Pensieri ,
parole, opere e omissioni
Il peccato sappiamo cos’è?
Il peccato così chiamato fin dall’inizio
della vita umana specialmente contenuto in alcune religioni. È in sostanza un
atto, fatto per danneggiare un altro essere, che sia umano o non , in pratica è
una volontà volta a danneggiare un altro essere che si può trasformare e concretizzare
in molte forme diverse. Un peccato è generato da una serie di volontà e
desideri, che trovano la loro origine nel pensiero e si concretizzano nelle
azioni, è determinato da una serie di volontà e desideri, atti a fare il male
al prossimo, ma anche a se stessi. Può essere involontario come volontario. Involontario
quando è condotto da un errore di valutazione, che può essere determinato da
una volontà altrui, per portarci volontariamente a commetterlo, senza che ce ne rendiamo conto. Oppure un peccato volontario, è intenzionale, che
spesso è fatto contro il prossimo. Quindi il peccato non è altro che un atto, un
desiderio, una volontà di danneggiare, psicologicamente, spiritualmente e
fisicamente un altro soggetto per sottrarre ad esso qualcosa, anche se questo
qualcosa non è nulla di fisico, ma può essere un sentimento positivo, un
affettività, o qualsiasi cosa.
Il compiere peccato, agisce sulla
sfera emozionale, affettiva prima di tutto del soggetto, poi su quella fisica ;
il numero di peccati che possiamo dirigere verso gli altri è enorme, può andare
dalla morte cagionata al prossimo, sia di natura fisica che psichica, fino ad
arrivare a peccati verso noi stessi, così leggeri ed effimeri da risultare insignificanti
agli occhi di molti e quasi mai si considerano peccati ed invece lo sono.
La chiesa Cristina cattolica,
distingue il peccato in 4 forme, generato da 4 atti, il pensiero, la parola, l’opera,
e l’omissione.
Dei peccati siti nel pensiero
abbiamo tutti gli stati dell’animo negativi che portano ad ogni sorta di
volontà contraria a qualsiasi creatura esistente …
Il peccato detto della parola è
un estensione di quello del pensiero, ma che rimane verbalizzato, compiendo anch’esso un danno, alle volte più grave di
quello fisico.
Il peccato che degenera in
azione, è il tipo definito distruttivo, dove si esercita una forma distruttiva
di quello che è il soggetto interessato da questa azione, in senso fisico, ma
anche psicologico e talvolta anche spirituale.
Il peccato come già detto
generato nella mente per un desiderio, una volontà solitamente di dominio sull’altro,
di controllo, il quale però dopo essere stato ragionato, meditato, valutato,
studiato e congegnato, viene posto in pratica, e si trasforma da semplice
pensiero di una gravita inferiore, passa a divenire più grave, viene enunciato cioè
viene esplicitato in parole, viene reso noto, viene reso pubblico, come è il caso della bestemmia
o dell’offesa. E questo atto il peccare con l’uso del linguaggio si divide in
due parti il linguaggio uditivo cioè emettendo suono, o il linguaggio visivo,
che si esprime sia nella forma scritta che nella forma esteriore del vestire e
dell’essere.
Poi esiste il peccato
concretizzato cioè quello che dal pensiero diventa opera senza neppure passare
mediante la parola, ma da pensiero ad atto direttamente, questo è un peccato
che si esercita e che produce per l’uomo il peggiore di mali verso l’uomo, la
concretizzazione dei suoi pensieri che diventano un azione, cioè un opera atta
per danneggiare qualsiasi creatura, ma anche se stessi.
L’omissione è un peccato che poco
si da peso e poco si bada, quasi si dimentica anche nella fede cristiana,
spessissimo non si confessa e
neppure chi confessa chiede, si da per scontato che si consideri incluso. Invece
non è così..
L’omissione è un atto volontario volto
a non rivelare , non dire, non svelare, nascondere, tralasciare e tacere una o la
verità, con propositi di truffare, ingannare, il prossimo.
Ma anche far credere una verità
falsa, che non corrisponde alla realtà, quindi rientra nell’azione della
menzogna, ecc. Questo peccato oggi
giorno è usato anche in politica, ma anche in ambiti dove non dovrebbe esistere
tale peccato. Quando per esempio un uomo che conoscendo una certa verità la usa
a suo vantaggio producendo però un effetto diverso da essa, e arrivando a fra
credere e a dissimulare una falsità atta a portare chi crede in quella volontà
per strade diverse dalla verità conosciuta, questo è un atto di omissione. Tra l’altro
questo atto è anche molto grave, per certi versi è un peccato molto più grave
di un peccato di istinto, quale potrebbe essere un insulto o uno schiaffo, anche
in certi casi l’omicidio non premeditato, ma di impeto, senza ragione. Si perché nell’omissione c’è un profondo
ragionamento atto a far credere una verità diversa da quella reale, usando l’astuzia
e quindi premeditato.
Però alle volte si è costretti ad
omettere una verità, perché dire la verità potrebbe essere di danno alla
persona, ma generalmente tale cosa si applica solo per cose da poco, o per non
creare fratture ancora più grandi nei sentimenti delle persone, in relazione al
tipo di persona …. Diciamo che ogni caso
va da se …. Generalmente però sarebbe
sempre meglio dir la verità ad ogni costo anche se questa dovesse risultare
dolorosa, anche perché spesso omettere una verità si ha come conclusione che
presto o tardi, l’omissione diviene così grande che si complica
sempre più, creando dei problemi che spesso diventano insormontabili e posso
portare ad altri effetti collaterali anche gravissimi … quindi meglio dir
sempre la verità. C'è modo e modo per dir anche una verità grave.
I casi di omissione più gravi
sono quelli che riguardano la fede, quando un soggetto religioso ti fa credere
una verità che non è quella vera, quella che egli stesso per tutta la sua vita
ha combatutto, ha divulgato, ad un tratto la stravolge per nascondere una
verità, per far credere o per inserire nelle verità una verità che non
corrisponde più alla verità che era la sua base fondamentale . Questo genere di omissione è volta verso lo
Spirito Santo stesso e corrisponde esattamente ad un tradimento.