di virtù provenienti da Dio, più essa, è agli occhi di Dio importante, anche se essa, sta sullo stesso piano di un anima che ha molto meno. L’unico essere che si pone sopra a tutti è Dio stesso, perché Lui è la fonte di ogni virtù, ogni potere, ogni grazia, di tutto, senza Dio, nessun’anima ha nulla e nessun anima fa! Teniamo presente che questo modo di parlare della chiesa chiude le porte alla santificazione di altri soggetti che non siano dentro la chiesa stessa, come se la chiesa dicesse al mondo, solo coloro che si danno anima e corpo a Dio si salvano dalla dannazione eterna, questo non è affatto vero, è un arroganza, perché in paradiso, ci sono santi che non sono mai e non mai saranno santificati e riconosciuto dalla chiesa stessa, ma vengono santificati quando sono in presenza di Dio, che è l’Onnipotente, l’Eterno e con la sua presenza li santifica, è Dio che decide se un anima di un comune mortale, sia degna della sua presenza, ed è solo e solamente Dio che la santifica, perché come già detto è esposta alla Sua Santità, alla sua Gloria. La santificazione non è un opera indotta dal essere santo, ma è l’esposizione al potere di Dio, è Dio che ti rende tali, con la Sua Potenza, Forza, Verità, Amore e ogni altra virtù che solo a Lui appartiene. Certo il soggetto si santifica nella vita terrena con la sofferenza ed immolandosi per Cristo. Quindi queste differenze che noi facciamo per far credere alla gente, che un soggetto sia di più o di meno sono ridicole agli occhi di Dio, una volta che Egli ha formulato il suo giudizio su di noi, e c’ha accolto nel suo regno purificati, mondi da ogni microscopica pagliuzza di impurità, ben oltre il peccato, ecco che noi diveniamo santi solo per il fatto che siamo esposti alla Sua Santità Eterna, è la presenza in un essere umano vivente dello Spirito Santo, che ci rende “santi”, non lo siamo per noi stessi. E’ il fuoco inestinguibile, di una potenza inimmaginabile praticamente identico alla potenza sviluppata dal primo istante della creazione, che distrugge ogni male,  che proviene da Dio che ci rende puri e santi. Tutti gli esseri umani che vengono esposti  alla Potenza-Gloria di Dio, secondo quanto Dio da ad essi, divengono santi, sia in terra ma tanto più in cielo. Ma come già detto e ripeto, non ha alcun senso dichiarare un uomo santo, quando è solo Dio che lo rende tale, facendolo entrare nel suo regno. Una volta che un essere umano chiunque sia, prete o laico, varca la soglia del Regno di Dio, diviene santo, tutti gli esseri umani che superano quella soglia lo sono in automatico. Voler dichiarare santo un essere umano, è arbitrario, perché nessuno sulla terra, che non possegga il Dono di parlare con Dio, sa se quel determinato essere umano, è già giunto nel regno di Dio, per cui prima di esercitare tale arbitraria volontà, sarebbe il caso chiedere a Dio. Invece da quando la chiesa è nata, a arbitrariamente fatto santi anche soggetti che non lo erano e forse taluni non lo sono ancora e forse altri non lo saranno mai. Quindi i termini venerabile, beato, sono ridicoli. Noi abbiamo un concetto dalla santità a gradini come se fosse uno scalone, ma in realtà non ci sono scale. Anche se nel regno di Dio esiste una gerarchia, ma essa non centra nulla con la Santità, perché tutti gli angeli sono santi al cospetto di Dio nello stesso modo, i meriti che ognuno di essi hanno sono derivanti da altri fattori, che non centrano con l’essere santo. L’Immacolata Vergine Maria, Figlia, Sposa, Madre di Dio, è santissima per volontà di Dio, non certo per volontà nostra, ma lo è grazie al suo Si, ma lo era ancora prima di quel Si, ma essa ha assunto sia in terra che in cielo ancora la sua primaria importanza Essa è molto più di qualsiasi Santo; perché i suoi meriti sono quelli di essere stata la madre del Dio vivente, di aver dato tutta se stessa, ed essersi immolata a Lui, in eterno, per cui in essa esisteva lo Spirito Santo nella sua totalità, cosa che in nessun santo in terra, sarà e fu mai così, a parte il Figlio, che essendo con il Padre è diverso. Quindi gli unici gradini sono prossimi al trono di Dio. 



Dimenticavo, si è ero quello che ho detto che ogni potere viene da Dio e che il santo fa solo su permissione di Dio, però è anche vero che i Doni che Dio da, sono doni effettivi, cioè Dio dona qualcosa di se è il dono è reale, cioè vien dato uno strumento agli esseri umani, affinché alcuni di essi abbiamo un a possibilità di usare attraverso quel dono il potere di Dio.  Quello che il maligno non può fare, i doni che satana da, in realtà fa credere di dare, in realtà è lui che gestisci le situazioni di persona. Il suo appiglio è l'odio che l'uomo esercita verso l'altro, è mediante questo che esercita la forza e il suo controllo, non c'è nulla di peggio dell'odio che l'uomo prova, che richiama satana a se. 

Perché Dio non salva tutti ?


Perché Dio non riporta in vita tutti ?


Dal fatto del giovane morto a 21 anni di età, molti si chiedono perché i due papi non hanno salvato questo giovane con un miracolo.


Bisogna chiarire un fatto importante, si deve sapere che, chi detiene il potere di agire nel mondo invisibile e visibile è solo e solamente Dio, Il creatore Onnipotente, Padre,Figlio,Spirito Santo. Ora nessuno senza il potere di Dio, neppure in paradiso ha potere, nessuno neppure gli angeli; è Dio che infonde i suoi poteri e doni a tutti gli altri, ed è Dio che dispose di tutte le cose, i Santi “umani”, non posseggono alcun potere, nemmeno mezzo. Se non fosse Dio a dare a loro il potere. Quando si dice che un santo ha fatto un miracolo, non è vero che è stato il santo a fare il miracolo, è Dio che fa il miracolo, non il santo; il Santo “umano” semmai intercede e chiede a Dio di esaudire quella persona, ma non è il Santo a far il miracolo è solo e solamente il Padre, Il Figlio, Spirito Santo, e la Madre perché nel caso di Maria è un po’ diverso perché essa fa parte del Figlio, quindi per lei è diverso. Però anch'essa rientra nella medesima logica. 

Quindi quando la chiesa elegge un uomo a Santo, lo fa a titolo arbitrario, perché non sa nulla se Dio è concorde con ciò, non sa se per Dio quell'uomo è in paradiso o no! Visto che i miracoli sono e vengono solo da Dio, dovremo dire che ogni onore va a Dio, anche gli omaggi che noi facciamo ai santi, perché non è giusto onorare di più un santo rispetto a Dio stesso! Perché tutto va alla sua potenza e gloria, da cui trae origine il tutto. 

Poi per quale ragione Dio non ha salvato quel giovane? 

Mi permetto di dare una motivazione, che poi in definitiva è la motivazione che va bene per tutti … Innanzi tutto, bisogna sapere che Dio ha sempre sotto i suoi occhi, il futuro di tutti, ciò che esiste nel invisibile nel visibile, per cui egli vede tutto di noi nel futuro, sà cosa faremo e cosa porteremo a lui o se ci perderemo. 

Ora perché non fa un miracolo(grazia) per salvare un qualsiasi soggetto dalla morte, o da eventi di altro genere quali possono essere possessioni ecc? 
Per esempio, nei terremoti o in qualsiasi incidente La motivazione è semplice, molto più semplice di quanto non immaginiamo. Dio vede il soggetto che è tra la vita e la morte, vede la sua anima, se essa è in un buono stato spirituale cioè salvabile, nel senso che non è un’anima persa, decide se prenderla a se, oppure lasciarla in vita; ma quale sarebbe la ragione di questa decisione? Semplice, vedendo il futuro particolare di ognuno di noi, Esso vede se quell'anima gli può portare nel futuro altra anime a Lui. Ma se essa si dovesse perdere e il suo stato attuale la può salvare, mentre lo stato futuro la fa perdere, Dio decide di prenderla a Se, pur di evitare di perderla. Questo è un fatto di grande umanità e misericordia. Può succedere che se vede che l’anima pur essendo non in buono stato per essere salvata, ma se, nel suo futuro vede che essa salverà se stessa e altre anime, allora riporta in vita quella persona. Può essere anche che intervenga la Vergine, a intercedere per essa per motivazioni diverse, per esempio, il caso del contadino colpito al cuore dal mulo, la madre di questo, aveva insegnato al figlio di pregar ogni sera la Vergine, solo per questo fatto la Vergine Maria, ha chiesto al figlio suo di dare un'altra possibilità all'uomo. Quindi le motivazioni non sono casuali come pensiamo noi, spesso sono dettate dal comportamento e dagli affetti sinceri sia del soggetto, che dei familiari. Ci devono essere della concause ben precise per decidere di riportare in vita una persona. I miracoli non si fanno mai per caso, c’è sempre una motivazione ben precisa soprattutto se Dio vede che nel futuro di quel soggetto, esso porterà anime a Lui, questa è la motivazione principale che Dio riporta in vita quel soggetto, ma se ciò non dovesse essere preferisce portare a se il soggetto anziché perdere la sua anima.

Nel caso di coloro che sono nel male al momento della loro morte, e il Signore non vede nel loro futuro alcun cambiamento, non c'è motivo perchè ritornino in vita. 

