La giustizia umana può usare i
demoni per conoscere la verità?
Alcune
volte pongo delle domande al Signore sulle cose delle nostra vita, non a tutte
ricevo risposta, perché se il Signore rispondesse e desse le indicazioni a noi
come procedere per vivere bene, non saremo più liberi, ne di fare il bene ne di
sbagliare, per cui alcune domande rimangono inevase.
Ma
altre ricevo delle risponde, in base soprattutto al fatto che Dio vendendo
tanto male, decide di contribuire nella speranza che l’uomo usi tali risposte
per il bene delle collettività e dei singoli.
Una
delle numerose domande che ho fatto nel corso degli anni, è stata questa, come
posso io conoscere la verità da un uomo/donna che si rifiuta di dirla ed altri
uomini/donne pagano loro per costoro?
Il
Signore ha risposto così:
“Non
solo nelle scritture ne parlai, ma la chiesa conosce il modo per conoscere la
verità da colui/e che non vuole testimoniare la verità e permette ad un
innocente preso in sospetto da altri di pagare un ingiusta causa.
Grande
condanna cadrà su coloro che non testimoniando la verità, permetteranno che
innocenti paghino per loro, su questi non ci sarà alcuna possibilità di
redimersi, se non con sofferenze maggiori, in proporzione alla condanna data
dagli uomini su coloro che sono innocenti.
Io
ho negato a qualsiasi essere umano per uso di curiosità l’uso degli spiriti, ma
se c’è da salvare la vita e conoscere la verità da chi non vuole dirla o da chi
mentisce, per difendere altri, si può usare gli spiriti, solo per arrivare alla
verità. I posseduti, facendo emergere lo spirito che li possiede, sono in grado
di rivelare la verità, dell’ umano che gli si pone innanzi a loro; il demonio
costretto dai sacri nomi e dalle sacre specie eucaristiche in Mia presenza,
esso deve dire la verità, per l’autorità che ho lasciato sia ai battezzate in Me
e ai miei sacri ministri e svela a chiunque è presente la verità su quell’umano
o sui presenti, che sia esso colpevole o innocente.
Solo
così, l’essere umano potrà conoscere la verità senza torturare nessuno, senza
estorcere con il falso e l’inganno verità false. Troppo spesso la vostra
giustizia umana condanna uomini e donne innocenti a scontare pene che non gli
appartengono, solo perché voi umani, non avete la capacità e l’intelligenza di
comprendere i divini misteri. Condannate spesso per capriccio e volontà di
apparire persone che non hanno commesso il reato. Mentre non sapete che su di
voi cadrà una condanna così grave e grande che non ci sarà bisogno neppure di giudicarvi,
perché chi condanna un uomo per ingiusta causa esso si condannerà da solo all’inferno
eterno e li pagherà egli stesso tutte le pene che ha inflitto verso coloro che
egli ha condannato ingiustamente. A meno che in vita prima delle sua ora, non
faccia ammenda per le sue errate interpretazioni e condanne, ma voi uomini
siete arroganti specie quando sedete in alto, presso i potenti del mondo, che
con la legge degli uomini e spesso anche con la mia legge nelle vostre mani,
giustiziate il mondo intero.
E
avete anche il coraggio e l’ardire di giudicare Me, vostro Dio le mie parole,
le mie leggi e le mie opere., voi che non sapete nulla di Me. Anche se molti di voi non credono, che io
esista. Io sono qui, vivo tra voi, cammino spiritualmente tra di voi, alle
volte mi mostro, alle volte mi materializzo, ma voi non sapete che sono io, non
mi vedete e non mi riconoscete. Ma io sono qui che vi guardo e molto spesso non
posso intervenire; per mia parola, io vi resi liberi. Ma intervengo solo verso
coloro che veramente nella verità mi credono e mi amano, ma anche verso costoro
non sempre io intervengo, perché spesso l’essere umano crede e non crede. La vostra
condizione del credere è così labile che molto spesso faticate anche voi che
siete a me battezzati e consacrati, di credere nel modo più vero, ed è proprio
questa vostra non comprensione che m’impedisce di agire in voi. Per questo vi
chiedo di pregare, perché se il vostro credo fosse totale a me, io vi esaudirei
sempre. Quando non c’è perfezione di fede, le grazie arrivano lentamente. Per cui non condannate chi pensate essere
colpevole secondo un vostro vizio mentale, ma giudicate usando gli spiriti che
vedono quello che voi non vedete. Ma guai a voi se il vostro interrogare è per
curiosità, solo la verità può essere chiesta. Perché io sono il Dio della
verità!“
Perché il Signore dice, guai a chi
chiede per curiosità?
Perché
la curiosità non è indice di perfezione, ma di coloro che non si fidano delle
parole di Dio, per cui chi chiede per curiosità in realtà chiede a satana. E si
fa ingannare da satana, volontariamente.
Qui
non si parla della curiosità umana, tipica del nostro essere, ma di una
curiosità spirituale che è simile ma diversa nei concetti.
Si può essere spiritualmente curiosi
nel bene?
No!
perché è come non fidarsi, non serve essere curiosi nel bene, perché se tu
credi realmente a Dio, esso ti da tutto e ogni tua curiosità viene eliminata.
Se
Dio ha posto delle leggi, esse non servono per essere superate, ma per essere
attuate, e se Esso le ha poste in questo modo, Esso desidera che noi non usiamo
la curiosità umana per danneggiar le leggi, che Egli ci ha dato, perché la
curiosità umana spesso è negativa.
La
curiosità serve a noi per crescere tra gli uomini e per scoprire il mondo che
ci circonda, ma molto spesso essa è farcita di malizia. È quando si usa la
combinazione tra curiosità e malizia, che si attua un pensiero demoniaco, e noi
possiamo divenire preda di satana. Allora le leggi di Dio vengono scardinate
fin nella sue radici più profonde e l’uomo pensa di essere padrone di quelle
leggi, mutarle, secondo quanto lo spirito gli da, da immaginare. E se l’uomo
non è veloce, a ritrovare se stesso, il maligno esercita su di esso tutto il
suo orrore, prendendo la mente dell’uomo, così l’arroganza umana cresce a
dismisura.
Più
un uomo si pone in alto, nella società umana, e più esso è alla ricerca di
continue risposte, le cercherà tra gli uomini e nella sua scienza, ma non le cerca
nella fede!
Solo
Dio conosce tutto, l’uomo cerca se stesso in se stesso! È come l’immagine del
serpente che si morde la coda.