Piuttosto la gente deve imparare a chiedere la grazia a Dio, non si deve accontentarsi di dire a Dio devi salvarmi mio figlio, mio marito, mia moglie, la fidanzata ecc … bisogna saper chiedere con precisione millimetrica, cosa si vuole, perché Dio se tu non chiedi cosa vuoi , egli sceglie il male minore, cioè preferisce salvare l’anima al corpo, per Dio è molto più importante l’anima del corpo. Di conseguenza si deve chiedere, per esempio “ signore salva mio figlio, fallo rimanere qui con me,a affinché porti avanti la sua vita ecc.” se una persona non chiede con precisione, la scelta di Dio cade sempre sulla salvezza dell’anime e spesso accade proprio questo. Poi la gente se la prende con Dio, ma in realtà dovrebbero prendersela con se stessi . Certo se poi Dio non asseconda la volontà di costoro anche con le loro precise richieste significa che Egli ha preferito diversamente, per motivi che a noi sfuggono, ma sicuramente se il soggetto ha morto soffrendo su un letto di dolore, ma ha chiesto perdono a Dio di ciò che fatto e lo ha riconosciuto come suo Dio, allora state certi che esso è salvo, perché la grande sofferenza purga i peccati e per fortuna che abbiamo questa, perché se non l’avessimo, sarebbe una disgrazia. Quindi non lamentatevi se dovrete soffrire …E ricordatevi che più è grande il male che fate in vita, e maggiore sarà la vostra pena sulla terra, per non parlare di dopo, se vi va male.

Perché Dio non salva tutte le anime?

Perché le anime devono meritare la salvezza, sarebbe troppo comodo se tutte le anime venissero egualmente salvate, non ci sarebbe allora nessuna pena e non ci sarebbe scopo per la vita su questo pianeta, non siamo qui per passare una vacanza allegra e spensierata, ma ben sì, per superare delle prove e aver la possibilità di salvare la nostra anima, sta quindi solo a noi, la salvezza della nostra anima a temine della nostra vita. Siamo solo Noi la causa dei nostri mali e delle condanne, siamo noi che ci condanniamo alla dannazione o alla salvezza eterna, Dio fa da giudice e da ago della bilancia. Ma tutto è nelle nostre mani.


venerdì 25 aprile 2014

ANGELI - PREGHIERE - PROFUMI


Alcune domande che gli utenti mi hanno fatto:

Se un essere umano prega, un defunto che non sa dove esso si trovi nell'altra vita e mettendo che questo si trovi all'inferno, le mie preghiere sono un invocazione a questo essere divenuto demone? 

-No! Qualsiasi preghiera recitata da noi, viene vagliata dagli angeli che sono preposti a dirigerla verso l'anima che vorremo, ma se quest'anima non si trova nel posto che pensiamo, per esempio se si trova all'inferno, le nostre preghiere non vanno perse e vengono dirette verso un altra anima più bisognosa, quindi nulla si perdere, e ciò vale per qualsiasi preghiera. 

Anche le preghiere che noi destiamo ai vari santi e a Dio stesso, sono mediate dagli angeli, ma non solo anche quando andiamo a messa, spesso non preghiamo bene e neppure il prete prega benissimo come dovrebbe, allora intervengono gli angeli che aggiungono quello che noi non diamo, per cui la preghiera diventa presentabile agli occhi di Dio. 

Coloro che pregano molto e fanno molte opere di bene, le loro preghiere solitamente spirano anche profumo... quindi quando in apocalisse si legge che le preghiere dei santi vengono bruciate sull'altare di Dio essere emanano un profumo è indicativo del sentimento che il santo ha in se verso Dio, ma anche di quale spirito di Dio, essi sono presi, più il profumo si avvicina alla santità di Dio e più il Santo è vicino a Dio. Per esempio quando un santo emana un profumo di incenso, mirra, rose, giglio, miele  tutti assieme significa che il santo è molto amato da Dio. Se poi a questo profumo si aggiunge anche il sapore del miele più forte della melassa, allora vi è la presenza dello Spirito Santo in senso totale, cioè tutti i sette spiriti di Dio, esercitano in egual modo. 

Quindi quando sentite che un essere umano, pregando inizia ad emanare profumo (cioè non deve esserci profumo prima) , gli viene fuori dalla bocca e il corpo emette profumo, significa che vi è la presenza dello Spirito di Dio, ma dato che Dio ha sette spiriti, ognuno di questi esercita un profumo diverso, la combinazione di spiriti diversi produce profumi diversi, ed indica il tipo di dono che il soggetto possiede.. 

Nota scientifica: Forse voi non saprete che per fare un profumo ci sono 7 essenze i base, dalle quali si fanno tutti i profumi.

Vi faccio un esempio....  diverse persone che hanno pregato e pregano con le mie preghiere specie con la corona " La Gloria di Dio" a detta di queste persone,. a seconda della loro personale fede, dopo il 5-7 mistero hanno iniziato a sentire chi un dolce e lieve profumo, chi un violento e forte profumo, ma la cosa interessante è che non solo chi recita questa corona, sente il profumo, ma pure chiunque altro che non prega sente il profumo, anche atei, e i profumi che si sentono solitamente sono di rose, giglio, incenso ecc e durano a lungo. Ora si deve sapere che il profumo di rose e gigli è legato alla Vergine... mentre Incenso, mirra, storace, giglio,  olivo, sono legati a Gesù.  




ACQUISTATE IL NUOVO VOLUMETTO LA GLORIA DI DIO E TROVERETE RIUNITE TUTTE LE  PREGHIERE NELL'ORDINE VOLUTO DALL'IMMACOLATA. 







Il peccato nel tempo dell'Anticristo

Messaggio del 25 aprile 2014

Messaggio dato da Gesù .

Cari figli,
Quando verrà il tempo che i sacramenti verranno meno, i cristiani a me fedeli, potranno rimuovere i loro peccati, con le preghiere ma sopratutto con le opere che faranno, quindi fate da ora ogni possibile opera di bene affinché, io possa con essa togliervi i peccati che farete. Il sovrappiù diverrà per voi il vostro tesoro nei cieli.

Non attendete perchè il tempo si avvicina!



martedì 22 aprile 2014

Gesù ci parla della pace!

Gesù ci parla della pace!

Intanto cerchiamo di capire di che tipo di pace noi esseri umani desideriamo!
Solitamente l’essere umano ambisce o desidera una pace fatta di esteriorità, materialità e sensualità, dove poter star bene, continuare a fare i propri comodi, con i propri pensieri di qualunque genere,  senza che nessuno interferisca o metta bocca, dove nessuno possa turbare il nostro quieto vivere, i nostri interessi e dove nessuno possa mettere a rischio la propria stabilità economica, sentimentale e sociale. Questo è il concetto di base, con cui si definisce la pace umana.

Ma sarà veramente la pace di Dio?

Cerchiamo di vedere cosa Gesù ci dice e come ci parla di pace…
Iniziamo con la frase celebre “Non sono venuto a portare la pace, ma la spada”
Questo concetto di Gesù è molto significativo, cosa vuole intendere il Signore?
E sua madre ragiona sempre nello stesso modo? Ma certamente essa la pensa esattamente come il figlio. Questo cosa significa che i due non hanno un pensiero contrapposto ma il medesimo obbiettivo, il medesimo pensiero, perché entrambi sono uniformati alla volontà del Padre celeste. Da questo cosa fa capire a noi, che la madre non parla mai ai suoi messaggeri in modo difforme da quello del figlio, se il figlio ha proclamato in terra certe leggi, la madre farà esattamente quello che il figlio ha comandato di fare. Essa seguirà esattamente le medesima parole del Figlio, ma non tanto nelle parole di per se quanto nelle leggi e nei precetti.


Quindi di che pace parla il Signore? Non certo la nostra pace come la intendiamo noi.


E perché indica che lui è il portatore della spada? Perché la spada è in realtà lo strumento che indica la verità e la giustizia, che è usata da Dio per dividere il bene dal male, cioè la menzogna dalla verità, la luce dalla tenebre, la vita dalla morte vera, la disonesta dall'onesta, la coerenza all'incoerenza, ecc. Gesù è venuto per separare due aspetti della vita umana. I due aspetti contrapposti unici come il + e - ; perché tutto in realtà si riduce a questi due. Gesù è in sostanza il Re dei guerrieri, il Santo di Dio. La sua spada si trova nella sua bocca, nelle sue mani, nel suo cuore. Tutto ciò che va a Gesù viene vagliato, separato, purificato. Quindi la pace che Gesù allude non è la nostra pace illusoria, effimera, fallace, piena di peccati, è una pace fatta di perfezione, di amore, di infallibilità. In sostanza Gesù vuole portare in noi questo suo metro, per misurarci, per pesarci, per valutare se abbiamo progredito verso di lui, oppure ci siamo messi contro. Quindi quando esprime un concetto è sempre nella perfezione, ma nell'incertezza. La verità è sempre innanzi a Lui, dalla sua bocca emette verità che è più affilata di una spada, infatti la verità può anche uccidere, disarmare, rendere inoffensivi. Ma la sua lingua è giusta come la sua giustizia che è perfetta. “Non sono venuto a portare la pace” in questa espressione si cela un mistero. Gesù non vuole che ci addormentiamo nella pace della morte, perché satana è il porta la pace della morte, che non è altro che la pace di cui noi umani andiamo tanto fieri. Gesù porta e vuole che noi diveniamo vita nella sua pace, che è verità e giustizia, per questo ci vuole guerrieri. In effetti noi cristiani combattiamo ogni giorno, e il nostro vivere da cristiani è fatto per divenire saldi e forti contro le tentazioni di satana e dei suoi seguaci. Gesù e sua Madre non sono qui per portare la nostra pace, ma la pace di Cristo che non è pace, ma spada a doppio taglio. 


lunedì 21 aprile 2014

Che cosa chiede Gesù Cristo al mondo!

Che cosa chiede Gesù Cristo al mondo!

Certo Gesù Nostro Signore figlio del Dio vivente vorrebbe un numero superiore di santi, ma visto che è difficile ottenerli, cosa vuole dall'umanità, dagli esseri umani? 

Noi tutti pensiamo che voglia chissà che cosa, che voglia cose impossibili per noi da ottenere, nulla di più sbagliato.
Il Signore vuole solo e solamente che il mondo, cioè l’essere umano, singolarmente si comporti onestamente, lealmente, con semplicità,  che amiamo il Padre Eterno, rispettando le leggi eterne, che ci amiamo l’un con l’altro e che cerchiamo di comprendere e comprenderci, cercando di non autodistruggerci, anche nella natura.
Non vuole chissà cosa, come molti vi fanno credere.
Non vuole che ci rompiamo la testa, non vuole cose eclatanti.

IL Padre Celeste ci ama tutti allo stesso modo, non esiste nessuno nel mondo che sia superiore all'altro neppure chi si sente sopra agli altri o lo è; ma non vuole che si mescolino le fedi, che si creino culti unici, che si crei un culto unico per distruggere quello cristiano. Questo non è il pensiero di Dio, questo è il pensiero e il desiderio di satana. Chi dice il contrario non parla per bocca di Dio o della sua Sposa prediletta.

sabato 19 aprile 2014

GESÙ' è TRINITÀ'

NON SONO ANCORA SALITO AL PADRE!

Giovanni :20,17.

Dopo che la Maddalena riconosce Gesù, perché esso si fa riconoscere.

Gesù le dice: ”Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre. ….”  Cosa significa realmente questa espressione, tutta la chiesa ha sempre pensato che l’espressione significasse letteralmente quello che significa, si è vero, ma l’espressione nasconde una verità in se ed è Gesù che vuole rivelarcela perché? Il motivo è semplice, per distinguere lui da noi, cosa voglio dire con questo.

Intanto vediamo di capire bene l’affermazione di Nostro Signore.” Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre.”  Non trattenermi indica di non toccarmi; aggiunge “perché non sono ancora, salito al Padre” la parola più importante di tutta la frase è “ancora” come per dire che non era salito al Padre, durante la morte corporale, cosa significa?  Che la sua anima o spirito non ha mai abbandonato il corpo, in pratica quello che è "morto" era solo il corpo, ma il suo spirito è rimasto nel corpo, in effetti come ho sempre detto, la natura di Gesù non è uguale alla nostra. La dobbiamo smettere di pensare a Gesù, come un comune essere umano, perché la chiesa vede Gesù come un essere umano identico a tutti gli altri, sbagliato, non è la verità Lo dice Gesù: "Non sono di questo mondo!" Gesù era carnalmente in parte essere umano, ma in realtà, è ed era, sia, un essere umano nella sostanza legato alla mortalità umana, ma anche essere divino al tempo stesso, legato strettamente alla natura gloriosa del corpo di Dio, se non fosse stato così esso non poteva dirsi figlio di Dio e  non poteva neppure asserire che Lui non appartiene a questo mondo e non poteva neppure dire che Lui e il Padre sono la medesima persona. Di conseguenza alla sua morte in croce, egli non ha emesso lo spirito come lo emettiamo noi, ha solo avuto un collasso cardiaco e blocco di tutte le funzioni organiche, cioè la parte umana a cessato di vivere, perché il suo spirito cioè lo Spirito Santo che è fuso con la sua natura umana carnale è un tutt'uno e non può abbandonare questa natura umana divinizzata, perché è legato intrinsecamente con esso, in pratica in un discorso scientifico dovremo dire questo; mentre noi possediamo due eliche o filamenti di DNA , Dio ne possiede di più, dovreste vedere i sette Spiriti Santi che si trova innanzi a Dio, ognuno come un elica di DNA, in questo modo postreste vagamente capire che il DNA del Padre è composto da un certo numero di eliche DNA, decisamente superiore al nostro. Di conseguenza per formare un Figlio umano Egli ha fuso la sua natura  DNA multi “elica”, con quello umano, così facendo ha praticamente divinizzato quello umano ma al tempo stesso ha unito i Sette Spiriti Santi assieme per formare un unico Spirito Santo, e in questo modo ha fuso la sua stessa natura di Dio Onnipotente, Onnisciente e Onnipresente in un unico essere creando di fatto la Trinità in Cristo in forma visibile.  Quando avvenne la discesa dello Spirito Santo al momento del battesimo con l’acqua, esso era più che altro una conferma per il Battista, perché esso possedeva già lo Spirito Santo in se, fin prima della nascita. E’ stata una manifestazione per indicare al Battista che Gesù era il figlio dell’Altissimo e per assecondare le scritture. Infatti quasi tutto quello che Gesù ha fatto era già stato predetto in passato, e Gesù doveva solo seguire la predizione e far in modo che essa si compisse. Così ha fatto, perché essa dava testimonianza della natura soprannaturale di Gesù. Ecco perché lo spirito di Gesù non poteva abbandonare il suo corpo terreno, ecco perché a poche ora dalla chiusura del sepolcro il corpo ha preso vita da solo, si è trasformato nella sua vera natura, prendendo di fatto il suo vero aspetto, tanto che nessuno lo riconosce, ne la Maddalena che è la prima a vederlo a parlargli, ne gli apostoli sul lago di Tiberiade. Non poteva riprendere vita e trasformarsi alla presenza di altre persone, non lo voleva assolutamente fare, sarebbe stato un evento troppo plateale e non era nell'intendimento del Padre, perché fin alla fine voleva che credessero/ssimo in lui non per eventi soprannaturali così eclatanti da non poter dir nulla di diverso, ma perché si doveva credere senza vedere. Quindi la sua trasformazione e trasfigurazione avviene in modo nascosto celato a qualsiasi sguardo.  Quando incontra la Maddalena Lui non è ancora giunto al Padre come invece accade a noi, che appena morti, ci stacchiamo subito dal corpo e andiamo dove Dio ci manderà, Gesù non è uguale  a noi, per cui il suo spirito che fa parte della sua stessa carne, è in lui anche se il corpo come diceva Gesù dorme…anche questo modo strano di parlare indica un aspetto molto importante. Quando fa risorgere alcune persone tra cui Lazzaro non dice che è morto, Gesù sa com'è quel corpo, e dice che dorme. Perché usa questa espressione? Noi, esseri umani intendiamo un corpo morto, quando cessa le sue funzioni vitali. Gesù dice, che non è morto, ma dorme. Perché fa questa distinzione tra corpo morto e dormiente? Cosa intende dire per morto? Realmente ? Noi pensiamo di essere i padroni del nostro mondo e di conoscere ogni verità e ogni cosa, questo è assolutamente falso! Noi non siamo padroni neppure di noi stessi, figuriamoci di quello di quello che ci circonda. Ma Gesù perché distingue e perché precisa? Lo fa principalmente perché vuole dirci qualcosa, che in realtà l’anima si stacca dal corpo, ma essa non si allontana tanto da esso, per cui fintanto che il corpo è ancora recuperabile essa potrebbe tornare nel corpo e prendere vita. Ma Gesù dimostra che anche con un corpo già in avanzato stato di putrefazione, considerando che in un clima caldo un corpo accelera molto il suo stato di decomposizione, per cui pochi giorni possono corrispondere a diversi mesi in un clima differente. Quindi il suo modo di dire indica che l’anima può sempre tonare nel corpo e il corpo può sempre riprendere vita se naturalmente c’è la scintilla di Dio. Perché quella è indispensabile, come fonte energetica, per far riprendere vita a qualsiasi corpo anche se fosse uno scheletro. Ma non può farlo se il corpo non c’è più, manca la matrice, cioè il DNA, anche se lo potrebbe fare, ma è una questione fede pure questa. In pratica il corpo si genera dal nulla, o meglio dire dalla potenza creatrice di Dio, cioè ricrea gli atomi necessari per ricostruire il corpo, questa è una tecnologia. E non magia come noi crediamo stupidamente. Si perché tutto quello che noi non siamo in grado di comprendere viene classificato come magia, quando in realtà è solo tecnologia di un tipo a noi sconosciuto, ma lo è. Certo non si usano macchine, per ottenere lo scopo, ma energie che stanno alla base della potenza di Dio. A noi inaccessibili.  

Cosa intende dire per morto? Gesù usa la parola morte solo nel caso della vera morte, cioè quella definita come seconda morte, cioè la morte dell’anima. Che non sarebbe altro, che la perdita totale della possibilità di tornare ad essere figli di Dio, in modo definitivo. Ecco perché non usa la parola morte, ma dice che dorme.  Quindi tutti coloro che per noi sono morti, per il Signore dormono.

Però poi dice agli apostoli “lasciate che i morti seppelliscano i loro morti”….questa espressione sta ad indicare che gli esseri mani sono morti, cioè mortali, non morti veri, ma mortali che possono morite cioè perdere la vitalità che li rende vivi, non viventi ma solo vivi. Perché dico non viventi?  Semplice l’unico vivente è Dio. Noi siamo vivi. Il termine vivente indica una azione perenne cioè eterna, quindi quando si usa la parola vivente, spesso è mal usata, perché indica una natura eterna, quindi nessun umano si può definire vivente, perché non siamo eterni.  Siamo solo vivi, come lo sono gli animali. L’anima invece è vivente, perché parte di Dio.

L’espressione “lasciate che i morti seppelliscano i loro morti”…. indica che noi siamo morti quando non viviamo nello spirito di Dio, ecco cosa voleva dire, morti perché non viventi, ma morti come non più appartenenti a Dio.  I morti non viventi seppelliscono loro morti. È un espressione che indica la mancanza della fede, i loro morti sono coloro che perdono la fede e non riescono più a recuperarla a causa del peccato perché gli occhi di costoro non sono limpidi e non sono nella disposizione di voler essere salvati.


mercoledì 16 aprile 2014

Lo sconforto di Gesù nei confronti dei suoi discepoli.

Luca 9, 37-43
Lo sconforto di Gesù nei confronti dei suoi discepoli.

Questo racconto dell’apostolo ha un espressione in se molto dura di Gesù verso i suoi apostoli, quasi di insofferenza.

 …. gli venne incontro una gran folla. Un uomo da essa gridò: “Maestro ti prego di rivolgere uno sguardo su mio figlio, perché è l’unico che io abbia! Ed ecco uno spirito si impadronisce di lui e all'improvviso egli urla…….. Ho pregato i tuoi discepoli di scacciarlo, ma non hanno potuto”.
Gesù risponde: “O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi e dovrò sopportarvi?

L’importanza di questo racconto non sta tanto nella grazia dell’esorcismo che Gesù ha esercitato, cosa per lui di una semplicità unica. Ma quanto in quella frase, che ci mostra un Gesù diverso, quasi stanco di essere circondato da dei discepoli che non lo comprendono, che non sono fedeli come avrebbe voluto.

La frase infatti è molto sibillina, “O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi e dovrò sopportarvi? A chi si riferisce Gesù con questa espressione? Non di certo alla folla, non di certo al padre del giovane, ma ai suoi discepoli che non posseggono la fede necessaria per scacciare i demoni, fede che Gesù tenta di far sorgere in loro, sia mediante le sue parabole che la sua testimonianza.
I perversi e gli increduli, sono gli apostoli, che non credevano fin in fondo all'azione salvifica di Gesù e non credevano neppure nei suoi poteri come figlio di Dio. Hanno dei cedimenti di fedeltà.  

Poi aggiunge con sconforto: “Fino a quando sarò con voi e dovrò sopportarvi?”  pare che Gesù non ne possa più, di questi discepoli che non lo seguono e non lo comprendono. E ha un attimo di sconforto, e si chiede quando verrà la fine.  È un espressione molto dura che identifica che i discepoli erano ondivaghi, credevano solo se vedevano con i loro occhi e mettevano mano alla grazia di Dio, non credevano per la parola di Gesù, ma solo per la grazia che da Gesù usciva. Credevano alla manifestazione della potenza di Dio, e non alla sua sola parola. Sembra quasi non si fidassero troppo. Infatti l’espressione di Gesù è molto indicativa e molto dura, un giudizio severo, “generazione incredula e perversa!” per Gesù i discepoli sono perversi e increduli.

Anche in altri punti dei vangeli Gesù parla in modo aspro dei suoi discepoli, ma questo modo di parlare di Gesù ha un fine ben preciso, quello di tentare di correggerli, di renderli come Egli vuole, di trasformarli, alla luce della Grazia dello Spirito Santo affinché giunti perfetti si trasformino per ricevere degnamente proprio il suo Santo Spirito.  Nulla di ciò che Gesù fa e afferma è per nulla, tutte le sue azioni e le sue parole hanno un senso ben preciso, qualsiasi cosa esce da Lui, nulla di ciò che Gesù ha compiuto finché era tra noi, non ha un senso ben preciso. Anche le azioni che a noi potrebbero apparire strane o incomprensibili secondo la nostra logica umana, per Gesù avevano un senso preciso.

Dato che ogni sua azione e parola aveva non solo un senso per quel tempo, ma anche per il futuro della sua chiesa e di ogni discepolo e del gregge. Non solo tutto è stato fatto per ottemperare alla profezie su di Lui, espresse dai profeti, ma anche perché esse esprimevano un concetto che andava oltre quel tempo e si spingeva nel futuro di ogni tempo.  

Quindi le parole di questo evento delle vita terrena di Gesù, è da considerarsi un evento che si sarebbe ripetuto in ogni tempo, di ogni generazione del mondo. Gesù voleva dirci, che le generazioni incredule e perverse ci sarebbero state, anche nel futuro tra i suoi discepoli o apostoli. E lui si sarebbe posto ancora e ancora la domanda fino a quando vi sopporterò?  Fino a quando il Padre celeste non dirà basta! Dopo tutto è già avvenuto che Dio Padre dicesse basta, con il diluvio universale...


Luca:9, 46-48.
Gesù non vuole un discepolo più grande.

Come i discepoli erano abituati fare, litigavano per stabilire chi fosse tra loro il capo o il migliore, ma Gesù che conosceva bene il loro intendimento e per dipanare ogni dubbio disse loro: ” Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Perché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è il più grande”

In Matteo 18,1-5 vi è scritto così: gli apostoli chiesero a Gesù: “ Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?”  Gesù risponde praticamente allo stesso modo come in Luca.
Ora la frase si potrebbe girarla al suo opposto e ne verrebbe fuori che chi amava sinceramente Gesù era Giovanni, il più piccolo degli apostoli.  Che amava Gesù di un amore filiale, più degli altri apostoli, tanto che è l’unico che poggiò la sua testa sul petto di Gesù durante l’ultima cena. Ma Gesù specifica una cosa ben precisa. Chi accoglierà questo bambino che era un estraneo per loro, nel Suo nome, accoglie Gesù e il Padre Celeste. E dice solo, chi diventa piccolo agli occhi di Dio e del mondo, sarà il più grande, ciò significa che non era la forza  bruta, la sopraffazione, che gli apostoli avevano bisogno, ma il candore, la semplicità, l’umiltà, che è espressa in un bambino, come in un agnello. Quindi gli ultimi erano i primi. Chi avrebbe governato il suo gregge di pecorelle, non doveva essere un bruto, ruspante, ma un delicato, tenero, misero, semplice, umile e candido, questo è l’immagine che Gesù voleva del suo primo apostolo!  Questa decisione di Gesù non sottolinea che era Pietro, come molti vorrebbero intendere, anzi sottolinea invece che era Giovanni. L’unico che non ha tradito o rinnegato Gesù, il primo e l’unico che riconosce Gesù sul lago di Tiberiade. Quello che era più vicino all'ottica di Gesù era proprio Giovanni.  E non ultimo Gesù affida al suo amato discepolo sua madre. Il Regno dei Cieli non è per i grandi o i forti ma per in candidi e gli umili.
In questo passo non c’è nessuna designazione per nessuno dei suoi apostoli. Precisa solo qual è la regola da seguire per capire chi era il vero primo apostolo!


Luca 9, 18-21
E venne che, mentre stava pregando in disparte, i discepoli erano con lui; e li interrogò , dicendo: “ chi dicono che io sia?”  essi risposero: “Giovanni il battista, altri Elia, altri ancora uno degli antichi profeti resuscitato”  Gesù disse: “ ma voi, chi dite che io sia?”  Allora Pietro rispondendo disse: “ il Cristo di Dio!”,  il Cristo cioè l’unto di Dio.

In Matteo c’è una parte aggiunta che in Luca non c’è, può essere che Luca se ne sia dimenticato?…ma è molto strano! Una cosa così importante se ne dimentica.  Non credo proprio!

Matteo 16, 13-20: Allora Pietro rispose a Gesù: “Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente!”
Gesù rispose: “ Tu sei beato, Simone figlio di Giona, perché non da carne e sangue ti hanno rivelato ciò, ma il Padre mio che è nei cieli. Ebbene, anch’io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non preverranno contro di essa.  Ti darò la chiavi del regno dei cieli e ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”.


Ma l’espressione che va contro questo discorso “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e …..  Ti darò la chiavi del regno dei cieli …. e ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”.

È questa: ” Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Perché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è il più grande” Che fa ben capire, che Gesù non voleva un primo, non voleva un capo, altrimenti non avrebbe insegnato questa parabola, che è in antitesi con l’affermazione del primato petrino.
Inoltre nella stessa apocalisse che si vuol farla passare per una mera metafora come BXVI ha detto, esprime che la chiesa terrena avrà un termine… identificato e prodotto da un nuovo Giuda. Colui che la farà riemergere o rinascere sarà lo stesso Cristo!

Perché dire che le porte degli inferi non prevarranno sulla chiesa indicava che Gesù non avrebbe permesso la sua caduta, cosa che in Apocalisse esprime un concetto completamente opposto.  Inoltre Gesù non avrebbe dato l’Apocalisse a Giovanni se tale espressione espressa in Matteo.”... le porte degli inferi non preverranno contro di essa.”   fosse autentica, perché in apocalisse si parla chiaramente della fine della chiesa terrena.  E la sua nuova edificazione sotto l’autorità diretta di Cristo! Anche il tempio di Gerusalemme si pensava fosse eterno, cosa che invece sappiamo bene che è andato a fuoco diverse volte e anche distrutto, ma non solo gli ebrei credevano che Dio rimanesse perennemente in Israele ed invece cosa ha fatto, ha cambiato popolazione… Questo fa capire che Dio può cambiare le cose come egli vuole e che non c’è uomo che possa dir diversamente, l’uomo può far credere cose non vere, modificare le scritture come egli vuole ma al fine-fine, Dio fa sempre il suo corso.  Inoltre in Apocalisse si legge chiaramente che Dio manderà un angelo a portare un nuovo vangelo Eterno, perché mai? Se quello dato da Gesù era definitivo? Perché, semplicemente l’uomo, avrebbe modificato quello lasciato da Gesù, così come fu per l’Antico testamento, che la casta sacerdotale mise ripetutamente mano alla scritture.

Solo il discepolo Matteo riporta questo passo come mai?  Perché gli altri tre apostoli riportano solo una parte del discorso e non tutto, un discorso così di primaria importanza riportato solo da Matteo? Se l’avessero riportato totalmente identico gli altri evangelisti sarebbe stato una confermazione della veridicità del testo.

Inoltre faccio notare un particolare.

Come mai Gesù chiama sempre Pietro con il nome di Simone di Giovanni o di Giona e non Pietro come egli lo avrebbe chiamato in origine quando lo scelse? E come mai anche dopo la sua resurrezione continua a chiamarlo con il suo nome originale e non Pietro? Se il soprannome dato da Gesù a Simone di Giovanni era così importante, perché non lo chiamava con questo(Pietro) e non sempre con il suo vero nome?  Perché Gesù chiama Pietro,  Cefa e non Pietro?

La frase curiosa di Gesù verso Pietro o Simone di Giovanni, fa notare molti aspetti, mai osservati dalla chiesa quasi che essa voglia leggere solo quello che le fa comodo…. Infatti nelle omelie mai si sentono le parti che creerebbero perplessità nella popolazione … La chiesa ribadisce solo quello che lei ritiene giusto, non quello che è giusto!

Giovanni: 21, 22-23 “ se voglio che rimanga finché io venga, che te ne importa?” Questa espressione non si addice a chi è stato nominato tuo primo ministro, non si dice a chi tu hai scelto come tuo vicario, non si dice a chi dovrebbe governare la tua chiesa!! La si dice a chi non è sincero, dopo tutto le tre affermazioni di Gesù “Simone di Giovanni tu mi ami?” dette con tanta insistenza, indicano che Pietro non era sincero, nelle sue risposte altrimenti Gesù non avrebbe chiesto per tre volte la medesima cosa, perché Gesù legge l’animo umano.  Le tre risposte di Pietro che dovevano ribadire un concetto sincero, ma alla fine si è quasi risentito di essere richiamato per tre volte, indicando proprio che Pietro vuol apparire sincero, cosa che non lo è, Gesù gli continua a dire che segua la pecorelle che sia un pastore di anime, come gli altri discepoli, infatti da tutti l’ordine di andare nel mondo a portare la buona novella … se solo Pietro fosse stato il vicario di Cristo, solo a lui Gesù avrebbe dato questo ordine, cosa non vera, da quello che si rileva dai vangeli.  Tutti gli apostoli (discepoli) erano uguali al cospetto di Gesù, nessuno era primo, nessuno era il più grande, ma tutti lo erano parimenti allo stesso modo.

Gesù non gli dice che deve guidarle il popolo ed infatti in ciò dice seguimi, il seguire è implicito che il vero pastore è solo e solamente Cristo. Altrimenti non avrebbe detto seguimi, ma caso mai avrebbe dovuto dire, ora fai il tuo cammino, ma così è.  Tra l’altro questo discorso Gesù non lo fa in separata sede, ma innanzi agli altri discepoli e questo non vale solo per Pietro ma per tutti. Se l’avesse fatto in separata sede allora, il riferimento a Pietro sarebbe stato esplicito e chiaro. Mentre era un esempio per tutti.  Qui non c’è una volontà di Gesù nel darsi un vicario. No, no, c’è solo la volontà di saggiare la veridicità di Pietro. E in questo passo siamo già oltre la resurrezione! Questo fa capire che se fosse vero che Pietro era il primo degli apostoli e il vicario di Cristo, Gesù non avrebbe apostrofato Pietro in quel modo. E ripeto Gesù è già risorto!
Oh si, so che la chiesa non accetta questa versione, ma la chiesa ha scelto Pietro perché se avesse scelto Giovanni avrebbe dovuto edificare una chiesa più spirituale che non quella di Pietro che rispecchiava un carattere un po’ più ribelle, rispetto a quello di Giovanni tutto dedicato alla spiritualizzazione della fede.

“Che te ne importa?”  Gesù risorto è un po’ risentito per il modo di trattare il suo apostolo preferito, da parte di Pietro, pare che Pietro non ami Giovanni da come si esprime nei suoi confronti anzi la frase di Pietro : ” Signore e di costui che sarà?” ha un sapore strano, Pietro non considera molto bene Giovanni, infatti non lo chiama per nome, come si fa con un amico o compagno di viaggio con cui si sono condivise tante cose, anche personali, c’è una certa acredine nei suoi riguardi, un risentimento, un invidia celata; lo tratta da persona estranea come se Giovanni fosse un impiccio e lo esprime con quella frase … la riposta di Gesù, non è molto simpatica, anzi è piuttosto dura e sibillina.  Dopo tutto solo Giovanni ha le visioni e le apparizioni della Trinità di Dio, solo Giovanni vede Dio in trono con i 4 Esseri viventi, i 24 Vegliardi, i sette Spiriti Santi ecc. Solo Giovanni vede il regno di Dio, solo Giovanni il più puro di tutti come un bambino, ha tutte le manifestazioni dell’estasi divina. Solo Giovanni viene scelto da Gesù a sostituirlo per sostenere sua madre.





lunedì 14 aprile 2014

Insegnamenti di Gesù!


La Pasqua.

Marco: 14, 3-9
Questo passo del vangelo è interessante, intanto denota come Gesù sta assieme ai malati gravi, agli emarginati, ai derelitti della società, a chi sta in basso e a chi è lontano da Lui. Però per quanto egli ci dice di amare i più deboli e i poveri in generale, specie quelli in spirito, che non sono sempre poveri di cose materiali. Ma Gesù fa notare che anche se i poveri sono importanti, nel contesto dell’evento della sua presenza tra noi, era più importante Lui di tutti i poveri messi assieme, perché essi rimangono qui fino alla fine dei loro giorni, mentre il Signore, aveva un tempo ridotto. Il fatto dell’unzione è però particolare nel suo genere, perché sta ad indicare come Gesù che è  Dio, vanno dati tutti gli onori possibili, profumi, vesti, ori, per rendergli il culto dovuto, Gesù non è affatto pauperista, anche se ci sono poveri che hanno bisogno,  ma in questo Egli vuol dire che essendo egli Figlio dell’Onnipotente, ogni buona azione verso di lui, fatta con  cuore sincero, corrisponde ad un azione verso il Padre Suo è ben accetta anche con le cose preziose di questo mondo. Anche se questa cosa, potrebbe rendere felice un povero.  Anzi i poveri, dal canto loro dovrebbero sacrificare per Dio il loro meglio. Molto di più dovrebbero fare i ricchi, che oltre a dare ai poveri dovrebbero dare le loro primizie a Dio come segno di amore verso di Lui.


Marco: 14, 17-21.
Il tradimento.

Gesù disse: ”In verità vi dico : uno di voi mi tradirà! Uno che mangia con me” gli apostoli si rattristarono cercando di capire chi era tra di loro, Gesù aggiunse:” Uno dei 12 che intinge con me nel piatto. Perché il figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui : ma guai a quell’uomo, dal quale  il figlio dell’uomo viene tradito! Sarebbe stato meglio per lui, se non fosse mai nato.”
Di questo pezzo la parte importante è la frase :” Uno dei 12 che intinge con me nel piatto.” Perché dico importante, cosa ci fa capire questa frase, che all’apparenza potrebbe solo essere intesa come indicazione di chi può essere colui che lo tradisce, ma la frase così scritta indica anche altro, oltre il traditore.
Cosa vuole farci capire come questa espressione:  Uno dei 12 che intinge con me nel piatto. Intingere è il verbo che a noi interessa, esso sta ad indicare non solo colui che mangia con Gesù, ma anche colui che vive con e per Gesù, colui sta vicino a Gesù nella sua casa, e colui che credendo arriverà a tradire, è un parallelismo con satana, anche egli mangiava e viveva presso Dio, ed era Dio la sua fonte e il suo nutrimento, satana credeva veramente in Dio, così come credeva veramente Giuda, ma come satana anche Giuda vuole sfidare Dio, sfidarlo nella sua Onnipotenza, far emergere innanzi agli uomini il suo vero potere, perché dimostrasse chi egli era con forza, con autorità;  vuole indurre Dio ad agire concretamente ad esporsi. Ma cosa intende Gesù per noi con quella frase, indica che oltre a Giuda che mangiò in quel piatto, anche altri faranno la medesima cosa, Gesù va oltre il semplice pensiero di dire uno di voi mi tradirà, indica che nel futuro ci saranno i traditori, tra gli apostoli, uno tradirà ancora Gesù, divenendo un oppositore a Dio. Ma in effetti se guardiamo bene quanti oppositori la chiesa ha avuto in se e quanti furono i traditori che mangiarono e mangiano nello stesso piatto di Dio?  E noi come Cristiani potremo dire che anche noi ogni tanto tradiamo Dio, nelle nostre vite. Anche noi che mangiando il suo corpo il suo sangue, possiamo diventare traditori in un momento, come fu Satana e come fu Giuda, come lo sarà l’anticristo.
Continua la spiegazione degli eventi in Marco:14,43-52 . Gesù viene arrestato non dai romani, ma dai sacerdoti ebrei, del sinedrio.  Cosa voleva ottenere Giuda in realtà? “Quello che bacerò, è lui ….”   Ne viene fuori una rissa dove uno degli apostoli afferrò una spada e feri all’orecchio uno degli aggressori, ma Gesù gli risanò l’orecchio. Gesù per far notare la malvagità della scelta dell’ora, del suo arresto, sottolinea che potevano arrestarlo anche in altra occasione, alla luce del sole. Ma Egli disse “che le scritture si dovevano adempiere”.
Ma Giuda cosa voleva ottenere realmente? Semplice come già scritto Giuda, credeva veramente nel potere di Gesù, e aveva capito in qualche modo la sua natura, ma egli voleva una dimostrazione di forza innanzi al sinedrio di Gesù stesso, voleva che fosse manifesto il suo potere affinché egli si proclamasse veramente figlio di Dio, ma mediante il suo potere, non solo con le parole, cosa che Gesù non vuole fare. Perché la sua missione è diversa, da quella voluta da Giuda.  Quindi lo tradisce nella speranza di ottenere che Gesù manifesti la sua Gloria presso i sommi sacerdoti affinché essi lo adorino come il liberatore che Israele stava aspettando. Ma le intenzioni di Gesù sono ben altre. Nessuno aveva realmente capito, il vero motivo della sua venuta.


Marco: 14, 22- 25
Gesù istituisce l’eucarestia.

Gesù, preso il pane amministra ed  esercita la benedizione, lo spezzò e lo diede loro e disse: “Prendete, questo è il mio corpo” poi prese il calice rese grazie lo dette loro e ne bevvero tutti.  E disse: “ Questo è il mio sangue dell’alleanza che è versato per una moltitudine. In verità vi dico che non berrò più del frutto della vite, fino a quel giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio.”
L’azione dello spezzare il pane ha un senso ben preciso non solo nella tradizione ebraica, come ricordo del pane azimo, ma ha un senso doppio. Il dividere il pane in due parti ha una connotazione ben precisa dal punto di vista spirituale, Gesù fa capire una cosa importante. Ricordiamo che la Trinità è formata principalmente da tre soggetti, ma essenzialmente da due il Padre e il Figlio. Il Padre è formato dalla sua persona principalmente en dai suoi sette spiriti santi che gli appartengono e che con il padre costituiscono un essere unico. Il Figlio è formato dalla carnalità della Madre, dal Padre e dai 7 spiriti del Padre. La Trinità è racchiusa in Cristo Gesù. Ecco perché Gesù spezza il pane, per indicare i due soggetti principali della Trinità il Padre nella sua Totalità e il Figlio come unicità della Trinità. L’azione spirituale esercitata in quel pane e in quel vino, trasforma il pane e il vino nella essenza pura della trinità espressa come Padre e Figlio nell’Onnipotenza di Dio. Quindi assumere il pane come corpo e il vino come sangue è divenire carnalmente e spiritualmente un tutt’uno con essa. Chi mangia il corpo  il sangue della Trinità diviene figlio di Dio e parte di esso.
Anche l’azione di grazia che fa sul calice del vino, ha la medesima funzione benedizione che esercita sul pane-corpo.
Quando poi parla del suo sangue, specifica che esso non è solo per pochi, ma per una moltitudine cioè esso deve essere dato a tutti i credenti in Lui, non solo destinato agli apostoli.  Gesù vuole stringere alleanza con tutti coloro che credono e che lo amano. 
Per tale ragione la chiesa farebbe bene impastare l’amido delle ostie, con il vino, in modo che si somministri pane e vino cioè corpo e sangue insieme, anche se le ostie dovessero sembrare rosate o violacee, allora sarà fatta veramente la volontà di Gesù. “ Questo è il mio sangue dell’alleanza che è versato per una moltitudine.”
Poi parla di se stesso e dice che quello sarebbe stato per Lui l’ultimo vino che avrebbe bevuto assieme a i suoi apostoli, ma specifiche ne berrà di nuovo, quando sarà presso il Padre Suo nei cieli.


Marco : 14, 26-31.
Anche Pietro rinnega Gesù.

Anche Pietro ha il suo tradimento, ma in forma diversa da Giuda, meno grave, pur sempre un tradimento è.
Gesù disse: tutti voi vi scandalizzate , perché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea.”  Allora Pietro disse: “ Anche se tutti si scandalizzeranno, ma io no!” E Gesù gli dice: “ in verità ti dico che oggi, questa notte stessa, prima che il gallo canti due volte, tu mi rinnegherai tre volte”.  Ma egli continua ad affermare : “anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò” E lo stesso dicevano tutti gli altri.
“tutti voi vi scandalizzate , perché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse”  perché Gesù esprime questo concetto in questo frangente? Perché sta mettendo alla prova i suoi apostoli, li sta percuotendo e loro non capiscono e non intendono le sue parole. Ma, perché Gesù percuote gli apostoli, se loro devono essere coloro che devono portare la buona novella al mondo intero? Semplice Gesù non vuole solo degli apostoli, vuole degli apostoli santi! Per cui affermare quella frase, “Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse”, metterà alla prova sia il pastore cioè il sacerdote che le pecore cioè il popolo. Le proverà con ogni sorta di prova, per verificarne la capacità di comprensione che la fedeltà di essi a Lui. Quindi la chiesa sarà percossa e il gregge disperso per il mondo, affinché sia i pastori che il gregge siano vagliati e solo chi ha superato le prove sarà scelto.

Infatti gli apostoli non comprendono ciò che Egli comunica, e spavaldamente senza riflettere attentamente si espongono a dir qualcosa, pensando che sia riferito a un accusa verso di loro, e si danno da fare per cercare una possibile comprensione, ma nel far ciò dico un pensiero in più, di cui loro stessi non sanno, ne conoscono il futuro.   Pietro per primo fa sfoggio della sua fede, con una punta di eccessiva sicurezza, ed infatti Gesù lo stronca subito… predicendo cosa egli avrebbe fatto e detto nelle ore successive.  Il fatto del tradimento o  rinnegamento, fa capire come anche un apostolo che sta al primo posto potrà rinnegare Cristo.  Infatti Gesù quando dice a Pietro che su di lui costruirà la sua chiesa, questa frase è molto significativa sta ad indicare che Pietro, avrebbe edificato una chiesa simile a se stesso, non simile a Gesù.  Se Pietro era la pietra, ma non una pietra perfetta una pietra imperfetta, perché su Pietro la chiesa ha preso forma e su i suoi errori, difetti caratteriali e di fede è stata edificata, ecco cosa Gesù intendeva con la frase su Pietro costruirò la mia chiesa. La chiesa è di Cristo, ma edificata sulla forma mentis di Pietro, su i suoi pregi e su i suoi errori, sui suoi sbagli e sulle sue virtù, sul suo rinnegamento, tutto ciò che Pietro fu, così fu e sarà la chiesa. Come può la chiesa sussistere su una Pietra imperfetta? E chi è la Pietra angolare? Pietro o Cristo? Chi è il Pilastro della Chiesa, Pietro o Gesù il Cristo di Dio?
Quindi Gesù sottolinea ancora una volta che non solo Giuda lo tradirà vendendolo ai suoi persecutori, ma anche che ci sarà uno che lo rinnegherà sempre tra i suoi apostoli e costui è proprio colui che dovrebbe essere il primo tra di essi. Anche se Gesù in altri punti dei vangeli esprime il concetto che non esiste un primo tra gli apostoli, ma che innanzi a Lui sono tutti sullo stesso piano. Quindi ogni apostolo può e potrà rinnegare o tradire Dio in qualsiasi momento, come qualsiasi altro essere umano non appartenente alla chiesa in modo diretto, cioè il gregge.
Il passo vuol, far capire che non bisogna mai vantarsi di nulla, neppure delle certezze che si pensa di avere, perché se il Signore ti prova, ti troverà sempre imperfetto e tu cadrai miseramente anche se sei santo!
Mai giurare, perché l’inciampo è dietro l’angolo.
Mai dire io non sarò mai così o colà, perché Dio ti troverà in un momento fragile e debole e tu cadrai.
Siamo tutti fragili e deboli, non esiste uomo, che sia perfetto sulla terra, che possa dire una sola cosa in più di quanto non sia scritto nei cieli.


Marco: 14, 32-42.
Vegliare per non entrare in tentazione.

Il passo dell’evangelo ci racconta la sofferenza umana di Gesù, si perché non dobbiamo dimenticarci che Gesù oltre ad essere spiritualmente figlio di Dio esso era ed è anche figlio di Maria con corpo carnale; è questo corpo, che in questo passo viene provato, non il suo Spirito che era forte, ed incrollabile, perché Spirito santo di Dio. Invece la chiesa ha creduto che la prova in cui Gesù fu portato colpi anche il suo spirito invece no! Era un prova per la parte umana di se stesso, una prova che doveva testare in qualche modo, se anche il corpo Suo era disposto a cedere alla volontà del Padre Suo. 
Leggiamo bene cosa dice Gesù, invita i 3 discepoli ad attenderlo mentre lui pregava in disparte, i discepoli raccontano i suoi stati, dicendo, cominciò ad essere in preda allo spavento e a sentire angoscia. Questi stati non sono tipici di Gesù il figlio di Dio, dell’uomo Santo, fatto di Spirito Santo, ma dell’uomo-uomo, dell’uomo umano figlio di Maria, del solo corpo e della sola mente umana, con tutte le sue fragilità. Come se lo Spirito di Dio lo avesse abbandonato per un istante, facendogli provare la vera conoscenza di cosa il corpo e la mente umani provavano senza l’ausilio dello Spirito Santo che impedisce qualsiasi sofferenza e incertezza.  Infatti dice ai discepoli: “ l’anima mia è triste fino alla morte” questa è un espressione tipica di chi prova in se un senso si smarrimento e sente la sua anima, farsi piccola e impotente di fronte alla malvagità del mondo. Anche il fatto di chiedere al Padre Suo che quell’ora cos’ triste e angosciosa passasse è indici che era il corpo umano o soffrire non lo Spirito Santo che gli apparteneva, come se lo S. Santo si fosse tacitato, avesse smesso la sua funzione. E diceva: Abba, Padre, Tutto è possibile a te; allontana da me questo calice! Però non quello che voglio io, ma quello che vuoi tu”  in queste parole il Gesù uomo, decide da che parte stare, cioè con Dio, si abbandona alla volontà di Dio, anche se sulle prime chiede al padre Suo di evitare questa cosa, ma poi dice non voglio io ma come vuoi tu. Quando poi parla ai discepoli dice un farse importante che non riguarda solo gli apostoli che sono carnali e non figli di Dio diretti come lo è Lui, dice a Pietro: “ Simone dormi? ... Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione ; lo spirito è pronto ma la carne è debole”  ecco la frase che spiega il dunque è questa :lo spirito è pronto ma la carne è debole” ce lo dice chiaramente che lo spirito è forte e incrollabile e che non teme nulla se crede in Dio, ma la carne è fragile e debole e può cadere in tentazione. Fa capire che in quei momenti era la sua carne ad avere la meglio, e che anch’egli era fragile, ma, di una fragilità diversa, da quella dei discepoli che si sono addormentanti. E quindi hanno lasciato spazio al maligno. Non certo Gesù ha lasciato spazio al maligno, era solo la sua carne, che combatteva, ed era angustiata per tanto male era sopra di lui. Li trova addormentati per tre volte, fa capire la differenza tra Lui e loro, che sono solo esseri umani incapaci ad opporsi alla forza del maligno, se non ci fosse Dio. Infatti in altro passo dice a Pietro “uomo di poca fede” come per dire, che se avesse la fede necessaria esso non commetterebbe peccato alcuno e sarebbe santo e capace di ogni miracolo, come Gesù avrebbe voluto. In ciò fa notare che i discepoli sono fragili e suscettibili agli attacchi del maligno.
n.b: La frase “non entrare in tentazione” fa capire come la frase non indurci in tentazione si errata e anche le due frasi sono una contraria all’altra, perché il dire non entrare in tentazione sta ad indicare di chiedere a Dio non permettere che il maligno ci tenti, cioè di non permettere che il maligno ci induca in tentazione. Mentre la frase non indurci in tentazione sta ad indicare che sarebbe Dio che induce l’uomo alla tentazione, cosa non possibile e non vera. Perché in netto disaccordo con la precedente frase. Oltre che estremamente offensiva verso Dio. Praticamente dire che Dio induce in tentazione l’uomo è come dire che è Dio che si sostituisce a Satana. Cosa falsa! E chi afferma ciò non è con Dio, ma contro Dio e vuol solo far annullare l’efficacia della preghiera da Gesù trasmessa ai suoi discepoli.


Marco:14,53-65 ; 15,1-32
La condanna e la morte di Gesù.

Conducono Gesù innanzi al sinedrio il quale in ogni mezzo tenta di fargli di discreditarlo portando falsi testimoni, ma Gesù non risponde fino a quando Caifa, gli chiede se è lui il figlio di Dio , e Gesù risponde: “Io lo sono, e vedrete il figlio dell’uomo assiso alla destra della potenza e venire con le nubi del cielo. “  Gesù dice chiaramente di essere il figlio di Dio Onnipotente, ma naturalmente nessuno sacerdote ebraico voleva credergli, perché in realtà non volevano che un figlio di Dio distruggesse le leggi che loro stessi si erano fatti su misura. In sostanza Caifa, voleva uccidere Dio. 
Poi naturalmente gli astuti sacerdoti dopo averlo condannato a morte, non si sentirono di portare a termine la loro invettiva e scaricarono ai romani l’incombenza, pilato interrogatolo, non ottenne nulla. Naturalmente secondo le tradizioni di quel tempo, durante le festività era usanza rilasciare un detenuto, quindi anche con Gesù si pratico la stessa cosa, ma i sacerdoti del tempio sobillarono la folla a più riprese tanto che Pilato chiese cosa aveva fatto di male, ma essi volevano il sangue di Gesù.  Quindi Pilato li accontentò, rilasciò barabba e fece flagellare Gesù.
La coronazione di spine, un atto ignobile, per qualsiasi essere umano, figuriamoci per il figlio di Dio, di una malvagità e di una crudeltà uniche, che solo un popolo irretito dall’invidia dei sacerdoti, poteva fare.
 Lo schernirono dicendo “salve re dei Giudei”, lo picchiavano in ogni modo, e gli posero una corona di spine, probabilmente di una specie di pianta spinosissima con spine particolarmente dure.
Per quanto Gesù fosse spiritualmente forte, ma la sua carne era stata piegata dai quei terribili colpi di flagello e dalla percosse, così preso un uomo forte, Simone di Cirene per portare per lui la croce, dopo che Gesù cadde per tre volte. Giunti al Golgota, si svolse all’ora terza, la crocifissione che ben tutti la conosciamo, rappresentata in ogni modo da film famosi. La spartizione delle vesti di Gesù fa capire che esse non erano affatto di un materiale povero, ma male intessute ma tutt’altro, di buona manifattura e preziose, tanto che i soldati vogliono spartirsele e se le giocano a dadi. Qui fa capire che l’abito sacerdotale non deve essere semplice eccessivamente povero, ma di buon materiale anche prezioso. Gesù ricevette oltraggi da tutti, sia dai due ladroni, che dalla folla accorsa.


Giovanni: 19,23-27

Presso la croce vi era la Madre di Gesù assieme al discepolo Giovanni e ad altre due donne, e Gesù disse a sua Madre e al discepolo più amato: “Donna, ecco tuo figlio.” e al discepolo” Ecco tua Madre”


Marco:15, 33-41

In questa parte si evince, che quello che parla è ancora il Gesù umano, perché grida: “Eloi, Eloi, lamà, sabachtani?” che significa Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?” ma la folla continuava a insultarlo… dopo di che Gesù gridando spirò.
Dio non lo aveva abbandonato, ma il suo corpo umano e la sua mente umana, aveva avuto un cedimento proprio all’ultimo momento, questo ci fa capire che fin all’ultimo momento Dio ci può provare, perché se ha provato il suo figlio Unigenito per purificarlo al fuoco ardente del suo amore, ma figuriamoci se non lo farà anche con ognuno di noi, fino all’ultimo saremo vagliati, provati e piegati, per ottenere da ognuno delle primizie di primissima qualità come diciamo noi.  In quel momento un tremendo terremoto squarcio il velo del tempio e da quello che le cronache raccontano anche una parte di Gerusalemme fu distrutta, i sepolcri furono aperti e i morti risorsero, con grande spavento di tutta la popolazione.

Marco 15,  42-47 ; 16, 1-19;
La Resurrezione:

Alla vigilia della Parasceve, cioè del sabato, Giuseppe di Arimatea chiese a Pilato il corpo di Gesù per seppellirlo, nel suo sepolcro in pietra. Ne rotolo innanzi una grande ruota di pietra, sotto gli occhi di alcune donne discepole di Gesù.
All’alba del primo giorno della settimana ebraica cioè la domenica, le discepole di Gesù Maria Maddalena e  Maria di Giacomo, si recarono al sepolcro per ungere il corpo come era usanza fare. Giunte presso il sepolcro si accorgono che la pietra è stata già spostata, entrate nel sepolcro vi era un giovane uomo, vestito con candide vesti. Che disse loro:  “ Non abbiate paura. Voi cercate Gesù il Nazareno, il crocifisso: è risorto, non è qui. Ecco il luogo, dove è stato posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che vi precede in Galilea  ; lo vedrete là, come vi ha predetto.”   Non dice a che ora è avvenuta la resurrezione o esattamene in che giorno, ma è probabile che sia avvenuta di sabato, nel giorno del Signore.
La descrizione che ne fa Giovanni è un po’ diversa, quasi un po’ più dettagliata mentre quella di Marco sembra più sintetica e meno descrittiva.

Giovanni: 20, 1-31; 21,1-23

Dice Giovanni, appena la donne giunsero al sepolcro videro che era vuoto, allora corsero a chiamare i discepoli Pietro e Giovanni. I quali accorsi al sepolcro lo trovarono anch'essi vuoto, e riposti i teli della sepoltura, compresero le parole profetiche di Gesù.  Ma fu Maria Maddalena a rimase presso il sepolcro, fu in questo frangente che vide i due giovinetti (angeli) vestiti di bianco, essi rassicurano la Maddalena, ma si accorge che un altro giovane che era lì vicino, era Gesù, questo fa capire che Gesù aveva altre sembianze diverse da quelle terrene, e Gesù dice: “donna perché piangi?   Chi cerchi? “ ella rispose, ma non sapendo chi fosse: “Signore, se l’hai portato via tu, dimmi  dove lo hai posto e io lo prenderò”.  Ma Gesù rispose:  ”Maria!”  allora la Maddalena lo riconobbe: ”Rabbuni!” Maestro.

Gesù : “Non trattenermi perché non sono ancora salito al Padre . Ma va’ dai miei fratelli e dì loro: -salgo al Padre  mio e Padre vostro , Dio mio e Dio vostro”.
Quindi la prima a vedere Gesù risorto è la Maddalena, non gli apostoli.  E questo è un dato interessante. Inoltre l’aspetto di Gesù non è il suo aspetto terreno, ma quello trasfigurato, che aveva preso quando i tre discepoli lo videro, nella sua trasfigurazione sul monte.  Da ciò comprendiamo che le immagini a noi arrivate di Gesù sono del Gesù terreno, non del Gesù risorto! Gesù che ha lo stesso aspetto fisico del Padre Suo che è nei cieli. Poi alla sera della domenica appare in mezzo ai discepoli e li saluta dicendo : “Pace a voi!” mostra loro le mani i piedi e il fianco a testimonianza, del suo martirio. Affinché essi credettero con sicurezza che Egli era risorto. Aggiunge :” Pace a voi. Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi!”  e detto ciò alitò su di loro,  e aggiunse: “ Ricevete lo Spirito santo,  a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi; a chi non li  riterrete, saranno ritenuti.”

Notare il verbo alitare usato principalmente da Dio Padre mentre alita la vita in Adamo , così fa lo stesso suo Figlio Gesù che ha lo stesso potere di donare la vita mendiate lo stesso Spirito del Padre, in ciò Gesù si rivela per chi è realmente, egli è al tempo stesso il figlio, ma al tempo stesso è il Padre, perché fin dalla Genesi solo il Padre Onnipotente alitò nell'uomo il suo spirito, per donare all'uomo l’anima, ora Gesù figlio di Dio, e Dio con Dio, fa la stessa cosa, ma in questo caso dona agli apostoli lo Spirito Santo. E da il suo ordine a tutti gli apostoli, di rimettere i peccati. Sono loro che decideranno se rimettere o non rimettere i peccati.

È interessante il discorso che si ripete a porte chiuse, Gesù si mostra ai suoi discepoli e anche con Tommaso avviene la stessa cosa, come se il chiudere le porte fosse un segno di nascondere agli occhi dell'uomo, la divinità di Dio, affinché solo chi crede vedrà.

Gesù risponde a Tommaso:” perché hai visto, hai creduto. Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto” in ciò Gesù ci fa capire, che molta più grazia è in chi non ha mai visto il Signore, e su costoro se crederanno in Dio senza aver necessità di vedere, otterranno maggiore grazia presso Dio.
Molti altri segni Gesù da risorto ha compiuto in mezzo al suo popolo, per quanto molti di essi non stati trascritti, ma solo i più significativi.  L’apparizione sul lago di Tiberiade, evidenzia come Gesù avesse un aspetto non riconoscibile, ma solo coloro che avevano lo Spirito Santo in loro lo potevano riconoscere.Questo racconto ci spiega come un essere umano che abbia anche ricevuto lo Spirito Santo, può in un istante non essere preso da esso, e questo fatto, ci fa ben capire proprio questo particolare; alcuni apostoli usciti in barca a pescare vedono sulla riva del lago un uomo, ma loro non lo riconoscono, perché in quel momento Egli (Gesù) non si presentò nella sua forma conosciuta dagli apostoli, pur avendo ricevuto tempo prima lo Spirito Santo proprio da Gesù, essi sono distratti e non usano quello Spirito donato da Gesù, per vedere Gesù stesso.  Gesù parla ai discepoli come un estraneo: “Figlioli, non avete un po’ di companatico?”, “No” gli risposero  i discepoli. Ma Egli disse loro, “Gettate la rete a destra della barca, e ne troverete”, i discepoli non erano in grado di trarre sulla barca, la rete per il gran peso. Allora Giovanni, il discepolo che Gesù amava dice a Pietro: “ E’ il Signore!”  a questo punto Simon Pietro, si cinse la veste e si tuffò in mare.

Curiosa la parte che Simon Pietro è sulla barca seminudo, come se fosse un vezzo, una libertà che avevano tra di loro. Ma curioso anche il fatto che innanzi al Signore esso si rimette in ordine, come se la sua vita fosse stata divisa in due parti, fintanto che vi era Gesù esso aveva un comportamento, quando Gesù non vi è più, il suo atteggiamento è più libero e si sente forte della sua posizione a far quel che vuole; ecco il perchè il Signore non si fa riconoscere, vuole vedere come i suoi discepoli vivono le sue parole, se veramente hanno intenso il suo messaggio. E il fatto che Pietro si rivesta, fa capire che esso aveva in parte trascurato il messaggio di Gesù. Si comprende, perchè Gesù poi insiste con quelle domande ripetitive.

Tutti vedono quest’uomo in riva al lago, ma nessuno di essi lo riconosce, se non quando egli mediante alcune poche parole e un miracolo gli dimostra chi Egli è!  E il primo a riconoscerlo è Giovanni.  Notiamo un  particolare, Gesù dice agli apostoli di gettare la rete e specifica a destra della barca, perché mai ha fatto questa specifica? Da un certo di punto di vista i pesci stanno ovunque attorno alla barca, che significato ha a destra della barca? Semplice, Gesù il Cristo di Dio, sta alla destra del Padre suo, rappresentato dalla barca. E dice ai discepoli pescate a destra della Barca, non a sinistra. Anche questo ha un senso ben preciso. Gesù predilige la destra e non la sinistra, anche in altri passi dei vangeli esprime questo concetto.

Ma Pietro si rattristo. E gli rispose:” Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo”

Gesù rispose:” pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: Quando eri giovane ti cingevi  da te e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vuoi” .
Ora , disse questo per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio. Poi disse" seguimi."
Pietro vide che lo seguiva il discepolo che Gesù amava(Giovanni), quello che durante la cena si era posato sul suo petto di lui e gli aveva chiesto: “ Signore, chi è chi ti tradisce?” .

Pietro dice a Gesù” Signore e di costui che sarà?”  Gesù rispose: “ Se voglio che rimanga finché io venga, che te ne importa?, tu seguimi!”.

Questo passaggio della vita di Gesù e dei suoi discepoli è molto significativo…
Prima di tutto la ripetizione per tre volte della domanda di Gesù: “Simone di Giovanni, mi ami tu?” ha una sapore un po’ strano questa insistenza da parte di Gesù, come quando Gesù predisse a Pietro il suo rinnegamento, che al cantar del gallo egli lo tradì per tre volte, pare in qualche modo, che Gesù voglia vedere se l’apostolo ha compreso la lezione, o se l’apostolo è ancora impulsivo, distratto e fa le cose senza riflettere attentamente. In effetti da come risponde Pietro pare che non abbia ancora capito esattamente le domande di Gesù. Perché anche durante la premonizione di Gesù che gli predice il suo rinnegamento, Pietro risponde impulsivamente senza riflettere, quasi volendo a tutti i costi far piacere al Signore. Dicendo che lui non avrebbe fatto ciò. Cosa che poi avvenne il contrario. Anche in questo caso per tre volte Gesù ripete insistentemente la medesima frase, quasi a sottolineare qualcosa, poi però l’attenzione si sposta su Giovanni, e Pietro infastidito dalla presenza di quel discepolo, quasi stizzito, con una punta di invidia, chiede cosa ne sarà di quel discepolo, e Gesù ribatte: “Se voglio, che rimanga finché io venga, che te ne importa?” ….. è il che te ne importa di Gesù, fa capire come in realtà Pietro ha posto la sua domanda verso Giovanni, con quale sentimento egli si era posto verso quel discepolo? non certo un sentimento d’amore, ma di conflitto. E fa capire, che tra i discepoli non c’è proprio tanto buon sangue, ci sono degli attriti, probabilmente delle dispute tra chi si riteneva il più vicino a Gesù o chi era il primo, ma tutti sapevano benissimo che il più vicino non era Pietro ma bensì Giovanni. L’insistenza di Gesù verso Pietro, non indica tanto che Pietro sia il suo vicario, quanto indica che Gesù voleva far capire a Pietro, che alle volte le sue risposte non erano sincere o coerenti, ed ogni volta Gesù risponde a Pietro “Pasci le mie pecorelle o agnelli e tu seguimi”, non gli dice che egli è il primo, gli dice, solo di essere un buon pastore e di seguirlo sempre, ma di non occuparsi degli altri discepoli, che ci avrebbe pensato Lui stesso. In questo, fa capire che gli altri apostoli non sono sottomessi all'autorità di Pietro, ma bensì di Gesù stesso. “Se voglio che rimanga finché io venga, che te ne importa?” questo fa capire che ogni, apostolo eletto da Gesù, sarà sotto l’autorità di Gesù e non di Pietro.

Poi anche quando gli dice, “In verità, in verità ti dico: Quando eri giovane ti cingevi  da te e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vuoi” .
Secondo me questo non parla della morte Pietro, ma bensì del fatto che da vecchio sarebbe stato condotto da altri nelle sue parole, e che la sua parola poteva essere modificata perché egli non più in grado di essere totalmente presente, infatti un anziano, viene condotto per mano ogni giorno da chi è giovane e le sue parole vengono vagliate. Questa frase ha un senso doppio, indica infatti che un apostolo deve rimanere tale fin alla fine dei suoi giorni, e che ci saranno altri ad occuparsi di lui, finché il Signore non lo prenda con sé. 
Questo fa capire, che non è prevista abdicazione.

Dopo tutto in Apocalisse Gesù è chiaro, vi sarà un nuovo vangelo eterno e con ciò si comprende bene che il vangelo lasciato da Gesù, verrà modificato e le parole stesse di Gesù verso Pietro sono molto significative.








© Copyright

© Quest’opera è protetta dalla legge sul diritto d’autore. Tutti i diritti, in particolare quelli relativi, nuove preghiere, messaggi, alla corona stessa, a qualsiasi pubblicazione inedita scritta in questi blog, alla sua produzione-realizzazione anche fisica, alla ristampa, alla traduzione, trasmissione radiofonica, televisiva, alla registrazione su microfilm, o database, o alla riproduzione in qualsiasi forma, (stampata o elettronica) rimangono riservati anche nel caso di utilizzo parziale o estrapolati i concetti da essa. La riproduzione di quest’opera, anche se parziale è ammessa solo ed esclusivamente nei limiti stabiliti sul diritto d’autore, ed è soggetta autorizzazione dell’autore. La violazione delle norme comporta le sanzioni previste dalla legge vigente in materia. Non vi era nemmeno bisogno di mettere Copyright, perché effettivamente i testi o immagini pubblicate in rete, come su un testo cartaceo, sono già coperti, dal diritto d'autore. Però dato che ci sono molti che fanno orecchie da mercante e fingono su tutto, ho preferito metterlo.

Per qualsiasi controversia contattare l’autore stesso Boanerges573@gmail.com

La Gloria di Dio

Per chi fosse interessato all'acquisto del Libretto di preghiere cliccando sul link seguente : "LA GLORIA DI DIO" vi porta alla pagine dove potrete acquistare il suddetto libretto.